Numero 3 - 2001

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


a cura di:

Isidoro Fasolino


Sociologia e territorio, distretti industriali, programmazione negoziata, pianificazione territoriale sono gli ambiti della riflessione disciplinare sull’area vasta riscontrabili nelle pubblicazioni di recente edizione. Isidoro Fasolino, curatore della rubrica, ha selezionato cinque titoli di cui tratteggia i contenuti principali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Verifichiamo, purtroppo ancora spesso, i ritardi degli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica, che pure dovrebbero tutelare il territorio minacciato dalla piena libertà di azione di soggetti individuali. Ciò continua ad avvenire anche per non aver avuto il coraggio di affrontare ed imporre scelte impopolari. Occorrono strumenti nuovi per costruire una coscienza nuova: lo chiede il comune buon senso ma, soprattutto, la drammaticità delle situazioni che sconvolgono il nostro paese travolto, di mese in mese, ora da un terremoto, ora da una frana, ora da un’alluvione.

 

   

Sociologia e territorio

Mela Alfredo, Maria Carmen Belloni, Luca Davico (2000), Sociologia e progettazione del territorio, Carocci, Roma.

Gli autori, tutti insegnanti di Sociologia urbana e Sociologia dell’ambiente, si propongono di fornire indicazioni per la pianificazione e per le politiche volte a migliorare la qualità dello spazio naturale e costruito, contribuendo alla soluzione di problemi sociali, in modo specifico per mezzo dell’intervento pubblico. Una ventina di anni fa si sarebbe parlato di un testo di sociologia applicata, in particolare, applicata ai problemi del territorio.

Il lavoro, tuttavia, rifugge dall’antinomia fra approcci teorici ed approcci empirici e interroga i sociologi sulla rilevanza e sull’utilità del loro lavoro e delle ricadute potenziali della loro attività ai fini della progettazione degli assetti spaziali dei sistemi sociali contemporanei.

L’impegno dei sociologi sui temi del territorio e dell’ambiente è attualmente orientato alla soluzione di problemi sociali, attraverso la definizione di piani, progetti, politiche.

Il volume si propone non solo di chiarire lo stretto nesso che lega logica della progettazione territoriale e ambientale e dimensione applicativa, ma anche di mostrare concretamente quanto, in questo ambito, sia indispensabile la collaborazione tra esperti di diversa formazione disciplinare.

In particolare, l’attenzione degli autori si sofferma sui processi di partecipazione dei cittadini alla pianificazione territoriale, sullo studio delle percezioni soggettive e del valore simbolico dei luoghi e degli ambienti, sulla realizzazione di politiche dei tempi delle città, sulla progettazione degli spazi pubblici, sugli interventi che riguardano le situazioni di rischio. Un intero capitolo è dedicato ai metodi e alle procedure della ricerca. 

Nel volume è possibile, quindi, trovare tutti gli oggetti di ricerca, le metodologie, le procedure e le tecniche di lavoro che possono costituire un proficuo terreno comune ai pianificatori della città e del territorio.

Pianificazione provinciale 

Sergio Caldaretti, Carlo Cellamare (a cura) (2000), Per un progetto di territorio e di sviluppo locale. Il piano provinciale di Rieti, FrancoAngeli, Milano.

Il volume offre una sintesi dei contenuti del piano territoriale di coordinamento della Provincia di Rieti, unica amministrazione nel Lazio ad aver adottato tale strumento. Esso, avviato nel 1992 ed adottato nel novembre 1999, è il frutto di una stretta attività di collaborazione tra la Provincia di Rieti e l’Università di Roma “La Sapienza”. L’esperienza raccontata presenta un approccio alla pianificazione orientato nel senso di una processuale maturazione nel tempo, dove lo stesso concetto di norma assume un carattere di progetto dinamico del territorio in cui assume rilievo l’obiettivo dello sviluppo locale. Emerge quale caratteristica del piano quella di tendere a modellarsi in relazione agli innumerevoli soggetti coinvolti nel processo di piano. L’interattività nel processo di piano si è concretizzata in un confronto lungo e un dibattito serrato che è servito a far crescere progressivamente la consapevolezza che il futuro del territorio risiede nella valorizzazione delle proprie risorse e la condivisione delle scelte da parte degli attori che compongono la variegata realtà locale. La scelta è stata quella di non riproporre modelli e procedure consolidate ma di costruire contesti di interazione progettuale, in cui si potesse dare vita ad una progettualità diffusa senza dare, sin dall’inizio dell’esperienza, nulla per scontato e facendo in modo che i contenuti e i significati scaturissero lungo un percorso che è stato, così, anche un percorso culturale.

 

   

 

Alle presentazioni da parte degli amministratori e l’introduzione dei curatori, segue la precisazione dei fondamenti del piano (Enzo Scandurra), la descrizione dell’organizzazione del processo (Carlo Cellamare), il concetto di ambiente come opera di costruzione collettiva (Lidia Decandia), il rapporto tra territorio e sviluppo locale (Carlo Cellamare), il valore territoriale dell’acqua (Giordana Castelli), l’individuazione dei punti di crisi sociale (Sergio Caldaretti), il rapporto tra le relazioni territoriali e le infrastrutture (Alberto Budoni), il progetto di comunicazione (Luciano De Bonis). E’ inclusa una ricca sezione cartografica a colori e una appendice normativa, con annesso commento curato da Sergio Caldaretti e Lidia Decandia, inerente ai relativi caratteri ed articolazioni. I progetti di territorio, in allegato alle norme, riguardano: il progetto Terminillo, Per una nuova cultura della montagna; il progetto Velino, Per la costruzione di una rete ecologica provinciale.

Distretti industriali

Giacomo Becattini (2000), Il distretto industriale, Rosemberg & Sellier, Torino.

Nel libro sono riuniti saggi che attraversano vent’anni del lavoro intellettuale sui distretti industriali dell’economista fiorentino Giacomo Becattini. Gli scritti, come spiega Fabio Sforzi nella sua presentazione al libro, costituiscono un discorso unitario dove il ragionamento di ordine teorico generale si intreccia continuamente con l’interpretazione della realtà sociale.

L’affermazione del concetto di distretto industriale è fortemente legata al dibattito intorno al ruolo della piccola impresa nell’economia italiana. Con il tramonto del fordismo, infatti, il distretto industriale esprime la possibilità, per numerose piccole imprese geograficamente concentrate, di organizzare la produzione in modo efficiente, integrato e coordinato. La stessa società locale, attraverso istituzioni, ma anche valori, conoscenze e comportamenti, agisce sull’organizzazione della produzione. 

 

   

 

La prima parte del libro, costituito da tre saggi, descrive il distretto industriale, rappresentandone il quadro teorico entro il quale prende forma il concetto che lo sottende e delineandone i caratteri strutturali. Ne esamina, infine, la superiore capacità esplicativa, per certi tipi di attività produttiva, rispetto al comune settore industriale. 

La seconda parte analizza il distretto sotto il profilo teorico-concettuale. Si tratta di due saggi che rappresentano due modi differenti, ma in un certo senso complementari, di indagare l’assetto distrettuale. In particolare, poi, si afferma come le possibilità di un distretto di cambiare, rimanendo se stesso, risiedono tutte nella capacità di modificare il suo apparato produttivo e il suo retroterra sociale, ricostituendoli continuamente, in coerenza con le modificazioni del contesto esterno.

La terza parte, con altri due saggi, racconta della consapevolezza della natura distrettuale dell’economia e dello sviluppo in Italia, esprimendo, quindi, il nesso fra la forma del distretto e le peculiarità dello sviluppo economico italiano.

 

   

 

La quarta parte riepiloga, in altri due scritti, i punti chiave e i vantaggi dell’analisi distrettuale, per poi indicare incisivamente una prospettiva di analisi empirica e di riflessione teorica, tale da mettere pienamente a frutto i risultati di questo metodo. I due saggi segnano il passaggio progressivo dal distretto come concetto strutturale al distretto come modo di affrontare i fenomeni produttivi.

Il volume costituisce un’esplorazione in profondità di questo ramo originale della letteratura socio-economica conosciuto nel mondo come primariamente italiano.

Programmazione negoziata

Marco Cremaschi (a cura) (2001), I programmi integrati. Opportunità e vincoli, Donzelli, Roma.

La turbolenza riformista degli anni novanta ha consentito la sperimentazione di diversi programmi comunitari e nazionali, di valenza sia locale che territoriale, quali urban, leader, patti territoriali, prusst, ecc. 

Il lavoro curato da Cremaschi è un quaderno Formez su un concetto di sviluppo locale da conseguire attraverso specifici modelli di azione territoriale ormai numerosi ed eterogenei. Il volume, infatti, è una rassegna, svolta nell’ambito del programma Formez Rap 100, delle prime esperienze di programmazione territoriale integrata, per finalità, soggetti, risorse, avente per oggetto le aree rurali, la riqualificazione e la rigenerazione urbana, la riconversione delle aree di crisi, la promozione dell’occupazione. Il volumetto concentra l’attenzione su come l’obiettivo dell’integrazione è stato interpretato nelle pratiche recenti, dando conto dei diversi gradi di integrazione effettivamente perseguita, consentendo di cogliere coerenze e differenze con le finalità della programmazione nazionale.

L’integrazione è anche uno dei principi della nuova programmazione dei fondi strutturali 2000-2006, che ha introdotto, a tale scopo, lo strumento privilegiato dei progetti integrati territoriali, nuova famiglia di programmi integrati che hanno nella definizione del concetto di idea forza la principale caratteristica.

Si parte dalla constatazione della diffusione delle azioni di programmazione territoriale, per passare ad una descrizione delle famiglie dei programmi, fino ad individuare i nodi comuni di tali strumenti e lanciare la sfida dell’integrazione attraverso obiettivi plurisettoriali e progettazione unitaria.

Non manca qualche suggerimento per il rafforzamento dell’approccio integrato dei progetti territoriali che saranno attuati nel quadro della nuova programmazione regionale.

 

   

L’area vasta in Urbanistica Quaderni

Luciana Caravaggi (a cura) (2000), Provincia di Macerata. Il Piano territoriale di coordinamento, Inu edizioni, Roma.

In questo volume dei Quaderni di Urbanistica sono raccolti diversi tipi di materiali relativi al piano territoriale di coordinamento della Provincia di Macerata. Sono presentati gli elaborati di piano e stralci o sintesi della relativa normativa tecnica di attuazione. Seguono brevi saggi dei consulenti del piano, che hanno esplorato il territorio di Macerata da diversi punti di vista. Le elaborazioni grafiche, quasi tutte a colori, sono curate, in forma autonoma, dai diversi autori. 

Il quaderno fa parte della collana, edita dall’Inu, relativa alla sezione atti di pianificazione ed espone singoli piani, insiemi di piani e di progetti pubblicati su richiesta degli enti che li hanno promossi. Vengono affrontati temi monografici che variano ad ogni fascicolo. Ho selezionato i titoli che si occupano di esperienze di area vasta, tutti ricchi di illustrazioni sia in bianco e nero che a colori, anche qui con riferimento al biennio 1999-2000 appena trascorso.

n. 19 - Biagiani R., Conti B., Galuzzi P., Moretti M., Vitillo P. (a cura) (1999), Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Pesaro-Urbino, Inu edizioni, Roma; 

n. 21 - Ciabotti P., Parone A. (a cura) (1999), Regione Marche. Il Piano di inquadramento territoriale, Inu edizioni, Roma; 

n. 22 - Marson A. (a cura) (1999), Provincia di Venezia. Il Piano territoriale provinciale, Inu edizioni, Roma;

n. 23 - Arlotti G. (a cura) (1999), Provincia di Rimini. Il Piano territoriale di coordinamento provinciale, Inu edizioni, Roma;

n. 24 - Caravaggi L. (a cura) (2000), Provincia di Macerata. Il Piano territoriale di coordinamento, Inu edizioni, Roma;

n. 25 - Regione Veneto (2000), Piani di area vasta: Altopiano del Tonezza - Fiorentini, Quadrante Europa, Auronzo - Misurina, Fontane Bianche, Inu edizioni, Roma.

 

 

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