Numero 5 - 2002

 

studi di fattibilità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovi strumenti per la verifica di efficacia delle politiche territoriali


Maria Gabriella Alfano


 

Interventi complessi per dimensione economica e territoriale possono essere credibilmente proposti qualora verificati da idonei studi di fattibilità. Le normative sulla regolamentazione degli appalti pubblici ne hanno sancito la indispensabilità ed il Cipe ha predisposto dispositivi di sostegno rivolti a favorire la realizzazione di tali attività. Maria Gabriella Alfano illustra la politica dell'amministrazione provinciale rivolta ad utilizzare tale strumento, applicato alla riqualificazione delle fasce litoranee, al potenziamento del trasporto su ferro ed al recupero di comprensori caratterizzati da forte pressione antropica

 

Tra le azioni attivate per promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori locali e per definire ed attuare concretamente il programma di utilizzo delle risorse pubbliche e private, la Provincia di Salerno ha promosso la redazione di una serie di studi di fattibilità.

L’entrata in vigore della legge 109/1994 sui lavori pubblici e del suo regolamento di attuazione, ha introdotto un nuovo ciclo di programmazione fondato sul quadro dei bisogni e delle esigenze delle comunità e su scelte economicamente giustificate e funzionali ad una rapida conclusione del processo di cantierabilità del progetto.

Uno degli elementi per individuare tali esigenze è lo studio di fattibilità che, ai sensi dell’art. 11 del Dpr 554/1999, costituisce il presupposto per l’elaborazione del programma triennale dei lavori pubblici. Una accelerazione verso il ricorso a tale innovativo strumento di programmazione è stata sicuramente impressa dal Cipe che ha finanziato una serie di studi fattibilità, fornendo anche le indicazioni per la loro redazione. Le modalità di finanziamento degli studi erano legate al carattere strategico rivestito dalle iniziative nell’ambito delle politiche di intervento, al soddisfacimento dei bisogni delle comunità, ma anche alla partecipazione economica degli enti attuatori che dovevano contribuire per il 50% alle spese di redazione. L’entità del finanziamento era commisurata al costo complessivo degli investimenti ipotizzati per gli interventi previsti.

La Provincia di Salerno aveva da tempo in atto un vivace confronto con le comunità amministrate, attivato all’avvio dei lavori di redazione del piano territoriale di coordinamento (Ptc). Le analisi territoriali svolte in tale occasione e la messa a fuoco dei principali problemi delle comunità, avevano fatto emergere da un lato i bisogni insoddisfatti, dall’altro gli elementi strategici per lo sviluppo sostenibile.

Tra le azioni strategiche venivano in evidenza quella diretta alla vasta area pianeggiante costiera tra i Comuni di Salerno e Capaccio, caratterizzata da elevata qualità ambientale, ma anche da inquinamento e degrado e quella riferita al servizio della circumsalernitana, anello ferroviario attivato sperimentalmente fin dal giugno 1997 per connettere il Comune di Salerno, la Valle dell’Irno e l’agro nocerino-sarnese attraverso la messa in esercizio di tratti di strada ferrata in disuso o sottoutilizzati. Per garantire l’effettiva attuazione degli interventi, inclusi nell’Intesa istituzionale di programma, fu avanzata al Cipe una richiesta di co-finanziamento per la redazione di due studi di fattibilità.

Il primo per la “Riqualificazione della fascia litoranea tra Salerno e Capaccio” dell’importo complessivo di £ 1 miliardo, si fondava sui seguenti obiettivi:

- tutela dell’identità culturale ed ambientale dell’area in funzione di uno sviluppo intersettoriale;

- ripascimento dell’arenile e recupero dei cordoni dunali;

- completamento delle reti fognarie e razionalizzazione dei sistemi di depurazione;

- riqualificazione della fascia pinetata;

- naturalizzazione e protezione delle foci dei fiumi;

- riconversione funzionale della strada costiera verso modalità di trasporto pubblico non inquinante e ciclo-pedonali;

- incentivazione di investimenti economici privati sull’area, in relazione all’intervento di riqualificazione della zona;

- promozione di nuove occasioni di lavoro.

Il secondo sul tema “Attivazione del servizio di trasporto su ferro-Circumsalernitana” dell’importo complessivo di £ 600 milioni, aveva come obiettivi:

- realizzazione della bretella ferroviaria di collegamento tra la stazione di Fisciano e la sede universitaria;

- abolizione dei passaggi a livello presenti lungo la linea per migliorare i tempi di percorrenza;

- realizzazione di parcheggi di interscambio nelle stazioni ferroviarie;

- integrazione tra il servizio della circumsalernitana ed il trasporto pubblico su gomma;

- istituzione del biglietto unico treno-autobus;

- ammodernamento ed automazione della linea ferrata;

- estensione del servizio verso Scafati.

Le proposte provinciali furono ritenute dal Cipe meritevoli di co-finanziamento e, di conseguenza, furono attivate le procedure di evidenza pubblica - ai sensi del DLgs 157/1995 - per l’individuazione dei soggetti ai quali affidare la redazione degli studi di fattibilità.

I criteri di affidamento si incentravano, oltre che sul possesso dei requisiti di fatturato economico, sulla proposta metodologica e progettuale, sulla qualificazione dello staff professionale - comprendente ingegneri, architetti, geologi, agronomi ed economisti - sulle attrezzature a disposizione e sui tempi di esecuzione.

Espletate le gare, lo studio di fattibilità “Riqualificazione della fascia litoranea tra Salerno e Capaccio” fu affidato all’associazione temporanea “Europrogetti & Finanza spa e H. R. Wallingford Limited”, il secondo all’associazione temporanea “Ecosfera-Eng.Eco-Rpa”.

Gli studi di fattibilità sono stati elaborati in stretto contatto con la Provincia di Salerno ed in coerenza con il Ptc e con il piano provinciale dei trasporti.

Presentiamo una sintesi degli studi, elaborata da alcuni componenti del gruppo di lavoro, ed alcune tavole, anche se è in programma la stampa di contributi monografici per ciascuno dei due studi, per divulgarne i risultati e consentire la piena efficacia delle azioni previste.

Il terzo studio di fattibilità che presentiamo è quello realizzato nell’ambito delle politiche per l’agro nocerino-sarnese ed attivato per iniziativa della Patto Agro spa.

Il patto territoriale è stato individuato dalla legislazione nazionale - in particolare dalla legge 341/1995, dalla legge 662/1996 e dalla delibera Cipe del 21/3/1997 - come lo strumento fondamentale per la realizzazione delle politiche d’intervento nelle regioni in ritardo di sviluppo, con riferimento, in special modo, alla capacità dei vari attori istituzionali e sociali di definire, nell’esercizio dei propri ruoli e compiti, scelte concertate in grado di delineare opzioni e modelli strategici adeguati per lo sviluppo del territorio.

Nel 1998 il Consiglio provinciale promosse la costituzione della “Società per la gestione del patto territoriale dell’agro nocerino sarnese spa”, a prevalente capitale pubblico, per l’attuazione degli obiettivi del patto territoriale per l’occupazione (Pto) agro nocerino sarnese. L’iniziativa fu approvata dalla Commissione europea, con decisione n. 3978/1998.

Nell’ambito delle azioni innanzi indicate è stato attivato il procedimento per la redazione di una serie di studi di fattibilità, inclusi nel programma 1 del Pto agro nocerino sarnese che è culminato con l’affidamento - tra gli altri - di quello denominato Qualità della vita al gruppo interdisciplinare coordinato dalla prof. Vanna Fraticelli.

Lo studio ha individuato due diversi filoni di intervento.

Il primo incentrato sul fiume Sarno con lo scopo di individuare, nel rispetto dei vincoli di settore, una zona oggetto di interventi di sviluppo sostenibile capaci di attivare azioni di promozione economica eco-compatibili. Ne è conseguita l’idea del Fiume-Parco, prodromico alla realizzazione di un parco fluviale, da attuarsi solo dopo la positiva conclusione degli interventi di recupero e di bonifica del sito.

Il secondo filone è quello della Città lineare e si sviluppa sul presupposto che l’asse viario della Ss 18, ponendosi di fatto come la maggiore infrastruttura viaria dell’area, ne delinea l’attuale ruolo urbano.

Lo studio ha l’obiettivo di riconnettere i centri storici dei sistemi insediativi, caratterizzati da un costante trend insediativo, che gravitano sulla Ss 18 e che con questa interagiscono. A seguito dell’intervento la strada statale, attualmente sede di un traffico di attraversamento intensissimo e promiscuo per la presenza di numerose industrie conserviere, dovrebbe essere riconvertita in una viabilità a servizio unicamente degli insedianti residenziali della grande conurbazione dell’agro e delle attività di commercio e servizi.

Il presupposto essenziale per conferire fattibilità ed efficacia alla proposta di riqualificazione in chiave urbana della Ss 18 è, quindi, la realizzazione della citata viabilità alternativa e che è ormai imminente.

Anche per la fascia litoranea sono in atto numerose iniziative nella direzione indicata dallo studio di fattibilità; altre iniziative, come i nodi attrezzati sulla litoranea, sono state incluse nel piano triennale dell’ente come opere da realizzarsi con il ricorso alla finanza di progetto.

Per la circumsalernitana, infine, è stata siglata un’intesa con il Ministero, con la Regione Campania e con le Ferrovie dello Stato per la realizzazione di alcune delle opere previste nello studio di fattibilità.

 

 

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