Numero 5 - 2002

 

le politiche per le attività produttive

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il piano strategico regionale e le azioni programmate


Gianfranco Alois


 

La Regione Campania sta vivendo una nuova fase di sviluppo economico, nella quale si cerca di aggredire i nodi strutturali che continuano a determinare una divaricazione ormai insostenibile con altre realtà centro-settentrionali del paese ed europee. Protagonista di questa sfida impegnativa è Gianfranco Alois, assessore regionale alle attività produttive il quale ha promosso una pluralità di interventi, che vengono dettagliatamente presentati, a sostegno della costruzione di un sistema imprenditoriale in grado di competere nell'ormai onnipresente mercato globale. 

 

Lo sviluppo economico di una regione e la sua competitività dipendono da una molteplicità di fattori, tra cui assumono sempre più rilievo il sistema ed il funzionamento delle istituzioni politiche.

In tale ottica il salto di qualità dell’azione regionale proposta è dato dal superamento di una fase in cui l’efficacia dell’intervento politico era esclusivamente misurata dalla capacità di gestire, per addivenire ad una fase in cui è la capacità di governare la sfida su cui misurarsi.

Si pensi a titolo esemplificativo all’utilizzazione delle risorse comunitarie. In passato l’efficacia di tale attività è stata sempre misurata dalla capacità di impegno e di spesa delle risorse disponibili; oggi diviene invece necessario assegnare ai fondi comunitari la loro specifica funzione di strumento attuativo di politiche di sviluppo e misurarne i risultati ottenuti in relazione a quelli programmati.

 

 

Federalismo e sussidiarietà

 

Tale impostazione assume ancora più rilievo dopo la riforma federalista del 2001 con la quale le regioni hanno allargato notevolmente gli ambiti della loro autonomia ma, al contempo, hanno assunto maggiori responsabilità correlate alla possibilità di esercitare un potere legislativo, che dovrà consentir loro di rispondere in maniera più efficace alle esigenze del territorio.

Riforma federalista che non esaurisce i suoi effetti in una redistribuzione dei poteri all’interno dello Stato, ma che deve al contempo promuovere un riequilibrio tra potere pubblico ed autonomia privata.

Tutto ciò comporta una condivisibile rivalutazione del principio di sussidarietà, che trova sempre più radicamento in ogni livello di normazione. Un principio, quest’ultimo, che deve essere inteso sia come distribuzione dei poteri in senso verticale, sia in un’ottica di partenariato orizzontale, con un coinvolgimento propositivo delle altre istituzioni locali e delle rappresentanze del mondo economico e sociale.

Sussidiarietà che vuol dire, pertanto, impegno primario della regione nella sua funzione di ente di programmazione e di Governo e, contestualmente, graduale conferimento dei compiti e funzioni amministrative al livello istituzionale più vicino al territorio, ai cittadini ed alle imprese. Lo stesso principio deve essere, quindi, applicato nel perseguimento di obiettivi di valorizzazione dell’autonomia della società civile e delle formazioni sociali.

In sintesi l’intero processo deve essere orientato a rafforzare la funzione di Governo e di programmazione della regione affidando nuove responsabilità ad enti locali, Università ed ai diversi soggetti privati nell’ottica di incrementare l’autonomia e la partecipazione sociale, nonchè moltiplicare le opportunità derivanti dall’attivo e fattivo coinvolgimento di un maggior numero di risorse e di intelligenze.

In tale prospettiva l’attività posta in essere dall’assessorato è sempre più orientata al pieno coinvolgimento e partenariato degli altri attori sociali, sia nelle scelte di pianificazione degli strumenti, che nella loro gestione.

Un primo significativo esempio degli effetti correlati alla riorganizzazione dello Stato in senso federalista deriva nel settore industriale dal DLgs 123/1998, che conferisce la delega alle regioni di 13 leggi nazionali riguardanti il sostegno alle imprese ed il trasferimento delle relative risorse pubbliche agevolate. In tale ottica, la Regione Campania è tra le prime ad aver recepito tali deleghe e ad aver riprogrammato gli interventi al fine di privilegiare una complementarietà ed integrazione degli strumenti disponibili.

 

 

Analisi punti di forza e di debolezza della Campania

 

Il territorio assume una particolare rilevanza strategica essendo esso un contenitore di fattori economici e sociali di sviluppo.

Il concetto di territorio è strettamente correlato a quello di sviluppo, i cui lineamenti vanno identificati nella specificità dei luoghi, nelle organizzazioni localizzate, nei caratteri ambientali, nei tessuti relazionali e nei panorami istituzionali locali.

In questo contesto interpretativo esso cessa di essere uno spazio indistinto per diventare un contenitore di risorse fisiche, culturali ed ambientali, essenziali per definire un’efficace politica di sviluppo.

1 - La pietra lavica vesuviana

 

La sua intrinseca qualità diviene, così, un fattore indispensabile per lo sviluppo locale ed anche il principale attrattore di economie e di imprese esterne.

Tabella 1

 

 

Per tale motivo, argomento strategicamente rilevante diviene la cosiddetta competitività dei territori, cioè la capacità di far nascere nuove iniziative, consolidare e trattenere le imprese esistenti e di attrarne di nuove dall’esterno attraverso l’offerta di vantaggi comparati in termini di stabilità istituzionale, efficienza della pubblica amministrazione, incentivi finanziari ed adeguate risorse umane disponibili.

L’analisi dei punti di forza e di debolezza del territorio campano costituisce, pertanto, il primo passo per giungere a definire il quadro delle priorità e degli obiettivi programmatici da perseguire, oltreché determinare il tasso di attrattività del territorio stesso.

I principali punti di forza del modello di sviluppo territoriale della Campania possono essere riassunti come segue.

- Attrattività territoriale

La presenza di numerose risorse (naturali, umane, ecc.) e di importanti siti imprenditoriali rendono il territorio campano appetibile da parte di imprese esogene. Il fattore umano è un elemento fondamentale per l’attrattività del territorio, giacché il grande livello di scolarizzazione, la presenza di qualificati enti ed istituti di ricerca determinano una riserva di risorse umane qualificate e di notevole professionalità. Tali riserve sono caratterizzate da un elevato tasso di manodopera non occupata che costituisce un elemento che favorisce sia l’arrivo di nuovi investitori, sia i processi di autoimprenditorialità.

- Presenza di un fitto tessuto di piccola e media impresa con spiccate caratteristiche di tipo distrettuale

La Campania rappresenta una delle poche regioni meridionali dove i distretti sono una realtà. Tra le aree che assumono una più evidente caratterizzazione distrettuale e che denotano al contempo consolidata tradizione produttiva, si collocano l’area casertana, la penisola sorrentina ed amalfitana, la Piana del Sele, il beneventano, l’agro nocerino e l’area di Solofra. Queste aree produttive costituiscono un fattore di competitività in quanto legate al territorio, alle consolidate tradizioni e ad una filosofia di sviluppo che coniuga al meglio il sistema industriale con la valorizzazione delle risorse locali.

- Affluenza di risorse finanziarie

Gli strumenti di agevolazione finanziaria regionale, nazionale e comunitaria, unitamente agli strumenti di programmazione negoziata, rappresentano sicuramente un’attrazione ed un ulteriore stimolo a investire sia per le imprese locali, che per le imprese esogene.

Ai punti di forza si affiancano numerose criticità, che incidono in modo significativo sulle prospettive di sviluppo del sistema economico regionale e che di seguito si sintetizzano.

Figura 1 - La relazione prezzi - fatturato in Campania 

Fonte: CEr, Congiuntura Campania - Indagine sulle imprese della Regione 2/2002, Regione Campania - Assessorato Attività Produttive 

 

- Livello diffuso d’illegalità

La legalità costituisce una premessa a qualsiasi azione programmata per lo sviluppo di un territorio. Le azioni di contrasto verso tutte le manifestazioni di criminalità, i controlli rigorosi verso le forme diffuse d’illegalità, le iniziative specifiche in favore dell’emersione, costituiscono il paniere d’interventi che è trasversale alle attività di tutti gli assessorati e dell’intera politica regionale.

- Carenze infrastrutturali

La Campania eredita dal passato un inadeguato livello infrastrutturale, soprattutto in termini di viabilità stradale, ferroviaria, aeroportuale, interportuale. Il potenziamento dei nodi e delle reti infrastrutturali, sia materiali che immateriali, posto al centro della politica del Governo regionale in quanto fabbisogno primario per un riequilibrio territoriale, potrà garantire un maggiore livello di competitività del sistema.

- Sistema creditizio inadeguato

La difficoltà di accesso al credito è un altro elemento critico per l’imprenditoria locale. Essa è dovuta sia ai meccanismi procedurali, sia alle modalità di accesso, che favoriscono le realtà imprenditoriali già consolidate ostacolando la crescita della neo-imprenditorialità. La soluzione auspicata è rivolta all’introduzione di servizi creditizi avanzati basati più che sulle garanzie reali sulle prospettive di sviluppo aziendale.

- Carenza di domanda e offerta di servizi alle imprese

La scarsa sensibilità imprenditoriale verso forme di consulenza direzionale, unitamente ad una presenza di un inadeguato terziario di supporto all’attività produttiva, ai processi di internazionalizzazione, alla certificazione di qualità, alla innovazione tecnologica ed alla commercializzazione, rappresenta un forte vincolo per la crescita del tessuto imprenditoriale. Per una corretta politica di sviluppo è necessario promuovere l’innovazione nelle imprese soprattutto in termini gestionali e manageriali.

- Efficienza pubblica amministrazione

L’eccesso di regolazione e la complessità e lentezza delle procedure amministrative costituiscono ancora un vincolo allo sviluppo economico e produttivo, in quanto si traducono in veri e propri costi diretti ed indiretti per i soggetti regolati. Tutto questo incide sul livello di produttività del sistema-impresa e costituiscono un freno agli investimenti.

Tale situazione potrà essere costantemente controllata attraverso l’azione di monitoraggio dell’apparato produttivo regionale affidata al Cer che, in base ad uno specifico modello di analisi, fornirà all’assessorato i dati delle rilevazioni effettuate.

 

 

Obiettivi

 

Le attività poste in essere dall’assessorato nel quadro di riferimento precedentemente delineato e nel rispetto della riforma federalista, sono guidate dagli obiettivi definiti nei due documenti di programma che impegnano il Governo regionale: il programma di governo di Bassolino ed il programma operativo regionale (Por).

Figure 2 a,b,c,d,e 

Fonte: Osservatorio economico regionale, "l'economia e la società della Campania da metà anni '90 ad oggi: un quadro di sintesi e proposte", quaderno n. 1 Regione Campania - Svimez, Roma, 2002 

 

Gli obiettivi indicati nei citati documenti sono sintetizzabili nei seguenti punti:

1. abbattimento tasso di disoccupazione;

2. crescita consistente del Pil regionale;

3. rafforzamento della struttura produttiva regionale;

4. decentramento amministrativo e sussidiarietà;

5. aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro;

6. sviluppo dell’economia sociale;

7. valorizzazione risorse ambientali.

Nel loro insieme essi sono sostanzialmente tesi ad una promozione dello sviluppo e dell’occupazione che consenta alla Regione Campania di uscire dalle aree dell’Obiettivo 1 non, come si prospetta, a seguito della diminuzione della media del Pil comunitario, bensì grazie ad un innalzamento consistente di quello regionale. Un traguardo, questo, certamente ambizioso, ma che dai primi segnali indicatori non sembra irraggiungibile.

Infatti, i dati riportati nelle Note sull’andamento dell’economia della Campania nel 2001, redatte dalla Banca d’Italia, confermano un consolidato trend di crescita dell’economia campana, suffragato da un aumento del Pil (2.2% in termini reali contro un dato nazionale del 1.8%), un aumento della spesa in investimenti fissi (5,8%), una crescita delle esportazioni (7,6%) quale conferma del trend positivo di crescita delle produzioni locali ed infine un rilevante incremento occupazionale (circa 34.000 unità pari al 2,2%).

Al buon risultato complessivo ha contribuito in maniera considerevole la maggiore capacità di spesa dei fondi comunitari che hanno cofinanziato interventi in opere pubbliche ed agevolato gli investimenti privati.

Come ha ben detto il Governatore Antonio Bassolino “stiamo accendendo la scintilla” ed è il segnale di una costante azione programmata e rigorosa che ci consente di guardare al futuro con ottimismo.

2 - La pietra lavica vesuviana

 

In questo quadro d’insieme l’assessorato ha inteso costruire una strategia organica definendo obiettivi, assi d’intervento e misure specifiche che fondamentalmente mirano alla crescita del sistema produttivo, privilegiando processi di consolidamento basati sulla qualità e l’innovazione.

L’azione dell’assessorato, in sintesi, è finalizzata all’attivazione di un processo autonomo di sviluppo basato sulla definizione di strategie che, da un lato assumano come area di riferimento l’intero ambiente regionale nelle sue interrelazioni economiche, sociali e territoriali, e dall’altro lato selezionino gli ambiti prioritari di intervento in una visione integrata della programmazione regionale.

Il percorso di crescita individuato si basa sull’incentivazione congiunta della costruzione di ambienti istituzionali favorevoli allo sviluppo endogeno, dell’ispessimento dei cluster imprenditoriali locali e dell’incremento delle connessioni funzionali tra imprese esogene ed imprese locali.

In particolare, dette strategie dovranno tendere a collegare in modo funzionale gli obiettivi della crescita generale con quelli più specifici che si caratterizzano nell’ambito dei settori considerati più incisivi rispetto alle peculiarità e specificità della realtà campana.

Come di seguito si potrà riscontrare, le azioni e gli strumenti attivati ed in corso in attivazione sono volte a favorire:

- la nascita di nuove imprese, ivi compresi quelle cooperative e quelle sociali;

- il supporto alla realizzazione di nuovi investimenti tesi al consolidamento di imprese già esistenti, attraverso la diffusione di strumenti finanziari innovativi, l’adozione di sistemi moderni nei processi e nelle produzioni, l’attivazione di modelli di internazionalizzazione delle imprese;

- il miglioramento del rapporto imprese-pubblica amministrazione sia con la realizzazione degli sportelli unici, che con la semplificazione dell’accesso alle opportunità di finanziamenti e di servizi;

- la promozione di interventi integrati nel territorio finalizzati al miglioramento della competitività dei sistemi produttivi locali e delle reti d’imprese;

- la regolamentazione ed incentivazione del settore commercio, quale elemento propulsivo del settore secondario.

 

 

Nuove condizioni per lo sviluppo

 

Unitamente al perseguimento dei su citati obiettivi, l’azione di governo regionale deve tenere conto e tentare di anticipare gli effetti del mutamento degli scenari istituzionali e socio-economici che si rifletteranno in modo significativo sull’economia regionale.

Ci si riferisce all’allargamento dell’Unione europea, che probabilmente comporterà una drastica riduzione delle risorse comunitarie disponibili a partire dal 2006, nonché ai nuovi meccanismi di redistribuzione delle risorse nazionali, che saranno sempre meno sensibili ad una logica perequativa e sempre più collegati alla capacità di produzione del reddito su base regionale ed, infine, alla scarsa sensibilità sinora dimostrata dal Governo centrale nei confronti della cosiddetta questione meridionale ed alle correlate problematiche dell’integrazione sociale.

Sull’argomento anche nel rapporto Svimez del 2001 si manifesta una preoccupazione circa il mancato o insufficiente esercizio della funzione riequilibratrice dello Stato, che nella prospettiva federale potrebbe tradursi in un incremento del divario tra aree del paese.

La nostra regione, in assenza di un’adeguata crescita del Pil regionale, si troverebbe di fronte alla scelta di dover incrementare la pressione fiscale sul proprio territorio o, in alternativa, il dover ridurre il livello dei servizi sociali offerti, con conseguenze in entrambi i casi facilmente ipotizzabili.

3 - La porcellana di Capodimonte

 

In questo contesto gli interventi posti in essere dall’assessorato, in un’ottica di razionalizzazione ed integrazione delle azioni e degli strumenti, hanno puntato alla definizione di sistemi normativi tesi al raggiungimento degli obiettivi prefissati, ed al contempo alla creazione delle condizioni per prevenire le conseguenze negative dei nuovi scenari in cui si andrà ad operare.

In particolare, dopo una fase iniziale dedicata alla razionalizzazione delle azioni e degli strumenti disponibili, in un’ottica di integrazione ed alternatività tra gli stessi, e dopo l’avvio di procedure tese a rendere efficiente la macchina amministrativa, si è iniziato a programmare un sistema di interventi che consenta gradualmente di educare ed abituare il sistema imprenditoriale ad abbandonare una logica di sussidi diretti in favore invece di sistemi di incentivi che incidano sulle condizioni generali dello sviluppo. L’obiettivo è quello di innescare un processo virtuoso in grado di intervenire nei processi di definizione delle scelte di convenienza dell’investitore ed al contempo di favorire processi di autofinanziamento del sistema, andando così a sollecitare uno sviluppo autopropulsivo in grado di perseguire un equilibrio economico che consenta all’imprenditoria locale di affrancarsi definitivamente da forme di assistenzialismo.

5 - Il corallo di Torre del Greco

 

Ci si riferisce a titolo esemplificativo alla graduale trasformazione degli strumenti straordinari in leggi regionali ordinarie, alla graduale riduzione dei livelli massimi d’intensità d’aiuti, al crescente coinvolgimento delle istituzioni finanziarie nel finanziamento delle iniziative attraverso operazioni d’intervento nel capitale delle imprese, alla promozione dello strumento del project financing come concreta soluzione nella realizzazione di interventi infrastrutturali.

 

 

Ambiti operativi specifici

 

Passando ad un’analisi degli ambiti operativi più specifici l’assessorato ha attivato una serie di azioni che agiscono in modo trasversale su tutti i settori operativi ad esso collegato e che di seguito si sintetizzano.

 

Promozione del sistema economico regionale

 

Per l’attuazione di tale azione la regione potrà avvalersi dell’Agenzia di marketing territoriale che svolgerà un’attività di promozione del territorio, delle sue caratteristiche e delle sue prospettive, al fine di attirare dall’esterno investimenti e visitatori.

L’immagine di un sistema locale efficiente, unitamente all’immagine di un territorio recettivo, sono alla base di una convincente politica di marketing territoriale.

Congiuntamente all’Agenzia di marketing è stato progettato un sistema informativo sulle aree per insediamenti produttivi, che si sostanzia in una banca dati implementata ed aggiornata attraverso la messa in rete dei soggetti che a vario titolo gestiscono o gestiranno aree industriali (enti locali, consorzi, Asi e soggetti privati) e dalla quale si potranno ottenere informazioni sullo stato di infrastrutturazione delle aree e sul grado di effettiva disponibilità. Tale informativa diviene indispensabile per poter fornire in tempi brevi rapide risposte sulle reali possibilità di realizzare nuovi insediamenti industriali.

4 - La tarsia di Sorrento

 

Altra rilevante azione programmata è l’Osservatorio regionale sportelli unici con la quale si intende fornire, in collaborazione con l’Anci Campania, il supporto ai comuni al fine di agevolare l’avvio della costituzione degli Sportelli unici comunali e garantirne l’efficacia della prestazione.

L’Osservatorio ha, inoltre, lo scopo di realizzare ricerche e studi su problematiche di ordine generale riferite alla gestione dei rapporti tra imprese, all’attivazione degli strumenti e alla realizzazione di azioni di accompagnamento agli stessi.

 

Delibera di Giunta regionale 2 agosto 2002, n. 3872 recante disposizioni su programmazione delle partecipazioni dell’assessorato alle attività produttive - settore artigianato a mostre, fiere ed iniziative promozionali per l’anno 2002/2003

 

 

Promozione insediamenti produttivi

 

Per questa azione l’assessorato ha seguito due direttrici, istituendo parallelamente strumenti destinati alle aree che devono accogliere le iniziative e strumenti destinati alle imprese. Nello specifico sono state promosse particolari azioni in favore delle aree Pip, che prevedono la concessione di contributi destinati agli enti locali e finalizzati ad accelerare i processi per la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi. Tali contributi, unitamente al fondo di rotazione per l’acquisizione di aree industriali, diretto al prefinanziamento di interventi di acquisizione di aree, di studi di fattibilità e di oneri di urbanizzazione, consentono di favorire ed accelerare la realizzazione di cluster ed agglomerati industriali.

Per quanto attiene gli interventi diretti in favore delle imprese, la programmazione ha tenuto conto delle caratteristiche specifiche del sistema imprenditoriale regionale che, come rilevabile dall’ultimo Rapporto dell’Istituto Tagliacarne, è caratterizzato da un notevole tasso di natalità ma da un eccessivo nanismo, nel senso che la stragrande maggioranza delle imprese è ascrivibile al comparto delle micro-imprese con non più di due addetti.

Fig 2 - Lr 28/1987 - Art. 13 e successivi. Domande presentate, per anno e per provincia

 

Fig 3 - Lr 28/1987 - Art. 13 e successivi. Domande ammesse, per anno finanziario e per provincia

 

Fig 4 - Lr 28/1987 - Art. 13 e successivi. Spesa concessa, per anno e per provincia

 

Fig 5 - Lr 28/1987 - Art. 13 e successivi. Formazione apprendisti, per anno e per provincia

 

La concorrenza sempre più accentuata nei mercati globali richiede un dimensionamento minimo per competere, unitamente alla possibilità per l’impresa di avviare processi d’internazionalizzazione, acquisire servizi correlati a processi di innovazione tecnologica, definire processi integrativi di filiera in senso orizzontale e verticale.

Obiettivo strategico dell’assessorato è stato, pertanto, quello di razionalizzare un sistema di incentivi in grado di accompagnare il sistema produttivo campano in tutte le sue fasi di crescita dimensionale e consolidamento, ed assecondare lo stesso anche nelle sue precipue esigenze di beni immateriali.  

Come detto, quindi, gli strumenti progettati possono incontrare le esigenze dell’impresa nelle sue diverse fasi di sviluppo verticale; altri incontrare le imprese trasversalmente in tutto il loro andamento evolutivo e contribuire alla realizzazione di una complessa strategia di sviluppo.

È necessario poter considerare tali elementi come leve di un processo complesso all’interno del quale i percorsi di costituzione ed accrescimento dei singoli fattori debbono avvenire in maniera integrata e secondo una logica di congruenza e coerenza reciproca.

In un’ottica del genere si inquadrano strumenti atti a sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile nella fase di start-up al fine di creare nuove opportunità e la nascita di nuove iniziative imprenditoriali.

Tali agevolazioni sono indirizzate a finanziare piani di spesa di importo medio-piccolo disposti su un breve arco temporale.

Per quanto tali tipologie di agevolazioni possano riguardare, oltre che l’avvio di nuove attività imprenditoriali, anche l’acquisto di attività preesistenti o azioni di ampliamento ed ammodernamento di un’attività già esercitata, sono altri gli strumenti volti ad ottimizzare le fasi di consolidamento e di riorganizzazione percorse dalle imprese nella loro fase evolutiva.

È il caso del cofinanziamento della legge 488/1992.

6 - La moda sartoriale

 

Al fine di favorire le imprese nei processi di ammodernamento tecnologico, nel perseguimento delle certificazioni di qualità aziendale ed ambientale, nel contenimento dei fenomeni di inquinamento, nei processi d’internazionalizzazione e nell’acquisizione di servizi d’alta consulenza sono stati istituiti o programmati appositi strumenti. Nello specifico è in corso di istituzione una legge regionale di riordino ed unificazione delle leggi 1329/1965, 598/1994 e 949/1952, che consentirà alle imprese la migliore forma di agevolazione in alternativa tra il bonus fiscale, il contributo in conto interessi e il contributo in conto capitale. È già attivo un regime d’aiuti a sostegno delle Pmi che intendono perseguire le certificazioni di qualità, ed in corso d’emanazione un regime agevolativo mirato l’acquisizione di servizi di alta consulenza direzionale.

Nell’ottica di privilegiare uno sviluppo sostenibile che salvaguardi il territorio e l’ambiente, è stato istituito un programma che agevola l’installazione di tetti fotolvotaici (misura 1.2 Por). Attualmente l’intervento è in regime de minimis.

Infine è stata istituita una convenzione con il Ministero del commercio con l’estero, l’Ice, la Simest ed il sistema camerale campano per la costituzione dello sportello regionale per l’internazionalizzazione, che si prefigura come un sistema di servizi di assistenza continua alle imprese nei loro percorsi e processi d’internazionalizzazione e sviluppo degli scambi con l’estero.

Altri strumenti destinati in particolare alle imprese artigiane sono l’art. 4 della legge 28/1987, che finanzia la diffusione dei prodotti campani in occasione di manifestazioni fieristiche; la legge 188/1990 che prevede organismi e procedure di tutela per la produzione della ceramica artistica campana, la quale rappresenta un comparto produttivo apprezzato in tutto il mondo, che consentiranno ai nostri produttori di salvaguardare la propria produzione di qualità, la creatività, la professionalità, la tipicità e la tradizione culturale ed artistica rispetto alle produzioni di imitazione provenienti da altre aree, sia dell’Italia sia dell’estero; l’art. 13 della legge 28/1987 che, con contributi a fondo perduto, partecipa all’emersione delle imprese dall’area del sommerso promuovendo l’assunzione di giovani con la qualifica di apprendisti presso i laboratori delle imprese artigiane ubicate sul territorio regionale.

La realizzazione delle infrastrutture nei piani degli insediamenti produttivi in Campania

 

 

Accanto a tali obiettivi che privilegiano l’impresa in quanto unità, va sottolineato il valore di altri strumenti che ne perseguono un altro di pari importanza e che, in particolare, promuovono il consolidamento delle imprese in una logica di rafforzamento del concetto di cluster.

La logica di cluster in Campania, come già ricordato, assume una notevole rilevanza nella programmazione della crescita e dello sviluppo. Essa si basa sull’idea che la capacità competitiva di un sistema produttivo dipenda in modo non esclusivo ma significativo, dalla presenza di concentrazioni sul territorio di imprese industriali specializzate e che soltanto sfruttando il loro effetto sinergico le imprese minori riescono a potenziare le loro capacità competitive. Per quanto un territorio possa essere fertile, è possibile che questo cresca più velocemente laddove esiste una politica di distretti e di aggregazione delle imprese. L’adozione di tale politica prevede meccanismi di auto-sviluppo che, basati sull’esistenza di economie di localizzazione, portano a sostenere e rinforzare i processi agglomerativi di crescita.

Tali teorie assumono una valenza ancora maggiore in considerazione del fatto che in Campania, come già ricordato, vi è un’enorme quantità di imprese medio-piccole e che, pertanto, all’obiettivo primario di accrescere le dimensioni di alcune di queste, si affianca l’esigenza di incentivarne l’aggregazione. La regione ha sostanziato la centralità e la strategicità della scelta distrettuale attraverso l’identificazione di un Pit per ciascun distretto industriale a regia regionale e l’Assessorato ha stanziato un importo di euro 155.000,00 per supportare le spese di funzionamento e consulenziali di ciascun Pit. In un’ottica di rafforzamento dei processi di filiera sono, inoltre, stati individuati i settori di primario interesse per l’attivazione di contratti di programma (aeronautico, biotecnologie, calzaturiero, cartotecnico, demolizione ecologica, metalmeccanico, nautico, sistema legno, vetro) ed è stata già effettuata una stima dei fabbisogni finanziari ammontanti a circa euro 324.187.742.

Tra gli strumenti che potranno consentire in un’ottica di coerenza ed alternatività, sia l’avvio di nuove iniziative produttive, che l’ampliamento e la conseguente creazione di occupazione aggiuntiva, si colloca infine il contratto d’investimento a favore di grandi, piccole e medie imprese, società consortili miste pubblico-private.

I progetti potranno prevedere a supporto dell’iniziativa anche programmi di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico-gestionale, programmi di formazione e di internazionalizzazione.

 

7 - La porcellana di Capodimonte

 

Finanza per lo sviluppo

 

Tra gli strumenti della regione che potranno incontrare trasversalmente le imprese in tutto il loro andamento evolutivo ve ne sono due che rientrano in quel tipo di finanza definita innovativa e che, attraverso la raccolta del risparmio sul mercato, potranno contribuire al finanziamento degli investimenti delle imprese: si tratta dei fondi di garanzia, a sostegno dell’accesso al credito, e del fondo chiuso più propriamente destinato per la capitalizzazione delle imprese. L’individuazione dei soggetti gestori di tali fondi sarà affidato a strutture specializzate.

 

Regolamentazione ed incentivazione del commercio

 

Nel settore del commercio sono state promosse azioni finalizzate alla razionalizzazione del settore distributivo ed al riordino di tutta la normativa regionale sul commercio emanata in attuazione del DLgs 114/1998. Un grosso sforzo è inoltre diretto alla revisione delle norme e dei regolamenti che disciplinano i mercati all’ingrosso e l’esercizio dell’attività fieristica. Ugualmente rilevante è la previsione con la misura 5.2 del Por di azioni a sostegno della riqualificazione del tessuto imprenditoriale nell’ambito di programmi di recupero e sviluppo urbano.

Una grossa attenzione è stata dedicata anche all’esecuzione degli interventi di bonifica relativi ai serbatoi interrati contenenti carburanti per autotrazione. Da menzionare, infine l’istituzione dell’Osservatorio regionale per il commercio il cui fine è quello di monitorare la consistenza e l’efficienza della rete distributiva al fine di valutare gli interventi di programmazione regionale del comparto.

 

Efficientamento pubblica amministrazione

 

La ricerca di soluzioni che rendano più snella ed efficace l’attività della amministrazione regionale è comune alle azioni di tutti gli assessorati. Come già ricordato, grande rilevanza è stata data alla realizzazione ed attivazione degli Sportelli unici; l’assessorato, inoltre ha avviato l’attuazione della misura 4.2 del Por, Sostegno allo sviluppo produttivo del tessuto imprenditoriale regionale, che prevede la realizzazione di un’infrastruttura tecnologica in grado di gestire l’intero ciclo di vita delle leggi agevolative. Tale sistema, unitamente alla gestione in outsorcing delle attività procedurali ed istruttorie affidate ad enti bancari, consentirà una più rapida ed efficace allocazione delle risorse pubbliche agevolate.

 

 

1, 2 La pietra lavica vesuviana

3, 7 La porcellana di Capodimonte

4     La tarsia di Sorrento

5     Il corallo di Torre del Greco

6     La moda sartoriale

 

Le immagini sono tratte da “Campania: le radici del futuro”, Allegato a Qualeimpresa n. 8-9/2001, realizzato dall’Assessorato alle attività produttive della Regione Campania.

 

 

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