L’applicazione della Lr 16/2004 “Norme sul
governo del territorio” diventerà veramente
operativa con la formulazione non solo del
piano territoriale regionale (Ptr),
ma anche dei piani territoriali di
coordinamento provinciale (Ptcp) e dei
piani urbanistici comunali (Puc). In
Campania questo processo complesso e
articolato sta procedendo a tappe forzate e
dovrebbe concludere la prima fase entro il
prossimo giugno, con un forum aperto a tutti
gli enti locali e territoriali e alle
organizzazioni portatrici di interessi
diffusi.
Non sfugge la profonda innovazione di questa
legge: il governo del territorio si
configura oggi come una nuova materia
costituzionale, che coinvolge concetti già
espressi dalla Costituzione, come il
paesaggio, la tutela, la valorizzazione
delle risorse. Ma è nuova la logica:
organizzare le decisioni in materia di
urbanistica in una direzione unitaria, dando
coerenza e compatibilità al loro insieme. Su
temi economico-territoriali di grosso
spessore e con un sistema di pianificazione
flessibile e aperto alla società civile e –
anche – al privato, si tenta di dare una
risposta alle esigenze di una adeguata
attenzione alle risorse territoriali
fisiche, paesistiche, culturali ed
economiche e, nel contempo, di assicurare
alle popolazioni e alle amministrazioni
locali che non si intende ingessare la
regione, ma fornire uno strumento agile e
modificabile in progress attraverso
una ri-pianificazione che consenta
l’adeguamento a eventuali interventi e
decisioni europee.
Si tratta, quindi, di formalizzare un
approccio integrato, secondo il quale la
legge non viene calata dall’alto, perché
protagonisti dell’integrazione sono appunto
tutti i territori, anche i più piccoli e
marginali, le cui esigenze devono essere
guidate e assecondate.
L’intenzione è di lavorare tutti insieme
per:
1. individuare quali prestazioni è opportuno
scegliere per mantenere saldi quei caratteri
locali la cui perdita di identità culturale
inciderebbe sull’intera collettività;
2. esaltare attraverso la valorizzazione
delle risorse locali la forma di economia
più produttiva non solo sulla piccola e
media distanza, ma anche in una proiezione
temporale di largo respiro.
In questo senso, pianificare per il
territorio globale significa poter lavorare
su più piani contemporaneamente; pertanto la
redazione dei Puc non deve aspettare la
redazione del sovraordinato piano
provinciale, né quello provinciale il
sovraordinato piano regionale. Ci attende un
lavoro lungo e collettivo, un lavoro che
terrà conto del più piccolo apporto e dei
grandi problemi.
Per attuare un progetto così ambizioso e
impegnativo, si è reso necessario il ricorso
alle conferenze di copianificazione
provinciali, strumento assolutamente
innovativo, con il compito di creare un vero
e proprio tavolo di lavoro allargato alle
associazioni, agli enti locali, ai
sindacati, agli ordini professionali che,
con la partecipazione dei dirigenti dei
settori competenti dell’Assessorato
all’urbanistica della Regione Campania,
degli Assessori all’urbanistica delle
province di riferimento e del Presidente
della Commissione urbanistica consiliare,
mettono a fuoco i problemi e i nodi da
sciogliere e le peculiarità da evidenziare
nella compilazione di Ptr, Ptcp e Puc. Per
questa fase di lavoro è stato proposto un
calendario serrato, indispensabile per
dimostrare – ed è una bella sfida – che
governare insieme è più difficile, ma anche
più stimolante e proficuo.
Ma, inoltre, è stato necessario creare un
tavolo permanente cui partecipano
l’Assessore all’urbanistica e i suoi
dirigenti, gli assessori provinciali con i
loro dirigenti, il Presidente della IV
Commissione consiliare, il cui compito è
quello di esaminare e condividere problemi e
soluzioni così come si propongono in un
lavoro che è continuo e senza precedenti.
Le risposte avute sinora da parte degli
organismi coinvolti sono tutte di segno
positivo, e questo ci fa ben sperare per una
conclusione quanto più rapida e
soddisfacente possibile.
Ci preme sottolineare a questo punto due
motivi di cui siamo orgogliosi, oltre a
quello di aver iniziato un percorso
veramente nuovo per l’urbanistica regionale.
Il primo è quello di agire controcorrente:
infatti, nel momento in cui la legge Lupi,
approvata dalla sola Camera dei deputati,
mostra tutta la vanità di un percorso
incoerente e inadeguato, nonostante i suoi
alti intendimenti (una legge vera per un
governo del territorio moderno e
flessibile), ancora di più i nostri sforzi
di attuazione di una democrazia dal basso
acquistano significato. A fronte di una
flessibilità cui si vorrebbe pervenire
attraverso una negoziazione giustamente
definita “senza rete e senza regole” che non
garantisce in alcun modo il perseguimento
dell’interesse pubblico, a fronte del
pericolo concreto di una urbanizzazione
dilagante, cui viene di fatto destinata una
larga quota dei suoli agricoli ancora
esistenti (o re-sistenti?), noi ci battiamo
per una concertazione allargata.
Il secondo è quello di fare da capofila in
un tentativo di innovazione delle macchine
regionali, riempiendo di contenuti la bella
legge sul governo del territorio approvata
nella scorsa legislatura in Campania,
apportando le correzioni che si
manifesteranno necessarie e dando agli enti
locali e a tutti coloro che a diverso titolo
lavorano al fianco delle amministrazioni
regionali e provinciali il giusto
riconoscimento di un lavoro comune fatto a
vantaggio della collettività tutta.
Infine, occorre a questo punto ricordare che
nella stesura del Ptr il paesaggio ricopre
un ruolo di primo piano. Anzi, è sulle
emergenze paesistiche e sulla Carta del
paesaggio che vengono individuate le
direttrici della pianificazione, della
tutela e della valorizzazione. Questa
innovazione, insieme al processo bottom up
adottato per l’individuazione dei processi
in atto e delle aspirazioni delle singole
comunità, dovrebbe capovolgere di fatto
ruolo e funzioni della pianificazione
regionale, destinando alla tutela e
valorizzazione il primo posto tra le
priorità.
Tutela senza valorizzazione non avrebbe
alcun senso: solo attraverso azioni mirate a
esaltare le emergenze ambientali, i centri
urbani grandi e piccoli, le attività
tradizionali, produttive, le significatività
culturali, storiche, artistiche, noi
raggiungeremo il nostro scopo e daremo al
paesaggio in generale e ai nostri paesaggi
in particolare l’attenzione, il ruolo e le
finalità cui meritano di aspirare. |