Numero 5 - 2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I nuovi urbanisti


Attilio Belli


 

Il mestiere di urbanista è da sempre alla ricerca di momenti e sedi di formazione che ne legittimino la piena e riconosciuta operatività. Notevoli passi avanti, anche se non totalmente esaustivi, sono stati fatti dalle recenti riforme dei cicli universitari e dell'accesso alle professioni. Attilio Belli presenta il nuovo corso di laurea in Urbanistica e Scienze della Pianificazione Territoriale e Ambientale, di cui è presidente, attivato per l'anno accademico 2002-03, presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Napoli Federico II

 

La riforma universitaria avviata con i decreti d’area alla fine degli anni ’90 interviene in un quadro complessivo in cui risultano mutate le esigenze del mercato del lavoro e la domanda emergente di nuovi profili professionali. I percorsi di riorganizzazione dell’offerta formativa universitaria che si sono attivati in questi anni mostrano in effetti una certa varietà di scelte e di obiettivi, anche se, in generale, si distinguono due diversi tipi di spinte: da una parte il tentativo di costruire le condizioni perché il nuovo ordinamento risponda alla logica di contenuti e tradizioni della ricerca e della didattica; dall’altra, la tendenza diffusa a trasformare la riforma in una occasione per la conquista di visibilità e spazio da parte di singole aree disciplinari, che cercano in questo modo di riposizionarsi.

Una trasformazione efficace deve, invece, partire dal riconoscimento prioritario del senso degli ambiti formativi e professionali in cui oggi viene scomposto il campo tradizionale dell’architettura e dell’ingegneria edile.

Tra questi percorsi, occorre individuare priorità e articolazioni specifiche su cui fondare nuove solidarietà e convergenze disciplinari mirate ad aprire un vero processo di sperimentazione. Un processo che, nello specifico, trasformi le facoltà di architettura in un soggetto in grado di formare competenze rispondenti al diagramma sempre più articolato che si va configurando nella società e nel mercato del lavoro.

Su questa linea, il Dipartimento di Urbanistica dell’Università di Napoli Federico II ha avviato un percorso di ricerca e di confronto sia interno che esterno (con altre sedi universitarie e con diversi interlocutori istituzionali e provenienti dal mercato professionale) che ha portato, a partire da quest’anno accademico, all’attivazione del nuovo corso di laurea in Urbanistica e Scienze della Pianificazione Territoriale e Ambientale all’interno della Facoltà di Architettura di Napoli.

Si tratta, essenzialmente, del segmento formativo di base previsto dalla riforma degli studi universitari all’interno della classe delle discipline territoriali, un percorso di durata triennale che attribuisce allo studente il titolo di pianificatore junior, un profilo che, rispetto alla mappa delle competenze e delle figure professionali emergenti1, si fonda su una preparazione immediatamente utile ed autonoma da spendere nel mercato del lavoro professionale, ma sufficientemente ricca da consentire una eventuale successiva specificazione nei due anni di laurea specialistica, sia verso la progettazione urbanistica che verso le diverse pratiche di governo del territorio2.

Contestualmente, oltre all’attivazione del successivo biennio specialistico secondo i due indirizzi indicati, il Dipartimento sta progressivamente costruendo una offerta post-laurea diversificata in base agli obiettivi professionali e ai campi di competenza: sono già attivi i master in “Pianificazione e Progettazione Urbanistica nel governo del territorio” e in “Pianificazione dello sviluppo” (Pon 2000-2006), oltre che il corso di specializzazione in “Pianificazione Territoriale e Mercato Immobiliare”.

Il corso di laurea in Urbanistica e Pianificazione si colloca all’interno di un percorso di istituzionalizzazione degli studi territoriali che ha già, in Italia, alcuni precedenti significativi, già consolidati nell’ultimo decennio (Venezia, Milano, Firenze, Reggio Calabria, Palermo). Sebbene si sia giunti a questo traguardo con un certo ritardo, il corso di laurea nasce in un momento di intensa discussione sul mutamento nell’articolazione delle competenze professionali legate alla città e al territorio, segnato dall’emergere di nuove esigenze e di nuovi strumenti di programmazione e governo.

Il quadro delle competenze e figure professionali richieste, e in parte già presenti nella nostra società, è più ampio di quello tradizionale. Si tratta di profili con diversa estensione e vario radicamento, più o meno chiaramente distinguibili e tutti caratterizzati da un’esigenza di più intensa operatività e soprattutto di promozionalità. Figure innovative come gli animatori/facilitatori di processi decisionali, i funzionari interni agli enti di gestione dei piani, i pianificatori per lo sviluppo sostenibile, i promotori/progettisti dello sviluppo locale, i coordinatori di progetto, richiedono una formazione di diversa complessità, che non necessariamente entra in competizione con il percorso tradizionale dell’architetto e dell’ingegnere, ma che anzi arricchisce e rende riconoscibile un’identità e un ruolo del laureato (sia quello di base che lo specialista) in discipline dell’Urbanistica e della Pianificazione territoriale e ambientale.

La recente riforma degli ordini professionali (Dpr 5/6/2001) interviene poi, rispetto alla nuova offerta formativa, con una riorganizzazione delle figure fondata, in generale, sul riconoscimento di due livelli professionali, uno cui si accede con il titolo di laurea specialistica (livello A), l’altro con il titolo di laurea triennale (livello B). Per quanto riguarda l’ordine degli architetti, si inseriscono, accanto alla figura tradizionale dell’architetto, quelle del pianificatore, del paesaggista e del conservatore.

Il corso di laurea in U&PTA si pone, rispetto a queste sollecitazioni, come percorso di costruzione di un profilo intermedio (il pianificatore junior) che guarda alla prospettiva europea perseguendo un’offerta didattica di settore, pensata nel quadro complesso del Mezzogiorno e, dunque, attenta alle esigenze di questo territorio, sufficientemente generalista e ben strutturata ma duttile nelle intenzioni, in grado di competere con altre (e diverse) offerte formative, nell’ambito italiano ed europeo.

In particolare, un’attenta considerazione dei caratteri e delle pratiche tecnico-amministrative in campo urbanistico prevalenti negli enti locali del Mezzogiorno porta a ritenere che questi ultimi esprimeranno nei prossimi anni una domanda di lavoro in questo campo crescente rispetto ai livelli odierni e comparabile con quella già oggi esistente nel centro-nord. Per converso, appare più che probabile una prosecuzione delle attività connesse agli strumenti della programmazione regionale strategica e negoziale (patti territoriali, programmi urbani complessi), nel cui ambito il ruolo dell’iniziativa privata cresce sia sul versante del settore imprenditoriale classico che sul versante del cosiddetto terzo settore o anche dei soggetti no profit.

Sembra pertanto logico immaginare, per i detentori di lauree del tipo tecnico/operatore del territorio, una evoluzione del mercato del lavoro che porti a una equivalenza fra domanda pubblica e domanda privata, con la conseguente necessità di formare nell’Università tecnici in grado di svolgere ruoli intermedi di collaborazione tanto nella consueta formazione e gestione di piani urbanistici, quanto nella costruzione e implementazione di atti programmatori di più recente tradizione.

Alla base del percorso formativo stanno due principi ispiratori, che riguardano, il primo, le competenze e i contenuti da acquisire e, il secondo, le modalità didattiche.

Si fa riferimento, nello specifico, a cinque competenze, che aprono verso ambiti di contenuto differenti e integrati: la competenza analitica di strutture urbane, territoriali e ambientali; la competenza sull’uso di metodi e tecniche di rappresentazione e comunicazione; quella legata alla valutazione delle trasformazioni del territorio e dell’ambiente (prevalentemente dal punto di vista paesistico); la competenza nella collaborazione ad attività di gestione di tali trasformazioni; e, infine, competenza nell’elaborazione di atti per il governo del territorio.

Le forme e le fasi del percorso formativo vengono definite in riferimento ad un chiaro orientamento pratico (che assume la teoria come presa di coscienza della prassi), base per l’acquisizione di competenze - intese come condensazione di un saper fare - guidate da un’efficace impostazione critica, riferita ad un oggetto complesso (la città, il territorio).

Per ogni anno di corso, oltre ai corsi monodisciplinari in varie materie (evidentemente selezionate anche in ambiti disciplinari distinti rispetto a quello urbanistico), viene offerto anche un laboratorio, un programma didattico coordinato in cui i diversi insegnamenti attivati convergono su temi e proposte unitarie. Si va dal laboratorio di impostazione del primo anno, in cui lo studente è guidato a comprendere una situazione reale attraverso pratiche semplici di osservazione, descrizione e interpretazione di un contesto urbano; al laboratorio di analisi e descrizione dell’ambiente urbano del secondo anno, in cui vengono messe in pratica le conoscenze acquisite da diversi fronti (urbanistica, ecologia del paesaggio, analisi dei dati, cartografia tematica) all’interno di un programma didattico più complesso e articolato; ai due laboratori a scelta del terzo anno, l’uno in governo del territorio, l’altro in progettazione urbanistica, che non solo completano il percorso formativo, ma evidentemente aprono a eventuali percorsi ulteriori (il biennio e i master) di specializzazione.

A completamento del corso di studi, è prevista una esperienza pratica di lavoro che gli studenti compiono attraverso stage o tirocini concordati con enti locali con competenze in materia di pianificazione urbanistica, che può diventare anche l’occasione per l’elaborazione della tesi di laurea.

Figura 1 - Piano di studi del corso di laurea in Urbanistica e scienze della pianificazione territoriale e ambientale attivato presso l’Università di Napoli Federico II 

  

 

 

 

1 Su questo si veda il numero monografico della rivista Territorio dedicato ai nuovi mestieri dell’urbanista (Territorio 7, 1999) e i materiali relativi alle conferenze della Società Italiana degli Urbanisti (Siu) tenute a Torino nel 1997 e a Napoli nel 1999.

2 La duplice direzione indicata mira anche a raccogliere e valorizzare le tradizioni presenti a Napoli nella area disciplinare dell’urbanistica e a rendere fertile anche in campo didattico la riorganizzazione dell’Università di Napoli Federico II in poli, specificatamente all’interno del Polo delle Scienze e delle Tecnologie.

 

 

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