Nel quadro di interventi sul territorio caratterizzato da una tendenza
delle politiche di programmazione delle
azioni verso una maggiore integrazione tra
sviluppo economico, negoziazione e assetto
del territorio, è possibile includere i
progetti pilota redatti nella fascia
comprendente i comuni limitrofi la città di
Napoli.
Il Progetto pilota1, si colloca nella realtà delle
politiche territoriali come strumento
innovativo, promosso e utilizzato dal
Ministero dei lavori pubblici nell’ambito
della ricerca DiCoTer per attuare interventi
di sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno,
sperimentando e applicando metodologie volte
ad un tentativo di superamento delle
consuete difficoltà nell’attuazione dei
progetti.
Secondo quanto previsto dal programma di lavoro: “il Progetto
pilota ha come obiettivo fondamentale
quello di creare sinergie e coerenze tra le
strategie di sviluppo socio-economico delle
regioni ed i processi di pianificazione e
governo delle trasformazioni fisiche del territorio”2.
Gli obiettivi del Progetto pilota puntano, quindi, ad un coordinamento e ad una
integrazione tra gli interventi
infrastrutturali cofinanziati dall’Unione
europea e gli strumenti di pianificazione
urbanistica e territoriale in vigore a
livello locale.
In base agli indirizzi di sviluppo dell’area di riferimento,
attraverso la creazione di studi di
fattibilità, piani strategici e
progettazioni integrate, viene promosso uno
sviluppo sostenibile territorialmente esteso
e concertato in cui gli enti locali
rappresentano i soggetti proponenti
sperimentando nuove forme di cooperazione
istituzionale.
Il Progetto pilota è articolato secondo il Piano d’area
ed il Programma integrato. Per Piano
d’area si intende un piano di natura
strutturale, di livello intercomunale, dove
sono indicate le invarianti territoriali di
natura strategica e dove viene individuato
il quadro di riferimento rispetto alle
scelte progettuali ed alla definizione degli
ambiti territoriali di intervento.
Il Programma integrato costituisce lo strumento finalizzato alla
riorganizzazione degli ambiti
urbano-territoriali attraverso azioni di
riqualificazione del tessuto
infrastrutturale ed ambientale, secondo
un’ottica di integrazione delle diverse
scelte progettuali.
Secondo quest’articolazione, all’interno della fase di
sperimentazione di nuovi modelli di
intervento e di ridefinizione dei rapporti
tra programmazione strategica e
pianificazione territoriale, il Progetto
pilota introduce una componente
innovativa nell’analisi e nel controllo
delle relazioni che vengono a stabilirsi tra
il livello del piano ed il livello del
progetto.
Nel caso del territorio della Provincia di Napoli i Progetti pilota
si inseriscono in linea operativa con le
intenzionalità definite dal preliminare del
piano territoriale di coordinamento (Ptc)
della Provincia di Napoli.
Nell’autodefinirsi un “sistema di
progetti”, tre sono gli obiettivi che il
preliminare del Ptc pone nell’applicazione
di precise politiche di governo del
territorio: il coordinamento dei piani di
settore, gli indirizzi di pianificazione ai
comuni, l’individuazione di progetti
strategici di valenza sovracomunale. Tre
sono i Progetti pilota redatti nella
Provincia di Napoli in corrispondenza di
tutti i comuni limitrofi e confinanti con il
territorio comunale di Napoli:
1. programma integrato per lo sviluppo dell’area dei Regi Lagni
come Business park per l’agricoltura e le
connesse attività di trasformazione.
Comuni interessati: Acerra, Brusciano,
Caivano, Cardito, Casalnuovo di Napoli,
Castello di Cisterna, Mariglianella,
Pomigliano d'Arco;
2. programma integrato per la riqualificazione e il rafforzamento
dei legami identitari di una rete di 13
centri storici minori a nord di Napoli, con
particolare riguardo al risanamento e alla
messa in sicurezza degli spazi ipogei, nonché
alla valorizzazione delle risorse
territoriali e storico-artistiche.
Comuni interessati: Afragola, Casalnuovo, Frattamaggiore, Arzano,
Caivano, Cardito, Casandrino, Casavatore,
Casoria, Crispano, S. Antimo, Frattaminore,
Grumo Nevano;
3. programma integrato per la riqualificazione ambientale e il
riutilizzo, quali contenitori di servizi
urbani integrati a scala sovracomunale,
delle cave dismesse nell’area flegrea.
Comuni interessati: Calvizzano, Giugliano in Campania, Marano di
Napoli, Mugnano di Napoli, Pozzuoli,
Qualiano, Quarto, Villaricca.
Figura
1 - Il sistema dei canali
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L’approfondimento dei contenuti del Progetto pilota dei Regi
Lagni, coordinato da Pasquale Miano,
costituisce l’occasione per evidenziare
gli aspetti innovativi di questa nuova forma
di intervento nonché per esaminare e,
quindi, provare a comprendere la dinamica
delle trasformazioni territoriali in atto.
Inoltre, occorre evidenziare che la
definizione delle linee di azione e degli
interventi definiti dal progetto pilota è
una sintesi dell’attività di analisi e di
progetto, di integrazione delle verifiche
operate nel corso dei tavoli di
concertazione completata con una verifica di
coerenza con la programmazione regionale. La
definizione degli ambiti di intervento e
l’evidenza della coerenza di questi con i
contenuti degli assi e delle misure del Por
ha consentito poi di indirizzare l’attività
in modo tale da rendere concrete e attuative
le proposte progettuali.
Il bacino dei Regi Lagni copre una vasta superficie delle aree
provinciali di Napoli e Caserta, pari a
circa 1300 kmq ed è costituito da un
sistema di canali ed invasi realizzati in
gran parte in epoca vicereale e borbonica
che allo stato attuale versano in uno stato
di abbandono ma soprattutto di profondo
degrado in quanto utilizzati per lo più
come fogne a cielo aperto. Il progetto di
riqualificazione proposto dal Progetto
pilota evidenzia il carattere strategico
dell’intervento in un territorio in cui il
sistema di relazioni risulta fortemente
polarizzato dalla città di Napoli: “i
Regi Lagni si configurano potenzialmente
come segni “emergenti”, in grado di
definire e di condizionare il disegno del
territorio, un elemento “generatore”,
attraverso il quale risulta possibile
affrontare in termini strutturali le
questioni di piano. Tuttavia i gravi
problemi di abbandono e di inquinamento, di
progressiva perdita del rapporto con le aree
coltivate, hanno determinato una netta
scissione tra forma e significato dei Lagni.
La forma permane, ma il significato
collettivo del luogo è mutato. I canali dei
Regi Lagni hanno assunto i connotati di uno
spazio negato, poco accessibile e
frequentabile e, nello stesso tempo, di
grande problema igienico di difficile
risoluzione, una sorta di zona franca, priva
di controllo, dove il panorama delle
“distruzioni” evidenti, lascia presagire
altre e più gravi manomissioni”3.
In relazione alle continue trasformazioni
territoriali i Regi Lagni vengono dunque
intesi come elementi strutturanti in cui il
canale d’acqua diventa elemento
infrastrutturale di riqualificazione
ambientale.
La lettura delle relazionalità tra i canali, la maglia stradale e gli
insediamenti definisce il quadro di
riferimento in cui si inseriscono le scelte
operate. In particolare il sistema
infrastrutturale viario nelle sue
integrazioni dal secondo dopoguerra in poi
ha definito un assetto territoriale
concentrico verso Napoli, cancellando una
struttura originaria policentrica del
territorio ma soprattutto accelerando
processi di saldatura urbana tra i comuni a
ridosso del capoluogo campano.
Figura
2 - Il
piano
d'area
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All’interno delle nuove dinamiche di trasformazione e soprattutto
delle nuove relazioni che si stanno
definendo tra componenti urbane e componenti
territoriali della città di Napoli, nel Progetto
pilota i Regi Lagni vengono intesi come
un fattore di ordine e di razionalizzazione
delle strutture insediative, un elemento
generatore di processi di riequilibrio
ambientale e una componente riorganizzatrice
dei rapporti tra città e territorio.
Tra i due strumenti operativi previsti dal Progetto pilota il piano
d’area rappresenta un livello
intermedio tra il Ptc ed i piani comunali.
In particolare, secondo quanto previsto dal
Ministero: “per piano di area si intende
un piano di natura strutturale, di livello
intercomunale, che indichi le invarianti
territoriali di natura strategica in
un’ottica di sostenibilità, di
sussidiarietà e di coesione. Il piano, pur
dotato di una propria e significativa
struttura basata su forti schemi relazionali
e sistemici di natura settoriale e
territoriale va considerato come uno
strumento aperto, in grado di fornire un
quadro di riferimento rispetto alla
scelta/promozione di programmi e interventi
operativi alla scala dello stesso piano e a
scale maggiormente dettagliate”. Così
come richiesto dal bando il piano di area
relativo al sistema territoriale connesso
alla rete dei Regi Lagni si articola in due
parti costituite da una prima fase
conoscitiva e interpretativa per
l’individuazione delle risorse da tutelare
e contemporaneamente promuovere, e da una
seconda fase progettuale in cui sono stati
definiti gli ambiti territoriali di
intervento da sottoporre a piano attuativo.
Gli obiettivi generali all’interno dei
quali sono state definite le strategie
progettuali del piano d’area sono la
salvaguardia e la valorizzazione
dell’ambiente; il consolidamento e lo
sviluppo delle attività economiche, il
miglioramento dei servizi e delle
infrastrutture. Gli ambiti territoriali
significativi individuati attraverso la
lettura delle relazioni e delle
articolazioni tra idrografia, configurazione
morfologica territoriale, sistema
infrastrutturale e insediamenti urbani sono:
Figura
3 -
Piano
generale degli interventi
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1. i Regi Lagni elemento strutturante della campagna dispersa
pianeggiante tra le colline di Cancello e le
propaggini del Somma-Vesuvio;
2. i Regi Lagni nel sistema urbano, elemento di limite delle aree
insediate e da insediarsi, dall’area di
progetto della Stazione di Porta dell’Alta
Velocità all’area di progetto del Polo
Pediatrico di Acerra;
3. i Regi Lagni elemento strutturante della campagna tra Acerra-Caivano
e Afragola;
4. il sistema idrografico nell’area dell’antica palude a nord di
Acerra, con presenze archeologiche, oggi
campagna urbanizzata e con insediamenti
industriali.
Per ogni ambito individuato nell’ottica generale di creazione del Business-Park
agricolo lungo i Regi Lagni è stata
definita una rilettura dei legami tra la
specificità e le peculiarità dei paesaggi
e le possibili vocazioni da cui sono state
riclassificate e precisate le destinazioni
d’uso delle zone agricole. Inoltre, oltre
alla definizione degli interventi da
affrontare in via prioritaria, quali la
bonifica dei suoli e delle acque soggette ad
inquinamento, attraverso l’eliminazione
dei fattori di degrado (immissioni di
scarichi fognari, presenza di pesticidi,
presenza di discariche non controllate),
sono stati previsti l’integrazione ed il
riequilibrio delle aree industriali e
produttive, la mitigazione dell’impatto
delle grandi infrastrutture, il
coordinamento delle connessioni ed
interrelazioni tra i nuovi sistemi
infrastrutturali, di cui l’area si sta
dotando, l’individuazione di aree di
correlazione e di interscambio tra le
funzioni produttive e le funzioni urbane. Le
scelte operate all’interno del piano
possono essere lette secondo parole chiave:
parco lineare come infrastruttura ambientale
e parco agricolo come elemento produttivo:
“sotto il profilo dell’impostazione del
Piano d’Area, il parco lineare e i parchi
agricoli si caratterizzano come gli elementi
di costruzione e di riferimento del nuovo
disegno di questo settore dell’area
metropolitana di Napoli, rispetto a cui è
possibile rileggere l’attività
programmatica e pianificatoria di livello
comunale, estrapolando due sistemi di
destinazione d’uso, strettamente
integrabili al discorso del Business Park
dei Regi Lagni:
- il sistema dei parchi urbano-territoriali e, più in generale, delle
attrezzature di livello territoriale, i
nuovi luoghi di riferimento nei processi di
trasformazione urbana;
- il sistema delle “piattaforme” produttive, i luoghi dello scambio
tra il mondo agricolo e industriale,
artigianale e commerciale.
In entrambi i casi, si tratta di operare semplici approfondimenti
rispetto alle scelte definite negli
strumenti urbanistici comunali. Ragioni di
carattere economico e funzionale, ma anche
geografiche, morfologiche e posizionali
favoriscono l’intreccio tra il Business
Park e queste destinazioni d’uso. Non è
un caso che i parchi di maggiori dimensioni
creati finora nell’area del Progetto
pilota siano stati localizzati in antiche e
dismesse vasche di laminazione dei Regi
Lagni; non è un caso che le grandi
strutture produttive dell’area siano state
localizzate lungo il corso dei Regi Lagni.
Rispetto al tema della piattaforma
produttiva, industriale, artigianale e
commerciale si tratta di introdurre, con il
completamento delle opere infrastrutturali,
con la creazione di servizi comuni per le
imprese, interventi di sistemazione, in
un’ottica di compatibilità, in cui la
piattaforma può essere reinterpretata come
un parco produttivo”4.
Tutto questo trova applicazione nel programma integrato che fissa
attraverso progetti specifici le azioni
puntuali in un ambito territoriale
spazialmente definito, in un tempo definito
e con l’individuazione di soggetti
pubblici e privati, operatori e modalità di
finanziamento. I cinque ambiti di
riferimento progettuale definiti
all’interno del programma integrato sono:
1. la bonifica, la sistemazione idraulica e la realizzazione di un
parco lineare infrastrutturale lungo
i Regi Lagni;
2. la realizzazione di un sistema di collettori fognari, finalizzati ad
eliminare l’immissione di scarichi non
compatibili nei canali dei Regi Lagni;
3. la realizzazione di un sistema di parchi agricoli e di strutture
integrate alla produzione, lungo e nel
territorio dei Regi Lagni;
4. il completamento, il potenziamento e la riqualificazione ambientale
di un complesso di piattaforme
produttive, lungo e nel territorio dei Regi
Lagni;
5. la realizzazione di un sistema di parchi urbano-territoriali,
connessi alle problematiche della
sistemazione del territorio dei Regi Lagni.
Occorre evidenziare come la scelta di un parco agricolo lungo i Lagni
oltre a costituire l’elemento di
mediazione e di passaggio dal discorso
generale al discorso specifico relativo alle
singole situazioni comunali, risulta essere
espressione esplicita delle proposte
avanzate dal Comune di Caivano.
Analogamente altro elemento espresso nel programma integrato e
contemporaneamente rintracciabile nei
programmi di intervento comunale, risulta
essere il completamento delle opere
infrastrutturali e della sistemazione delle
aree produttive. In particolare, rispetto ai
piani per gli insediamenti produttivi di
Acerra, di Brusciano e di Marigliano,
posizionati lungo i canali, sono stati
individuati gli interventi di completamento.
Da questo punto di vista è possibile
stabilire una stretta integrazione tra le
attività agricole e le attività produttive
e di trasformazione, che costituiscono una
componente specifica negli interventi di
riqualificazione e sistemazione di aree e
nuclei esistenti e programmati. In questa
ottica, in alcune parti limitate, il parco
agricolo assume un carattere intermedio tra
le zolle industriali e le dominanti
paesaggistico-ambientali, che caratterizzano
l’intero sistema dei Regi Lagni. Inoltre,
poiché nella programmazione di livello
comunale sono previsti interventi di
realizzazione e di completamento dei sistemi
fognari il Progetto pilota si pone
come elemento di coordinamento degli
interventi precisandone una integrazione per
migliorarne ulteriormente, nel loro
coordinamento, le potenzialità. In
particolare, il programma integrato
attraverso il progetto di collegamento di
tronchi fognari disposti parallelamente al
canale e la messa in efficienza degli
impianti di depurazione, a cui il sistema
delle canalizzazioni dovrà essere
collegato, si potrebbero determinare le
condizioni per immettere acqua depurata nei
canali e riavviare il ragionamento sulla
navigabilità, attraverso uno specifico
studio di fattibilità.
Figura
4 -
Progetto
per il territorio di Pomigliano
d'Arco (Na)
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Nell’ambito della precisazione degli obiettivi del Progetto pilota,
relativamente ai sistemi infrastrutturali,
sono stati considerati gli interventi
connessi alla realizzazione dell’alta
velocità, che investono i Comuni di
Afragola, Casalnuovo, Acerra e Caivano. Da
questo punto di vista, il sistema della
mobilità viene inteso componente essenziale
interna ai singoli ambiti progettuali
precisando le interconnessioni tra i diversi
sistemi di viabilità, i collegamenti tra le
aree urbane centrali con i nuovi luoghi di
alta specializzazione funzionale, interni ed
esterni all’area, attraverso una verifica
della possibilità di integrare i sistemi di
trasporto leggero su ferro anche a servizio
del Business Park. Da questo punto di
vista risulta evidente come l’idea di
costruire un sistema di grandi parchi, di
congiungerli trasversalmente o
longitudinalmente, di intersecarli con i
sistemi di percorsi pedonali e ciclabili,
che collegano spazi verdi di dimensioni
minori e con funzioni diversificate,
evidenzia la sempre più crescente necessità
di lavorare entro una dimensione più ampia
ed articolata degli insediamenti,
travalicando i confini comunali.
Nell’ambito del quadro di programmazione e negoziazione del
territorio della Provincia di Napoli, in
particolare nella proposta di Pit definita
si definisce una fase in cui l’attività
di progettazione mira alla individuazione di
un’idea forza in grado di selezionare le
proposte progettuali avanzate dallo studio
anche in considerazione dell’analisi
multifattoriale condotta sulle scelte
progettuali. Un percorso progettuale,
quindi, selettivo e focalizzato che
definisce proposte, delegando al ruolo di
coordinamento che la provincia ha svolto nel
corso del progetto pilota e che ancora di più
potrà svolgere nel corso della
progettazione del Pit.
Figura
5 -
Legenda
di sintesi dei progetti
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1 “Previsto come Misura 2.1 nell’ambito del programma operativo assistenza
tecnica del quadro comunitario di sostegno
(Qcs) 1994-1999, appartiene alla categoria
delle azioni innovative promosse
dall’Unione europea al fine di migliorare
la qualità degli interventi finanziati dai
fondi strutturali. Sono considerate azioni
innovative, ai sensi dell’art. 22,
capo IV del Regolamento (Ce) 1260/1999 del
21 giugno 1999, gli studi, i progetti pilota
e gli scambi di esperienze, caratterizzati
dalla elaborazione di metodi e pratiche
innovative a livello comunitario”. Tratto
dal Documento relativo al Progetto pilota
del Ministero dei lavori pubblici.
2 Ivi.
3 Relazione tecnica del Programma integrato per lo sviluppo
dell’area dei Regi Lagni come Business
park per l’agricoltura e le connesse
attività di trasformazione, cap. 1, p.
8.
4 Relazione tecnica del Programma integrato per lo sviluppo
dell’area dei Regi Lagni come Business
park per l’agricoltura e le connesse
attività di trasformazione, cap. 15,
p.11.
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