| 
                                     La legge approvata dal Consiglio regionale il 9 ottobre 2001 è stata
                                    vistata solo agli inizi di dicembre dal
                                    commissario di governo, al suo ultimo atto
                                    di controllo dopo che la riforma federalista
                                    recentemente confermata dal referendum del 7
                                    ottobre scorso ne ha cancellato le
                                    funzioni.  
                                    Essa richiederebbe un’ampia ed articolata disamina, essendo non di
                                    poco conto le novità in essa contenute, in
                                    anticipazione ed anche in ulteriore
                                    avanzamento rispetto alla cosiddetta legge
                                    obiettivo che il Parlamento avrà
                                    licenziato, con ogni probabilità, entro la
                                    fine del 2001. 
                                    Ci si ripropone, nel prossimo numero di  ,
                                    di approfondire le relazioni e le
                                    implicazioni che la imminente normativa
                                    statale, oltre al testo unico delle
                                    disposizioni legislative e regolamentari in
                                    materia edilizia di cui al Dpr 380/2001,
                                    comporteranno sui contenuti e sulla
                                    operatività della legge regionale
                                    approvata. 
                                    Appare viceversa opportuno cogliere, in questa sede, il portato
                                    strategico dell’iniziativa nei settori
                                    dell’urbanistica e dell’assetto del
                                    territorio elaborato dalla Giunta di una
                                    regione riconosciuta, sin dalla sua
                                    istituzione, correntemente in ritardo
                                    rispetto ai risultati conseguiti da numerose
                                    altre regioni italiane. 
                                    Nel precedente numero della rivista si è presentata una prima proposta
                                    di piano urbanistico territoriale, in
                                    questo, il disegno di legge urbanistica. 
                                    La Ragione Campania tenta, quindi, di incamminarsi lungo l’impervio
                                    sentiero del controllo del territorio,
                                    utilizzando gli strumenti di cui è tuttora
                                    carente. 
                                    Contemporaneamente, forza con successo i tempi riuscendo ad approvare
                                    norme che semplificano ed accelerano
                                    procedure edilizie, chiariscono aspetti
                                    interpretativi, decentrano competenze. 
                                    Norme, diremmo, chirurgiche, mutuando una metafora che sostiene
                                    la preferenza per l’uovo oggi rispetto
                                    alla gallina domani, o, ancora meglio,
                                    dell’uovo oggi e della gallina subito
                                    dopo. 
                                    Il tutto s’inquadra in una dinamica istituzionale regionale che non
                                    è certo delle più rassicuranti, costellata
                                    di intoppi e sfilacciamenti, di critiche e
                                    distinguo, come dimostrato dal contenzioso
                                    sollevato, sulla leggina che qui si
                                    presenta, da parte della stessa maggioranza
                                    che sostiene la Giunta regionale, che n’è
                                    stata la promotrice. 
                                    Il suo pregio, al di là dei contenuti di dettaglio, che potranno
                                    essere anche migliorabili, sta nell’avere sfondato
                                    il muro di un fondamentalismo urbanistico
                                    che pervade buona parte della cultura
                                    politico-amministrativa nel settore e che ha
                                    finito per allontanare le giuste esigenze di
                                    tutela del territorio dalle aspettative di
                                    legittimo uso dello stesso da parte delle
                                    popolazioni insediate; che ha garantito
                                    l’immobilismo strumentale delle burocrazie
                                    degli enti locali preferendolo alla loro
                                    responsabilizzazione nelle attività di
                                    verifica e controllo. 
                                    Ma se nella politica regionale l’uovo comincia ad esserci, si
                                    rimane in attesa, a tempi brevi, di un
                                    concreto rilancio della capacità di
                                    pianificazione e gestione del territorio da
                                    parte degli enti locali. 
                                    La Regione Campania deve rapidamente provvedere a
                                    creare le condizioni di tale rilancio, unico
                                    scenario in cui le categorie della
                                    semplificazione ed accelerazione, da
                                    virtuose, finiscono col generare mostri.
                                   |