Il 16 dicembre 2004 il Consiglio provinciale
di Benevento ha deliberato l’adozione del
piano territoriale di coordinamento
provinciale (Ptcp).
Il piano si compone di un quadro
conoscitivo-interpretativo e di un quadro
strategico, a sua volta articolato in una
componente strutturale ed una
componente programmatica, dal momento
che fin dall’inizio delle attività
finalizzate alla sua formazione si era
deciso di aderire alle impostazioni proposte
nel disegno di legge della Giunta regionale
“Norme per il governo del territorio”, poi
approvato, sia pure con modifiche e
integrazioni, come Lr 22 dicembre 2004, n.
16 (e la prossimità delle date non ha un
valore meramente simbolico).
Il lavoro per il Ptcp era cominciato
nell’autunno del 2001. Si era in quel
periodo già in presenza di rilevanti
attività di programmazione con significativa
incidenza sul territorio: da un lato, il
programma di recupero urbano e di sviluppo
sostenibile del territorio, intitolato al
mitico cinghiale Calidone delle leggende
sannite, aveva già organizzato la
convergenza su specifiche proposte
d’intervento della maggioranza dei comuni
della provincia; dall’altro lato, i tavoli
provinciali o regionali per i progetti
integrati del programma operativo
regionale Campania 2000-2006 stavano
procedendo alla definizione di ipotesi
strategiche e di pacchetti di
iniziative materiali o immateriali.
In tale quadro il Ptcp, strumento di
disciplina per la tutela, la
riqualificazione e la valorizzazione del
territorio, non poteva né appiattirsi sulle
contingenze dei programmi (giustamente
ispirati ai paradigmi della fattibilità)
né arroccarsi in una presunta condizione
superiormente atemporale di competenza a
definire regole astratte, ma doveva invece
coniugare le ragioni di lunga durata delle
qualità del territorio con le opportunità
strategiche della valorizzazione sostenibile
di beni e risorse.
Il passo fondamentale a tali fini è stato
individuato nella costruzione di un processo
progettuale condiviso, durante il quale
tutti i soggetti della società sannita
potessero interagire in un’attività di
dialogo – e anche di mutuo apprendimento –
che desse, insieme, fondamenta alle scelte
qualificanti e slancio alle iniziative
compatibili.
Facendo riferimento ad una serie di studi di
fattibilità già promossi dalla provincia, si
sono svolti così, nell’arco di alcuni mesi,
tre incontri su temi di settore rilevanti
per il Sannio beneventano (le produzioni
agro-alimentari di qualità per il
benessere dei consumatori; le risorse
energetiche sostenibili; il riassetto
idrogeologico) ed un incontro conclusivo di
carattere generale, in nuce vere e
proprie conferenze di pianificazione,
alle quali la provincia ha invitato tutti i
comuni e le articolazioni rilevanti
dell’economia, della società e della cultura
sannite. Alla conclusione di tale fase, è
stato prodotto un documento sugli indirizzi
per il Ptcp che, dopo qualche settimana di
diffusione e pubblicizzazione e dopo la
raccolta di osservazioni e contributi, è
stato approvato dal Consiglio provinciale.
Si sono quindi elaborati, in successione, il
quadro conoscitivo-interpretativo, composto
di numerosissime tavole e una corposa
relazione, poi la componente strutturale del
quadro strategico, infine la normativa
complessiva e la componente programmatica
del quadro strategico, sempre procedendo in
modo analogo: diffondendo gli elaborati,
raccogliendo proposte e rilievi, e portando
infine sia le elaborazioni curate dalla
Giunta che i contributi esterni all’esame
del Consiglio provinciale.
Figura 1 - Il Ptcp della Provincia
di Benevento: elementi costitutivi
del sistema ambientale e
naturalistico |
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Le attività di produzione dei documenti di
piano sono state condotte dall’Agenzia
Sannio Europa, un’agenzia mista il cui
capitale appartiene in larga maggioranza
alla provincia, e per essa, in particolare,
dagli architetti Dana Vocino (di Sudgest
SCpA, altro socio di Sannio Europa) e
Giuseppe Iadarola, con il contributo di
qualificati consulenti (dall’arch.
Immacolata Apreda al geologo dott. Pietro
Antonio De Paola, dal botanico Prof. Carmine
Guarino all’archeologo Italo Iasiello e
all’agronomo Ettore Varricchio), e con il
coordinamento della cabina di regia
per la programmazione della Provincia di
Benevento (della quale chi scrive è il
coordinatore).
I contenuti del Ptcp si organizzano intorno
ad una idea forza, quella che
individua la strategia che meglio si attagli
alla provincia sannita (circa 300mila
abitanti in un territorio fino a pochi anni
fa considerato marginale) nella
valorizzazione in termini di eccellenza
degli elementi di specificità e identità del
territorio per gli aspetti ambientali,
paesaggistici e storico-culturali e sulla
innovazione tecnologica nel campo delle
attività tecniche e produttive (non è un
caso che a Benevento siano state realizzate
strutture di assoluta avanguardia per ciò
che riguarda, da un lato, le rilevazioni
satellitari e, dall’altro, la ricerca
tecnologica, applicata in particolare alle
produzioni agro-alimentari). Nella
impossibilità di immettersi nell’agone della
competizione produttiva standardizzata e di
tipo quantitativo, rispetto alle quali
risulterebbe comunque perdente, il Sannio
punta insomma sulla valorizzazione della
singolare irripetibilità della sua
fisionomia, nella quale spiccano i caratteri
di una integrità storico-ambientale
largamente superstite.
Esemplare, a tal proposito, è l’impostazione
di piano per ciò che riguarda il settore
energetico: la scelta del Ptcp è quella di
assicurare alla provincia la piena autonomia
energetica, anche nella prospettiva degli
sviluppi sociali e produttivi programmati,
ma attraverso l’utilizzazione soltanto di
fonti idroelettriche, eoliche, da biomassa e
da cogenerazione, integralmente alternative
rispetto alla combustione di risorse
fossili. Ed è, fra parentesi, tuttora in
atto un duro confronto su questo tema a
causa della presentazione al Ministero
dell’industria, dopo la recente
liberalizzazione del settore, di progetti
privati di centrali a metano da localizzare
nel Sannio, ai quali unanimemente si
oppongono tutti gli enti locali, provincia
in testa: si spera che in proposito il
ministero, cui è interamente demandato il
potere decisionale a onta dei propagandati
principi del federalismo, non voglia
ignorare i ripetuti ed espliciti
pronunciamenti locali.
La forma piano prescelta per il Ptcp
è anch’essa significativa. Nelle
contrapposizioni fra sostenitori degli
strumenti deboli, da un lato,
centrati su disposizioni di mero indirizzo e
basati solo su argomentazioni a sostegno
delle visioni del futuro più
desiderabili per la loro superiore qualità
rispetto a quelle derivanti dalla
prosecuzione delle tendenze in atto e,
dall’altro lato, sostenitori degli strumenti
forti, organizzati intorno a
rigorose, esaustive e dettagliate normative,
associate a precise e totalizzanti
zonizzazioni, il Ptcp della Provincia di
Benevento ha scelto una soluzione non
originale ma neppure troppo frequentata,
quella di un piano organizzato per
sistemi (sistema ambientale e
naturalistico; sistema storico-paesistico e
dell’identità culturale; sistema
agro-forestale; sistema dei suoli; sistema
delle acque; sistema insediativo; sistema
dei servizi sovracomunali; sistema delle
sedi produttive; sistema delle
infrastrutture) per ciascuno dei quali,
attraverso tavole grafiche e norme
(articolate in indirizzi, direttive e
prescrizioni), si forniscono i necessari
criteri per l’elaborazione sia dei piani
comunali sia degli strumenti per la
programmazione concertata dello sviluppo
locale.
Ciò non conduce alla costruzione di una
macchina di piano compatta e compiuta,
ma apre alla continua interazione fra punti
di vista e istanze diverse che lascia spazi
significativi, in una logica processuale
della pianificazione in clima di
sussidiarietà, a successive precisazioni,
completamenti, integrazioni,
reinterpretazioni con il contributo
determinante degli altri soggetti,
istituzionali e non, della realtà
provinciale.
Viene data forte preminenza nel Ptcp – in
coerenza del resto con le scelte del piano
territoriale regionale – alla strategia
delle reti ecologiche, per le quali, alla
scala provinciale, si individuano
soprattutto i grandi sistemi boschivi dei
massicci carbonatici occidentali e le fasce
fluviali primarie e secondarie, ma non si
trascurano i boschi e l’agricoltura mista a
elevata biodiversità dei rilievi collinari e
montani centro-orientali a prevalente facies
flyschoide. La carta della naturalità,
elaborata dall’Università del Sannio,
fornisce una documentazione scientificamente
consistente della articolazione assai ricca
degli ambienti complessi del territorio
beneventano.
Il piano provinciale assume poi altri due
criteri strategici primari, anche essi
presenti pure nelle elaborazioni di piano di
livello regionale: il criterio della
intermodalità nelle politiche per la
mobilità e quello del perseguimento di un
modello policentrico nell’assetto
insediativo.
Figura 2 - Il Ptcp della Provincia
di Benevento: carta idrogeologica |
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Il territorio del Sannio beneventano è
percorso da un’estesa rete di linee su
ferro: ciò consente di perseguire la
costruzione di un interessante sistema
intermodale sia per la mobilità di persone
che per il trasporto di merci. È chiaro che
risultano indispensabili innanzitutto
programmi incisivi di potenziamento e
ammodernamento delle ferrovie (gli
interventi per la metropolitana regionale ne
rappresentano un promettente avvio), ma
occorrono anche organiche scelte per le
politiche del trasporto locale su gomma e
per la realizzazione di nodi attrezzati di
interscambio, anche in relazione a
progettabili impianti speciali (un aeroporto
di 3° livello, ad esempio, o una piattaforma
intermodale per le merci o un’area
attrezzata per la logistica). Il Ptcp indica
una serie di proposte articolate e coerenti
in tale direzione.
Quanto all’assetto insediativo, è evidente
l’attuale squilibrio fortemente polarizzante
fra il capoluogo provinciale e tutti gli
altri centri della provincia. Per una
autentica riqualificazione e valorizzazione
del patrimonio territoriale, è
indispensabile avviare un processo che
produca la riduzione dello squilibrio e
faccia emergere in tutta la provincia quelle
forme di integrazione e complementarità fra
i centri prossimi che consentono oggi di
parlare della città caudina o della
città telesina come di una
prospettiva da coltivare e consolidare e non
come di una fantasia da sognatori. In tale
processo, possono utilizzarsi diverse
variabili strategiche, dalle attrezzature e
servizi pubblici di rango sovracomunale
(quali ad esempio le scuole superiori) alle
sedi per la media e grande distribuzione,
dagli insediamenti produttivi alle
infrastrutture per la mobilità e i
trasporti, agli interventi per i musei e la
valorizzazione dei beni archeologici,
paleontologici, storici ed etnografici. È
però decisivo che a tali variabili
strategiche si faccia ricorso in modo
sistematico e coerente, perché il divario da
colmare è molto grande e le difficoltà da
superare sono ingenti. Il Ptcp dà
incisivamente indicazioni precise in tale
direzione.
Figura 3 - Il Ptcp della Provincia
di Benevento: dati territoriali |
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Com’è facile scorgere, i tre criteri
cruciali delle reti ecologiche, della
intermodalità e del policentrismo articolano
e attrezzano la scelta qualificante
della sostenibilità di cui la medesima
idea forza già citata è, a ben vedere,
peculiare espressione: uno sviluppo
sostenibile non può che basarsi sulla
valorizzazione conservativa del
patrimonio locale, composto di territori
e di uomini, di beni materiali e di cultura
immateriale, in una prospettiva intrisa di
solidale equità, nei confronti delle
generazioni future, ma anche delle
componenti sociali presenti.
E in coerenza con i principi della
sostenibilità si chiarisce l’importanza
cruciale di un corretto e parsimonioso
proporzionamento delle trasformazioni
territoriali e si sottolinea l’utilità
decisiva della individuazione della scala
più adeguata alla quale impostare e
controllare le politiche insediative e per
lo sviluppo locale.
Figura 4 - Il Ptcp della Provincia
di Benevento: scheda di progetto |
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Il Ptcp definisce perciò precise regole per
il dimensionamento edilizio dei piani
urbanistici comunali sulla base di modalità
aggiornate di calcolo dei fabbisogni,
espressi, ad esempio, in termini di rapporto
nuclei familiari/abitazioni e tenendo conto
anche delle possibili utilizzazioni
terziarie del patrimonio edilizio; con
l’obbligo, inoltre, di predisporre soluzioni
idonee (piani per l’edilizia economica e
popolare) per le componenti del disagio
abitativo (sovraffollamento, uso di alloggi
malsani) che derivano sostanzialmente da
redditi insufficienti.
Viene inoltre sottolineata con l’opportuna
enfasi la necessità di continue pratiche di
coordinamento programmatorio, progettuale e
gestionale ad una scala intermedia
pluricomunale che deve garantire la
diffusione dei livelli di servizio di tipo
urbano anche in una struttura costituita da
molti piccoli centri e, insieme, la lotta a
sprechi e duplicazioni che si tradurrebbero
in danni ecologici e territoriali
irrimediabili. Vengono perciò individuati,
sulla base della conformazione
geomorfologica del territorio e della
esistente organizzazione
insediativo-infrastrutturale, con
particolare attenzione alle reti per la
mobilità, 13 ambiti insediativi in
ognuno dei quali ciascun comune dovrà
impostare e verificare nel confronto con
tutti gli altri comuni dell’ambito le scelte
per le sedi produttive (con particolare
riferimento ai piani degli insediamenti
produttivi e alle sedi per la media
distribuzione), per le attrezzature
collettive di rango non locale, per la
valorizzazione del patrimonio
storico-culturale e ambientale. Ciò sia al
fine di evitare sprechi di denaro e
territorio, sia allo scopo di utilizzare in
modo coerente e in forme sinergiche le
opportunità e le risorse.
Figura 5 - Il Ptcp della Provincia
di Benevento: progetti strategici |
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Il Ptcp della Provincia di Benevento è già
impostato – in coerenza con la legge
regionale sul governo del territorio – in
modo da assumere il valore e l’efficacia di
piano ambientale, in particolare per ciò che
riguarda i temi del paesaggio. Occorrono, a
tali fini, alcuni approfondimenti, di cui è
programmato il completamento in 5 o 6 mesi,
che consentiranno sia di ottemperare ai
requisiti indicati al livello nazionale (Codice
Urbani per i beni culturali) e a quello
regionale (Linee guida per il piano
territoriale regionale), sia di
acquisire nella collaborazione con i
soggetti competenti (sovrintendenze,
autorità di bacino, enti parco, consorzio
Asi) le necessarie intese previste dalla Lr
16/2004. |