Lo sviluppo economico di una regione e la sua competitività dipendono
da una molteplicità di fattori, tra cui
assumono sempre più rilievo il sistema ed
il funzionamento delle istituzioni
politiche.
In tale ottica il salto di qualità dell’azione regionale proposta è
dato dal superamento di una fase in cui
l’efficacia dell’intervento politico era
esclusivamente misurata dalla capacità di gestire,
per addivenire ad una fase in cui è la
capacità di governare la sfida su
cui misurarsi.
Si pensi a titolo esemplificativo all’utilizzazione delle risorse
comunitarie. In passato l’efficacia di
tale attività è stata sempre misurata
dalla capacità di impegno e di spesa delle
risorse disponibili; oggi diviene invece
necessario assegnare ai fondi comunitari la
loro specifica funzione di strumento
attuativo di politiche di sviluppo e
misurarne i risultati ottenuti in relazione
a quelli programmati.
Federalismo e sussidiarietà
Tale impostazione assume ancora più rilievo dopo la riforma
federalista del 2001 con la quale le regioni
hanno allargato notevolmente gli ambiti
della loro autonomia ma, al contempo, hanno
assunto maggiori responsabilità correlate
alla possibilità di esercitare un potere
legislativo, che dovrà consentir loro di
rispondere in maniera più efficace alle
esigenze del territorio.
Riforma federalista che non esaurisce i suoi effetti in una
redistribuzione dei poteri all’interno
dello Stato, ma che deve al contempo
promuovere un riequilibrio tra potere
pubblico ed autonomia privata.
Tutto ciò comporta una condivisibile rivalutazione del principio di
sussidarietà, che trova sempre più
radicamento in ogni livello di normazione.
Un principio, quest’ultimo, che deve
essere inteso sia come distribuzione dei
poteri in senso verticale, sia in
un’ottica di partenariato orizzontale, con
un coinvolgimento propositivo delle altre
istituzioni locali e delle rappresentanze
del mondo economico e sociale.
Sussidiarietà che vuol dire, pertanto, impegno primario della regione
nella sua funzione di ente di programmazione
e di Governo e, contestualmente, graduale
conferimento dei compiti e funzioni
amministrative al livello istituzionale più
vicino al territorio, ai cittadini ed alle
imprese. Lo stesso principio deve essere,
quindi, applicato nel perseguimento di
obiettivi di valorizzazione dell’autonomia
della società civile e delle formazioni
sociali.
In sintesi l’intero processo deve essere orientato a rafforzare la
funzione di Governo e di programmazione
della regione affidando nuove responsabilità
ad enti locali, Università ed ai diversi
soggetti privati nell’ottica di
incrementare l’autonomia e la
partecipazione sociale, nonchè moltiplicare
le opportunità derivanti dall’attivo e
fattivo coinvolgimento di un maggior numero
di risorse e di intelligenze.
In tale prospettiva l’attività posta in essere dall’assessorato è
sempre più orientata al pieno
coinvolgimento e partenariato degli altri
attori sociali, sia nelle scelte di
pianificazione degli strumenti, che nella
loro gestione.
Un primo significativo esempio degli effetti correlati alla
riorganizzazione dello Stato in senso
federalista deriva nel settore industriale
dal DLgs 123/1998, che conferisce la delega
alle regioni di 13 leggi nazionali
riguardanti il sostegno alle imprese ed il
trasferimento delle relative risorse
pubbliche agevolate. In tale ottica, la
Regione Campania è tra le prime ad aver
recepito tali deleghe e ad aver
riprogrammato gli interventi al fine di
privilegiare una complementarietà ed
integrazione degli strumenti disponibili.
Analisi punti di forza e di debolezza della
Campania
Il territorio assume una particolare rilevanza strategica essendo esso
un contenitore di fattori economici e
sociali di sviluppo.
Il concetto di territorio è strettamente correlato a quello di
sviluppo, i cui lineamenti vanno
identificati nella specificità dei luoghi,
nelle organizzazioni localizzate, nei
caratteri ambientali, nei tessuti
relazionali e nei panorami istituzionali
locali.
In questo contesto interpretativo esso cessa di essere uno spazio
indistinto per diventare un contenitore
di risorse fisiche, culturali ed ambientali,
essenziali per definire un’efficace
politica di sviluppo.
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1 - La pietra lavica vesuviana |
La sua intrinseca qualità diviene, così, un fattore indispensabile
per lo sviluppo locale ed anche il
principale attrattore di economie e di
imprese esterne.
Per tale motivo, argomento strategicamente rilevante diviene la
cosiddetta competitività dei territori,
cioè la capacità di far nascere nuove
iniziative, consolidare e trattenere le imprese
esistenti e di attrarne di nuove dall’esterno
attraverso l’offerta di vantaggi comparati in
termini di stabilità istituzionale, efficienza
della pubblica amministrazione, incentivi
finanziari ed adeguate risorse umane
disponibili.
L’analisi dei punti di forza e di debolezza del territorio campano
costituisce, pertanto, il primo passo per
giungere a definire il quadro delle priorità e
degli obiettivi programmatici da perseguire,
oltreché determinare il tasso di attrattività
del territorio stesso.
I principali punti di forza del modello di sviluppo territoriale della
Campania possono essere riassunti come segue.
- Attrattività territoriale
La presenza di numerose risorse (naturali, umane, ecc.) e di importanti
siti imprenditoriali rendono il territorio
campano appetibile da parte di imprese
esogene. Il fattore umano è un elemento
fondamentale per l’attrattività del
territorio, giacché il grande livello di
scolarizzazione, la presenza di qualificati enti
ed istituti di ricerca determinano una riserva
di risorse umane qualificate e di notevole
professionalità. Tali riserve sono
caratterizzate da un elevato tasso di manodopera
non occupata che costituisce un elemento che
favorisce sia l’arrivo di nuovi investitori,
sia i processi di autoimprenditorialità.
- Presenza di un fitto tessuto di piccola e media impresa con
spiccate caratteristiche di tipo distrettuale
La Campania rappresenta una delle poche regioni meridionali dove i
distretti sono una realtà. Tra le aree che
assumono una più evidente caratterizzazione
distrettuale e che denotano al contempo
consolidata tradizione produttiva, si collocano
l’area casertana, la penisola sorrentina ed
amalfitana, la Piana del Sele, il beneventano,
l’agro nocerino e l’area di Solofra. Queste aree
produttive costituiscono un fattore di
competitività in quanto legate al territorio,
alle consolidate tradizioni e ad una filosofia
di sviluppo che coniuga al meglio il sistema
industriale con la valorizzazione delle risorse
locali.
- Affluenza di risorse finanziarie
Gli strumenti di agevolazione finanziaria regionale, nazionale e
comunitaria, unitamente agli strumenti di
programmazione negoziata, rappresentano
sicuramente un’attrazione ed un ulteriore
stimolo a investire sia per le imprese locali,
che per le imprese esogene.
Ai punti di forza si affiancano numerose criticità, che incidono in
modo significativo sulle prospettive di sviluppo
del sistema economico regionale e che di seguito
si sintetizzano.
Figura
1 - La relazione prezzi - fatturato
in Campania
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Fonte:
CEr, Congiuntura Campania - Indagine
sulle imprese della Regione 2/2002,
Regione Campania - Assessorato
Attività Produttive
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- Livello diffuso d’illegalità
La legalità costituisce una premessa a qualsiasi azione programmata
per lo sviluppo di un territorio. Le azioni di
contrasto verso tutte le manifestazioni di
criminalità, i controlli rigorosi verso le
forme diffuse d’illegalità, le iniziative
specifiche in favore dell’emersione,
costituiscono il paniere d’interventi che è
trasversale alle attività di tutti gli
assessorati e dell’intera politica regionale.
- Carenze infrastrutturali
La Campania eredita dal passato un inadeguato livello infrastrutturale,
soprattutto in termini di viabilità stradale,
ferroviaria, aeroportuale, interportuale. Il
potenziamento dei nodi e delle reti
infrastrutturali, sia materiali che immateriali,
posto al centro della politica del Governo
regionale in quanto fabbisogno primario per un
riequilibrio territoriale, potrà garantire un
maggiore livello di competitività del sistema.
- Sistema creditizio inadeguato
La difficoltà di accesso al credito è un altro elemento critico per
l’imprenditoria locale. Essa è dovuta sia ai
meccanismi procedurali, sia alle modalità di
accesso, che favoriscono le realtà
imprenditoriali già consolidate ostacolando la
crescita della neo-imprenditorialità. La
soluzione auspicata è rivolta
all’introduzione di servizi creditizi avanzati
basati più che sulle garanzie reali sulle
prospettive di sviluppo aziendale.
- Carenza di domanda e offerta di servizi alle imprese
La scarsa sensibilità imprenditoriale verso forme di consulenza
direzionale, unitamente ad una presenza di un
inadeguato terziario di supporto all’attività
produttiva, ai processi di
internazionalizzazione, alla certificazione di
qualità, alla innovazione tecnologica ed alla
commercializzazione, rappresenta un forte
vincolo per la crescita del tessuto
imprenditoriale. Per una corretta politica di
sviluppo è necessario promuovere
l’innovazione nelle imprese soprattutto in
termini gestionali e manageriali.
- Efficienza pubblica amministrazione
L’eccesso di regolazione e la complessità e lentezza delle procedure
amministrative costituiscono ancora un vincolo
allo sviluppo economico e produttivo, in quanto
si traducono in veri e propri costi diretti ed
indiretti per i soggetti regolati. Tutto questo
incide sul livello di produttività del
sistema-impresa e costituiscono un freno agli
investimenti.
Tale situazione potrà essere costantemente controllata attraverso
l’azione di monitoraggio dell’apparato
produttivo regionale affidata al Cer che, in
base ad uno specifico modello di analisi,
fornirà all’assessorato i dati delle
rilevazioni effettuate.
Obiettivi
Le attività poste in essere dall’assessorato nel quadro di
riferimento precedentemente delineato e nel
rispetto della riforma federalista, sono
guidate dagli obiettivi definiti nei due
documenti di programma che impegnano il Governo
regionale: il programma di governo di
Bassolino ed il programma operativo
regionale (Por).
Figure
2 a,b,c,d,e
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Fonte:
Osservatorio economico regionale,
"l'economia e la società della
Campania da metà anni '90 ad oggi:
un quadro di sintesi e
proposte", quaderno n. 1
Regione Campania - Svimez, Roma,
2002
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Gli obiettivi indicati nei citati documenti sono sintetizzabili nei
seguenti punti:
1. abbattimento tasso di disoccupazione;
2. crescita consistente del Pil regionale;
3. rafforzamento della struttura produttiva regionale;
4. decentramento amministrativo e sussidiarietà;
5. aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro;
6. sviluppo dell’economia sociale;
7. valorizzazione risorse ambientali.
Nel loro insieme essi
sono sostanzialmente tesi ad una promozione
dello sviluppo e dell’occupazione che consenta
alla Regione Campania di uscire dalle aree
dell’Obiettivo 1 non, come si prospetta, a
seguito della diminuzione della media del Pil
comunitario, bensì grazie ad un innalzamento
consistente di quello regionale. Un traguardo,
questo, certamente ambizioso, ma che dai primi
segnali indicatori non sembra irraggiungibile.
Infatti, i dati riportati nelle Note sull’andamento
dell’economia della Campania nel 2001,
redatte dalla Banca d’Italia, confermano un
consolidato trend di crescita dell’economia
campana, suffragato da un aumento del Pil (2.2%
in termini reali contro un dato nazionale del
1.8%), un aumento della spesa in
investimenti fissi (5,8%), una crescita delle
esportazioni (7,6%) quale conferma del trend
positivo di crescita delle produzioni locali ed
infine un rilevante incremento occupazionale (circa
34.000 unità pari al 2,2%).
Al buon risultato complessivo ha contribuito in maniera considerevole
la maggiore capacità di spesa dei fondi
comunitari che hanno cofinanziato interventi in
opere pubbliche ed agevolato gli investimenti
privati.
Come ha ben detto il Governatore Antonio Bassolino “stiamo accendendo
la scintilla” ed è il segnale di una costante
azione programmata e rigorosa che ci consente di
guardare al futuro con ottimismo.
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2 - La pietra lavica vesuviana |
In questo quadro d’insieme l’assessorato ha inteso costruire una
strategia organica definendo obiettivi, assi
d’intervento e misure specifiche che
fondamentalmente mirano alla crescita del
sistema produttivo, privilegiando processi di
consolidamento basati sulla qualità e
l’innovazione.
L’azione dell’assessorato, in sintesi, è finalizzata
all’attivazione di un processo autonomo di
sviluppo basato sulla definizione di strategie
che, da un lato assumano come area di
riferimento l’intero ambiente regionale nelle
sue interrelazioni economiche, sociali e
territoriali, e dall’altro lato selezionino
gli ambiti prioritari di intervento in una
visione integrata della programmazione
regionale.
Il percorso di crescita individuato si basa sull’incentivazione
congiunta della costruzione di ambienti
istituzionali favorevoli allo sviluppo endogeno,
dell’ispessimento dei cluster imprenditoriali
locali e dell’incremento delle connessioni
funzionali tra imprese esogene ed imprese
locali.
In particolare, dette strategie dovranno tendere a collegare in modo
funzionale gli obiettivi della crescita generale
con quelli più specifici che si caratterizzano
nell’ambito dei settori considerati più
incisivi rispetto alle peculiarità e specificità
della realtà campana.
Come di seguito si potrà riscontrare, le azioni e gli strumenti
attivati ed in corso in attivazione sono volte a
favorire:
- la nascita di nuove imprese, ivi compresi quelle cooperative e
quelle sociali;
- il supporto alla realizzazione di nuovi investimenti tesi al
consolidamento di imprese già esistenti,
attraverso la diffusione di strumenti finanziari
innovativi, l’adozione di sistemi moderni nei
processi e nelle produzioni, l’attivazione di
modelli di internazionalizzazione delle imprese;
- il miglioramento del rapporto imprese-pubblica amministrazione sia
con la realizzazione degli sportelli unici, che
con la semplificazione dell’accesso alle
opportunità di finanziamenti e di servizi;
- la promozione di interventi integrati nel territorio finalizzati
al miglioramento della competitività dei
sistemi produttivi locali e delle reti
d’imprese;
- la regolamentazione ed incentivazione del settore commercio, quale
elemento propulsivo del settore secondario.
Nuove condizioni per lo sviluppo
Unitamente al perseguimento dei su citati obiettivi, l’azione di
governo regionale deve tenere conto e tentare di
anticipare gli effetti del mutamento degli
scenari istituzionali e socio-economici che si
rifletteranno in modo significativo
sull’economia regionale.
Ci si riferisce all’allargamento dell’Unione europea, che
probabilmente comporterà una drastica riduzione
delle risorse comunitarie disponibili a partire
dal 2006, nonché ai nuovi meccanismi di
redistribuzione delle risorse nazionali, che
saranno sempre meno sensibili ad una logica
perequativa e sempre più collegati alla capacità
di produzione del reddito su base regionale ed,
infine, alla scarsa sensibilità sinora
dimostrata dal Governo centrale nei confronti
della cosiddetta questione meridionale ed
alle correlate problematiche dell’integrazione
sociale.
Sull’argomento anche nel rapporto Svimez del 2001 si manifesta una
preoccupazione circa il mancato o insufficiente
esercizio della funzione riequilibratrice dello
Stato, che nella prospettiva federale potrebbe
tradursi in un incremento del divario tra aree
del paese.
La nostra regione, in assenza di un’adeguata crescita del Pil
regionale, si troverebbe di fronte alla scelta
di dover incrementare la pressione fiscale sul
proprio territorio o, in alternativa, il dover
ridurre il livello dei servizi sociali offerti,
con conseguenze in entrambi i casi facilmente
ipotizzabili.
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3 - La porcellana
di Capodimonte |
In questo contesto gli interventi posti in essere dall’assessorato,
in un’ottica di razionalizzazione ed
integrazione delle azioni e degli strumenti,
hanno puntato alla definizione di sistemi
normativi tesi al raggiungimento degli obiettivi
prefissati, ed al contempo alla creazione delle
condizioni per prevenire le conseguenze negative
dei nuovi scenari in cui si andrà ad operare.
In particolare, dopo una fase iniziale dedicata alla razionalizzazione
delle azioni e degli strumenti disponibili, in
un’ottica di integrazione ed alternatività
tra gli stessi, e dopo l’avvio di procedure
tese a rendere efficiente la macchina
amministrativa, si è iniziato a programmare un
sistema di interventi che consenta gradualmente
di educare ed abituare il sistema
imprenditoriale ad abbandonare una logica di
sussidi diretti in favore invece di sistemi di
incentivi che incidano sulle condizioni generali
dello sviluppo. L’obiettivo è quello di
innescare un processo virtuoso in grado di
intervenire nei processi di definizione delle
scelte di convenienza dell’investitore ed al
contempo di favorire processi di
autofinanziamento del sistema, andando così a
sollecitare uno sviluppo autopropulsivo in grado
di perseguire un equilibrio economico che
consenta all’imprenditoria locale di
affrancarsi definitivamente da forme di
assistenzialismo.
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5 - Il
corallo di Torre del Greco |
Ci si riferisce a titolo esemplificativo alla graduale trasformazione
degli strumenti straordinari in leggi regionali
ordinarie, alla graduale riduzione dei livelli
massimi d’intensità d’aiuti, al crescente
coinvolgimento delle istituzioni finanziarie nel
finanziamento delle iniziative attraverso
operazioni d’intervento nel capitale delle
imprese, alla promozione dello strumento del project
financing come concreta soluzione nella
realizzazione di interventi infrastrutturali.
Ambiti operativi specifici
Passando ad un’analisi degli ambiti operativi più specifici
l’assessorato ha attivato una serie di azioni
che agiscono in modo trasversale su tutti i
settori operativi ad esso collegato e che di
seguito si sintetizzano.
Promozione del sistema economico regionale
Per l’attuazione di tale azione la regione potrà avvalersi dell’Agenzia
di marketing territoriale che svolgerà
un’attività di promozione del territorio,
delle sue caratteristiche e delle sue
prospettive, al fine di attirare dall’esterno
investimenti e visitatori.
L’immagine di un sistema locale efficiente, unitamente all’immagine
di un territorio recettivo, sono alla
base di una convincente politica di marketing
territoriale.
Congiuntamente all’Agenzia di marketing è stato progettato un
sistema informativo sulle aree per insediamenti
produttivi, che si sostanzia in una banca
dati implementata ed aggiornata attraverso la
messa in rete dei soggetti che a vario titolo
gestiscono o gestiranno aree industriali (enti
locali, consorzi, Asi e soggetti privati) e
dalla quale si potranno ottenere informazioni
sullo stato di infrastrutturazione delle aree e
sul grado di effettiva disponibilità. Tale
informativa diviene indispensabile per poter
fornire in tempi brevi rapide risposte sulle
reali possibilità di realizzare nuovi
insediamenti industriali.
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4 - La
tarsia di Sorrento |
Altra rilevante azione programmata è l’Osservatorio regionale
sportelli unici con la quale si intende
fornire, in collaborazione con l’Anci
Campania, il supporto ai comuni al fine di
agevolare l’avvio della costituzione degli
Sportelli unici comunali e garantirne
l’efficacia della prestazione.
L’Osservatorio ha, inoltre, lo scopo di realizzare ricerche e studi
su problematiche di ordine generale riferite
alla gestione dei rapporti tra imprese,
all’attivazione degli strumenti e alla
realizzazione di azioni di accompagnamento agli
stessi.
Promozione insediamenti produttivi
Per questa azione l’assessorato ha seguito due direttrici, istituendo
parallelamente strumenti destinati alle aree che
devono accogliere le iniziative e strumenti
destinati alle imprese. Nello specifico sono
state promosse particolari azioni in favore
delle aree Pip, che prevedono la
concessione di contributi destinati agli enti
locali e finalizzati ad accelerare i processi
per la realizzazione di nuovi insediamenti
produttivi. Tali contributi, unitamente al fondo
di rotazione per l’acquisizione di aree
industriali, diretto al prefinanziamento di
interventi di acquisizione di aree, di studi di
fattibilità e di oneri di urbanizzazione,
consentono di favorire ed accelerare la
realizzazione di cluster ed agglomerati
industriali.
Per quanto attiene gli interventi diretti in favore delle imprese, la
programmazione ha tenuto conto delle
caratteristiche specifiche del sistema
imprenditoriale regionale che, come rilevabile
dall’ultimo Rapporto dell’Istituto
Tagliacarne, è caratterizzato da un notevole
tasso di natalità ma da un eccessivo nanismo,
nel senso che la stragrande maggioranza delle
imprese è ascrivibile al comparto delle
micro-imprese con non più di due addetti.
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Fig 2 - Lr
28/1987 - Art. 13 e successivi.
Domande presentate, per anno e per
provincia |
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Fig 3 - Lr
28/1987 - Art. 13 e successivi.
Domande ammesse, per anno
finanziario e per provincia |
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Fig 4 - Lr
28/1987 - Art. 13 e successivi.
Spesa concessa, per anno e per
provincia |
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Fig 5 - Lr
28/1987 - Art. 13 e successivi.
Formazione apprendisti, per anno e
per provincia |
La concorrenza sempre più accentuata nei mercati globali richiede un
dimensionamento minimo per competere, unitamente
alla possibilità per l’impresa di avviare
processi d’internazionalizzazione, acquisire
servizi correlati a processi di innovazione
tecnologica, definire processi integrativi di
filiera in senso orizzontale e verticale.
Obiettivo strategico dell’assessorato è stato, pertanto, quello di
razionalizzare un sistema di incentivi in grado
di accompagnare il sistema produttivo campano in
tutte le sue fasi di crescita dimensionale e
consolidamento, ed assecondare lo stesso anche
nelle sue precipue esigenze di beni immateriali.
Come detto, quindi, gli strumenti progettati possono incontrare le
esigenze dell’impresa nelle sue diverse fasi
di sviluppo verticale; altri incontrare
le imprese trasversalmente in tutto il
loro andamento evolutivo e contribuire alla
realizzazione di una complessa strategia di
sviluppo.
È necessario poter considerare tali elementi come leve di un processo
complesso all’interno del quale i percorsi di
costituzione ed accrescimento dei singoli
fattori debbono avvenire in maniera integrata e
secondo una logica di congruenza e coerenza
reciproca.
In un’ottica del genere si inquadrano strumenti atti a sostenere l’imprenditoria
giovanile e femminile nella fase di start-up
al fine di creare nuove opportunità e la
nascita di nuove iniziative imprenditoriali.
Tali agevolazioni sono indirizzate a finanziare piani di spesa di
importo medio-piccolo disposti su un breve arco
temporale.
Per quanto tali tipologie di agevolazioni possano riguardare, oltre che
l’avvio di nuove attività imprenditoriali,
anche l’acquisto di attività preesistenti o
azioni di ampliamento ed ammodernamento di
un’attività già esercitata, sono altri gli
strumenti volti ad ottimizzare le fasi di
consolidamento e di riorganizzazione percorse
dalle imprese nella loro fase evolutiva.
È il caso del cofinanziamento della legge 488/1992.
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6 - La
moda sartoriale |
Al fine di favorire le imprese nei processi di ammodernamento
tecnologico, nel perseguimento delle
certificazioni di qualità aziendale ed
ambientale, nel contenimento dei fenomeni di
inquinamento, nei processi
d’internazionalizzazione e nell’acquisizione
di servizi d’alta consulenza sono stati
istituiti o programmati appositi strumenti.
Nello specifico è in corso di istituzione una legge
regionale di riordino ed unificazione delle
leggi 1329/1965, 598/1994 e 949/1952, che
consentirà alle imprese la migliore forma di
agevolazione in alternativa tra il bonus
fiscale, il contributo in conto interessi e il
contributo in conto capitale. È già attivo un regime
d’aiuti a sostegno delle Pmi che intendono
perseguire le certificazioni di qualità, ed
in corso d’emanazione un regime agevolativo
mirato l’acquisizione di servizi di alta
consulenza direzionale.
Nell’ottica di privilegiare uno sviluppo sostenibile che salvaguardi
il territorio e l’ambiente, è stato istituito
un programma che agevola l’installazione di
tetti fotolvotaici (misura 1.2 Por).
Attualmente l’intervento è in regime de
minimis.
Infine è stata istituita una convenzione con il Ministero del
commercio con l’estero, l’Ice, la Simest ed
il sistema camerale campano per la costituzione
dello sportello regionale per
l’internazionalizzazione, che si prefigura
come un sistema di servizi di assistenza
continua alle imprese nei loro percorsi e
processi d’internazionalizzazione e sviluppo
degli scambi con l’estero.
Altri strumenti destinati in particolare alle imprese artigiane
sono l’art. 4 della legge 28/1987, che
finanzia la diffusione dei prodotti campani in
occasione di manifestazioni fieristiche; la legge
188/1990 che prevede organismi e procedure
di tutela per la produzione della ceramica
artistica campana, la quale rappresenta un
comparto produttivo apprezzato in tutto il
mondo, che consentiranno ai nostri produttori di
salvaguardare la propria produzione di qualità,
la creatività, la professionalità, la tipicità
e la tradizione culturale ed artistica rispetto
alle produzioni di imitazione provenienti da
altre aree, sia dell’Italia sia dell’estero;
l’art. 13 della legge 28/1987 che, con
contributi a fondo perduto, partecipa
all’emersione delle imprese dall’area del
sommerso promuovendo l’assunzione di giovani
con la qualifica di apprendisti presso i
laboratori delle imprese artigiane ubicate sul
territorio regionale.
Accanto a tali obiettivi che privilegiano l’impresa in quanto unità,
va sottolineato il valore di altri strumenti che
ne perseguono un altro di pari importanza e che,
in particolare, promuovono il consolidamento
delle imprese in una logica di rafforzamento del
concetto di cluster.
La logica di cluster in Campania, come già ricordato, assume
una notevole rilevanza nella programmazione
della crescita e dello sviluppo. Essa si basa
sull’idea che la capacità competitiva di un
sistema produttivo dipenda in modo non esclusivo
ma significativo, dalla presenza di
concentrazioni sul territorio di imprese
industriali specializzate e che soltanto
sfruttando il loro effetto sinergico le imprese
minori riescono a potenziare le loro capacità
competitive. Per quanto un territorio possa
essere fertile, è possibile che questo cresca
più velocemente laddove esiste una politica di
distretti e di aggregazione delle imprese.
L’adozione di tale politica prevede meccanismi
di auto-sviluppo che, basati sull’esistenza di
economie di localizzazione, portano a sostenere
e rinforzare i processi agglomerativi di
crescita.
Tali teorie assumono una valenza ancora maggiore in considerazione del
fatto che in Campania, come già ricordato, vi
è un’enorme quantità di imprese
medio-piccole e che, pertanto, all’obiettivo
primario di accrescere le dimensioni di alcune
di queste, si affianca l’esigenza di
incentivarne l’aggregazione. La regione ha
sostanziato la centralità e la strategicità
della scelta distrettuale attraverso
l’identificazione di un Pit per ciascun
distretto industriale a regia regionale e
l’Assessorato ha stanziato un importo di euro
155.000,00 per supportare le spese di
funzionamento e consulenziali di ciascun Pit. In
un’ottica di rafforzamento dei processi di
filiera sono, inoltre, stati individuati i
settori di primario interesse per
l’attivazione di contratti di programma
(aeronautico, biotecnologie, calzaturiero,
cartotecnico, demolizione ecologica,
metalmeccanico, nautico, sistema legno, vetro)
ed è stata già effettuata una stima dei
fabbisogni finanziari ammontanti a circa euro
324.187.742.
Tra gli strumenti che potranno consentire in un’ottica di coerenza ed
alternatività, sia l’avvio di nuove
iniziative produttive, che l’ampliamento e la
conseguente creazione di occupazione aggiuntiva,
si colloca infine il contratto
d’investimento a favore di grandi, piccole
e medie imprese, società consortili miste
pubblico-private.
I progetti potranno prevedere a supporto dell’iniziativa anche
programmi di ricerca, innovazione e
trasferimento tecnologico-gestionale, programmi
di formazione e di internazionalizzazione.
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7 - La
porcellana di Capodimonte |
Finanza per lo sviluppo
Tra gli strumenti della regione che potranno incontrare trasversalmente
le imprese in tutto il loro andamento evolutivo
ve ne sono due che rientrano in quel tipo di finanza
definita innovativa e che, attraverso la
raccolta del risparmio sul mercato, potranno
contribuire al finanziamento degli investimenti
delle imprese: si tratta dei fondi di
garanzia, a sostegno dell’accesso al
credito, e del fondo chiuso più
propriamente destinato per la capitalizzazione
delle imprese. L’individuazione dei soggetti
gestori di tali fondi sarà affidato a strutture
specializzate.
Regolamentazione ed incentivazione del
commercio
Nel settore del commercio sono state promosse azioni finalizzate alla
razionalizzazione del settore distributivo ed al
riordino di tutta la normativa regionale sul
commercio emanata in attuazione del DLgs
114/1998. Un grosso sforzo è inoltre diretto
alla revisione delle norme e dei regolamenti che
disciplinano i mercati all’ingrosso e
l’esercizio dell’attività fieristica.
Ugualmente rilevante è la previsione con la
misura 5.2 del Por di azioni a sostegno della
riqualificazione del tessuto imprenditoriale
nell’ambito di programmi di recupero e
sviluppo urbano.
Una grossa attenzione è stata dedicata anche all’esecuzione degli interventi
di bonifica relativi ai serbatoi interrati
contenenti carburanti per autotrazione. Da
menzionare, infine l’istituzione dell’Osservatorio
regionale per il commercio il cui fine è
quello di monitorare la consistenza e
l’efficienza della rete distributiva al fine
di valutare gli interventi di programmazione
regionale del comparto.
Efficientamento pubblica amministrazione
La ricerca di soluzioni che rendano più snella ed efficace l’attività
della amministrazione regionale è comune alle
azioni di tutti gli assessorati. Come già
ricordato, grande rilevanza è stata data alla
realizzazione ed attivazione degli Sportelli
unici; l’assessorato, inoltre ha avviato
l’attuazione della misura 4.2 del Por, Sostegno
allo sviluppo produttivo del tessuto
imprenditoriale regionale, che prevede la
realizzazione di un’infrastruttura tecnologica
in grado di gestire l’intero ciclo di vita
delle leggi agevolative. Tale sistema,
unitamente alla gestione in outsorcing delle
attività procedurali ed istruttorie
affidate ad enti bancari, consentirà una più
rapida ed efficace allocazione delle risorse
pubbliche agevolate.
1, 2 La pietra lavica vesuviana
3, 7 La porcellana di Capodimonte
4 La
tarsia di Sorrento
5 Il
corallo di Torre del Greco
6 La
moda sartoriale
Le immagini sono tratte da “Campania: le radici del futuro”,
Allegato a Qualeimpresa n. 8-9/2001, realizzato
dall’Assessorato alle attività produttive
della Regione Campania.
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