Numero 4 - 2001

 

i piani territoriali di coordinamento 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avellino verso il Ptc


Stefano Sorvino


 

La Provincia di Avellino, su iniziativa dell’assessore alla pianificazione territoriale Stefano Sorvino, ha varato nel settembre 2001 gli indirizzi programmatici per la redazione del proprio Ptc, di cui si riportano alcune idee chiave, tratte dai paragrafi introduttivi. La stesura del piano è attualmente in corso per opera degli uffici tecnici provinciali, supportati dalle Università di Napoli e Salerno

 

 

 

 

 

La Provincia di Avellino, buona terza dopo Salerno e Napoli, ha cominciato concretamente a lavorare alla redazione del proprio Ptc.

Lo sta facendo avendo avanzato, sul finire del 2001, una “proposta preliminare di indirizzi programmatici per il primo Piano Territoriale di Coordinamento”, definito quale “contributo di apertura al dibattito consiliare”, formulato dal competente assessorato alla pianificazione territoriale. La Provincia di Avellino guarda al Ptc come ad uno strumento di pianificazione di area vasta, costituito da una serie di piani di settore, relativi sia all’analisi e tutela del territorio e dell’ambiente, sia ai profili più specifici di pianificazione del territorio, quali il sistema paesistico, le caratteristiche e l’evoluzione dei sistemi insediativi, le reti di mobilità.

Esso viene riguardato quale strumento complesso in cui inquadrare piani verticali o di settore e piani orizzontali o zonali.

Il Ptc è, ancora, strumento urbanistico di livello superiore ai Prg dei singoli comuni; azione continua di coordinamento delle politiche comunali finalizzata a riorganizzare aree vaste; orientamento al bilancio provinciale per la determinazione delle scelte per le richieste di finanziamento dei fondi di Agenda 2000; quadro di riferimento per i Pit. La Provincia di Avellino rileva l’urgenza di dotarsi di un Ptc soprattutto per i comuni che, attualmente, non hanno punti di riferimento nella elaborazione dei loro piani urbanistici e, soprattutto, non dispongono di una cornice di riferimento per immaginare una prospettiva di sviluppo del proprio territorio.

Quest’ultimo presenta, inoltre, caratteristiche variegate per cui la sua pianificazione deve essere diversificata e plurifunzionale, in grado di riconoscere ed interpretare le discontinuità del territorio secondo una logica organica, disegnando uno scenario di possibili opportunità. 

La provincia irpina non ha una configurazione territoriale unitaria e neppure può contare su un livello sufficiente di integrazione funzionale interna, con parti di territorio del tutto distinte e caratterizzate da fenomeni diversi.

Per questi motivi, il nuovo ruolo dell’ente intermedio-amministrazione provinciale, sede di cerniera e riferimento per la concertazione, consiste più che nel condizionare, nell’indurre, in modo indiretto, le scelte di sviluppo, attraverso una strategia di pianificar facendo.

La provincia deve porsi come struttura di regia che affianca e non interferisce gerarchicamente nell’attività di pianificazione degli enti locali, esercitando una azione strategica con la gestione di un piano-processo, di un work in progress, i cui obiettivi e risultati devono essere continuamente verificati e riformulati su orizzonti di medio periodo, nel quadro di un costante confronto con amministrazioni e soggetti locali. La Provincia di Avellino predilige, infine, il partenariato interprovinciale ed interregionale, che si è concretizzato nell’intesa delle quattro province interne della dorsale appenninica (Avellino-Benevento-Campobasso-Foggia), che, tra l’altro, propone interventi in settori fisici ed immateriali, accompagnati da un patto per l’occupazione finalizzato a combattere la desertificazione economica delle zone interne.

(roger)

 

 

 

Presentazione | Referenze Autori | Scrivi alla redazione | AV News | HOME

 

 Il sito web di Area Vasta è curato da Michele Sol