Numero 12/13 - 2006

 

La pianificazione regionale  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un'agenda per la politica del territorio


Gabriella Cundari


 

La Campania, a far data dall'iniziale istituzione dell'ente regionale, soffre della perdurante carenza di forme efficienti ed efficaci di governo del territorio, spesso tentate e sempre fallite. Gabriella Cundari assessore regionale all'urbanistica, traccia un percorso di lavoro che punta al rilancio della pianificazione urbanistica e territoriale, alla tutela e salvaguardia del territorio e alla organizzazione di modalità operative condivise in grado di intercettare dal basso le esigenze reali delle comunità insediate

 

 

L’applicazione della Lr 16/2004 “Norme sul governo del territorio” diventerà veramente operativa con la formulazione non solo del piano territoriale regionale (Ptr), ma anche dei piani territoriali di coordinamento provinciale (Ptcp) e dei piani urbanistici comunali (Puc). In Campania questo processo complesso e articolato sta procedendo a tappe forzate e dovrebbe concludere la prima fase entro il prossimo giugno, con un forum aperto a tutti gli enti locali e territoriali e alle organizzazioni portatrici di interessi diffusi.

Non sfugge la profonda innovazione di questa legge: il governo del territorio si configura oggi come una nuova materia costituzionale, che coinvolge concetti già espressi dalla Costituzione, come il paesaggio, la tutela, la valorizzazione delle risorse. Ma è nuova la logica: organizzare le decisioni in materia di urbanistica in una direzione unitaria, dando coerenza e compatibilità al loro insieme. Su temi economico-territoriali di grosso spessore e con un sistema di pianificazione flessibile e aperto alla società civile e – anche – al privato, si tenta di dare una risposta alle esigenze di una adeguata attenzione alle risorse territoriali fisiche, paesistiche, culturali ed economiche e, nel contempo, di assicurare alle popolazioni e alle amministrazioni locali che non si intende ingessare la regione, ma fornire uno strumento agile e modificabile in progress attraverso una ri-pianificazione che consenta l’adeguamento a eventuali interventi e decisioni europee.

 

Si tratta, quindi, di formalizzare un approccio integrato, secondo il quale la legge non viene calata dall’alto, perché protagonisti dell’integrazione sono appunto tutti i territori, anche i più piccoli e marginali, le cui esigenze devono essere guidate e assecondate.

L’intenzione è di lavorare tutti insieme per:

1. individuare quali prestazioni è opportuno scegliere per mantenere saldi quei caratteri locali la cui perdita di identità culturale inciderebbe sull’intera collettività;

2. esaltare attraverso la valorizzazione delle risorse locali la forma di economia più produttiva non solo sulla piccola e media distanza, ma anche in una proiezione temporale di largo respiro.

In questo senso, pianificare per il territorio globale significa poter lavorare su più piani contemporaneamente; pertanto la redazione dei Puc non deve aspettare la redazione del sovraordinato piano provinciale, né quello provinciale il sovraordinato piano regionale. Ci attende un lavoro lungo e collettivo, un lavoro che terrà conto del più piccolo apporto e dei grandi problemi.

Per attuare un progetto così ambizioso e impegnativo, si è reso necessario il ricorso alle conferenze di copianificazione provinciali, strumento assolutamente innovativo, con il compito di creare un vero e proprio tavolo di lavoro allargato alle associazioni, agli enti locali, ai sindacati, agli ordini professionali che, con la partecipazione dei dirigenti dei settori competenti dell’Assessorato all’urbanistica della Regione Campania, degli Assessori all’urbanistica delle province di riferimento e del Presidente della Commissione urbanistica consiliare, mettono a fuoco i problemi e i nodi da sciogliere e le peculiarità da evidenziare nella compilazione di Ptr, Ptcp e Puc. Per questa fase di lavoro è stato proposto un calendario serrato, indispensabile per dimostrare – ed è una bella sfida – che governare insieme è più difficile, ma anche più stimolante e proficuo.

Ma, inoltre, è stato necessario creare un tavolo permanente cui partecipano l’Assessore all’urbanistica e i suoi dirigenti, gli assessori provinciali con i loro dirigenti, il Presidente della IV Commissione consiliare, il cui compito è quello di esaminare e condividere problemi e soluzioni così come si propongono in un lavoro che è continuo e senza precedenti.

Le risposte avute sinora da parte degli organismi coinvolti sono tutte di segno positivo, e questo ci fa ben sperare per una conclusione quanto più rapida e soddisfacente possibile.

Ci preme sottolineare a questo punto due motivi di cui siamo orgogliosi, oltre a quello di aver iniziato un percorso veramente nuovo per l’urbanistica regionale.

Il primo è quello di agire controcorrente: infatti, nel momento in cui la legge Lupi, approvata dalla sola Camera dei deputati, mostra tutta la vanità di un percorso incoerente e inadeguato, nonostante i suoi alti intendimenti (una legge vera per un governo del territorio moderno e flessibile), ancora di più i nostri sforzi di attuazione di una democrazia dal basso acquistano significato. A fronte di una flessibilità cui si vorrebbe pervenire attraverso una negoziazione giustamente definita “senza rete e senza regole” che non garantisce in alcun modo il perseguimento dell’interesse pubblico, a fronte del pericolo concreto di una urbanizzazione dilagante, cui viene di fatto destinata una larga quota dei suoli agricoli ancora esistenti (o re-sistenti?), noi ci battiamo per una concertazione allargata.

Il secondo è quello di fare da capofila in un tentativo di innovazione delle macchine regionali, riempiendo di contenuti la bella legge sul governo del territorio approvata nella scorsa legislatura in Campania, apportando le correzioni che si manifesteranno necessarie e dando agli enti locali e a tutti coloro che a diverso titolo lavorano al fianco delle amministrazioni regionali e provinciali il giusto riconoscimento di un lavoro comune fatto a vantaggio della collettività tutta.

Infine, occorre a questo punto ricordare che nella stesura del Ptr il paesaggio ricopre un ruolo di primo piano. Anzi, è sulle emergenze paesistiche e sulla Carta del paesaggio che vengono individuate le direttrici della pianificazione, della tutela e della valorizzazione. Questa innovazione, insieme al processo bottom up adottato per l’individuazione dei processi in atto e delle aspirazioni delle singole comunità, dovrebbe capovolgere di fatto ruolo e funzioni della pianificazione regionale, destinando alla tutela e valorizzazione il primo posto tra le priorità.

Tutela senza valorizzazione non avrebbe alcun senso: solo attraverso azioni mirate a esaltare le emergenze ambientali, i centri urbani grandi e piccoli, le attività tradizionali, produttive, le significatività culturali, storiche, artistiche, noi raggiungeremo il nostro scopo e daremo al paesaggio in generale e ai nostri paesaggi in particolare l’attenzione, il ruolo e le finalità cui meritano di aspirare.

 

 

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