Numero 10/11 - 2005

 

L'alta formazione  

 

Area Vasta n. 10/11 Luglio 2004 - Giugno 2005 Anno 6

numero 10/11  anno  2005

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In copertina Lello Lopez,

Da lontano, 2004

acrilico su tela, cm 40x30.

Fotografia di Vince Gargiulo

 

ISSN 1825-7526

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovi strumenti di governo del territorio


Piergiuseppe Pontrandolfi


 

Il Dapit dell’Università della Basilicata ha promosso, nell’ambito delle attività di alta formazione, un Master di II livello sui temi della costruzione e gestione di nuovi e più adeguati strumenti di intervento sul territorio per la promozione dello sviluppo locale. Il direttore Piergiuseppe Pontrandolfi ne illustra le finalità e gli obiettivi, oltre a soffermarsi sui contenuti dei moduli didattici e sull’attività di project work inteso come sintesi concettuale e operativa di quanto appreso nei moduli del corso

 

 

L’iniziativa del Master in “Nuovi strumenti di gestione del territorio”, promossa nell’ambito delle attività di Alta formazione dell’Università della Basilicata, nasce dagli interessi didattici e di ricerca che l’area delle discipline della pianificazione urbanistica e territoriale del Dapit1 sta sviluppando da alcuni anni, di concerto con docenti e ricercatori degli altri dipartimenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Basilicata2 e delle Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Bari e dell’Università degli Studi di Salerno.

L’obiettivo è quello di promuovere una offerta didattica di Master di II livello sui temi della costruzione e gestione di nuovi e più adeguati strumenti di intervento sul territorio per la promozione dello sviluppo locale.

L’attualità dei temi che sono stati affrontati nel Master ha intercettato l’interesse e la domanda formativa di un ampio numero di operatori e professionisti nel campo della pianificazione territoriale e urbanistica, soprattutto in riferimento alle esigenze di aggiornamento e approfondimento disciplinare sollecitate, in particolare negli ultimi quindici anni, dalla introduzione di nuovi strumenti di intervento sul territorio.

Oltre che a giovani laureati delle facoltà di ingegneria, architettura e urbanistica, il Master è rivolto anche a professionisti che già operano nel campo della pianificazione urbanistica e territoriale e a funzionari tecnici delle pubbliche amministrazioni (Pa).

 

 

Finalità e obiettivi

 

La finalità del Master è quella di contribuire alla formazione di esperti in grado di promuovere, costruire e gestire proposte integrate e complesse di intervento sul territorio, a partire da una forte capacità di ascolto e interlocuzione con gli attori locali e i soggetti istituzionali e con particolare riguardo agli aspetti relativi alla promozione di forme di partecipazione alle scelte di investimento e di promozione di forme partnerariali pubblico-privato.

La complessità dei temi e delle questioni di interesse della pianificazione economico-territoriale impone il superamento di un modello deterministico e razional-comprensivo nei processi di governo del territorio e di programmazione dello sviluppo socio-economico e mette in crisi il modo tradizionale di costruire le decisioni pubbliche, richiedendosi ormai la più ampia partecipazione e corresponsabilizzazione alle scelte da parte degli operatori tecnici e dei decisori politici come unica condizione per ridare credibilità e senso alle politiche di governo del territorio e di sviluppo economico3.

La recente evoluzione della strumentazione nel campo della pianificazione economico-territoriale, e in particolare l’introduzione dei cosiddetti programmi urbani complessi e degli strumenti della programmazione negoziata, oltre allo svilupparsi e consolidarsi di strumenti di pianificazione, speciali e di settore (tra i quali i piani di bacino per la difesa del suolo, i piani nel settore dei trasporti e della mobilità, i piani delle aree protette e dei parchi), rendono sempre più necessario un approccio multidisciplinare e integrato per affrontare le complesse problematiche relative all’uso delle risorse territoriali e ambientali.

In particolare, gli approcci e gli strumenti nel campo della pianificazione urbanistica e territoriale sono oggi oggetto di una profonda revisione in riferimento, solo per citare le principali, a questioni emergenti come:

- l’attenzione alle problematiche ambientali e alla conservazione delle risorse naturali in una ottica di sostenibilità degli usi e delle trasformazioni del territorio;

- l’integrazione tra politiche e atti di pianificazione settoriali che hanno profonda incidenza sulle questioni dell’assetto del territorio, soprattutto alla scala urbana (piani energetici, piani del traffico, pianificazione commerciale, piani dei servizi, piani del verde, piani degli orari);

- l’attenzione alla riqualificazione e al completamento delle diverse parti del sistema insediativo, con particolare riferimento alle parti pubbliche della città e al sistema dei servizi e delle infrastrutture a rete e alle nuove forme dell’insediamento (in particolare le forme di insediamento disperso in ambito perturbano);

- la ricerca di forme di equità distributive degli oneri e dei benefici indotti dai piani di assetto dei suoli;

- l’interesse per favorire e sollecitare forme di partecipazione dei cittadini e degli organismi di rappresentanza degli stessi alla costruzione dei piani e dei programmi di intervento, dalle fasi di conoscenza e interpretazione della realtà territoriale a quelle della valutazione delle scelte, in un rapporto di continua interazione tra utenti, esperti e decisori politici;

- l’attenzione ai sistemi territoriali locali e alle loro peculiarità, superando la logica dell’intervento centralista nelle politiche di sviluppo degli stessi e puntando invece a promuovere le risorse locali secondo i principi della competitività territoriale imposta dalla globalizzazione dei mercati.

Le numerose esperienze di pianificazione e programmazione economico-territoriale, promosse negli ultimi anni alle differenti scale di intervento, evidenziano, in particolare nella fase della gestione attuativa dei piani e dei programmi, un elevatissimo fabbisogno di aggiornamento delle competenze tecnico-professionali degli operatori del settore, e in particolare di quelli della Pa.

È con riferimento a queste nuove esigenze e domande formative che sono stati individuati gli argomenti sviluppati nel corso del Master, con l’intenzione di contribuire al superamento del gap esistente fra innovazione delle procedure – che hanno riguardato il quadro disciplinare, legislativo e normativo comunitario, nazionale e regionale – e nuove attitudini tecniche che stentano a formarsi.

Particolare attenzione è stata rivolta all’approfondimento teorico e alle modalità di implementazione di tecniche, metodi, modelli e procedure per la formazione e la gestione della decisione pubblica nel campo dei programmi di intervento aventi valenza territoriale e ambientale, al fine di proporre il trasferimento di metodi provenienti dalle moderne scuole del public management nei settori della gestione di programmi di investimento, con particolare attenzione agli aspetti della processualità e della evolutività della decisione collettiva.

I progetti e i programmi di sviluppo territoriale, in particolare, sono costituiti da un gran numero di decisioni, prese da differenti attori che spesso hanno una visione incompleta e parziale della complessità dell’azione progettuale.

Non esiste, di conseguenza, un solo approccio metodologico o un sistema unico di gestione dei progetti e dei programmi di intervento. Esistono, piuttosto, alcune particolari procedure gestionali che tendono ad aumentare la probabilità di successo di un progetto (o di un programma di interventi) nel rispettare i termini di durata e l’impegno di risorse finanziarie e nel rispondere ai criteri di efficacia ed efficienza in relazione ai risultati attesi dalla sua realizzazione.

Il corso di Master si è articolato in lezioni teoriche, attività di project work, attività di tirocinio presso enti locali. Sul totale di 1500 ore di corso, corrispondenti a 60 crediti formativi, le lezioni teoriche e le attività di project work hanno impegnato i partecipanti per 800 ore; i tirocini formativi hanno avuto la durata di 250 ore per un totale di 10 crediti formativi universitari.

La prova finale, a conclusione dell’attività formativa, è consistita nella discussione degli elaborati prodotti nell’ambito del project work e nell’accertamento della conoscenza da parte degli allievi dei principali argomenti trattati nelle lezioni frontali.

Nell’ambito del Master sono stati inoltre organizzati alcuni seminari di studio, aperti alla partecipazione di professionisti esterni e agli studenti della facoltà di ingegneria dell’Università di Basilicata, a cui hanno dato il contributo studiosi ed esperti nel campo della pianificazione territoriale e urbanistica4.

 

 

Contenuti dei moduli didattici

 

Le comunicazioni e le lezioni svolte nell’ambito del Master sono state organizzate in quattro moduli didattici e programmate in stretta relazione con i tempi di svolgimento dell’attività di tirocinio e di redazione del project work da parte degli allievi.

Il modulo su “Le istanze del territorio”

 

Nel primo modulo didattico, denominato “Le istanze del territorio”, si sono trattati, con particolare riferimento alla realtà territoriale della Basilicata, i temi di maggiore attenzione – riferibili alle diverse problematiche territoriali e alle domande e aspirazioni delle comunità locali (in tal senso si è parlato di istanze) – a cui rapportare sia analisi conoscitive e letture interpretative che la costruzione di proposte integrate di intervento per promuovere processi di sviluppo locale autosostenibile.

Si è trattato del riconoscimento e della valutazione delle principali istanze presenti sul territorio e in particolare:

- tutela e valorizzazione dei beni culturali, architettonici, archeologici e paesaggistici e protezione di ambiti territoriale di elevato pregio naturalistico-ambientale;

- valutazione e mitigazione dei rischi naturali e antropici;

- protezione dell’ambiente;

- tutela e valorizzazione delle parti storiche del sistema insediativo e riqualificazione e completamento delle parti di più recente urbanizzazione;

- adeguamento, messa in sicurezza e valorizzazione degli elementi del sistema relazionale, con particolare riferimento alle infrastrutture viarie e alle principali reti tecnologiche;

- perseguimento di politiche di sviluppo dei sistemi territoriali locali secondo principi di maggiore efficienza ed equità delle scelte ed una maggiore capacità di conservare le risorse ambientali;

- partecipazione al processo decisionale da parte delle comunità locali e dei diversi attori interessati;

- diffusione della conoscenza dei fenomeni territoriali.

I singoli argomenti sono stati trattati con riferimento agli aspetti analitico-conoscitivi, al quadro normativo vigente e agli strumenti e alle modalità di intervento, ai contenuti e agli esiti delle più recenti politiche pubbliche di settore promosse e alle risorse economiche e finanziarie impegnate.

Particolare attenzione è stata posta nell’evidenziare la complessità dei fenomeni territoriali e l’esigenza di promuovere approcci integrati e multidisciplinari nel considerare e valutare le diverse istanze provenienti dal territorio, all’interno di un processo interscalare di costruzione della conoscenza.

 

Il modulo su “I nuovi strumenti di programmazione e pianificazione economica e territoriale”

 

In relazione alla necessità di una profonda innovazione delle politiche di intervento sul territorio, e alla conseguente necessità di promuovere nuovi approcci e l’utilizzo di più adeguati strumenti di intervento, sono stati organizzati gli argomenti trattati nel secondo modulo didattico dedicato a “I nuovi strumenti di programmazione e pianificazione economica e territoriale”.

Con riferimento ai principi e agli strumenti che hanno, soprattutto in passato, ispirato e caratterizzato le pratiche di governo nel campo della programmazione socio-economica e della pianificazione territoriale e urbanistica, si ha oggi la diffusa coscienza, in particolare nel nostro paese, della loro inadeguatezza e del parziale fallimento delle politiche promosse negli ultimi decenni.

Non può infatti non registrarsi il divario che ancora permane, in modo diffuso, tra domande, bisogni e aspirazioni espressi dai cittadini e dagli operatori nei diversi settori e gli atti formali di pianificazione economico-territoriale che ancora si continuano a promuovere e approvare.

Lo spostamento dell’interesse dalla pianificazione del territorio di tipo sostantivo ad una procedurale e processuale; l’attenzione, oltre che alle nuove forme di piano per il governo delle trasformazioni urbanistiche, alla costruzione di un più complesso sistema di politiche urbane; la necessità di fondare gli strumenti di governo del territorio, anche quelli finalizzati a promuovere più avanzate e stabili condizioni di sviluppo sociale ed economico, su strategie più complessive e coerenti di sviluppo dei sistemi urbani e territoriali, sono tutte questioni da tempo all’attenzione dei decisori politici e degli operatori e degli specialisti del settore, impegnati oggi in una profonda rivisitazione del proprio bagaglio disciplinare e professionale.

Negli ultimi anni, e con differenti provvedimenti legislativi, sono stati introdotti in Italia (in alcuni casi anche sulla base di consolidate esperienze straniere5) nuovi strumenti di intervento nel settore delle politiche territoriali e urbane e nel settore della programmazione economica.

Destinatari privilegiati di tali strumenti, promossi inizialmente per iniziativa dell’attuale Ministero delle infrastrutture e successivamente da diverse regioni, sono stati soprattutto di enti locali, nell’ottica di stimolare un’attività di programmazione delle politiche di sviluppo sociale, economico e infrastrutturale dal basso, in alternativa alle più tradizionali forme di programmazione centralizzate.

Parallelamente sono state introdotte rilevanti innovazioni nelle modalità di funzionamento e organizzazione della Pa, e in particolare delle strutture amministrative degli enti locali, con l’obiettivo di aumentare il livello di efficacia e di operatività delle stesse e di accelerare la modernizzazione del sistema paese in settori strategici per lo sviluppo6.

A fronte di un ruolo importante e irrinunciabile del soggetto pubblico nella promozione e nella gestione attuativa dei nuovi strumenti introdotti, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa rappresentano condizioni necessarie per garantire il successo e il concreto realizzarsi dei programmi stessi.

Nel modulo didattico si sono approfondite questioni relative a come garantire condizioni di successo ai nuovi strumenti di gestione del territorio, anche nell’ottica di comprendere come gli stessi possono essere utilizzati a regime e non solo come strumenti di tipo straordinario.

Tra i principali argomenti si citano i seguenti:

- le nuove forme del processo politico-decisionale nella promozione e attuazione degli strumenti della programmazione complessa e negoziale, con riferimento particolare al ruolo degli amministratori e degli apparati di gestione e alla efficienza delle strutture amministrativa degli enti locali;

- la nuova operatività della pianificazione e programmazione economico-territoriale, con un riferimento specifico alla progettazione, implementazione e controllo delle fasi di processo, nonché alla progettazione degli interventi e al quadro complessivo dell’attività di pianificazione;

- le nuove forme, istituzionalizzate e/o informali, della partecipazione diffusa nella costruzione e attuazione dei programmi, della concertazione interistituzionale, della negoziazione pubblico-pubblico e pubblico-privato;

- la valutazione delle coerenze interne ed esterne dei programmi complessi, con riferimento alle capacità delle singole azioni di creare sinergie all’interno di ogni programma, alla coerenza dei singoli interventi rispetto alle finalità e agli obiettivi del programma in cui sono inseriti, alla coerenza infine dei singoli programmi con il quadro delle normative e degli strumenti di pianificazione e programmazione ordinari;

- le potenzialità di integrazione multisettoriale dei programmi complessi nella definizione di politiche di intervento sul territorio, con riferimento anche alle specificità territoriali e alle differenti condizioni dei contesti sociali ed economici.

Nel modulo si è trattato dei principali tipi di programmi per la riqualificazione urbana e territoriale e dei più importanti strumenti della programmazione negoziata. Tali strumenti sono stati esaminati con riferimento alle finalità, ai contenuti, alle procedure amministrative per la promozione e la gestione, alle attività di montaggio delle proposte progettuali, agli aspetti progettuali e gestionali, ai quadri normativi comunitari, statali e regionali di riferimento, ai criteri e alle modalità di valutazione delle proposte adottati in sede comunitaria e nazionale, alle attività di monitoraggio on-going dei programmi, agli esiti ad oggi registrati nell’attuazione dei programmi stessi.

Oltre agli aspetti teorici generali, si è fatto riferimento anche ad alcune esperienze di programmi complessi e integrati ritenute particolarmente significative sia per gli aspetti contenutistico-procedurali che per aspetti più legati alla fase della gestione attuativa.

Attenzione particolare è stata rivolta all’esame delle modalità di costruzione e montaggio dei programmi integrati, soprattutto per quanto riguarda il riferimento a principi di coerenza logica interna nella definizione delle proposte e il riferimento alle condizioni specifiche di contesto.

 

Il modulo su “Tecniche di aiuto alla formazione delle decisioni”

 

Alla coerenza delle scelte di intervento rispetto agli obiettivi da perseguire e alla pertinenza delle scelte stesse con le principali istanze del territorio, hanno fatto riferimento gli argomenti di maggiore interesse trattati nel terzo modulo di “Tecniche di aiuto alla formazione delle decisioni”.

Nel quadro dell’attenzione rivolta all’approfondimento teorico e alle modalità di implementazione della decisione pubblica, sono stati trattati tecniche, metodi, modelli e procedure per la formazione e la gestione della decisione pubblica nel campo dei programmi di intervento aventi valenza territoriale e ambientale.

La Commissione europea predilige e adotta due tipologie di approcci: il sistema integrato del Project cycle management (Pcm, gestione ciclica di progetto) e il Logical framework approach (Lfa, sistema del quadro logico). Queste tecniche e metodologie si configurano attualmente come prassi consolidata (best practice) nelle attività di gestione degli interventi di cooperazione internazionale fatti propri dalla Commissione europea. A tali tecniche si è fatto riferimento specifico nell’attività didattica del Master e, in particolare, nello svolgimento dell’attività di project work da parte degli allievi.

Per quanto attiene agli aspetti della strumentazione tecnica e dei metodi per la promozione, la redazione e la gestione di programmi complessi di intervento sul territorio si è fatto riferimento alle funzioni del Gis come Spatial decision support system (Sdss), alla tecnica dell’Analisi swot e a procedure valutative basate sull’applicazione di tecniche di analisi multicriteri. Si è fatto inoltre riferimento alle tecniche di costruzione di matrici del quadro logico degli obiettivi e all’applicazione di tecniche finalizzate alla implementazione, al controllo e al monitoraggio di programmi di intervento e di progetti complessi.

Il Lfa o quadro logico degli obiettivi è un particolare approccio il cui scopo è quello di descrivere i problemi riscontrati, identificando il rapporto di causa ed effetto che lega un problema ad un altro e, di conseguenza, determinare una gerarchia di obiettivi, dal più generale a quelli di maggior dettaglio, in modo da rendere esplicito come ciascuna strategia che compone il piano (o il programma di interventi) abbia per finalità quella di contribuire al conseguimento degli obiettivi generali. Il procedimento, così disegnato, consente di evidenziare in forma sistematica l’informazione più essenziale e di appoggiare su di essa, attraverso le opportune forme di partecipazione, le verifiche di completezza e di condivisione degli obiettivi. Esso si propone, infine, di superare i problemi derivanti dalla esistenza di studi parziali o di informazioni necessariamente incomplete, finalizzando la conoscenza ottenuta e il processo di interazione alla misurazione della diffusione e della rilevanza degli obiettivi7.

Si è ritenuto importante proporre agli allievi del Master l’utilizzo di tali metodi e tecniche in quanto consentono un approccio integrato tra le differenti fasi progettuali, sistematico nella definizione dei rapporti di causa ed effetto e partecipativo nei confronti dei beneficiari dell’azione progettuale.

In particolare, l’analisi e interpretazione dei contesti territoriali oggetto di studio da parte degli allievi, è stata supportata dalla applicazione della tecnica della Swot analysis e dall’utilizzo di tecniche di analisi dei dati, a partire dalla costruzione di appropriati e finalizzati quadri conoscitivi prodotti in ambiente Gis.

La conoscenza e l’utilizzo di tecniche di analisi multicriteriale, trattate in alcune comunicazioni nell’ambito del modulo didattico, ha consentito agli allievi, nella definizione delle proposte progettuali, di sviluppare procedure valutative per la selezione delle strategie di intervento, anche in riferimento alla definizione di priorità temporali nell’attuazione degli interventi stessi e alla potenziale disponibilità di risorse economiche e finanziarie.

La tesi di fondo sostenuta e proposta nella trattazione degli argomenti ha fatto sempre riferimento alla necessità di ritrovare, attraverso un approccio empirico di tipo incrementale, il contributo di una razionalità critica largamente basata sulla applicazione del ciclo della valutazione alle fasi del progetto.

 

Il modulo su “I sistemi informativi geografici a supporto della pianificazione territoriale e della comunicazione”

 

Di interesse trasversale rispetto ai temi trattati nei precedenti moduli, sono stati gli argomenti trattati nel modulo didattico su “I sistemi informativi geografici a supporto della pianificazione territoriale e della comunicazione”.

Il sistema informativo territoriale, inteso come ambiente in cui acquisire-elaborare-condividere informazioni, costituisce oggi strumento fondamentale nella costruzione e gestione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica e di programmazione economico-territoriale, sia in riferimento alla definizione di quadri conoscitivi adeguati che come strumento efficace a supporto del processo decisionale.

A fronte di una generale presa di coscienza dell’importanza di tali strumenti, non sempre corrisponde un’adeguata diffusione degli stessi, anche per una scarsa produzione pubblicistica in lingua italiana dei principali fondamenti teorici che ne consentono un utilizzo ottimale. L’uso dei sistemi di gestione dell’informazione geografica è spesso ancora visto come una sorta di applicativo da utilizzare quando il piano è già fatto, spesso solo per visualizzarlo e rappresentarlo graficamente.

Negli ultimi anni si registra, da parte della Pa in particolare, una domanda di esperti nel campo dei sistemi informativi geografici. Al fine di contribuire a dare risposte ad una tale domanda, particolare importanza si è attribuita alla progettazione dei contenuti formativi del modulo didattico con riferimento anche alla acquisizione da parte degli allievi di adeguate abilità nell’utilizzo di programmi software dedicati.

Oltre alla trattazione di argomenti teorici generali che hanno spaziato dai concetti di geodesia e cartografia, alle basi di dati, alla struttura dei sistemi informativi geografici8 e alle modalità di un utilizzo interattivo di tali strumenti, particolare attenzione è stata rivolta a evidenziare le potenzialità operative di tali strumenti nell’attività di costruzione e gestione dei piani.

In particolare, considerando correttamente i Gis come un’estensione spaziale di una base di dati numerica, sono stati affrontati i principali aspetti teorici delle basi di dati e dell’utilizzo delle basi cartografiche, i modelli di rappresentazione dell’informazione geografica vettoriale e raster, approfondendo in particolare la topologia e le analisi di rete. Per consentire la realizzazione di analisi più approfondite si sono affrontati argomenti come i modelli digitali del terreno, i modelli grid, map algebra e i principi basilari di interpolazione spaziale e geostatistica.

Infine, si sono trattati argomenti relativi alle potenzialità che le applicazioni di web Gis offrono per favorire i processi partecipativi nelle attività di pianificazione del territorio.

 

 

Il tirocinio formativo e il project work

 

L’attività di project work ha rappresentato l’occasione per portare a sintesi concettuale e operativa quanto appreso nei moduli del corso.

La proposta formativa ha previsto che gli allievi avrebbero dovuto sviluppare una proposta progettuale con riferimento agli aspetti della promozione e formazione di programmi integrati e complessi di intervento sul territorio. L’attività di project work è consistita nella redazione di un programma di sviluppo e riqualificazione territoriale e ambientale, con riferimento alle migliori esperienze in campo nazionale e internazionale, relativo ad ambiti territoriali di particolare interesse nella Regione Basilicata.

Gli allievi hanno sviluppato la proposta progettuale con riferimento agli ambiti territoriali dei comuni in cui hanno svolto l’attività di tirocinio; in tal senso il periodo di svolgimento del tirocinio è stato utilizzato per promuovere una interlocuzione con i principali attori locali (dagli amministratori ai tecnici, a soggetti rappresentativi e interlocutori privilegiati), oltre che per acquisire documentazioni e per svolgere ricerche e indagini sul campo.

Gli allievi, sulla base di una convenzione tra i comuni9 interessati e l’Area alta formazione dell’Università della Basilicata, hanno svolto il tirocinio sotto la guida di un tutor dell’Università e di un tutor aziendale, in genere il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale.

A partire da un inquadramento territoriale del comune oggetto di studio, e argomentando circa i criteri di individuazione dell’area sovracomunale assunta a riferimento, gli allievi hanno sviluppato le indagini conoscitive e le valutazioni progettuali con riferimento all’intero territorio comunale e al centro abitato principale.

In particolare, la costruzione di quadri conoscitivi tematici e di sintesi, la interpretazione e la valutazione dello stato di fatto del territorio e delle tendenze evolutive dei fenomeni e delle situazioni osservate, sono stati sviluppati con riferimento al sistema insediativo e relazionale, al sistema naturalistico ambientale, agli aspetti socio-economici, al quadro pianificatorio e programmatorio vigente, al quadro della progettualità locale, regionale e provinciale.

Gli allievi sono stati indirizzati a produrre letture e interpretazioni intersistemiche e integrate secondo un approccio multidisciplinare e interscalare.

I dati e le informazioni acquisiti sono stati inputati in un sistema informativo geografico costruito dagli allievi per ciascuna area di studio. La conoscenza delle diverse realtà territoriali è stata inoltre integrata e supportata da interviste a soggetti privilegiati.

L’applicazione dell’analisi swot ha portato alla individuazione dei principali problemi e di particolari temi di attenzione riferibili allo specifico contesto territoriale.

L’analisi dei problemi, in particolare, è stata condotta mediante la costruzione dei cosiddetti alberi dei problemi (per ciascun problema si è indagato sulle relazioni tra cause ed effetti – Figura 1) a cui hanno corrisposto i relativi alberi degli obiettivi (in cui per ciascun obiettivo si è indagato sulle relazioni tra mezzi e fini – Figura 2).

Figura 1 - Esempio di albero dei problemi relativo al programma di interventi proposto per il Comune di Marsico Nuovo (allievo A. Azzato)

  

 

Figura 2 - Esempio di albero degli obiettivi  relativo al programma di interventi proposto per il Comune di Marsico Nuovo (allievo A. Azzato)

  

 

Gli elementi del progetto (obiettivi e azioni) sono stati presentati all’interno della matrice del quadro logico del progetto; tale operazione ha consentito di associare a obiettivi e azioni opportuni indicatori di efficacia e di efficienza e ha costituito l’occasione per riflettere sistematicamente sulle condizioni al contorno.

In relazione ad una prima e sommaria valutazione delle risorse finanziarie disponibili e/o attivabili, a considerazioni generali circa la fattibilità economica, tecnica, procedurale e sociale degli interventi proposti, al grado di coerenza e integrazione degli stessi interventi con il quadro pianificatorio e programmatorio vigente e con il quadro della progettualità in atto, gli allievi hanno argomentato circa le migliori strategie di intervento da porre in essere.

Gli interventi compresi nel programma di intervento proposto sono stati infine rappresentati su cartografie alla scala più appropriata, con differente livello di dettaglio e approfondimento.

Le proposte di intervento, hanno riguardato in particolare:

- interventi di protezione civile finalizzati alla mitigazione degli effetti dei rischi naturali;

- adeguamento e potenziamento degli elementi del sistema relazionale;

- adeguamento del sistema della mobilità e del trasporto pubblico;

- tutela e valorizzazione dei beni culturali, architettonici, archeologici e del paesaggio;

- recupero del patrimonio edilizio esistente e riuso e valorizzazione dei centri storici10;

- riqualificazione delle parti pubbliche del sistema insediativo e adeguamento e completamento delle infrastrutture a rete e per la mobilità;

- valorizzazione delle risorse naturali e ambientali secondo principi di sostenibilità;

- sviluppo di attività economiche finalizzate al miglior uso delle risorse umane disponibili, all’utilizzo di finanziamenti straordinari, alla valorizzazione delle risorse territoriali in un quadro di sostenibilità dello sviluppo e di valorizzazione delle vocazioni territoriali (in particolare aspetti legati allo sviluppo del turismo);

- valorizzazione degli elementi della identità locale.

La messa a punto della proposta progettuale ha altresì comportato una riflessione operativa sulle procedure di attuazione dei programmi di intervento e sui principali aspetti gestionali legati alla implementazione degli stessi.

 

 

Considerazioni a conclusione della prima edizione del Master

 

Nel mese di marzo, con la seduta di tesi in cui sono stati presentati i risultati dell’attività di project work, si è conclusa la prima edizione del Master.

Si ritiene che gli obiettivi formativi di fondo siano stati sostanzialmente raggiunti, anche sulla base della valutazione dei prodotti finali presentati.

Nel mese di dicembre dello scorso anno ha avuto inizio la seconda edizione del Master che ripropone sostanzialmente la stessa impostazione e i contenuti formativi della precedente edizione.

In aggiunta a quanto svolto nello scorso anno, verranno sviluppati più ampiamente argomenti relativi agli strumenti ordinari della pianificazione urbanistica e territoriale (con riferimento alle più recenti innovazioni disciplinari e a quelle introdotte dalla legislazione regionale in materia di governo del territorio e di programmazione economico-territoriale complessa e integrata) e alle politiche e agli strumenti finalizzati a promuovere la riqualificazione e la rivitalizzazione delle parti storiche delle città.

La complessiva valutazione positiva degli esiti dell’esperienza formativa promossa, riscontrabile anche dal giudizio espresso dagli allievi partecipanti al Master, e la proficua collaborazione con docenti e ricercatori di altre sedi universitarie che ha qualificato il corso e ci ha consentito di sostenere il rilevante impegno didattico programmato, ci spinge a porci per il futuro un obiettivo ancora più ambizioso: la possibilità di promuovere (probabilmente già dalla prossima edizione 2005-2006) un Master in consorzio con il Politecnico di Bari, l’Università di Salerno e la Seconda Università di Roma.

 

 

Note

 

1 Dipartimento di Architettura, pianificazione e infrastrutture di trasporto dell’Università della Basilicata.

2 Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’ambiente (Difa) e Dipartimento di Strutture, geotecnica e geologia applicata all’ingegneria (DiSgg).

3 Las Casas G. (1992), La valutazione dei piani, in “Mezzogiorno e Scienze Regionali: l’analisi e la programmazione”, Camagni R. P., A. Hoffmann e F. Latella (a cura di), FrancoAngeli, Milano.

4 Tra gli altri, i contributi del prof. R. Laurini, Direttore del laboratorio di ingegneria dei sistemi informativi dell’Istituto nazionale di scienze applicate (Insa) di Lione, e del prof. M. Rumor, Presidente della Urban and data management society e docente di Sistemi informativi territoriali presso lo Iuav di Venezia.

5 In particolare si vedano le esperienze condotte in Inghilterra, Francia, Olanda e Stati Uniti nella promozione di programmi di rinnovo urbano e nella costruzione di progetti di sviluppo e trasformazione territoriale, caratterizzati da una forte partecipazione dal basso delle differenti componenti sociali e spesso da complessi processi di negoziazione degli interessi in gioco.

6 Tutto questo, anche se spesso attuato in forma scoordinata e parziale e in modo non omogeneo nelle diverse realtà territoriali del paese, ha provocato profondi cambiamenti nell’approccio alle politiche di intervento sul territorio e alla promozione di programmi di sviluppo economico in sistemi locali alla scala regionale e sub-regionale. Ad oggi, però, non appare ancora adeguatamente sviluppata un’analisi critica approfondita e sistematica delle innovazioni introdotte che, a partire dalle molteplici situazioni territoriali entro cui tali esperienze sono state implementate, definisca contenuti e termini di riferimento per una valutazione che consenta di sviluppare un utile learning.

7 Nota metodologica al Documento preliminare del piano strutturale della Provincia di Potenza redatto con la consulenza del gruppo di docenti e ricercatori del Dapit dell’Università degli Studi della Basilicata (Responsabile scientifico prof. G. Las Casas).

8 Alcune lezioni hanno riguardato in particolare le origini del Gis facendo riferimento alle esperienze statunitensi di pianificazione ambientale della fine degli anni sessanta. In particolare si sono affrontati i temi della Land suitabilty evaluation sviluppati nelle esperienze di Ian McHargh per la Richmond parkway e per il piano dell’area metropolitana di Washington. Queste esperienze di Land Classification rappresentano un valido riferimento per comprendere a pieno l’importanza dell’uso del Gis nella pianificazione territoriale.

9 Le amministrazioni comunali che hanno dato la disponibilità a ospitare gli allievi del Master pel lo svolgimento dell’attività di tirocinio e di project work sono stati i seguenti: Acerenza, Brindisi di Montagna, Castellluccio Superiore, Chiaromonte, Marsico Nuovo, Marsico Vetere, Melfi, Pisticci, Avigliano, Brienza, Rionero in Vulture, Francavilla sul Sinni, Satriano di Lucania, Tolve, Venosa. Durante lo svolgimento del Corso di Master è stato organizzato un incontro seminariale con gli amministratori locali e i tutors aziendali per discutere, in una fase non ancora conclusiva dell’attività di project work, delle proposte sviluppate dagli allievi.

10 In particolare, con riferimento agli obiettivi di riqualificazione-rivitalizzazione-riuso delle parti storiche degli insediamenti urbani, sono stati sperimentati, in ambiente Gis, modelli di stima dei costi del recupero del patrimonio edilizio finalizzati a valutare il grado di fattibilità economica degli interventi di recupero, in riferimento soprattutto alle reali convenienze dei privati proprietari a compartecipare ai costi delle operazioni (Figure 3 e 4).

Figura 3 - Stato di conservazione del patrimonio edilizio del Rione Civita del Comune di Marsico Nuovo (allievo A. Azzato)

  

 

Figura 4 - Valutazione dei costi di recupero del patrimonio edilizio del Rione Civita del Comune di Marsico Nuovo (allievo A. Azzato)

  

 

 

 

 

 

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