Numero 4 - 2001

 

i concorsi di idee 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Padula = Theleme


Alessandro Dal Piaz


 

 

 

 

 

 

 

Nelle fasi più significative della sua storia il ruolo del Vallo di Diano è stato caratterizzato, nel contesto territoriale meridionale, dal convergervi di feconde relazioni fra regioni e culture diverse. Ciò ha contribuito a costruirne la peculiare fisionomia, particolarmente interessante per l’intreccio interattivo nella sua struttura e nel suo paesaggio delle componenti naturali con le componenti artificiali, di diversa ascendenza, ma vitalmente fuse. La circostanza poi di una situazione sempre relativamente eccentrica ed estensiva ha facilitato la sopravvivenza, fino ai giorni più recenti, dei valori e dei caratteri propri, anche se a prezzo di una relativa marginalità, percepibile in sostanza, più che come carenza assoluta di servizi, come distanza dalla condizione urbana. Negli anni più prossimi a noi, si sono profilati cambiamenti cospicui, portatori di potenzialità, ma ancor più di rischi assai gravi. Da un lato, infatti, sono stati promossi o consentiti interventi che, aderendo alla lettura più corriva delle dinamiche quantitative del contemporaneo, solo in apparenza riducevano la distanza dalla città e, dall’altro, si sono perse molte occasioni per cogliere congiunture di diverso segno che, però, avrebbero richiesto il totale superamento dei forti particolarismi presenti, dall’individualismo nel privato al municipalismo nel pubblico. Oggi si affacciano taluni elementi di novità che rappresentano un diverso livello di opportunità. Ne citiamo solo alcuni: 

- la regione ad ovest del Vallo, costituita in Parco naturale nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, può ora interloquire fra i protagonisti nei processi organizzativi del Vallo e in una prospettiva qualitativa di sviluppo; e, d’altro canto, anche sul versante orientale i territori lucani, dalla Val d’Agri al Pollino, possono fare sistema in una prospettiva di valorizzazione turistica innovativa dell’ambiente; 

- la dimensione metropolitana nella quale – anche nelle aree interne e rade – viene ormai percepito il proprio rapporto con il territorio da ogni soggetto sociale (che non trova più nell’orizzonte del proprio paese che una quota minima della soddisfazione delle proprie esigenze materiali e immateriali) facilita la costruzione di strategie integrate; 

- l’attività di pianificazione in corso alla scala sovracomunale (piano territoriale provinciale, piano del parco) può porre sul tappeto, in termini non più astratti e teorici, bensì concreti ed operativi, gli obiettivi prioritari di riqualificazione.

Il tema è oggi quello del progressivo superamento della marginalità mediante interventi e politiche che non provochino la distruzione o il degrado dei valori e dei caratteri del Vallo. Quella che occorre costruire è dunque una strategia di sviluppo basata sulla valorizzazione delle risorse – materiali e immateriali – disponibili in situ (sviluppo locale), su meccanismi economici durevoli (sviluppo sostenibile), su orizzonti di mercato calibrati (sviluppo autocentrato), su logiche sistemiche di complementarità ed equilibrio (sviluppo diffuso). In una impostazione del genere, non vi è spazio per interventi mega di alcun tipo, ma solo per il necessario impegno a recuperare – riducendone le negatività – gli episodi di concentrazione/polarizzazione del passato. Ci sembrano invece da considerare condizionanti, se non strettamente propedeutiche, politiche adeguate di tutela e riqualificazione ambientale.

 

 

Le politiche di tutela e di riqualificazione ambientale

 

L’articolata orografia dei rilievi che delimitano l’esteso bacino intermontano del Vallo, determinata da complessi processi geologici, conferisce un carattere suggestivo all’intero sistema ambientale in cui, ad impervi bastioni, si susseguono versanti accidentati sormontati da alti pianori sommatali, di rado interrotti da strette valle trasversali utilizzate come accessi alle aree contermini. I limiti fisici dell’area del Vallo corrispondono ai limiti strutturali di un sistema morfologico chiuso in cui i processi morfoevolutivi risultano sostanzialmente in equilibrio nelle aree di fondovalle, grazie alle canalizzazioni di bonifica del Tanagro, e variamente attivi nelle fasce pedemontane e montane, in relazione alla geolitologia locale ed alle acclività delle pendici. La fascia pedemontana, sede dei centri storici, si caratterizza per la variabilità delle clivometrie: accentuate verso l’alto al passaggio, spesso netto, con la zona montana, più morbide verso valle, fino a raccordarsi con la Valle. Nella fascia pedemontana i processi erosionali sono ancora attivi ed originano condizioni d’instabilità conclamate in aree dissestate là dove più marcato è stato l’abbandono antropico. Le azioni da prevedere vanno mirate, nella piana, alla rinaturalizzazione del sistema Tanagro-canali, sistema da migliorare anche in relazione al rischio di esondazioni o appantanamenti e, nelle zone acclivi, alla difesa attiva del suolo. Dall’altopiano di Campostrino e fino al limite settentrionale del comprensorio considerato, il paesaggio è dominato dall’incisione del corso d’acqua e dalle ripide balze calcaree degli Alburni e da un vasto sistema collinare, anche terrazzato, rispettivamente in sinistra e destra orografica. Il contesto ambientale così articolato assume connotati totalmente differenti da quelli del Vallo e l’elemento dominante è rappresentato dalle acque, superficiali e profonde, che assumono valori di risorsa ambientale e paesaggistica. Ad esse si deve l’intensa erosione superficiale, con il modellamento della locale porzione del bacino imbrifero del Tanagro e la formazione dell’intricato sistema carsico di questa parte degli Alburni. Gli habitat formati dalle acque defluenti, spesso anche di natura relittuale, sono suggestivi e, se protetti, rinaturalizzati e valorizzati, possono utilmente concorrere sia al rilancio turistico di questo territorio sia ad incentivarne le attività produttive. 

 

Concorso di idee per il riequilibrio ambientale e la valorizzazione delle risorse del Vallo di Diano

 

 

Le componenti storico-culturali dell’ambiente del Vallo, è ben noto, rivestono uno straordinario interesse. Esse comprendono numerose testimonianze archeologiche dei periodi lucano e romano, le vestigia degli insediamenti longobardi e normanni e numerosissimi monumenti religiosi e civili delle età successive, nonché i tessuti insediativi – di straordinario interesse culturale – di tutti i centri storici del comprensorio. Negli anni recenti sono state realizzate significative iniziative di restauro e di valorizzazione culturale che stanno iniziando a produrre positivi risultati in campo turistico. Ma molto ancora resta da fare, soprattutto in termini di promozione della percezione integrata e della comprensione del sistema di relazioni che, nelle varie fasi della storia del Vallo, hanno legato, fra loro e con il contesto geografico e naturale, ogni componente insediativa, aulica ed opulenta rappresentazione dei valori dominanti e del potere ovvero essenziale risposta alle esigenze produttive e riproduttive della sopravvivenza. E ciò in una complessa strategia di sviluppo economico e sociale, nella quale agli obiettivi specifici della valorizzazione turistica si affianchi l’obiettivo della compiuta riappropriazione culturale da parte delle comunità locali, per il pieno dispiegamento di quel milieu che può costituire risorsa e motore insieme dello sviluppo locale di cui accennavamo all’inizio. 

 

Figura 1 - La descrizione: la qualità degli insediamenti

 

Le politiche di valorizzazione sostenibile

 

Il settore agricolo rappresenta ancora oggi una componente essenziale, per disponibilità di fattori produttivi e per saperi, del patrimonio locale di risorse. 

Nel comprensorio sono presenti circa 11.270 aziende agrarie caratterizzate dall’avere in media 3 Ha di superficie agricola utilizzata. I boschi occupano circa il 35% della superficie agricola, la restante parte è destinata a coltivazioni agricole prevalentemente di tipo seminativo; tra le colture arboree, l’olivo e la vite sono le specie più rappresentate. 

La tipologia delle aziende agrarie del Vallo depone per una struttura degli ordinamenti produttivi di tipo zootecnico e per una valorizzazione dei prodotti animali trasformati (carne, latte) orientata allo sfruttamento di marchi di qualità.

In questo contesto andrebbe sviluppata con idonei strumenti legislativi una zootecnia biologica alla luce del regolamento Cee 1804/1999. La normativa prevede che le produzioni zootecniche debbano contribuire all’equilibrio dei sistemi di produzione agricola rispondendo alle esigenze di elementi nutritivi delle colture e migliorando la sostanza organica nel terreno, contribuendo a mantenere rapporti di complementarità tra terra e vegetale, vegetale ed animale, animale e terra.

L’attività zootecnica trova nell’azienda biologica una naturale collocazione in un’ottica di equilibrio agro-ecologico, essendo un’attività in grado di collegare e caratterizzare le produzioni vegetali dell’azienda che permette una corretta gestione del territorio favorendo la valorizzazione anche di superfici aziendali cosiddette marginali.

Si individua così una prospettiva di sviluppo assai significativa sotto il profilo economico, sotto il profilo della compatibilità ambientale e sotto il profilo della congruenza intersettoriale in una logica di valorizzazione turistica di tutte le risorse locali. 

Nei settori extra-agricoli le potenzialità più significative di sviluppo si individuano nel turismo e nei servizi, ma non si possono per questo considerare marginali e trascurabili le prospettive dell’artigianato e della piccola-industria, specialmente in una ottica di integrazione intersettoriale sia con l’agricoltura e la zootecnia sia con il turismo. 

Si segnalano perciò alcune opportunità peculiari legate a produzioni tipiche o tradizionali (comparto lattiero-caseario, olio, lavorazione artistica della pietra) per le quali sarebbe opportuno impostare un complesso di politiche moderne di sostegno (dai marchi di qualità alle scuole di formazione).

La preesistente distribuzione policentrica degli insediamenti e la diffusa presenza di risorse culturali e naturalistiche, suscettibili di valorizzazione turistica, appaiono spontaneamente congruenti con il modello di sviluppo locale che proponiamo, basato sulla distribuzione diffusa di ruoli e caratterizzazioni capaci di costruire un reticolo integrato di relazioni di complementarità fra i centri storici recuperati, gli aggregati recenti riqualificati e le attrezzature ed i percorsi turistici.

Figura 2 - La proposta

Per quanto riguarda i servizi pubblici di livello superiore, occorre integrare le esistenti localizzazioni, ma è opportuno altresì promuovere lo sviluppo di servizi privati di tipo urbano, anche solo attraverso la riqualificazione insediativa degli aggregati residenziali ed il miglioramento dei trasporti collettivi comprensoriali. Attualmente, i servizi di trasporto collettivo su gomma servono solo incidentalmente una quota ridotta di spostamenti tra i centri del Vallo lungo gli itinerari diretti verso Battipaglia-Salerno. Occorre invece studiare la/e soluzione/i migliore/i (circolare del Vallo, reticolo di navette dirette, soluzioni miste, anche articolate per vettori e modalità – autobus, microbus e taxi collettivi – ivi inclusi eventuali servizi a prenotazione) per garantire tutte le necessità di mobilità, anche quelle dei cittadini fra tutte le componenti del sistema del Vallo, pure in relazione alla riattivazione della linea ferroviaria Sicignano degli Alburni-Lagonegro.

Le politiche per il turismo postulano anch’esse una impostazione articolata e sistemica. Al di là di taluni interventi specifici, è la promozione di una galassia di iniziative coerenti e interrelate che occorre attivare, avvalendosi ovviamente degli impulsi ricavabili dalle attività in essere (turismo culturale e scolastico a Padula e Pertosa, turismo termale a Montesano). Si tratta, ad esempio, di promuovere il riuso – specie nei centri storici – di spazi idonei ad una utilizzazione ricettiva, articolata per categorie e modalità, dall’albergo alla pensione al bed and breakfast, garantendo però sia un coordinamento gestionale sia un livello adeguato di qualità del servizio per ciascuna categoria.

Figura 3 - Valorizzazione turistica e culturale del territorio di Padula

Il rapporto fra il Vallo, come luogo di transito di flussi di viaggiatori, ed il patrimonio turisticamente rilevante del contesto territoriale immediato e meno prossimo, va costruito soprattutto mediante l’offerta di opportunità di sosta attraenti per una pluralità di fattori (interesse plurimo delle mete accessibili in una medesima unità di tempo; qualità allargata del servizio, sia come amenità che come efficienza aziendale; costo; disponibilità di produzioni tipiche di qualità). A tali fini, si propone l’attivazione di alcuni punti verdi sull’autostrada o in prossimità di alcuni svincoli nei quali siano illustrate le varie possibilità di fruizione. Ad integrazione della sosta breve, occorre poi offrire gli opportuni servizi di promozione e sostegno all’escursionismo nel parco del Cilento, mediante la realizzazione (anche riusando idonei edifici dismessi) di alcune centraline di servizio al parco opportunamente ubicate nelle quali il forestiero possa trovare le informazioni, i materiali, i servizi più idonei allo svolgimento delle sue escursioni nonché la disponibilità per l’acquisto di prodotti tipici locali. Una delle iniziative più significative per la valorizzazione turistica del patrimonio ambientale del comprensorio potrebbe riguardare l’attivazione del percorso carsico e del parco fluviale del Tanagro. Le forme carsiche, riscontrabili un po’ ovunque alla base degli Alburni, risultano maggiormente estese tra Polla ed Auletta, dove la continuità dei condotti, la varietà delle forme e le frequentazioni preistoriche delle maggiori cavità, fanno sì che il locale sistema carsico assuma valore primario di permanenze storico-ambientali. Nelle condizioni attuali tale sistema, oltre a ricevere scarsa attenzione da parte dei flussi turistici per l’inadeguatezza dei servizi e degli strumenti informativi, pone dei problemi di fragilità in termini di conservazione ambientale e di tutela paesaggistica.

È necessario, cioè, da un lato attivare quelle azioni che consentano nel tempo il miglioramento, prima, ed il mantenimento, dopo, degli equilibri naturali che presiedono al funzionamento del sistema carsico: preservare le aree di infiltrazioni idriche superficiali e profonde nelle crive di Polla, proteggere le aree di accesso alle cavità e riqualificare le porzioni di territorio che comprendono i sistemi ipogei. Gli obiettivi sono perseguibili attraverso la realizzazione di un percorso carsico a valenza storico-ambientale che da Polla raggiunga Caggiano passando per Pertosa ed Auletta. 

Figura 4 - Il parco fluviale del Tanagro e l’area attrezzata delle grotte dell’Angelo

Il locale sistema carsico può essere messo in rete attraverso collegamenti montani (intersezione con i sentieri del trekking del Parco del Cilento e Vallo di Diano e del trekking dell’Alleanza) e lungo la Valle del Tanagro, integrandosi con un più vasto parco fluviale della media valle dello stesso fiume.

Il parco fluviale della media valle del Tanagro può essere delimitato dalla porzione naturale del bacino imbrifero che da Polla raggiunge Auletta. Oltre alla connessione con il percorso carsico, il parco va inteso come un’azione attiva di rinaturazione delle fasce riparali e dell’alveo del Tanagro per la mitigazione dei rischi di erosione delle sponde e di alluvionamento delle zone vallive. Le azioni che in tale fascia possono essere attivate sono finalizzate alla riqualificazione ed alla protezione degli ecosistemi relittuali degli habitat esistenti e delle aree naturali esistenti per la riattivazione e la ricostituzione di ambienti umidi e per il ripristino ed ampliamento delle aree a vegetazione spontanea. Inoltre, nei tratti torrentizi in forre possono essere istituiti percorsi canoistici.

Tutta la fascia ripariale può essere resa fruibile anche con piste ciclabili attrezzate con aree di sosta e di avvistamento.

 

Figura 5 - La riqualificazione degli insediamenti sparsi di Teggiano

 

Le politiche di riqualificazione infrastrutturale ed insediativa

 

Per quanto riguarda il sistema della mobilità nel Vallo di Diano si ritiene sia possibile conseguire un notevole miglioramento complessivo attraverso un pacchetto integrato di interventi, che comprenda la citata riattivazione della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, la realizzazione di un nuovo svincolo sulla A3 in posizione intermedia fra gli attuali caselli di Sala Consilina e Padula-Buonabitacolo, la costruzione di una nuova strada parallela alla ferrovia fra lo svincolo di Sala Consilina e l’incrocio con la provinciale Silla-Trinità, i miglioramenti di efficienza e sicurezza connessi con la realizzazione della terza corsia sulla A3, l’adeguamento a norma dell’intera rete statale e provinciale in esercizio, con la realizzazione dei necessari interventi locali anche di calibrati tronchi integrativi o sostitutivi di tratte non migliorabili per commistione di funzioni urbane. In particolare, per la linea ferrata può prevedersi la riattivazione per utilizzazioni plurime:

- per il trasporto collettivo di persone;

- per il trasporto merci negli orari notturni;

- per convogli con spiccata caratterizzazione turistica, con soste programmate in stazioni dotate di particolari attrattive paesaggistico-ambientali, ovvero in stazioni deputate all’accesso a manifestazioni sportive, musicali o culturali. 

In questo quadro, l’aviosuperficie di Teggiano, opportunamente sistemata, collegata con la viabilità primaria e dotata della necessaria segnaletica, di un parcheggio e delle attrezzature indispensabili (ivi incluso un piccolo edificio con servizi igienici e punto di ristoro), può partecipare al sistema svolgendo anch’essa funzioni integrate, in prevalenza di tipo sportivo e turistico (gare di paracadutismo, rallies per aerei da turismo o superleggeri, escursioni aeree sul parco del Cilento), ma anche, all’occorrenza, di aviosoccorso e di protezione civile.

I tessuti storici debbono essere oggetto di programmi articolati di riqualificazione e vitalizzazione, capaci di conseguire in modo integrato obiettivi tanto di tutela attiva dei loro valori documentari e culturali, quanto di valorizzazione sostenibile specie nella rinnovata prospettiva di un turismo culturalmente qualificato. 

Sotto questo profilo, la promozione delle attività private nella ricettività e nelle attività complementari deve far percepire agli operatori l’opportunità di offerte articolate in rapporto a ciascun segmento di domanda e insieme la necessità di garantire, per ciascun livello di prezzo, il servizio corrispondentemente più adeguato.

Parallelamente l’intervento pubblico deve restaurare e rendere fruibili il numero più ampio possibile di monumenti e beni culturali e sistematicamente migliorare la qualità degli spazi pubblici e la dotazione di attrezzature e arredi urbani compatibili con le caratteristiche ambientali.

Anche gli aggregati edilizi recenti, in prevalenza non radicalmente incompatibili con i caratteri paesaggistici del Vallo, meritano programmi di riqualificazione basati sull’incremento e sulla riorganizzazione degli spazi pubblici come più consistente armatura urbana, sulla ricucitura dei margini sfrangiati mediante calibrati interventi edilizi, sul recupero funzionale di manufatti dismessi (a Silla, un ex deposito di laterizi come centro per la valorizzazione di prodotti tipici locali e centro servizi per l’agricoltura e l’attività casearia) o sulla realizzazione ex novo di opportune attrezzature (ad esempio, attrezzature destinate a giovani, per lo spettacolo ed il ballo e multisala cinematografica, ai margini di Montesano Scalo). 

In tale contesto, il centro sportivo meridionale (Csm) deve trovare un nuovo ruolo integrato: in primo luogo, occorre realizzare nelle sue adiacenze una quota di ricettività alberghiera, indispensabile – fra l’altro – al funzionamento estivo del centro come luogo di ritiro e preparazione di compagini sportive e nel resto dell’anno come centro polifunzionale per lo spettacolo, la musica, la cultura e lo sport; in tale ottica, l’area di integrazione del Csm potrebbe poi prevedere anche scuole sportive (ad esempio per il paracadutismo, in considerazione delle relazioni possibili con la prossima aviosuperficie di Teggiano), nonché un parco agricolo per attività campestri.

 

 

 

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