Lo studio di fattibilità è riassumibile nella costruzione di un piano
strategico di sviluppo, un piano-programma
che, integrando fortemente tra loro i
diversi settori economici concorrenti alla
definizione di un disegno, puntasse al
recupero ambientale e geofisico delle
emergenze geografiche, alla riqualificazione
degli attrattori dell’area, da quelli
storico-archeologici a quelli ambientali, ad
una diversa concezione dell’intero sistema
della mobilità dell’area (decongestionamento
della Ss 18, potenziamento e
riqualificazione funzionale dell’Aversana,
inserimento della Sp 175 nell’ambito della
fascia litoranea da riqualificare come asse
a traffico limitato e tracciato
ciclopedonale, ecc.) e al riassetto
dell’intera fascia litoranea.
Una volta determinati gli obiettivi in tutte le loro possibili
articolazioni e raccolti i progetti,
selezionati dalla programmazione triennale
dei comuni e della provincia e dal progetto
integrato territoriale (Pit) della Piana
del Sele, con essi coerenti, si è
ipotizzato un processo di scenari che
terminasse con un master plan costituito da
tutte le azioni derivanti dai progetti
espressi dal territorio, implementati da
alcune idee-progetto e da tutte le azioni
immateriali necessarie al governo e alla
realizzazione del programma.
Infatti lo studio si è riferito ad un insieme di iniziative che
investe un’area vasta e rappresenta, sia
puntualmente che territorialmente, diversi
settori che possono essere analizzati solo
nell’ambito di un programma che, oltre a
definire priorità e importanza ai diversi
progetti, spesso definiti come idee progetto
o progetti preliminari, sia in grado di
individuare le possibili risorse da
attivare, di tipo pubblico o di tipo
privato.
Nell’ambito del piano-programma si sono definite due tipologie di
progetto: quella di carattere
territoriale e pertanto trasversale e
con caratteristiche di forte integrazione
con il sistema dei progetti locali e quella
di carattere locale, rappresentata
dai progetti locali, più puntuali e
concorrenti individualmente o per gruppi a
creare sistema. Il piano-programma si è
configurato, infatti, non tanto come
sommatoria di progetti puntuali, ma in
quanto sistema integrato di azioni che
interagiscono tra loro e sono
strategicamente supportate da una
configurazione territoriale di scelte
infrastrutturali che modificano
l’organizzazione della mobilità, dalla
razionalizzazione degli impianti di
smaltimento dei rifiuti solidi urbani e
regolamentazione della rete idraulica e
dalla mitigazione delle minacce geofisiche
che recuperano gli ambiti naturalistici a
favore del settore turistico.
Al complesso dei progetti si sono poi aggiunte le azioni di tipo
immateriale che vanno dalle attività di
formazione agli aiuti alle imprese a vario
titolo; dalle strutture di governo del
programma a quelle di promozione turistica.
Si è poi implementato l’intero piano-programma con l’aggiunta di
proposte di progetti derivanti dalle
considerazioni emerse dallo stesso studio di
fattibilità e dalle priorità definite
dall’amministrazione provinciale.
Al fine di indirizzare correttamente lo sviluppo del territorio,
puntando alla valorizzazione delle sue
risorse, si è ritenuto opportuno
scaglionare gli interventi in maniera da
recuperare innanzitutto il valore ambientale
e culturale esistente, individuando le
priorità di ciascun intervento, per
procedere poi al completamento, per fasi,
delle dotazioni necessarie alla messa a
punto funzionale del sistema sia per quanto
riguarda la qualità della ricettività che
delle strutture di servizio al turismo.
A tal fine si sono ipotizzati scenari temporali sul medio e più lungo
termine per la messa a regime del sistema.
In primo luogo, infatti, si dovranno attivare quegli interventi
necessari alla tutela e valorizzazione del
territorio dal punto di vista ambientale e
del patrimonio storico-archeologico
esistente, si dovranno contemporaneamente
attivare le azioni mirate al riassetto della
mobilità.
Infine si dovrà procedere al completamento delle dotazioni necessarie
alla fruizione ottimale dei singoli settori
di offerta: mare, campagna, cultura.
È impensabile costruire un sistema che consenta anche in corso
d’opera delle correzioni strategiche, se
prima non si imposta un programma temporale
delle azioni e non si attui un monitoraggio
degli effetti che la realizzazione delle
opere producono sul territorio, ma
soprattutto diventa fondamentale una attenta
verifica delle trasformazioni indotte dal
programma.
Infatti, la strategia del piano-programma è stata rappresentata
attraverso un quadro logico complessivo al
cui interno sono definiti gli obiettivi
(generali e specifici), i risultati e le
attività, sulla base delle indicazioni (di
natura tecnica, urbanistica e
socio-economica) scaturite dalla fase
conoscitiva. La presentazione della logica
del programma utilizza lo strumento della
struttura logica di progetto che presenta
gli obiettivi, le attività ad essi legate e
i relativi requisiti e prerequisiti del
disegno progettuale complessivo in una
struttura standard1.
L’intero processo di definizione del programma integrato si è
articolato in 4 fasi principali:
1. identificazione di problemi/obiettivi;
2. definizione della struttura logica del programma;
3. individuazione di attività/progetti;
4. gerarchizzazione dei progetti: gli scenari e la definizione delle
priorità.
L’obiettivo specifico del piano è stato individuato nello
“Sviluppo sostenibile delle potenzialità
dell’area con rimozione delle emergenze
ambientali acqua-suolo”. Tale obiettivo
contribuisce, più o meno direttamente, al
conseguimento dei seguenti obiettivi
generali:
1. aumento della ricchezza prodotta nell’area;
2. riduzione del tasso di disoccupazione;
3. creazione di opportunità di lavoro per le fasce deboli;
4. miglioramento della qualità della vita.
I risultati che permettono il conseguimento dell’obiettivo specifico,
così come sopra definito, sono stati
individuati in:
1. tutela fascia costiera;
2. tutela sistema idro-geologico;
3. qualificazione centri urbani e borghi;
4. costituzione agenzie di sviluppo con prima finalità attuazione
programma individuato dallo studio;
5. potenziamento strutture, attrezzature e servizi turistici;
6. sistema integrato di offerta turistica;
7. sviluppo settore agro-alimentare e dell’artigianato;
8. conoscenza da parte del grande pubblico delle risorse esistenti;
9. sistema della mobilità.
Per la definizione dei progetti inseriti nel Master Plan, sono
stati selezionati:
- i progetti inclusi nel Pit della Piana del Sele;
- i progetti rientranti nella programmazione triennale delle singole
amministrazioni comunali, dotati di coerenza
rispetto agli obiettivi identificati;
- un insieme di progetti nuovi rispetto ai documenti di
programmazione sopra citati.
Per quanto riguarda tale ultimo gruppo di progetti, si sottolinea come
alcuni siano stati identificati a partire da
iniziative presenti nel Pit o nei documenti
di programmazione triennale considerate,
mentre altri risultano del tutto nuovi.
L’importo complessivo degli 80 interventi
(tra materiali ed immateriali) inseriti nel
progetto-sistema complessivo assomma a circa
400 Meuro da realizzarsi nell’arco di 15
anni.
Infine, nell’andata a regime del sistema, si sono ipotizzati tre
successivi scenari di trasformazione a
diverso orizzonte temporale:
1. scenario 1: 0–5 anni;
2. scenario 2: 5–10 anni;
3. scenario 3: 10–15 anni.
Ovviamente, nella costruzione di tali scenari di intervento, si è
tenuto conto della diversa priorità che i
differenti ambiti di intervento ed i
singoli progetti rivestono all’interno
della logica complessiva del piano e
rispetto alle esigenze del territorio in
esame. La selezione dei progetti da inserire
nei tre scenari è avvenuta, quindi, come
conseguenza della definizione delle priorità
d’intervento individuate all’interno e
tra i singoli risultati in cui è
stato scomposto il piano.
Il piano-programma si configura a questo punto come attuazione dei
progetti in esso contenuti e determina le
nuove e più originali iniziative,
compatibili con la filosofia complessiva
delineata, di potenziamento relazionale tra
i settori economici portanti della Piana del
Sele.
E si può nel tempo verificare la fattibilità di alcune opzioni di
carattere urbanistico e non solo e
individuare possibili alternative,
ottimizzazioni e correzioni in corso
d’opera.
In termini economici si è scelto di avviare per tutto il programma una
analisi input-output per una verifica
degli impatti dell’investimento e della
ricaduta occupazionale, mentre per le opere
prioritarie dedicate alla mitigazione
dell’erosione costiera e della tutela
delle dune si è proceduto all’analisi
costi e benefici, mentre per alcuni dei
progetti trasversali, come la tranvia o bus
navetta, il sistema degli approdi e i nodi
funzionali, si è effettuata l’analisi
economico-finanziaria, per il sistema delle
masserie, invece, si è rimandato ad un
approfondimento di tipo procedurale.
Figura
1- Inquadramento territoriale dello
studio di fattibilità
|
|
|
La valutazione degli impatti ambientali è risultata essere
sufficientemente sostenibile, anche perché
si può riferire essenzialmente alle opere a
mare di mitigazione dell’erosione e
all’eventuale realizzazione di approdi,
processi da monitorare e governare, mentre
per tutte le altre iniziative si può
sicuramente affermare che contribuiranno a
riqualificare, valorizzare e tutelare e non
certo ad alterare e compromettere.
In particolare per l’erosione costiera si è definito uno studio per
determinare le migliori strategie di
ripristino della costa e del sistema delle
dune del golfo di Salerno. Prendendo in
esame la zona interessata dalla foce del
fiume Picentino a nord fino a quella del
fiume Solofrone a sud si è potuto
determinare, per i dati storici disponibili
e per le informazioni raccolte, che il
fronte della costa tra il fiume Sele e il
Solofrone é rimasto, negli ultimi anni,
generalmente stabile o che ha sofferto di
una erosione minima.
Ci sono scarse informazioni disponibili per la porzione a Nord del
tratto sotto esame, tra la foce del Sele e
del fiume Picentino. Dal sopralluogo è
comunque emerso che il tratto del fronte a
Magazzeno (circa 4 Km) soffre di seri
problemi d’erosione.
Si è valutata l’evoluzione della sezione di costa a Magazzeno
tramite modello matematico considerando
possibili schemi di intervento per
proteggere la spiaggia dall’erosione. La
raccomandazione che emerge dallo studio é
quella di intervenire con dei pennelli
davanti al muro di protezione già esistente
a Magazzeno. Un’alternativa è quella di
una barriera soffolta che comunque é
risultata meno efficace della prima.
Entrambe le opzioni, pennelli e barriere soffolte, sono state studiate
tramite modello matematico Beachplan.
Il principale input del modello
matematico sono le condizioni del moto
ondoso sotto costa che sono state ottenute
dalla base dati Ukmo. Il modello Beachplan
ha simulato l’evoluzione fino a 15 anni
dei due interventi accompagnati da una
campagna di ripascimento. Le previsioni del
modello sono che, su un tratto di circa 8 km
di costa che subiranno l’influenza dei
lavori a Magazzeno, ci si aspetta una
regressione della spiaggia con una perdita
netta di circa 35000 m2
nell’arco di circa 15 anni. Al contrario
con i pennelli di difesa e ripascimento si
guadagnerebbero circa 30000 m2.
La disposizione di questi pennelli a Magazzeno é, al momento, solo
indicativa e deve essere riesaminata con
studi più dettagliati prima della messa in
opera. La scarsità di dati disponibili ha
costituito un ostacolo nella modellazione e
si raccomanda, quindi, una raccolta dati
specifica per supportare futuri studi di
gestione della costa.
A riguardo del resto
della costa, studi precedenti avevano messo
in luce l’esigenza di proteggere il
litorale lungo tutti i suoi 50 km di fronte.
D’altra parte, occorre considerare che
interventi con strutture pesanti lungo la
costa dovrebbero essere effettuati solo se
ritenuti assolutamente indispensabili.
Le strutture di protezione posizionate in una fascia della zona
litoranea influenzano il trasporto naturale
dei sedimenti della spiaggia. Questa
disposizione può essere un vantaggio, ma può
anche generare dei problemi in atri siti.
Inoltre, una volta messe in opera delle strutture fisse, la costa perde
il suo aspetto naturale e, in pratica,
questo risulta compromesso in maniera
irreversibile. Infine, occorre considerare
gli alti costi di messa in opera e la
continua manutenzione che le strutture
richiedono nel tempo.
Quindi, si conclude che é opportuno non intervenire nella parte
rimanente della costa, almeno per il
momento. La visita in sito ed i rapporti
precedenti indicano che la linea costiera a
sud del fiume Sele è relativamente stabile,
forse con un piccolo tasso di erosione.
Fra il fiume Sele e Magazzeno è più probabile un certo livello di
erosione. Si ritiene che questo tasso di
erosione sia abbastanza basso da permettere
di implementare il prima possibile un
programma di monitoraggio prima di
realizzare eventuali interventi concreti.
Ulteriore conferma delle capacità
regenerative delle spiagge durante i periodi
di calma è stata data dalle modellazioni
effettuate con Cosmos 2D (riferite solo ad
una sezione meridionale dell’area in
esame), che hanno mostrato appunto che i
periodi di calma, a seguito di una
mareggiata, tendono a riportare i sedimenti
persi di nuovo sulla spiaggia.
Questo studio suggerisce di mettere a punto una campagna di
monitoraggio di tutto il tratto di costa per
almeno 3 anni. In questo periodo si devono
raccogliere dati preziosi per capire qual é
la tendenza evolutiva della costa. Si é
consigliato di monitorare le condizioni del
vento, il moto ondoso, la batimetria e, se
possibile, il trasporto solido litoraneo.
Bisogna, inoltre, effettuare dei rilievi
topografici a intervalli regolari e,
idealmente, anche a seguito di una
mareggiata.
Sulla base dei dati raccolti si potrà poi effettuare ulteriori studi
morfodinamici per arrivare a definire la
strategia complessiva per la conservazione
del litorale.
Lungo il resto della costa, e specialmente a sud della foce del Sele,
ci sono delle estese zone dunali.
Durante il sopralluogo si é notato come le formazioni dunali sono in
uno stato di degrado dovuta all’incuria e
al disturbo recato dalle attività umane.
Una campagna di riassetto della spiaggia
deve sicuramente anche prevedere degli
interventi di ripristino e protezione delle
dune in quanto queste sono parte
fondamentale dell’equilibrio della costa
attraverso opportune azioni di salvaguardia
e ripristino.
Si é messa in evidenza la possibilità di procedere alla realizzazione
di moli per facilitare l’approdo a
natanti. A causa del moto ondoso della zona
si é suggerito l’utilizzo di banchine
fisse su pali e sconsigliato l’uso di
pontili galleggianti. In entrambi i casi
l’impatto di questi pontili sulla
morfologia del litorale é trascurabile. La
palificata che sorregge il molo deve avere
una sufficiente spaziatura per permettere il
trasporto solido litoraneo. Le banchine,
inoltre, vanno costruite in aree che non
soffrono d’erosione per evitare che
queste, nel tempo, diventino inaccessibili.
Inoltre, si sono valutate le possibili alternative per la realizzazione
di una marina lungo la costa. Si è messo in
evidenza come le soluzioni di marina
ricavata a terra tramite scavo e quella
realizzata a mare con diga foranea sono
entrambe possibili. I costi iniziali di
realizzazione sono più onerosi per la
soluzione con diga foranea che presenta
anche un impatto più elevato sulla
morfologia del litorale rispetto a quella
ricavata a terra, di contrasto, la soluzione
a mare avrà costi di mantenimento molto più
bassi in quanto le operazioni di dragaggio
saranno meno frequenti. Si sono infine
raccomandati ulteriori studi per determinare
il lay-out ottimale della marina.
Oltre agli approfondimenti svolti per l’erosione costiera si sono
analizzate le sostenibilità
economico-finanziarie ed
amministrativo-procedurale e si è
predisposto un capitolo dedicato alle linee
guida per la valorizzazione e
riqualificazione del prodotto turistico,
altro elemento che trasversalmente ha
percorso l’intero impalcato dello studio
di fattibilità.
In questo segmento del marketing territoriale si sono analizzati i
seguenti contesti:
1. l’area dei lidi, concentrata soprattutto nell’area
immediatamente limitrofa alla città di
Salerno, corrispondente grosso modo al
Comune di Pontecagnano;
2. l’area della pineta costiera, che impegna i Comuni di Battipaglia
e, in maggiore misura, quello di Eboli;
3. l’area dei beni culturali che si incentra soprattutto sul
patrimonio archeologico esistente in Comune
di Capaccio;
4. l’area interna, che si sviluppa in rapporto al percorso fluviale
del Sele.
Per ciascuna delle aree si sono indicate le possibili azioni da
intraprendere per creare un valore aggiunto
in termini di attrattività, anche
attraverso la promozione del mix turistico
offerto e della necessaria comunicazione.
Concretamente l’assetto ipotizzato dal
piano-programma può riassumersi in una
configurazione urbanistica della Piana del
Sele, che si ottiene dalla sovrapposizione
delle azioni in fieri, contenute nel
programma, all’attuale conformazione delle
destinazioni e dell’uso del territorio e
dimostra la forte coerenza tra gli strumenti
attivi ed attivati dalla Provincia di
Salerno per il raggiungimento degli
obiettivi individuati e finalizzati ad un
riassetto dell’area e ad un suo concreto
sviluppo.
In un territorio, dove l’inurbamento incontrollato e invasivo,
insieme al carente sistema infrastrutturale
della mobilità, ha generato alterazioni
delle connotazioni morfologiche di un
tessuto territoriale con forti ed evidenti
vocazioni agricole e ha determinato forme di
trascuratezza nei confronti delle emergenze
ambientali e antropico-culturali, si ritiene
che sia necessario intervenire definendo le
soglie di compatibilità tra le azioni
dell’uomo e la tutela del patrimonio
ancora disponibile.
Non si può infatti prescindere, come primo step del processo di
costruzione dell’assetto compatibile, dove
uno degli obiettivi è anche quello di
sviluppare il turismo, dall’affrontare in
modo sistematico tutti quegli interventi
necessari alla messa in sicurezza del
territorio e di recupero ambientale di
carattere fluviale e marino.
Sono, infatti, questi i progetti prioritari del programma, che
costituiscono la prima armatura sulla quale
sviluppare i ragionamenti di prospettiva.
Il secondo aspetto altrettanto importante per l’area è come
raggiungere una riorganizzazione e riordino
del sistema della mobilità, che attualmente
vive situazioni di congestionamento e di
inadeguatezza strutturale, tenendo presente
come prima valutazione la complessa
compresenza lungo la città lineare
costituita da Pontecagnano, Bellizzi e
Battipaglia, di un intreccio di tipologie di
traffico che rendono impraticabili gli
accessi e le percorrenze e più in generale
la complessa distribuzione dei traffici nei
luoghi di destinazione.
Siamo, infatti, in presenza di forti interferenze tra i flussi
dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria
con quelli ferroviari e quelli della statale
18, senza considerare le problematiche
connesse con i nodi funzionali di
intercettazione della rete viaria
secondaria.
Altra questione che sta assumendo dimensioni critiche riguarda tutta la
fascia litoranea, che deve essere
necessariamente riqualificata, eliminando le
molte situazioni di degrado, dovute alle
disattenzioni delle trasformazioni
antropiche e dalle criticità geofisiche
comportate dalla non messa in sicurezza
delle foci del reticolo idrico e
dall’erosione della spiaggia.
Indipendentemente dalle iniziative progettuali puntuali che possono far
parte del sistema pianificatorio e
programmatorio della Piana del Sele e
sicuramente si configurano come elementi
complementari e di implementazione delle
dinamiche, il piano-programma individua tre
forti sistemi territoriali sui quali
intervenire:
1. il sistema della mobilità:
- tenta il declassamento della litoranea Sp 175 a strada a traffico
limitato e quasi esclusivamente destinato a
tracciati ciclopedonali, per sviluppare un
processo di riqualificazione delle aree
attraversate;
- propone l’ipotesi di un collegamento su ferro, metropolitana
leggera di superficie o navetta elettrica su
gomma, non solo di tipo turistico, ma anche
per integrare la mobilità del pendolarismo
tra i comuni della Piana e Salerno;
- vuole potenziare e riorganizzare la strada Aversana per
decongestionare il traffico di
attraversamento della Ss 18, dallo svincolo
problematico di S. Cecilia a Salerno, con
gli opportuni sfioccamenti della Ss 18 sulla
provinciale 30, di connessione con la città
di Eboli e con lo svincolo della
Salerno-Reggio Calabria, e sulla stessa
Aversana che si ritiene non possa proseguire
oltre il fiume Sele. La stessa Aversana può
svolgere funzioni di servizio
all’aeroporto di Pontecagnano, se
raccordata alla tangenziale di Salerno e
funzionare da infrastruttura snella e veloce
se poco coinvolta da attraversamenti della
rete viabilistica minore;
2. il sistema ambiente e beni archeologici:
- che in presenza di considerevoli emergenze naturalistiche, le
spiagge, i contesti dunali, la fascia
pinetata e le aste fluviali, deve prima di
tutto consolidarsi attraverso un insieme di
azioni volte alla tutela di quanto ancora
integro e alla riqualificazione e
valorizzazione dei contesti ambientali, con
l’estensione del concetto flessibile di
parco ai territori attraversati dai corridoi
fluviali e alle preesistenze vegetazionali
lungo la costa, consentendo, attraverso la
regolamentazione, interventi di
realizzazione di nuclei attrezzati di
servizi per il turismo, e precostituendo le
condizioni, compatibili con i fenomeni
dell’erosione, di un piccolo sistema di
approdi;
- che intorno alle aree archeologiche intende creare situazione di
ospitalità in grado di soddisfare
l’esigenza funzionale dello stesso
godimento del bene e comunque mettere in
rete l’intero patrimonio del territorio,
esaltandone le valenze con
l’individuazione di itinerari tematici e
con la valorizzazione di quanto sommerso
dall’incuria e dalla sottovalutazione
della portata del bene;
- che si pone come attrattore principale per richiamare turismo e
utenza e per interloquire con un territorio
dal paesaggio essenzialmente agricolo, che
deve poter rientrare nell’ambito del
contesto ambientale parimenti al suo valore
economico, è in questo modo che i diversi
segmenti del turismo possono fruire il bene
natura insieme al bene cultura e
alle stesse potenzialità ricettive del
patrimonio delle masserie della Piana,
attraversata dall’incisiva maglia dei
canali irrigui e dalla rete dei percorsi
ciclopedonali e dalle ippovie che possono
snodarsi parallelamente ai corsi d’acqua
lungo i parchi fluviali, opportunamente
attrezzati senza diventare invasivi;
Figura
2- Particolari progettuali di
interventi previsti nello
studio di fattibilità
|
|
|
3. il sistema delle azioni geofisiche:
che sono alla base di tutti i ragionamenti in quanto presupposto per
attivare i diversi sistemi di promozione e
sviluppo del turismo e per creare le
condizioni di un riequilibrio territoriale
dove far convivere le diverse componenti
generatrici di economie.
Per quanto riguarda i progetti territoriali, posti a valutazione, va
fatto rilevare che si basano, forse più
degli altri, su assunti che solo attraverso
l’attuazione temporale del programma
potranno essere confermati o posti in
discussione. Infatti, il sistema degli
approdi è condizionato ai risultati
derivanti dal monitoraggio della linea di
costa che potranno consigliare o meno azioni
infrastrutturali a mare, l’adozione della
tranvia piuttosto che il bus navetta deriverà
dalle trasformazioni e dagli effetti che
queste avranno sul territorio in termini di
maggiore o minore affluenza turistica, il
sistema dei nodi attrezzati lungo un asse a
traffico limitato potranno essere rimodulati
in relazione alla conferma del sistema di
mobilità prescelto e lo stesso sistema
delle masserie dipenderà dall’attenzione
degli investitori e dal consenso della
proprietà e dalla stessa strategia di
promozione e comunicazione.
1 L’approccio adottato sarà coerente con le metodologie definite
dall’unità di valutazione della Scr della
Ce.
|