Numero 4 - 2001

 

l'iniziativa delle province 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La dimensione territoriale del rischio idrogeologico


Roberto Gerundo


 

Previsione e tutela dal rischio idrogeologico nella pianificazione territoriale provinciale è il tema del convegno tenutosi a Roma nel gennaio 2002, promosso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dall'Unione delle Province d'Italia. Il documento di base effettua una radiografia dello stato della pianificazione di area vasta nel nostro paese. Si riportano alcune riflessioni di base e valutazioni conclusive.

 

 

 

 

 

 

Il convegno su "pianificazione territoriale provinciale e rischio idrogeologico: previsione e tutela", è stato introdotto dalla presentazione di uno studio sullo "stato della pianificazione con particolare riferimento alla riduzione del rischio idrogeologico e del rischio idraulico". La ricerca, promossa dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, Direzione difesa del territorio, e dall'Unione delle Province d'Italia, Settore assetto del territorio, ha ricapitolato il ruolo dei piani territoriali di coordinamento provinciale, contestualmente ai fenomeni idrogeologici ed alle condizioni di rischio da essi indotti, passando in rassegna le strumentazioni progressivamente introdotte dalla legislazione statale, quali i piani di bacino, i piani stralcio, i piani straordinari per le aree a rischio idrogeologico molto elevato, i piani per l'assetto idrogeologico, oltre ai piani territoriali paesaggistici ed ai piani dei parchi. Nelle considerazioni finali è emerso che la compresenza dei diversi strumenti di pianificazione di area vasta, laddove si registri più intensamente, produce il progressivo superamento della separatezza fra tali strumenti ed assegna al Ptc sempre più il ruolo di armonizzatore delle conoscenze, del rapporto fra le istituzioni presenti sul territorio, delle politiche preventive di difesa del suolo, delle normative, del sistema dei vincoli, degli approfondimenti prescrittivi legati alla difesa del suolo relativi ai centri edificati. Il Ptc garantisce la copertura dell'intero territorio provinciale come momento di sintesi delle conoscenze e delle prescrizioni e tende a stabilizzarsi come strumento unitario di raccordo tra le amministrazioni di livello sovraordinato. La ricerca ha elaborato il quadro della compresenza dei diversi strumenti di pianificazione di area vasta, indirettamente indicativo circa la potenziale interazione dei loro differenti contenuti (Figura 1). Lo scenario emerso mette in evidenza come vaste aree del paese, soprattutto localizzate al sud, siano scarsamente dotate o addirittura sprovviste di strumenti di pianificazione capaci di tutelare il territorio, in particolare laddove siano previste profonde trasformazioni. Ma anche in aree tradizionalmente attente al binomio uso coerente del territorio - programmazione, in alcuni casi, vi è una scarsa compresenza degli strumenti finalizzati alla tutela dell'integrità fisica ed ambientale del territorio. In tale generale situazione, è comunque rilevante che siano complessivamente 30 i territori provinciali nei quali il dispiegamento degli strumenti di pianificazione di area vasta possa essere considerato completo, in cui risultano quindi elaborati tutti gli strumenti di pianificazione di area vasta presi in considerazione (alta compresenza). In particolare, infatti, su 14 territori provinciali sono stati adottati o approvati gli strumenti della pianificazione generale che comprendono le tematiche tipiche della pianificazione specialistica e straordinaria. Sono infatti presenti i piani paesaggistici, i piani territoriali di coordinamento provinciale (approvati o adottati), i piani straordinari e i piani di assetto idrogeologico (approvati o adottati). Sugli altri 16 territori provinciali sono presenti i piani paesaggistici e i piani straordinari, sono in via di adozione i Ptc e sono stati adottati, o sono in adozione, i progetti di piano per l'assetto idrogeologico. Può essere considerato in via di completamento, in tempi medi o medio lunghi, il dispiegamento dei vari strumenti di pianificazione che interessa 39 territori provinciali (media compresenza). Aree nelle quali sono presenti sia i piani paesaggistici che i piani straordinari, mentre sono in corso di elaborazione, a vario livello, la pianificazione provinciale e i piani di assetto idrogeologico (a volte riferiti a parti di territorio interessate da più autorità di bacino). Sono, infine, 34 i territori provinciali nei quali la compresenza degli strumenti di pianificazione può considerarsi sostanzialmente bassa (bassa compresenza). In queste aree, in molti casi, si registra l'assenza di una tra le tipologie di piano prese in considerazione, in alcuni casi addirittura l'assenza di due o più tipologie di piano (anche in riferimento a piani di assetto idrogeologico che interessano solo porzioni di territorio).

Dall'analisi condotta emerge la necessità di favorire e migliorare un processo che veda coinvolti i soggetti istituzionali a tutti i livelli, con l'obiettivo di giungere ad una pianificazione territoriale che risulti integrata e processuale. È necessario, infatti, che si realizzi un circuito virtuoso tra la pianificazione territoriale e la pianificazione cosiddetta specialistica (piani di bacino, piani paesaggistici, piani dei parchi) che porti ad una efficace interazione ed alla armonizzazione delle disposizioni specifiche di ciascun piano. 

Stato di attuazione della pianificazione provinciale

Fonte: Pianificazione territoriale e provinciale e rischio idrogeologico - Previsioni e tutela, a cura del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e dell’Unione delle Province d’Italia, 2002

Considerando il ruolo che il livello della pianificazione provinciale riveste per gli obiettivi della difesa del suolo e della tutela dell'ambiente, appare indispensabile promuovere e consentire il pieno dispiegamento di questo livello di pianificazione, in modo che, anche nel rispetto delle linee dettate dal DLgs 112/1998, la provincia mantenga e possibilmente rafforzi il suo ruolo di programmazione e di pianificazione urbanistica, a partire delle aree nelle quali non è completata o non è presente significativamente l'attività di pianificazione a livello di bacino. I Ptc costituiscono, infatti, allo stato attuale, lo strumento di intervento più completo alla scala vasta. Essi si configurano come il naturale anello di congiunzione tra la pianificazione territoriale regionale e quella di livello comunale (che comporta le ricadute più dirette anche ai fini della difesa del suolo), occupandosi, oltre che di difesa del suolo, di tutela e valorizzazione dell'ambiente e del territorio, di prevenzione delle calamità, di valorizzazione dei beni culturali, di viabilità e trasporti, e rappresentando un livello di pianificazione capace di governare e controllare le trasformazioni nei loro effetti di sistema. (roger)

 

 

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