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                                     La
                                    rapida e costante trasformazione del tessuto
                                    economico e produttivo del Mezzogiorno negli
                                    ultimi anni ha favorito la rielaborazione
                                    delle politiche di sviluppo, individuando
                                    negli enti locali i principali interlocutori
                                    del dialogo tra gli attori sociali, con
                                    particolare riferimento al grande tema della
                                    programmazione negoziata e alle opportunità
                                    messe in campo attraverso i patti
                                    territoriali e i contratti d’area.
                                    L’esistenza di veri e propri distretti
                                    industriali non formalmente riconosciuti o,
                                    più spesso, di reti aziendali - meglio
                                    definite come microsistemi - costituite da
                                    piccoli o piccolissimi organismi, si è pian
                                    piano trasformata in riferimento principale
                                    per avviare un monitoraggio delle dinamiche
                                    di crescita locale.  
                                    Di
                                    fronte a tale scenario i soggetti
                                    territoriali si sono ritrovati a
                                    confrontarsi con due ordini di problemi. Il
                                    primo: l’evolversi delle politiche
                                    istituzionali in direzione
                                    dell’accompagnamento della domanda di
                                    sviluppo. Il secondo: la variegata
                                    campionatura delle richieste e delle istanze
                                    provenienti dalla base produttiva.  
                                    Le
                                    province si sono rivelate nodo strategico
                                    per l’accompagnamento dello sviluppo. In
                                    particolare le problematiche connesse con il
                                    sistema infrastrutturale, con le reti dei
                                    servizi e di distribuzione hanno trovato in
                                    esse il naturale referente su scala
                                    sovracomunale in considerazione delle
                                    difficoltà delle regioni nell’analizzare
                                    dinamiche complesse che assumono le
                                    sembianze di sottosistemi territoriali
                                    troppo distanti dalle logiche delle
                                    macroaree regionali. Il cammino fin qui
                                    percorso testimonia l’attitudine che le
                                    province hanno dimostrato svolgendo questo
                                    ruolo, forse – e senza forse – proprio
                                    perché rivestono una dimensione
                                    istituzionale e territoriale adeguata a tali
                                    necessità.  
                                    Già dalla legge 142/1990 la provincia era uscita rafforzata
                                    soprattutto con riferimento alla sua
                                    funzione di ente di governo dell’area
                                    vasta: la redazione del piano
                                    territoriale di coordinamento, che
                                    l’articolo 15 le affida, rappresenta un
                                    punto di svolta notevole ed è la vera
                                    apertura alla nuova prospettiva, nella
                                    misura in cui a quello strumento si
                                    attribuisca non soltanto la sua tipica
                                    natura di riordino urbanistico e di
                                    riferimento-quadro per le pianificazioni
                                    locali, ma anche una forte valenza
                                    socio-economica, capace di compiere le
                                    grandi opzioni dello sviluppo e,
                                    quindi, di rappresentare il grande quadro
                                    dentro il quale attivare ogni iniziativa sostenibile.  
                                    L’ulteriore
                                    e più recente normativa consacra
                                    definitivamente il nuovo volto della
                                    provincia come soggetto istituzionale,
                                    capace di interpretare il bisogno del
                                    territorio e di porsi in dialogo continuo e
                                    costante soprattutto con i piccoli comuni.
                                    La legge - codificando quanto di fatto
                                    sostanzialmente già sta accadendo -
                                    ridefinisce la provincia come l’ente che
                                    promuove e coordina lo sviluppo del proprio
                                    territorio.  
                                    Il
                                    patto territoriale dell’agro nocerino
                                    sarnese, che gode dell’accompagnamento
                                    dell’Unione Europea ed insiste su un
                                    comprensorio caratterizzato da particolari
                                    criticità, può essere considerato un caso
                                    di scuola.  
                                    Il
                                    patto territoriale per l’occupazione
                                    dell’agro nocerino sarnese nasce
                                    con l’obiettivo di creare sviluppo e nuova
                                    occupazione e rilanciare l’area che
                                    comprende i 12 comuni della vasta piana del
                                    fiume Sarno: Angri, Castel San Giorgio,
                                    Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani,
                                    Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno,
                                    Sant’Egidio del Monte Albino, San
                                    Valentino Torio, Sarno, Scafati, Siano. 
                                    L’iniziativa
                                    - concreta applicazione delle strategie di
                                    sviluppo fondate sul partenariato - si
                                    caratterizza per il coinvolgimento di tutti
                                    i principali operatori economici e sociali
                                    dell’agro che, per la prima volta,
                                    superando traversie e storiche
                                    contrapposizioni, siglano un accordo sulle
                                    prospettive generali e gli obiettivi di
                                    sviluppo da indicare ad un’area complessa,
                                    allo scopo di avviare un processo nuovo di
                                    programmazione economica dal basso. 
                                      
                                    La storia del patto 
                                    Il
                                    patto territoriale dell’agro nocerino
                                    sarnese nasce ufficialmente su
                                    iniziativa dei Comuni di Scafati, Angri,
                                    Nocera Inferiore, Sant’Egidio del Monte
                                    Albino, delle organizzazioni sindacali Cgil,
                                    Cisl e Uil e dell’associazione
                                    nazionale industriali delle conserve
                                    alimentari vegetali per promuovere,
                                    sostenere e riorganizzare lo sviluppo
                                    economico e produttivo dell’agro
                                    nocerino sarnese, un’area che può
                                    considerarsi omogenea sia dal punto di vista
                                    geografico che economico. 
                                    II
                                    30 maggio del 1996, il Cnel dà risposta
                                    positiva alla richiesta di attivazione del
                                    patto. Viene, quindi, costituito un motore
                                    locale (composto dai soggetti promotori)
                                    che, con il contributo dei vari attori
                                    istituzionali, economici e sociali
                                    coinvolti, provvede alla stesura di una
                                    prima relazione sul patto, discussa al Cnel
                                    il 9/10/1996. 
                                    Agli
                                    inizi del 1997, la decisione della
                                    Commissione Europea, su indicazione del
                                    governo nazionale, di inserire il patto
                                    dell’agro, assieme ad altri nove patti
                                    italiani, in una grande iniziativa
                                    sperimentale per rilanciare sviluppo ed
                                    occupazione in ottantanove aree depresse
                                    localizzate in tutti i paesi dell’Unione
                                    Europea, impone aI coordinamento del patto
                                    una sensibile rimodulazione del documento
                                    programmatico prodotto, già presentato al
                                    Cnel il 21 febbraio 1997, secondo gli
                                    orientamenti e le indicazioni
                                    dell’assistenza tecnica comunitaria,
                                    rendendo necessaria una nuova ed intensa
                                    fase di concertazione tra i partners locali. 
                                    Il
                                    nuovo orientamento comunitario viene
                                    prontamente accolto dal partenariato che,
                                    auspice il Cnel, il 22 luglio 1997
                                    sottoscrive a Roma un nuovo protocollo
                                    d’intesa, e dalla Provincia di Salerno,
                                    nel frattempo subentrata al Comune di Nocera
                                    Inferiore nella responsabilità deI
                                    coordinamento istituzionale del patto. 
                                    Il
                                    nuovo percorso di concertazione guidato
                                    dalla Provincia di Salerno si traduce in una
                                    fitta serie di incontri pubblici, tenutisi
                                    nell’intero territorio del patto, allo
                                    scopo di rendere partecipi tutti i partners
                                    del processo in corso ed indirizzare i
                                    risultati nella direzione da essi auspicata,
                                    in funzione di un equilibrato e condiviso
                                    programma di sviluppo integrato del
                                    territorio. 
                                    In
                                    particolare, nella nuova programmazione
                                    integrata degli interventi viene sollecitata
                                    la previsione di misure innovative più
                                    strettamente funzionali all’obiettivo
                                    occupazionale e di specifiche
                                    micro-politiche nei settori ambientale e dei
                                    servizi di prossimità. 
                                    Con
                                    il cofinanziamento comunitario, viene
                                    istituita una segreteria tecnica, a supporto
                                    della ulteriore fase di concertazione
                                    necessaria alla definizione del piano
                                    d’azione e si dà avvio ad una
                                    campagna di comunicazione e
                                    sensibilizzazione sul territorio per
                                    favorire una conoscenza diffusa dei
                                    contenuti e delle opportunità del patto. 
                                    La
                                    versione definitiva del piano d’azione
                                    viene sottoscritta dall’assemblea generale
                                    del partenariato il 17 gennaio 1998, a
                                    Scafati. Il documento definisce indirizzi
                                    generali, settori e misure di intervento di
                                    un programma integrato di sviluppo per il
                                    territorio dei dodici comuni dell’area
                                    patto. 
                                    L’idea
                                    guida è la realizzazione di un intervento
                                    caratterizzato dai seguenti elementi: 
                                    1.
                                    concentrazione strategica e progettuale
                                    sull’obiettivo occupazionale; 
                                    2.
                                    implementazione di strategie di sviluppo
                                    innovative rispetto alle esperienze passate; 
                                    3.
                                    definizione e realizzazione di azioni
                                    strettamente integrate in aree diverse e
                                    complementari, per la creazione di una massa
                                    critica indispensabile per il take-off
                                    dell’intero territorio interessato; 
                                    4.
                                    collegamento stretto del programma con i
                                    bisogni effettivi riscontrati nell’area,
                                    attraverso il confronto con gli operatori di
                                    settore in essa presenti (approccio dal basso
                                    verso l’alto); 
                                    5.
                                    eliminazione degli ostacoli allo sviluppo,
                                    propri del territorio; 
                                    6.
                                    sfruttamento delle risorse e dei punti di
                                    forza locali per reagire allo stato di
                                    stagnazione e di regressione economica e
                                    occupazionale. 
                                    L’obiettivo
                                    della creazione di nuova occupazione viene
                                    perseguito nel piano d’azione attraverso
                                    un approccio strategico volto in maniera
                                    puntuale alla creazione del cosiddetto
                                    enabling environment ovvero alla
                                    realizzazione di condizioni favorevoli allo
                                    sviluppo. Gli interventi previsti investono
                                    più settori: 
                                    - le
                                    città; 
                                    -
                                    l’ambiente e beni culturali; 
                                    - i
                                    settori produttivi e i nuovi giacimenti
                                    occupazionali; 
                                    - la ricerca; 
                                    - le
                                    politiche attive del lavoro e l’attuazione
                                    dei protocolli aggiuntivi; 
                                    -
                                    l’agricoltura. 
                                    Particolare
                                    rilievo assumono le politiche sociali,
                                    culturali e dell’ambiente e la promozione
                                    del terzo settore quale soggetto
                                    territoriale candidato alla gestione
                                    no-profit dei servizi, in linea con la
                                    sensibilità espressa dalle istituzioni
                                    europee rispetto all’incentivazione di
                                    nuovi giacimenti occupazionali nei settori
                                    dei servizi alla persona, per la promozione
                                    della cultura, del turismo e della tutela
                                    ambientale. 
                                    Allo
                                    scopo di assicurare l’efficace gestione
                                    del programma di interventi attraverso una
                                    sistematica e puntuale azione di
                                    accompagnamento e di sostegno, il 28 luglio
                                    1998 viene costituita la spa Patto
                                    Territoriale dell’Agro, società per
                                    azioni a prevalente capitale pubblico. 
                                    Oltre
                                    alle dodici amministrazioni comunali,
                                    partecipano alla società, la Provincia di
                                    Salerno, che svolge compiti di coordinamento
                                    istituzionale, la Camera di Commercio,
                                    sindacati, imprese, banche, organizzazioni e
                                    associazioni, per un totale di 76 soci
                                    azionisti ed un capitale apportato - ad oggi
                                    - di £ 1.407.025.000. 
                                    Il
                                    29 dicembre 1998, la Commissione Europea
                                    conclude con esito positivo l’istruttoria
                                    tecnica relativa al piano d’azione,
                                    assegnando alla spa Patto Territoriale
                                    dell’Agro un primo finanziamento di
                                    17.325.000 euro, al quale si è poi aggiunto
                                    un cofinanziamento nazionale pubblico di
                                    9.017.000 euro, a valere sulle risorse del
                                    fondo di rotazione ex lege 183/1987, per un
                                    totale di 26.342.000 euro. 
                                    Due
                                    successivi decreti hanno assegnato alla
                                    società ulteriori finanziamenti, di cui il
                                    primo pari a 24.913.881 euro, il secondo,
                                    finalizzato alla realizzazione di attività
                                    di informazione, animazione e diffusione dei
                                    risultati e delle esperienze conseguite
                                    nell’attuazione del Pom, corrispondente a 167.848 euro. 
                                    La
                                    somma complessiva, di circa 51 milioni di
                                    euro, è stata impegnata entro il 31/12/1999
                                    per il rilancio economico ed occupazionale
                                    nell’agro nocerino sarnese. 
                                      
                                      
                                    I risultati raggiunti 
                                    In
                                    quasi tre anni di attività, la società,
                                    compiendo uno sforzo organizzativo e
                                    professionale di significativa rilevanza, ha
                                    posto in essere tutte le azioni necessarie e
                                    utili per realizzare programmi di sviluppo
                                    in forma organica, unitaria ed integrata,
                                    utilizzando tutti i possibili canali di
                                    finanziamento a livello regionale, nazionale
                                    e comunitario, stimolando le iniziative
                                    private e pubbliche necessarie ed inducendo
                                    la partecipazione delle forze attive del
                                    territorio e di operatori nazionali ed
                                    internazionali. 
                                    L’attuazione
                                    del piano, resa possibile dal finanziamento
                                    di 420 progetti, tramite i 18 bandi
                                    pubblicati, favorirà la creazione di circa
                                    1500 nuove unità lavorative. Un
                                    risultato che va ben oltre le previsioni
                                    iniziali (1096 unità), con un incremento
                                    pari al 37%. 
                                    Il
                                    modello definito ha consentito alla spa
                                    Patto Territoriale dell’Agro di affermare
                                    il proprio ruolo di agenzia di sviluppo
                                    locale con il compito di acquisire le
                                    risorse necessarie ad attuare i piani
                                    operativi definiti dal partenariato,
                                    garantendo la qualità e l’efficacia dei
                                    progetti finanziati con una incisiva ed
                                    attenta attività di monitoraggio e
                                    valutazione. 
                                      
                                      
                                    Alcuni progetti esemplari 
                                    Di
                                    seguito si presentano alcuni progetti
                                    esemplari avviati sul territorio grazie
                                    all’incisiva e formidabile azione di
                                    concertazione che tutti i soggetti
                                    rappresentativi del territorio (enti
                                    pubblici, imprese, sindacati, sistema
                                    finanziario locale, terzo settore) hanno
                                    vissuto per arrivare alla definizione del
                                    patto. 
                                      
                                    Agro
                                    Invest 
                                    Agro Invest,
                                    società di trasformazione urbana, a
                                    prevalente capitale pubblico, nasce il 21
                                    ottobre 1999, su proposta del consiglio
                                    d’amministrazione della spa Patto
                                    Territoriale dell’Agro, con il compito di
                                    realizzare le opere di riqualificazione
                                    urbana, recuperare le aree dismesse ed
                                    infrastrutturare l’area industriale
                                    comprensoriale localizzata in zona Fosso
                                    Imperatore (Nocera Inferiore). 
                                    Il ruolo di Agro lnvest nel proprio ambito territoriale,
                                    attualmente costituito dagli otto comuni
                                    dell’agro nocerino sarnese che
                                    hanno promosso la società, è quello di
                                    contribuire ad elevare la qualità urbana
                                    complessiva, incidendo su più settori e
                                    componenti della vita economica e sociale. 
                                    Grazie ad Agro lnvest, le amministrazioni pubbliche, i
                                    proprietari e le imprese private, cooperando
                                    tra loro, potranno attenuare - ed in qualche
                                    caso recuperare - fenomeni diffusi quali
                                    l’abbandono dei centri storici e la
                                    carenza di spazi di verde ed attrezzature
                                    sociali. 
                                    La realizzazione di un’area industriale, in una logica
                                    comprensoriale di sviluppo delle attività
                                    produttive ed incremento dell’occupazione,
                                    è stata, sin dall’inizio, l’obiettivo
                                    strategico prioritario del patto
                                    territoriale dell’agro. Ubicata in località
                                    Fosso Imperatore, in posizione baricentrica
                                    rispetto alla conformazione del territorio
                                    ed alle direttrici di comunicazione
                                    dell’Agro, è già servita direttamente da
                                    infrastrutture e reti e garantisce ottima
                                    accessibilità ai traffici industriali
                                    grazie allo svincolo Nocera-Pagani
                                    sull’autostrada Caserta-Salerno. 
                                    Tale area assicurerà alle imprese la disponibilità, a
                                    costi vantaggiosi, di funzioni e servizi che
                                    realizzino elevate condizioni di efficienza
                                    e vivibilità, costituendo il primo esempio
                                    di nucleo industriale organico nel
                                    comprensorio. 
                                    Una seconda area industriale, da realizzarsi in località
                                    Taurana, al confine dei Comuni di
                                    Sant’Egidio Montalbino, Angri, San Marzano,
                                    Pagani ed in prossimità di uno dei
                                    depuratori del nuovo sistema di
                                    disinquinamento del fiume Sarno potrebbe
                                    consentire la costituzione di un polo
                                    agro-alimentare, prevedendo anche la
                                    delocalizzazione di una parte delle imprese
                                    esistenti. 
                                    Una
                                    terza area industriale sarà realizzata in
                                    località Starza. 
                                      
                                    Lo
                                    sportello unico per le attività produttive
                                    dell’agro nocerino sarnese 
                                    L’apertura
                                    dello sportello unico (Su) per le
                                    attività produttive del patto territoriale
                                    dell’agro nocerino sarnese
                                    rappresenta una delle più significative
                                    sfide per la costruzione dell’enabling
                                    environment per la nascita e lo sviluppo
                                    di nuove imprese. 
                                    Lo
                                    Su si pone come obiettivo lo snellimento
                                    delle procedure di autorizzazione per tutte
                                    le imprese che dovranno ampliare o iniziare ex
                                    novo attività produttive. 
                                    Avvalendosi
                                    della facoltà prevista dalla normativa, i
                                    12 comuni del patto territoriale dell’agro
                                    nocerino sarnese hanno sottoscritto il
                                    24 maggio 1999 un accordo di programma,
                                    attraverso il quale hanno scelto di
                                    esercitare in forma associata le funzioni
                                    dello Su, conferendone la gestione al
                                    soggetto già responsabile del patto
                                    territoriale: la spa Patto Territoriale
                                    dell’Agro. 
                                    La
                                    gestione associata dello Su consentirà di
                                    profittare al massimo delle evidenti
                                    sinergie derivanti dalla visione e dalla
                                    gestione unitaria delle iniziative inerenti
                                    il sistema produttivo locale, di cui la spa
                                    Patto Territoriale dell’Agro è titolare,
                                    grazie al suo ruolo consolidato di motore
                                    dello sviluppo del territorio. 
                                    Lo
                                    Su provvede a ricevere, istruire e valutare
                                    le domande per la realizzazione,
                                    l’ampliamento, la cessazione, la
                                    riattivazione, la localizzazione e la
                                    rilocalizzazione di impianti produttivi. 
                                    La
                                    novità modifica profondamente il rapporto
                                    tra il mondo delle imprese e la pubblica
                                    amministrazione, visto che l’ufficio dello
                                    Su, nell’assumersi la responsabilità per
                                    il procedimento, è soprattutto in grado di
                                    garantire al richiedente tempi brevi e certi
                                    per la sua conclusione, risolvendo il
                                    problema atavico della frammentarietà e
                                    della settorialità degli adempimenti. 
                                    L’ufficio
                                    svolge, inoltre, funzioni di promozione, di
                                    assistenza e di informazione, consentendo
                                    l’accesso gratuito, anche in via
                                    telematica, alle informazioni sugli
                                    adempimenti necessari, all’elenco delle
                                    domande di autorizzazione presentate, allo
                                    stato del loro iter procedurale. Si arriva
                                    così a superare il tradizionale distacco
                                    dalle amministrazioni pubbliche e diventa
                                    possibile, anche grazie al supporto della
                                    tecnologia, aprire con esse un dialogo
                                    costante ed amichevole. 
                                    Lo
                                    Su diventa così la sede privilegiata per
                                    conoscere, attivare, monitorare e promuovere
                                    - attraverso azioni mirate di marketing
                                    territoriale - le iniziative produttive più
                                    in sintonia con le vocazioni dell’agro e
                                    con le sue capacità di manodopera
                                    qualificata, realizzando un originale
                                    incontro tra le esigenze dell’offerta e
                                    quelle della domanda, sotto il profilo delle
                                    produzioni e dei consumi così come delle
                                    risorse umane. 
                                      
                                    Il
                                    piano di zona dei servizi sociali e
                                    socio-sanitari 
                                    Il
                                    piano di zona dei servizi sociali e
                                    socio-sanitari è un piano regolatore
                                    comprensoriale per la gestione unitaria e
                                    integrata dei servizi alla persona, nato in
                                    attuazione delle dichiarazioni di impegno
                                    contenute all’interno del protocollo
                                    sociale aggiuntivo del piano d’azione del
                                    patto, come strumento nuovo ed efficace di
                                    programmazione sovracomunale, per la
                                    realizzazione di tutte le azioni finalizzate
                                    alla promozione della dimensione sociale del
                                    territorio. 
                                    Il piano di zona rappresenta uno dei prodotti di qualità
                                    scaturiti dall’esperienza di concertazione
                                    del patto. Tre ne sono le principali
                                    motivazioni: 
                                    1. l’agro nocerino sarnese ha intrapreso la
                                    realizzazione di un piano di zona dei
                                    servizi per propria autonoma decisione.
                                    L’esperienza del patto territoriale
                                    dell’agro e in esso del piano di zona
                                    sociale ha, infatti, anticipato di oltre un
                                    anno la legge 328 deI novembre 2000, di
                                    riforma quadro dei servizi sociali che,
                                    all’art. 19, prevede l’estensione dei
                                    piani di zona sociali a tutto il territorio
                                    nazionale, collocando il territorio
                                    dell’agro in una posizione più avanzata e
                                    più ricettiva nei confronti delle nuove
                                    strategie di sviluppo dei servizi. Con il
                                    piano di zona, l’agro nocerino sarnese
                                    sta dunque realizzando una seconda
                                    esperienza pilota in Campania, dopo quella
                                    del patto territoriale e l’aspetto più
                                    interessante è rappresentato proprio da
                                    questa straordinaria anticipazione in un
                                    contesto territoriale storicamente
                                    caratterizzato più da ritardi che da
                                    esperimenti anticipatori; 
                                    2. con il piano di zona si afferma finalmente sul
                                    territorio il principio dell’inseparabilità
                                    e dell’integrazione dei diversi ambiti di
                                    pianificazione territoriale: cioè che non
                                    è opportuno né corretto programmare la
                                    dimensione urbanistica e ambientale
                                    separatamente da quella sociale e sanitaria
                                    e che tutti questi ambiti sono un pezzo
                                    importante della pianificazione economica; 
                                    3. la procedura di attuazione del piano si presenta
                                    fortemente innovativa perché: 
                                    -
                                    utilizza in modo intelligente i nuovi
                                    strumenti normativi resi disponibili dalla
                                    più recente legislazione di riordino delle
                                    autonomie locali e di decentramento
                                    amministrativo ribaltando la preesistente
                                    logica centralistica che consentiva solo ciò
                                    che era espressamente sancito dalla legge e
                                    non viceversa, tutto ciò che non era
                                    espressamente negato: in 
                                    questo senso, il piano di zona è la
                                    concreta dimostrazione dell’esercizio
                                    dell’autonomia a partire dal basso in nome
                                    dei comuni interessi del territorio; 
                                    - il
                                    percorso di pianificazione non è stato il
                                    prodotto di un soggetto esterno incaricato
                                    di redigere il piano, ma è il risultato di
                                    un itinerario di lavoro collettivo che ha
                                    coinvolto pubblici amministratori, operatori
                                    sociali e sanitari pubblici, del privato
                                    sociale e del volontariato, in uno sforzo
                                    corale di analisi deI territorio, di lettura
                                    dei bisogni, di individuazione degli
                                    obiettivi, di concertazione e progettazione
                                    comune. 
                                      
                                    AgrOccupazione 
                                    La
                                    società di collocamento AgrOccupazione
                                    viene costituita il 27 luglio 2001, sulla
                                    base delle disposizioni previste dal DLgs
                                    469/1997 che trasferisce agli enti locali i
                                    compiti in materia di mercato del lavoro. 
                                    AgrOccupazione
                                    nasce con l’obiettivo di agevolare i
                                    processi di incontro tra domanda ed offerta
                                    di lavoro, orientando i giovani alla ricerca
                                    di nuova occupazione, tramite l’accesso
                                    alla banca dati nazionale (Sil) istituita
                                    dal Ministero del lavoro. 
                                    AgrOccupazione
                                    intende soddisfare tutte le richieste di
                                    personale con un servizio rapido,
                                    professionale e di qualità, secondo le
                                    linee già ampiamente sperimentate in molti
                                    altri paesi dell’Unione Europea. 
                                    Essa
                                    consentirà alle aziende di: 
                                    - risparmiare tempo, risorse ed energie nella ricerca del
                                    personale; 
                                    -
                                    avvalersi di una struttura qualificata ed in
                                    grado di offrire un servizio rapido; 
                                    -
                                    trovare le persone adatte all’incarico
                                    nelle migliori condizioni di mercato; 
                                    e a
                                    tutti coloro che cercano un impiego di: 
                                    - usufruire di un servizio completamente gratuito; 
                                    - avvalersi di nuove stimolanti opportunità di lavoro; 
                                    - valorizzare le proprie capacità con possibilità di un
                                    collocamento stabile sul mercato. 
                                      
                                    Confidi
                                    Patto dell’Agro 
                                    Il
                                    Confidi Patto dell’Agro (consorzio di
                                    garanzia fidi) nasce nel luglio 2000, su
                                    iniziativa della società di gestione del
                                    patto territoriale per l’occupazione
                                    dell’agro nocerino sarnese. 
                                    Il
                                    consorzio - senza fini di lucro ed ispirato
                                    ai principi della mutualità - è stato
                                    costituito per assistere le piccole e medie
                                    imprese operanti nell’agro nocerino
                                    sarnese nella loro gestione finanziaria,
                                    mirando principalmente a favorirne e
                                    renderne meno oneroso l’accesso al
                                    credito. 
                                    Il
                                    Confidi garantisce tutti i tipi di
                                    finanziamento normalmente concessi dal
                                    sistema creditizio alla propria clientela,
                                    sia a breve che a medio/lungo temine. La
                                    garanzia consortile assicura alle piccole e
                                    medie imprese consorziate indubbi vantaggi
                                    sia in termini di facilità di accesso al
                                    credito che in termini di abbattimento dei
                                    costi. 
                                      
                                      
                                    Il
                                    Piano d’Azione è il documento
                                    programmatico che ha orientato, per il
                                    periodo 1998-2000, le dinamiche di sviluppo
                                    dell’area promosse dalla società. Si
                                    articola in sei settori d’intervento, con
                                    l’indicazione delle concrete iniziative da
                                    realizzare e della relativa copertura
                                    finanziaria e si caratterizza per un
                                    approccio multidimensionale basato su
                                    strategie di sviluppo integrate e
                                    innovative, che fanno leva sull’intero
                                    arco delle potenzialità esistenti, sulle
                                    risorse e sulle intelligenze di un
                                    territorio di antiche tradizioni agricole ed
                                    industriali. 
                                      
                                    I benefici più significativi riguardano: 
                                    -
                                    tassi competitivi: i tassi di interesse
                                    applicati dagli istituti convenzionati sono
                                    sempre inferiori rispetto a quelli
                                    normalmente riservati alla clientela
                                    ordinaria; 
                                    -
                                    oneri accessori ridotti: gli oneri
                                    accessori, che solitamente gravano in
                                    maniera rilevante sul costo finale del
                                    denaro, sono ridotti e resi trasparenti per
                                    ogni singola voce; 
                                    -
                                    fiducia alle imprese: le garanzie per
                                    l’ottenimento degli affidamenti non sono
                                    costituite obbligatoriamente da garanzie
                                    reali, ma da garanzie fidejussorie, perché
                                    il Confidi vuole premiare la serietà e la
                                    capacità produttiva delle aziende e le
                                    prospettive di sviluppo, più che i loro
                                    beni; 
                                    - credito aggiuntivo: il credito erogabile tramite il
                                    consorzio non incide in alcun modo sui
                                    rapporti già esistenti tra il socio Confidi
                                    e gli istituti bancari. Il Credito Confidi
                                    è, e deve essere considerato, un credito
                                    prettamente aggiuntivo che va al di là
                                    delle normali linee di credito; 
                                    - contributo sugli interessi passivi: la Camera di
                                    Commercio, Industria Artigianato e
                                    Agricoltura di Salerno eroga un contributo a
                                    fronte degli interessi passivi che le
                                    aziende consorziate pagano sugli
                                    affidamenti. 
                                    Il    Confidi
                                    offre, inoltre un’ampia gamma di servizi
                                    rivolti alle imprese consorziate, tra cui: 
                                    - assistenza ai soci partecipi nella formulazione e nella
                                    consulenza tecnica delle richieste di
                                    credito, di locazione finanziaria, di
                                    factoring, di investimento e/o risparmio
                                    bancario e parabancario a condizioni
                                    vantaggiose; 
                                    - assistenza e consulenza alle imprese consorziate per
                                    accedere alle agevolazioni previste dalle
                                    vigenti leggi, anche comunitarie; 
                                    - attività di studi, interventi, ricerche ed analisi nel
                                    campo finanziario ed economico in genere; 
                                    - attività di promozione,
                                    organizzazione e gestione di seminari,
                                    corsi, convegni e programmi anche per la
                                    formazione del personale nonché attività
                                    inerenti la pubblicazione di periodici e/o
                                    testi in genere su argomenti di natura
                                    economica e finanziaria.
                                    |