Numero 5 - 2002

 

le politiche per le attività produttive

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli insediamenti produttivi nel Ptc


Angelandrea Falcone

Michelangelo De Dominicis


 

Il piano territoriale di coordinamento, adottato dalla Provincia di Salerno nel dicembre 2001 ed in attesa di definitiva approvazione, riserva ampio interesse e formula determinanti prescrizioni all'uso del suolo in prospettiva dell'insediamento di attività produttive e di riqualificazione delle preesistenti. Angelandrea Falcone e Michelangelo De Dominicis ne descrivono le previsioni soffermandosi sugli aspetti funzionali, organizzativi ed ambientali che il Ptc individua ai fini della regolamentazione di uno sviluppo sociale ed economico, riguardato in chiave di sostenibilità degli interventi futuri

 

Nell’ambito delle norme del piano territoriale di coordinamento (Ptc), l’argomento del dimensionamento degli spazi per utilizzazioni di produzione di beni, di produzione di servizi e per utilizzazioni turistico-ricettive rispetta una configurazione di un assetto del territorio coerente, anche quale prerequisito della promozione di un suo sviluppo sostenibile, con le finalità generali di tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio interessato, assunte come condizioni di ogni ammissibile scelta di trasformazione, fisica o funzionale, di promozione di azioni di valorizzazione delle qualità presenti nel suddetto territorio, nonché di ripristino delle qualità deteriorate, e di conferimento di nuovi e più elevati caratteri di qualità, formale e funzionale.

Vengono, in primo luogo, fissati i criteri con i quali gli strumenti di pianificazione comunali generali quantificano i fabbisogni di spazi per utilizzazioni di produzione di beni e ne prevedono il relativo soddisfacimento. La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di beni è calcolata, infatti, come risultante di tre componenti.

La domanda generata da esigenze di razionalizzazione, la quale risulta dalla necessità di adeguare la presente disponibilità di spazi, utilizzati dalle imprese esistenti, a rapporti di superficie per addetto che siano corrispondenti, nei diversi settori, alle esigenze di ottimizzazione della produttività e delle condizioni ambientali di lavoro.

La domanda generata da necessità di rilocalizzazione, la quale deriva dal verificarsi di incompatibilità ambientali, relativamente alle immissioni nell’atmosfera, o agli scarichi liquidi o solidi nei corpi idrici o nel suolo, o alle emissioni sonore, o a situazioni di pericolosità geomorfologica o idraulica, o a effetti negativi sulla qualità del paesaggio, o sulla funzionalità e vivibilità dell’insediamento urbano, oppure, ancora, dall’insorgere di diseconomie insediative, in relazione alla distanza da linee di comunicazione, o da centri di servizi e simili, a carico della presente localizzazione di imprese esistenti.

La domanda generata da processi di crescita e sviluppo, la quale trae origine sia dalla richiesta delle imprese esistenti di incrementare la propria disponibilità di spazi (domanda generata da processi di crescita), sia dalla necessità di spazi per ospitare la nascita di nuove imprese, indotta dallo sviluppo di taluni settori o dell’insieme dell’economia locale (domanda generata da processi di sviluppo). Il suo dimensionamento é di norma compiuto, tenendo conto dell’impegno a promuovere uno sviluppo sostenibile e in relazione all’obiettivo di realizzare la piena occupazione, in base alle proiezioni, nel periodo di tempo assunto come arco previsionale dagli strumenti di pianificazione comunali generali, delle dinamiche che nel più recente passato hanno caratterizzato l’evoluzione della locale struttura produttiva di beni, con riferimento ai settori in cui essa si articola, calcolando la consistenza dell’occupazione al termine del predetto periodo, e assumendo come spazi domandati le superfici per addetto stimate necessarie, con riferimento alle medesime dinamiche e nei diversi settori, a ottimizzare la produttività e le condizioni ambientali di lavoro.

Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di beni, sia se generata da processi di crescita e sviluppo che, ancor più, se generata da esigenze di razionalizzazione, si dispone che siano prioritariamente valutate le possibilità di ristrutturazione e ampliamento in sito, con occupazione delle superfici scoperte pertinenziali, dei manufatti già adibiti a utilizzazioni di produzione di beni, nonché le possibilità di nuova edificazione in lotti inedificati residui nelle esistenti aree specialistiche per la produzione di beni, ovvero nelle esistenti aree urbane plurifunzionali, ove sia ammissibile in relazione alle caratteristiche sia delle specifiche attività produttive di beni che delle aree interessate.

Allo stesso modo, nel definire le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di beni è quindi valutata l’offerta di spazi data dai previsti processi di rilocalizzazione, ove i siti interessati dalle imprese esprimenti necessità di rilocalizzazione siano suscettibili di mantenimento a destinazione per utilizzazioni di produzione di beni, in relazione alle caratteristiche sia delle attività insediabili sia delle aree cui ineriscono, e sempreché valutazioni d’ordine generale non inducano ad attribuire ai predetti siti diverse utilizzabilità o destinazioni. Qualora i siti interessati dalle imprese esprimenti necessità di rilocalizzazione non siano suscettibili di mantenimento a destinazione per utilizzazioni di produzione di beni, le relative superfici territoriali devono essere vincolativamente destinate a diverse utilizzazioni, all’attivazione delle quali deve essere subordinata l’ammissibilità di ogni trasformazione fisica degli immobili interessati che ecceda l’ordinaria manutenzione.

Soltanto al fine di soddisfare la domanda di spazi per funzioni produttive di beni che rimanga inevasa una volta effettuate le suddette operazioni sono ritenute possibili nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni, ovvero nuove urbanizzazioni plurifunzionali con quote di spazi utilizzabili o destinate a funzioni produttive di beni.

Pertanto, qualora, si stimi necessario prevedere nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni di entità superiore al dieci per cento di quelle esistenti, cioè già dotate delle opere di urbanizzazione primaria ed edificate per oltre il sessanta per cento della relativa superficie territoriale, viene richiesto alla Provincia di Salerno di promuovere un accordo di pianificazione tra la medesima provincia e tutti i comuni compresi in un congruo ambito territoriale definito dalla provincia, al fine di definire l’entità e la localizzazione di nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni atte a soddisfare la domanda che possa generarsi in tutti i comuni interessati una volta che per ognuno siano state effettuate le operazioni di cui ai commi 6 e 7. In tale caso, l’accordo di pianificazione localizza la previsione di nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni nel sito, o nei siti, più idonei sotto il profilo paesaggistico, ambientale, logistico, e ne prevede il più adeguato attrezzamento ecologico.

Infine, gli strumenti di pianificazione comunali generali non possono prevedere nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di beni, fino a quando non siano state realizzate le opere di urbanizzazione primaria relative alle aree specialistiche per la produzione di beni già previste, e non sia stato realizzato almeno il 60 per cento degli edifici, e degli altri manufatti funzionali alla produzione, in esse previsti.

In riferimento al dimensionamento degli spazi per utilizzazioni di produzione di servizi vengono, allo stesso modo, fissati i criteri con i quali gli strumenti di pianificazione comunali generali quantificano i fabbisogni, e ne prevedono il relativo soddisfacimento. Così, la domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi è stimata distintamente, in relazione ad almeno le seguenti quattro categorie.

La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi sociali (pubblica amministrazione, giustizia, sicurezza sociale, igiene pubblica, istruzione, sanità, assistenza sociale, associazionismo) è calcolata con riferimento alle caratteristiche della popolazione esistente e prevista, nel rispetto, per quanto concerne i servizi pubblici o a uso collettivo, delle vigenti relative disposizioni.

La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi per il consumo finale privato (commercio al dettaglio, pubblici esercizi, riparazioni, servizi culturali e ricreativi, altri servizi personali) è calcolata con riferimento alle caratteristiche della popolazione esistente e prevista, con particolare riferimento alle riscontrate e prevedibili propensioni ai consumi, nonché, per quanto concerne il commercio al dettaglio e i pubblici esercizi, nel rispetto delle vigenti relative disposizioni.

La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi distributivi (commercio all’ingrosso e intermediazione commerciale, trasporti e servizi ausiliari, comunicazioni) è calcolata, per quanto concerne il commercio all’ingrosso e l’intermediazione commerciale, con riferimento alle caratteristiche della struttura economica di produzione di beni e alle esigenze della esistente e prevista struttura del commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi, e per quanto concerne i trasporti e i servizi ausiliari, con riferimento da un lato alle caratteristiche sia della popolazione che della complessiva struttura economica, dall’altro al definito sistema della mobilità.

La domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi alle imprese (credito e servizi finanziari, assicurazioni, mediazioni immobiliari, servizi legali, servizi di contabilità e di consulenza fiscale, servizi tecnici, pubblicità e pubbliche relazioni, ricerca e sviluppo, pulizie, altri servizi) è calcolata con riferimento alla domanda potenziale di servizi esprimibile dalle imprese di produzione di beni, esistenti e trasformate o generate dagli stimati processi di crescita e sviluppo.

1 - Italsider acciaieria (Napoli)

 

Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi sono prioritariamente valutate le possibilità di ristrutturazione e ampliamento in sito, con occupazione delle superfici scoperte pertinenziali, dei manufatti già adibiti a utilizzazioni di produzione di servizi, nonché le possibilità di nuova edificazione in lotti inedificati residui nelle esistenti aree monofunzionali per la produzione di servizi o per la produzione di beni, ovvero nelle esistenti aree urbane plurifunzionali, ove sia ammissibile in relazione alle caratteristiche sia delle specifiche attività produttive di servizi che delle aree interessate.

Nel prevedere le modalità di soddisfacimento della domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi, con particolare riferimento ai servizi alle imprese e ai servizi distributivi, nonché ai servizi sociali ove sia ammissibile in relazione alle caratteristiche sia delle specifiche attività che delle aree interessate, è quindi valutata l’offerta di spazi edificati, o almeno urbanizzati, esistenti di cui si preveda la trasformazione fisica o funzionale, con particolare riferimento all’offerta data dai previsti processi di rilocalizzazione delle imprese di produzione di beni, ove i siti interessati da queste ultime non siano suscettibili di mantenimento a destinazione per utilizzazioni di produzione di beni.

Soltanto al fine di soddisfare la domanda di spazi per utilizzazioni di produzione di servizi che rimanga inevasa, una volta effettuate le operazioni di cui al comma 8, sono prevedibili nuove urbanizzazioni specialistiche per la produzione di servizi, ovvero, preferibilmente, ove non ostino specifiche motivazioni, nuove urbanizzazioni plurifunzionali con quote di spazi utilizzabili o destinate a utilizzazioni di produzione di servizi.

Le schede programmatiche di cui il Ptc si compone, presentano indicazioni circa le politiche riferite ad ambiti programmatici. Ogni scheda, corrispondente a uno degli ambiti individuati, oltre a descrivere sinteticamente i caratteri dell’ambito, indica gli obiettivi da perseguire e le proposte per il loro perseguimento, precisando le specifiche azioni con i relativi indirizzi, gli strumenti da utilizzare, i soggetti competenti.

Le disposizioni programmatiche di cui alla Parte 2, e alle connesse schede programmatiche, non hanno in alcun caso efficacia immediatamente precettiva e direttamente operativa. Esse devono essere rispettate, ove abbiano natura di regole conformative delle trasformazioni fisiche ammissibili e delle utilizzazioni compatibili, specificative di quelle di cui alla Parte 1, negli adempimenti richiesti dal comma 4. Negli altri casi le predette disposizioni sono vincolanti ove e quando vengano definiti i programmi, i progetti, gli atti amministrativi comunque denominati, attinenti alle politiche e alle azioni considerate dalle medesime predette disposizioni.

In particolare relativamente agli insediamenti produttivi nell’agro nocerino sarnese si impone l’esigenza di un generale riordino dell’offerta di spazi per attività produttive. Si prevede, pertanto, l’individuazione di una o più aree di livello comprensoriale di nuovo impianto,da collocare preferibilmente nella fascia compresa fra il tracciato originale e la variante alla Ss 18, nel rispetto dei seguenti criteri:

- utilizzo dei piani di insediamento produttivi (Pip) esistenti anche come aree comprensoriali, in primo luogo quello di Scafati, individuando anche casi dove è possibile, a questo fine, ampliare le relative superfici, ove si presenti una documentata necessità;

- dimensionamento delle aree di nuovo impianto limitatamente per soddisfare la quota di attività non localizzabili nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali;

- valutazione comparata di alternative di localizzazione in relazione a parametri di accessibilità, riduzione del suolo agricolo, impatto sull’ambiente, economicità dell’intervento;

- individuazione della quota delle aree da riservare alle attività di servizio;

- individuazione delle necessarie infrastrutture a rete e impianti tecnologici da realizzare obbligatoriamente prima o contestualmente alla urbanizzazione delle aree.

Comunque, si prospetta la delocalizzazione delle attività produttive incompatibili sotto il profilo ambientale ed urbanistico, da collocare nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali ovvero nelle aree produttive di livello comprensoriale di nuovo impianto.

Per l’area urbana di Salerno, una generale razionalizzazione e riqualificazione delle aree produttive si realizza attraverso una promozione di un utilizzo più razionale delle aree specialistiche per la produzione di beni con la verifica dell’attuale assetto e dello stato di occupazione delle aree dell’agglomerato Asi ed eventuale riorganizzazione delle aree libere (non ancora occupate e/o dismesse) e la delocalizzazione delle attività incompatibili presenti nei tessuti residenziali. Ed ancora, la promozione di sinergie con le attività di ricerca volte all’innovazione ed alla qualificazione eco-compatibile dei processi produttivi, nonché la promozione dell’insediamento di servizi alle imprese.

Per l’ambito Valle dell’Irno è previsto un programma di valorizzazione delle attività produttive industriali e artigianali con incentivazione delle attività di ricerca nel settore tecnologico e promozione di sinergie tra le attività di ricerca e quelle produttive, che possono riguardare, ad esempio: la sperimentazione e il trasferimento di processi e produzioni tecnologicamente avanzate, l’attivazione di incubatori di impresa, la realizzazione di processi produttivi ecocompatibili, la produttività agricola, la valorizzazione delle produzioni locali, la certificazione di qualità dei prodotti, la sperimentazione di biotecnologie, la realizzazione di centri di servizi per la commercializzazione dei prodotti, la formazione degli operatori nei nuovi e complementari settori di attività, incentivazione alla formazione di consorzi di imprese. Contestualmente si avrà ampliamento dell’offerta occupazionale qualificata e promozione di nuove professionalità per le imprese della new economy.

Per l’ambito Eboli - Battipaglia il rafforzamento del ruolo economico produttivo in una logica di complementarietà si attua attraverso la strutturazione del sistema insediativo con il conferimento di una più compiuta caratterizzazione urbana attraverso le azioni descritte ai punti successivi e, in particolare, attraverso la promozione dell’insediamento di funzioni di livello superiore in un sistema di luoghi centrali. Dunque, la valorizzazione del ruolo economico-produttivo avviene attraverso il miglioramento delle economie esterne per le imprese, l’offerta di un ambiente più favorevole alla nascita di servizi qualificati di supporto alle imprese ed alla diffusione di processi tecnologicamente innovativi e la costruzione di adeguate relazioni con il contesto insediativo. Inoltre, la promozione di un utilizzo più razionale delle aree specialistiche per la produzione di beni avviene a seguito della verifica dell’attuale assetto e dello stato di occupazione delle aree dell’agglomerato Asi ed eventuale riorganizzazione delle aree libere (non ancora occupate e/o dismesse) e la delocalizzazione delle attività incompatibili presenti nei tessuti residenziali.

Per l’ambito dei Picentini il riordino dell’offerta di spazi produttivi si compone di una serie di azioni.

In primo luogo, la promozione di un utilizzo più razionale delle aree specialistiche per la produzione di beni attraverso la verifica della disponibilità di aree libere nei nuclei industriali e nei Pip comunali, l’eventuale riorganizzazione delle aree libere non ancora occupate e/o dismesse, destinandole prioritariamente alle attività di servizio, l’individuazione delle necessarie infrastrutture a rete e impianti tecnologici da realizzare obbligatoriamente prima o contestualmente alla urbanizzazione delle aree.

Ancora, il dimensionamento delle aree di nuovo impianto limitatamente al soddisfacimento della quota di attività non localizzabili nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali e individuazione della relativa localizzazione attraverso la valutazione comparata di alternative di localizzazione in relazione a parametri di accessibilità, riduzione del suolo agricolo, impatto sull’ambiente, economicità dell’intervento.

Inoltre, la delocalizzazione delle attività produttive incompatibili sotto il profilo ambientale ed urbanistico con riferimento ai singoli impianti produttivi collocati all’interno dei centri urbani, prevedendo la loro collocazione nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali.

Ed infine la razionalizzazione e riqualificazione degli spazi produttivi lungo il fascio infrastrutturale disposto al margine inferiore dell’ambito.

Per l’ambito alto e medio Sele si prevede la razionalizzazione dell’offerta di spazi per attività produttive, con la promozione di un utilizzo più razionale delle aree specialistiche per la produzione di beni da attuare attraverso la verifica della disponibilità di aree libere nei nuclei industriali e nei Pip comunali, l’eventuale riorganizzazione delle aree libere non ancora occupate e/o dismesse, destinandole prioritariamente alle attività di servizio, l’individuazione delle necessarie infrastrutture a rete e impianti tecnologici da realizzare obbligatoriamente prima o contestualmente alla urbanizzazione delle aree.

Ancora, la localizzazione delle aree di nuovo impianto eventualmente necessarie attraverso la valutazione comparata di alternative di localizzazione in relazione a parametri di accessibilità, riduzione del suolo agricolo, impatto sull’ambiente, economicità dell’intervento.

Inoltre, la delocalizzazione delle attività produttive incompatibili sotto il profilo ambientale ed urbanistico con riferimento ai singoli impianti produttivi collocati all’interno dei centri urbani, prevedendo la loro collocazione nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali ovvero nelle eventuali aree produttive di livello comprensoriale di nuovo impianto, ai nuclei industriali posti nelle aree golenali, dei quali va previsto il trasferimento in altre aree.

2 - Italsider anni '70

 

Infine, il sostegno e qualificazione del sistema produttivo attraverso la promozione di sinergie con le attività di ricerca volte all’innovazione ed alla qualificazione eco-compatibile dei processi produttivi extraurbane e dell’insediamento di servizi alle imprese

Per l’ambito del Vallo di Diano il riordino dell’offerta di spazi per attività produttive prevede la verifica dell’offerta di spazi produttivi previsti dagli strumenti urbanistici comunali in rapporto alle previsioni di domanda, il dimensionamento delle aree di nuovo impianto limitato al soddisfacimento della quota di attività non localizzabili nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali, la valutazione comparata di alternative di localizzazione in relazione a parametri di accessibilità, riduzione del suolo agricolo, impatto sull’ambiente, economicità dell’intervento, individuazione della quota delle aree da riservare alle attività di servizio e l’individuazione delle necessarie infrastrutture a rete e impianti tecnologici da realizzare obbligatoriamente prima o contestualmente alla urbanizzazione delle aree. Inoltre, la delocalizzazione delle attività produttive incompatibili sotto il profilo ambientale ed urbanistico con gli insediamenti residenziali, da collocare nelle aree produttive previste negli strumenti urbanistici comunali. Infine la qualificazione spaziale ed ambientale delle aree occupate da attività produttive (manifatturiere, commerciali, di servizio) ubicate lungo la viabilità extraurbana.

Per l’ambito di Cava de Tirreni si prevede il consolidamento del ruolo di polo urbano attraverso l’incremento e diversificazione delle funzioni specialistiche di livello superiore (amministrative, culturali, produttivo-industriali) in modo da ampliare la gamma di funzioni alternative o complementari a quelle dell’area urbana di Salerno, e la distribuzione più equilibrata dei servizi di livello locale attraverso un decentramento nelle aree periferiche e nelle frazioni.

 

 

1. Italsider acciaieria (Napoli)

2. Italsider anni ‘70

 

 

 

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