Numero 12/13 - 2006

 

La pianificazione provinciale  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La pianificazione di area vasta in Sicilia. Il piano territoriale di Siracusa


Paolo La Greca

Francesco Martinico

Agatino Rizzo


 

Prime esperienze di pianificazione provinciale in un territorio ancora non organicamente regolamentato, in un quadro di riferimento normativo regionale ancora incerto e talvolta contraddittorio. Paolo La Greca, Francesco Martinico e Agatino Rizzo riassumono i caratteri strutturanti del territorio di studio, incentrando la propria attenzione sulle questioni ambientali, sui beni culturali e sul sistema produttivo, mettendo in relazione la preesistente armatura urbana con una potenziale armatura verde, da prevedersi nel piano in corso di redazione

 

 

 

La Provincia di Siracusa si accinge alla redazione del primo piano territoriale provinciale (Ptp), adempimento che in Sicilia è normato dalla Lr 9/1986. Si tratta di una occasione particolarmente significativa poiché la formazione di un piano territoriale costituisce sempre un momento fondamentale nella vita dell’ente in cui amministratori e cittadini sono chiamati a riflettere sulle dinamiche e sul significato delle trasformazioni passate e sulle diverse prospettive che esse prefigurano per gli anni a venire. Tale occasione acquista a Siracusa una particolare rilevanza, dato che la pianificazione territoriale di scala provinciale costituisce un’assoluta novità, come peraltro si verifica nella quasi totalità delle province siciliane.

La notevole complessità e l’elevata densità insediativa di parti consistenti del territorio provinciale, assieme al mutato ruolo delle aree interne, sono elementi che indicano come sempre più pressante l’esigenza di affrontare con gli strumenti propri della pianificazione di area vasta problemi la cui complessità non può essere più governata mediante il sistema della pianificazione di livello comunale, l’unico finora effettivamente praticato nei territori in questione.

Il processo di pianificazione, pertanto, deve affrontare numerose sfide: dalla formazione del piano in un ente rinnovato, nei compiti e nelle strutture rispetto al passato, alla costruzione di un bagaglio di conoscenze, oggi del tutto assente o estremamente frammentario, fino alla necessità di dare grande risalto alle consultazioni con gli altri enti in una forma partenariale di co-responsabilità nel processo di pianificazione.

Al piano provinciale spetta, inoltre, il compito inedito di delineare uno scenario di assetto territoriale che si auspica ampiamente condiviso e che costituisca il riferimento per le politiche di sviluppo locale, sulla base del quale effettuare la selezione delle iniziative da promuovere. Un compito difficile che richiede numerose scelte e decisioni che riguardano il livello politico, tecnico e amministrativo.

 

 

Il contesto territoriale

 

La Provincia di Siracusa costituisce l’elemento centrale, dal punto di vista geografico, di un sistema territoriale più ampio che comprende le Province di Catania e Ragusa e che si caratterizza per una elevata densità di flussi di persone, beni e informazioni.

Il semplice dato demografico indica una presenza di 1,7 milioni di abitanti nelle tre province citate, pari al 35% della popolazione totale della regione (4,8 milioni), mentre la superficie rappresenta il 28% circa del totale (7.270 su 25.700 kmq). Nell’ambito del sistema sud orientale, la Provincia di Siracusa con i suoi 369.600 abitanti (dati Istat 2001) ed una superficie di circa 2.100 kmq ne rappresenta una parte cospicua dal punto di vista dimensionale ma soprattutto funzionale.

La struttura territoriale complessiva a cui è riferibile l’area siracusana è infatti sinteticamente riconducibile alle seguenti parti:

- la conurbazione catanese che si estende nell’area pedemontana etnea e lungo la costa jonica, a nord della città eponima, caratterizzata dalla maggiore articolazione funzionale dell’area ma anche da elevatissimi livelli di congestione insediativa;

- il sistema delle città medie e dei centri rurali dell’interno agricolo, sviluppato soprattutto nella Provincia di Ragusa ma che comprende anche le parti meridionali e interne del territorio siracusano;

- il sistema costiero a sud di Catania che alterna alle aree urbane di Augusta e Siracusa e ai centri minori la più elevata concentrazione di aree industriali della regione.

È un modello insediativo che conferma la primazia delle aree costiere, soprattutto nel tratto che si estende tra la periferia meridionale di Siracusa e i centri urbani a nord di Catania, per proseguire ulteriormente nella parte meridionale della Provincia di Messina. Nell’ambito di questo sistema la fascia costiera siracusana, soprattutto nel suo segmento centro settentrionale, gioca un ruolo fondamentale.

All’interno di questa logica gioca un ruolo rilevante, nell’assetto attuale del territorio, il sistema delle vie di comunicazione, che contribuisce a creare polarità e zone d’ombra, e da cui è possibile ricavare, in particolare per il territorio siracusano, i seguenti punti critici1:

- la scarsa accessibilità di estese parti del territorio dovuta alla mancanza di indispensabili assi di penetrazione;

- la totale assenza di competitività e di integrazione del trasporto ferroviario nei confronti del gommato, pubblico e privato, che ha generato la duplicazioni di servizi in parte evitabili;

- l’assenza di una visione di sistema che consenta di definire i ruoli dei singoli terminali già esistenti di porti e aeroporti nei confronti della mobilità complessiva di scambio della Sicilia.

 

 

Il panorama normativo

 

Il quadro legislativo, delineato dalla Lr 9/1986 e da un susseguirsi di circolari che via via hanno tentato di ampliare il significato del Ptp, è ancora disorganico e privo di quella chiarezza necessaria per l’attribuzione dei compiti e delle responsabilità degli enti coinvolti nella pianificazione d’area vasta. Se dapprima il Ptp era tenuto solamente alla pianificazione delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie e alla localizzazione delle opere e impianti di interesse sovracomunale (art. 12, Lr 9/1986), le successive circolari2, in maniera alcune volte contraddittoria, hanno esteso alla programmazione economica, al coordinamento urbanistico sovracomunale, ai temi della tutela paesistica e della salvaguardia dei beni culturali, allo sviluppo turistico tramite il potenziamento delle strutture ricettive, il dominio di tale strumento.

In questo confuso quadro normativo si inserisce il recente disegno di legge dal titolo Norme per il governo del territorio, approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 2 agosto 2005, che all’art. 28 definisce il Ptp uno strumento di “carattere prevalentemente strutturale”. Punto di forza della proposta di legge è la devoluzione dei poteri di approvazione dei piani urbanistici comunali (Puc) alle province regionali (art. 34) al fine di verificarne la compatibilità con il Ptp precedentemente approvato. Questo passo segna il sostanziale spostamento dall’attuale struttura monocentrica rappresentata dall’amministrazione regionale, che allo stato attuale è l’unico ente che possiede la titolarità del diritto di approvazione dei piani, verso un’effettiva politica di governance che ridistribuisca i poteri sul territorio, in osservazione del principio di sussidiarietà richiamato dalla legge costituzionale 3/2001 che individua il governo del territorio come materia di legislazione concorrente fra Stato e regioni, caricando di responsabilità gli enti locali, in accordo agli ultimi intendimenti delle politiche comunitarie in materia di sviluppo del territorio3. Inoltre, assume particolare rilevanza la costituzione di un sistema informativo territoriale regionale (Sitr), articolato in nodi provinciali e comunali. La proposta di legge prevede l’istituzione di uffici di pianificazione, provinciali e comunali, preposti:

- alla redazione del Ptp e dei vari Puc;

- ad assicurare il raccordo con enti terzi o sovraordinati;

- a fornire annualmente, alle rispettive Giunte di governo locali, una relazione sul monitoraggio dell’assetto del territorio provinciale, delle sue criticità, del quadro delle politiche di pianificazione avviate e dello stato dell’ambiente;

- ad aggiornare il Sitr.

 

 

Le risorse territoriali per la costruzione del Ptp di Siracusa

 

Ambiente e beni culturali

 

Il territorio della Provincia di Siracusa è caratterizzato da una forte presenza di beni culturali e ambientali sovrapposti ad una estrema varietà di usi del suolo e ad una dotazione infrastrutturale realizzata in gran parte durante la fase moderna dello sviluppo urbano. Questa complessità di relazioni richiede un consistente sforzo per la messa a punto del quadro conoscitivo ed una differente considerazione del ruolo che tali elementi dovranno svolgere nella definizione dell’assetto complessivo del territorio.

Da una analisi dei dati quantitativi relativi al patrimonio culturale e ambientale, assoggettato a forme di tutela, presente nel territorio siciliano, emerge l’assoluta rilevanza dei beni archeologici presenti nel territorio della Provincia di Siracusa4. Anche il patrimonio naturale rappresenta una quota non trascurabile del totale regionale. Questa condizione ha conosciuto il riconoscimento da parte di enti internazionali, come le recenti designazioni nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, in particolare l’inserimento, avvenuto nel 2002, delle 8 città barocche del Val di Noto, come “testimonianza eccezionale dell’esuberante e geniale arte e architettura tardo barocca” due delle quali sono nel territorio della provincia e, successivamente, l’inclusione di Siracusa e della necropoli di Pantalica.

A questo va aggiunto che il dato quantitativo, riferito esclusivamente ai beni soggetti alle forme di tutela definite dalle normative, non rende giustizia del ben più vasto tessuto connettivo costituito dai beni culturali e naturali minori, frequentissimi soprattutto nei territori interni e spesso soggetti a rischi di distruzione o alterazione. Questo patrimonio minuto rappresenta un’ulteriore risorsa ma anche un considerevole problema per quanto riguarda la sua tutela e gestione. Si tratta, infatti, di beni molto fragili e spesso poco noti, la cui presenza rappresenta l’elemento centrale della specificità del paesaggio interno. Un esempio significativo è quello del sistema delle abitazioni contadine, nella loro ampia articolazione tipologica e dimensionale, il cui attuale destino è spesso costretto tra le due condizioni estreme dell’abbandono o di forme di valorizzazione poco rispettose delle loro caratteristiche tipologiche e funzionali.

 

Il sistema produttivo

 

Non meno importante rispetto al patrimonio dei beni culturali e ambientali è la risorsa costituita dal complesso sistema delle attività industriali la cui formazione si avvia a partire dall’impianto della raffineria Rasiom, nella rada di Augusta, alla fine degli anni ’40 del 900 e il cui principale esito è la grande zona industriale che, con alterne vicende e fortune, ha occupato il territorio compreso tra la città di Augusta e il capoluogo. A conferma del ruolo centrale svolto dal settore industriale nella provincia è sufficiente osservare che ben il 29,1% del prodotto interno lordo è ancora relativo al settore industriale, a fronte di un dato medio su base nazionale pari al 23% circa nel 2004.

La grande area industriale di Augusta-Priolo-Melilli, assieme alle altre pianificate e/o realizzate in Sicilia orientale a seguito della stagione dell’intervento speciale, costituisce oggi non solo un rilevante problema dal punto di vista delle ancora non risolte questioni ambientali ma soprattutto una grande risorsa economica, territoriale e sociale.

L’agglomerato industriale infatti è un insediamento di grandi dimensioni in un contesto che presenta ancora caratteristiche di elevatissimo valore naturalistico, ambientale e storico culturale. Esso, inoltre, ospita attività produttive tecnologicamente complesse con il relativo indotto ed è, quindi, un luogo di concentrazione di conoscenze. Infine, l’area industriale è localizzata all’interno di un sistema insediativo che, pur con consistenti inefficienze e distorsioni, partecipa delle dinamiche di diffusione urbana e di agglomerazione di tipo metropolitano tipiche dei sistemi urbani dei paesi industrializzati.

Questa condizione peculiare, che non conosce altri esempi così complessi e articolati nel territorio siciliano, apre interessanti prospettive di recupero e soprattutto di rilancio. A partire dalla valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, certamente uno dei più densi di natura e di storia nell’ambito nazionale ed europeo, il piano intende affrontare le contraddizioni di una condizione in cui elementi di elevata naturalità si sovrappongono in modo emblematico, soprattutto nello straordinario sistemi costiero che va dal capo S. Croce a nord e capo Santa Panagia, ad attività industriali a elevatissimo impatto ambientale.

 

Figura 1 - Il territorio siracusano nel contesto sud-orientale siciliano: la cerniera territoriale

 

 

Le strategie nel Ptp per il progetto del territorio siracusano

 

Definire degli elementi che possano assumere una valenza strategica, per un territorio come la Provincia di Siracusa, costituisce una sfida intellettuale e politica di grande portata. Una strategia territoriale richiede, infatti, uno sforzo collettivo mirato a re-immaginare il destino di un territorio e a tradurre i risultati in priorità per investimenti localizzati, misure di conservazione e tutela, scelte infrastrutturali e principi di regolazione dell’uso del suolo5.

Due fenomeni caratterizzano oggi le relazioni tra territori e processi di sviluppo economico, con particolare riferimento alla crescente competizione tra regioni che cercano di attrarre risorse e investimenti. Il primo è il ruolo crescente delle specificità locali nel determinare la capacità d’attrazione di un territorio. Il secondo è costituito dalla crescente importanza che viene attribuita alle risorse definibili come non materiali ovvero quelle relative alla dotazione di servizi rari, all’offerta culturale alla presenza di attività legate ad una fruizione del tempo libero di elevata qualità.

Tuttavia, le strategie finalizzate alla competizione territoriale sono state spesso caratterizzate da un atteggiamento di imitazione di obiettivi e azioni già intrapresi in altri luoghi, senza tenere nella dovuta considerazione la complessità e la specificità degli aspetti territoriali, limitando quindi la ricerca di soluzioni innovative. Si rischia così di applicare in modo acritico soluzioni relative a processi di rigenerazione urbana e territoriale sviluppati altrove senza proporre quindi un approccio correttamente radicato nella realtà locale.

Una strategia efficace richiede non solo il miglioramento dei tradizionali elementi su cui si basa la competizione territoriale, come ad esempio la dotazione infrastrutturale, ma anche altre azioni mirate a incrementare la coesione sociale definendo quindi un ben congegnato mix di azioni competitive e non competitive.

 

 

Il nuovo ruolo dell’armatura urbana

 

Il rilancio del sistema urbano del territorio provinciale deve essere necessariamente riferito al contesto complessivo delle tre province sud-orientali. In questa prospettiva, l’attuale armatura urbana può essere considerata come un’arena di potenzialità inespresse la cui rivitalizzazione richiede una forte capacità di innovazione, anche in considerazione di elementi quali il livello di congestione insediativa e le attuali difficoltà delle modalità di governo e gestione.

L’obiettivo centrale di questa strategia è l’inversione dei processi di declino economico che incombono sull’area. Negli ultimi anni i territori in grado di contrastare i processi di declino sono stati quelli capaci di sostituire le attività tradizionali in crisi con nuove produzioni ad alta tecnologia e/o con servizi ad alto valore aggiunto. La sfida in questo settore è rappresentata dalla capacità di offrire un insieme integrato di risorse non solo per attrarre investimenti dall’esterno ma anche per migliorare e aggiornare le capacità produttive delle aziende locali. Una forza lavoro altamente specializzata e creativa rappresenta la principale risorsa per un territorio che vuole giocare un ruolo importante nella competizione globale. In questo scenario anche le politiche riguardanti gli assetti territoriali possono contribuire a tale sfida garantendo condizioni di efficienza ed equilibrio del sistema insediativo.

Un’azione di rilancio dello sviluppo sul territorio provinciale deve certamente includere politiche che riguardano la dotazione infrastrutturale per la quale è necessario impostare azioni tese al superamento di quelle attuali condizioni che consentono lo svolgimento di funzioni urbane e territoriali complesse in condizioni di inefficienza. Le infrastrutture richieste per le produzioni innovative sono in primo luogo quelle che forniscono la principale materia prima della nuova economia cioè la conoscenza a cui però si deve necessariamente aggiungere una buona offerta di luoghi adeguati ad accogliere attività produttive ad alta tecnologia, in contesti preferibilmente curati dal punto di vista della qualità dell’insediamento e dell’inserimento ambientale. In questo senso la zona industriale di Augusta-Mellilli-Priolo rappresenta un luogo dalle enormi potenzialità ancora da utilizzare, in considerazione della eccezionale qualità paesaggistica e ambientale del sito.

L’infrastrutturazione del territorio deve, quindi, affrontare una serie di tematiche centrali per il posizionamento della Provincia di Siracusa nel Mediterraneo attraverso:

- il potenziamento del sistema ferroviario che “deve assumere il ruolo portante di un sistema di trasporto passeggeri e merci integrato e multimodale capace di spostare quote significative di utenza verso un sistema di trasporto pubblico capace di rendere servizi con minor impatto ambientale, più sicuro rispetto al sistema stradale e maggiormente affidabile sotto il profilo della sistematicità e della puntualità”6;

- il miglioramento dell’accessibilità al territorio, attraverso il potenziamento e l’ammodernamento delle strutture aeroportuali esistenti e l’interconnessione con le altre reti trasportistiche a livello locale e regionale, e il collegamento fra queste e i principali centri urbani della provincia;

- l’investimento sulle infrastrutture portuali e sui nodi di interscambio come obiettivo per la elevazione dei livelli di qualità, efficienza e sicurezza per la crescita del trasporto intermodale.

In ordine a quest’ultimo punto sarà necessario porre particolare attenzione all’integrazione delle azioni previste dal Ptp con le politiche volte a potenziare i collegamenti con l’area del Mediterraneo, specialmente quelle che riguardano il Corridoio Meridiano, che vede la Sicilia al centro dei flussi di scambio tra l’Europa e le aree nordafricane, balcaniche e mediorientali.

Un’azione incisiva deve, quindi, riguardare anche l’incremento del livello di qualità urbana dei centri maggiori ed una riorganizzazione funzionale che dovrebbe essere impostata in una prospettiva di tipo sub-regionale. Questo consentirà non solo immaginare un sistema a rete nel quale le varie città possono assumere differenti specializzazioni funzionali ma anche di migliorare un processo di delocalizzazione, di attività ad alto valore aggiunto e funzioni rare attualmente concentrate anche fuori del territorio provinciale.

 

 

Patrimonio culturale e ambientale tra tutela e valorizzazione

 

Il secondo aspetto rilevante di una strategia territoriale per la Provincia di Siracusa è costituito dal tema della salvaguardia e dello sviluppo del patrimonio culturale e ambientale che caratterizza sia il sistema costiero che quello delle aree interne. È sicuramente un tema centrale della proposta di piano superare la dicotomia tra aree costiere, connotate da esasperati fenomeni di sviluppo di gran lunga superiori alle effettive capacità di sopportazione del territorio, e aree interne, ancora potenzialmente inespresse e soggette ad un progressivo abbandono ed un conseguente degrado del patrimonio culturale e ambientale7.

Nel caso del territorio siciliano, l’approccio tradizionale alla promozione dell’immagine e alle politiche turistiche deve decisamente superare la visione stereotipata ispirata al modello delle 3S – sun, sea and sand – il cui risultato è quello di assistere ad una concentrazione degli investimenti degli operatori del settore su destinazioni, localizzate sulla costa si sono destinate a quello che è stato definito come Turismo Insostenibile di Massa (Weaver 2000). Questi investimenti in infrastrutture sono inoltre mirati a soddisfare una domanda che si orienta anche verso i forti competitori localizzati nel bacino del Mediterraneo con i quali un confronto sulla base esclusiva del costo, nella forma all inclusive, è destinato al fallimento. Inoltre, la tendenza a fornire un prodotto turistico sempre più standardizzato e conforme alle esigenze del mercato introduce un elemento di confronto che vede la Sicilia ancora una volta perdente. Al contrario, un’offerta turistica mirata ad attrarre la categoria del turismo alternativo consapevole, cioè forme di fruizione a basso impatto altamente regolate, cambia profondamente il rapporto tra l’attività turistica e l’uso o la tutela delle risorse territoriali. Si tratta di spostare il centro dell’attenzione verso differenti risorse da utilizzare nei processi di valorizzazione. In questo senso, buona parte del territorio provinciale costituisce un vasto giacimento di risorse di varia e articolata natura che vanno ben oltre quelle consolidate del sistema di fruizione dei beni archeologici della tradizione turistica siracusana.

Queste forme di turismo hanno assunto un peso non trascurabile anche perché tengono in considerazione i nuovi valori culturali della società postindustriale. Alcuni di questi aspetti cominciano ad affermarsi anche in Sicilia attraverso iniziative di vario genere, come le attività di promozione avviate da un crescente numero di aziende vinicole che cominciano a investire nella promozione del territorio e delle infrastrutture di produzione, o la crescente offerta di ricettività agrituristica o ancora l’iniziativa della rete dei parchi letterari, promossa da una associazione privata, che nel territorio provinciale annovera un parco dedicato a Elio Vittorini. Si tratta comunque di iniziative ancora poco sviluppate e soprattutto prive di quelle forme di integrazione, indispensabili per attivare le necessarie sinergie che consentono di costruire forme di sviluppo durevole verso le quali deve puntare il piano provinciale, attraverso indicazioni che guidino verso un corretto uso del territorio anche mediante la selezione delle attività insediabili. La necessità di effettuare scelte selettive appare ancor più pressante alla luce della crescente numero di iniziative della nuova programmazione che richiedono forme di coordinamento che fino ad ora non sono state praticate e che dovrebbero consentire di connettere e integrare iniziative di promozione e sviluppo di attività turistiche di nicchia ancora poco sviluppate nel territorio.

 

Figura 2 - L'armatura verde nel territorio provinciale siracusano: corridoi ecologici (in giallo), riserve naturalistiche (in verde) ed emergenze archeologiche (in rosso)

 

 

Riannodare la trama degli spazi aperti: l’armatura verde

 

Immaginare nuovi modi d’uso del territorio capaci di conciliare salvaguardia, valorizzazione e potenziamento della armatura insediativa richiede l’abbandono dei modi tradizionali di concepire un piano, cioè quelli basati su un principio di frammentazione del territorio in aree, linee o punti da destinare a funzioni o usi che siano di volta in volta pensati o come generatori di valore, come ad esempio un’area industriale o un insediamento turistico, oppure come luoghi proibiti in cui prevale la categoria del divieto assoluto, inteso come forma indispensabile e insostituibile di tutela di valori ambientali o culturali. In questa prospettiva il Ptp di Siracusa intende proporre un sistema che ribalti la logica della separazione funzionale per cercare di esplorare forme di connessione e integrazione tra usi, funzioni e forme di tutela.

Questa logica porta a immaginare il territorio come percorso da una fitta e articolata armatura di spazi aperti, cioè una trama di direttrici che consentano di integrare esigenze molteplici. Si tratta, quindi, di disegnare nel territorio un sistema di greenways che funzionino come una rete di territori contenenti elementi a sviluppo lineare pianificati, progettati e gestiti per usi multipli, come quelli ecologici, ricreativi e culturali o altre funzioni compatibili con un uso sostenibile8. In tal modo si potrà definire una sorta di struttura portante alla quale appoggiare gli altri usi del territorio: da quelli residenziali a quelli agricoli e industriali. Si tratta, quindi, non solo di individuare una rete di percorsi per la fruizione turistica del territorio quanto piuttosto di definire, alle opportune scale, un insieme di complesse azioni di pianificazione che possano portare consistenti benefici sia per le aree costiere che per quelle interne.

L’armatura verde deve rappresentare un’occasione per riconnettere e recuperare non solo le aree a vocazione turistica, spesso devastate da interventi speculativi, migliorandone la qualità, ma anche i vasti territori del sistema residenziale e produttivo. Ad esempio, nel caso degli insediamenti costieri adibiti a seconde case, si definiranno, oltre le modalità per introdurre elementi di qualità che consentano una migliore fruizione del mare, anche i criteri per il recupero e la trasformazione degli insediamenti costieri, abusivi e non. Per quanto riguarda il sistema delle aree produttive essa rappresenta la possibilità di integrare il tema del recupero delle aree maggiormente degradate dall’uso industriale e quello della riqualificazione paesaggistica, presupposto indispensabile per un rilancio delle attività produttive verso settori ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto.

La logica del sistema dell’armatura verde si lega al miglioramento della qualità delle infrastrutture del trasporto pubblico, attraverso interventi mirati che consentano di ottimizzare l’uso delle infrastrutture esistenti creando delle fasce infrastrutturali nelle quali il soddisfacimento delle necessità del trasporto si unisca alle altre esigenze quali il recupero del paesaggio, la costruzione della rete ecologica o anche le nuove modalità di fruizione del territorio.

Le aree interne appaiono particolarmente adatte alla sperimentazione di questo metodo alla luce non solo delle loro caratteristiche geografiche ma anche della particolare ricchezza di elementi che testimoniano la lunga e complessa storia dell’insediamento umano in questi territori. Gli elementi cardine su cui costruire questa rete sono, ad esempio, le cave, cioè le profonde incisioni fluviali che segnano l’altopiano calcareo, ma anche le infrastrutture lineari esistenti che comprendono le linee ferrate, le antiche strade risalenti al periodo borbonico – le regie trazzere – o altri elementi come i sentieri, gli acquedotti antichi o i percorsi devozionali. Questi elementi possono svolgere la funzione di connettori tra parchi e riserve naturali, aree archeologiche e beni isolati, archeologici e monumentali, o le testimonianze della cultura contadina che punteggiano fittamente il territorio.

Infine, l’avvio di questo tipo di strategia potrebbe, quindi, costituire uno strumento di correzione delle politiche di utilizzazione dei finanziamenti di varia natura (specie quelli previsti dal prossimo Qsn 2007-2013), ad esempio attraverso un criterio che assegni elevati livelli di priorità agli interventi coerenti con la strategie indicate dal Ptp.

Figura 3 - L'ingranaggio territoriale fra l'armatura verde e l'attuale tessuto produttivo nell'agglomerato Asi Augusta-Priolo-Melilli

 

 

 

 

Note

 

1 Regione Sicilia (2002).

2 Circolare n. 2/1993 D.R.U. A.R.T.A. Gr. XXII prot. 3909 del 20.1.1993; NOTA A.R.T.A. GR.XXIV n. prot: 49011 del 20.07.93; Circolare assessoriale n. 1/2002 dell’11 aprile 2002.

3 Unione Europea (2001), La Governance Europea. Un libro bianco, Bruxelles.

4 La Sopraintendenza ai BB.CC.AA. della Provincia di Siracusa ha avviato nel 2005 la redazione del piano territoriale paesistico provinciale che si inserisce nel più ampio quadro della pianificazione paesistica regionale delineata dal documento “Linee guida per il Ptpr”.

5 Healey Patsy (2004), The treatment of space and place in the new strategic spatial planning in Europe, in “International Journal of Urban and Regional Research”.

6 AA.VV. (2002), Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità. Piano direttore, Indirizzi strategici e interventi prioritari del sistema di trasporto e della mobilità generale in Sicilia, Palermo, Dipartimento trasporti e comunicazioni.

7 L’aspetto della sostenibilità riferito alle localizzazioni turistiche, oltre che da una vasta letteratura specialistica è stato oggetto di diverse dichiarazioni di principio tra le quali la Dichiarazione sul turismo dell’Aia e più recentemente il rapporto dal Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Joannesburg. In particolare, sono stati evidenziati gli elementi di definizione che caratterizzano la distinzione tra turismo di massa e alternativo. Queste categorie, combinate con la dimensione relativa al livello di regolazione del settore definiscono gli aspetti principali che devono essere affrontati per definire una corretta politica di sviluppo turistico.

8 Haern Jack (1995), Greenway as a planning strategy, in “Landscape and Urban Planning”.

 

 

Bibliografia

 

Haern Jack (1995), Greenway as a planning strategy, in “Landscape and Urban Planning”.

Healey Patsy (2004), The treatment of space and place in the new strategic spatial planning in Europe, in “International Journal of Urban and Regional Research” vol. 28, pp. 45-67.

Regione Sicilia - Dipartimento beni culturali e ambientali (1996), Linee guida per il Piano Territoriale Paesistico Regionale, Palermo, Arti grafiche siciliane.

Regione Sicilia - Dipartimento trasporti e comunicazioni (2002), Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità. Piano direttore, Indirizzi strategici e interventi prioritari del sistema di trasporto e della mobilità generale in Sicilia, Palermo.

Regione Sicilia - Giunta Regionale (2005), Norme per il governo del territorio, disegno di legge approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 2 agosto 2005.

Unione Europea (2001), La Governance Europea. Un libro bianco, Bruxelles.

Weaver D. B. (2000), A broad context model of destination development scenarios, in “Tourism Management” vol. 21, pp. 217-224.

 

 

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