Numero 10/11 - 2005

 

I sistemi informativi territoriali  

 

Area Vasta n. 10/11 Luglio 2004 - Giugno 2005 Anno 6

numero 10/11  anno  2005

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In copertina Lello Lopez,

Da lontano, 2004

acrilico su tela, cm 40x30.

Fotografia di Vince Gargiulo

 

ISSN 1825-7526

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valenze naturalistiche e storico-culturali. Strumenti Gis e cartografie tematiche


Agata Lo Tauro

Anna Rosa Candura

Giuseppe Di Paola

Salvatore Enrico Spina


 

La Regione Sicilia, nell’ambito del programma Por e del Complemento di programmazione, ha finanziato il potenziamento del sistema informativo territoriale del Parco dell’Etna. Tra le azioni previste, nel quadro del Por Sicilia, è stata data particolare rilevanza al concetto di greenways. Agata Lo Tauro, Anna Rosa Candura, Giuseppe di Paola e Salvatore Enrico Spina illustrano gli studi e le ricerche già realizzate e in corso volti all’implementazione della banca dati del sistema informativo territoriale del Parco dell’Etna

 

 

Parliamo oggi di tutela del nostro patrimonio territorialmente diffuso in modo strettamente correlato alle politiche di protezione e valorizzazione dell’ambiente. La conoscenza del territorio, delle sue valenze storico-culturali, naturalistiche sociali, morfologiche ed estetiche percettive, riveste un ruolo estremamente importante per la programmazione di interventi in aree protette e soggette a vincoli. In particolare, il caso dei parchi naturali, con l’indirizzo legislativo impartito nel 1981, fonda le sue ragioni d’essere su uno strumento normativo più volte rimesso a punto (legge quadro 394/1991 e disponendo l’applicazione agli enti parco della legge 20 marzo l975, n. 70, cosiddetta del parastato). L’obiettivo fondamentale oggi è quello di applicare il sistema informativo territoriale del Parco dell’Etna e le sue potenzialità di organizzazione, analisi e visualizzazione di informazioni geograficamente referenziate alla lettura delle permanenze del patrimonio culturale, e in particolare consentendo l’individuazione di greenways, la risistemazione di antiche trazzere e manufatti agricoli prioritariamente attraverso il recupero di infrastrutture già esistenti, quali alzaie dei canali, argini dei fiumi, linee ferroviarie dismesse, vie storiche, tratturi, strade campestri, ecc. nel rispetto dell’architettura tradizionale. In un’ottica di valorizzazione del patrimonio tradizionale, le greenways possono costituire un sistema di percorsi dedicati ad una circolazione non motorizzata in grado di connettere le popolazioni con le risorse del territorio (naturali, agricole, paesaggistiche, storico-culturali) e con i centri di vita degli insediamenti urbanistici, sia nelle città sia nelle aree rurali. Il movimento delle greenways, che ha avuto origine negli anni ’80 negli Stati Uniti d’America, successivamente diffuso in tutti i paesi europei, attraverso la nascita di associazioni nazionali (in Italia, l’Associazione italiana Greenways) e di associazioni europee, tra cui l’European Greenways Association, sta trovando sempre maggior partecipazione tra gli organismi di governo regionali. In tal senso, la Regione Sicilia, nell’ambito del programma Por Sicilia con la Misura 1.11 del Complemento di programmazione quale opera di prima infrastrutturazione, ha finanziato il potenziamento del sistema informativo territoriale (Sit) del Parco dell’Etna. L’iter burocratico per l’implementazione della piattaforma Sit inizia negli anni ’90, nell’ambito del piano di telematizzazione Sicilia e trova la sua realizzazione grazie alla fonte di finanziamento Por Sicilia 2000-2006 ancora in fase di implementazione. I comuni del Parco dell’Etna che vi hanno aderito vogliono così completare la rete greenways già avviata in alcuni comuni nell’ambito del programma integrato regionale (Pir) al fine di superare la frammentazione territoriale, riconducendo le azioni a cluster territoriali capaci di mettere a sistema l’intero territorio del parco. Tra le azioni previste nel quadro del Por Sicilia 2000-2006, particolare rilevanza è stata data alla diffusione del concetto di greenway e dei risultati raggiunti con il progetto. Ciò si è concretizzato con la pubblicazione di newsletter informative periodiche e con la realizzazione di un sito web1 (www.parcoetna.it), in cui è stata inserita una mappa delle greenways esistenti nel territorio dell’ente Parco dell’Etna. In tale ambito è stata riservata una azione per il potenziamento del network riservata a utenti non motorizzati e anche portatori di handicap, costituito principalmente da greenways, in parte già esistenti, integrate da strade a scarso traffico con funzione di connessione, e offrirà alle popolazioni locali sia itinerari continui di valenza internazionale sia, soprattutto, percorsi locali utilizzabili per gli spostamenti quotidiani e per la ricreazione vicino a casa, completati da una serie di servizi accessori in grado di renderne più confortevole la percorrenza. L’implementazione della banca dati del Sit del Parco dell’Etna (istituito il 17 marzo 1987 con un decreto del Presidente della regione) ha richiesto e continuerà a richiedere indagini preliminari volte a esaminare studi e ricerche già realizzate e in corso di realizzazione nella Regione autonoma della Sicilia: l’analisi del territorio del Parco dell’Etna e le trasformazioni morfologiche sincroniche e diacroniche si basano sull’esame della cartografia cartacea e di tutte le risorse informative del parco. In una fase successiva le esigenze di confronto e la georeferenziazione del Sit hanno imposto una selezione dei dati disponibili che tenesse conto delle necessità di comparazione della cartografia vettoriale e raster, compatibile con i dati correnti.

 

Figura 1 - Carta della utilizzazione del suolo d'Italia. Stralcio del foglio 22, 1958

 

Figura 2 - Legenda della Carta della utilizzazione del suolo d'Italia

 

 

La banca dati Gis

 

La banca dati, strutturata mediante tecnologia Gis (geographical information system) e con dati georeferenziati, è stata realizzata utilizzando il software ArcGis della Esri. Essa contiene informazioni sulla rete di greenways, sugli elementi di interesse ad essa connessi, il patrimonio tradizionale, nonché sui punti di connessione (stazioni, parcheggi, ecc.) e i servizi presenti (strutture ricettive e di ristoro, assistenza tecnica, ecc.).

I tematismi che compongono la banca dati, organizzati in ArcGis e in freeware ArcReader2, si possono distinguere in strati tematici di base e strati tematici specifici al fine di creare una base cartografica di riferimento sufficientemente chiara e completa per consentire agli utenti una facile e veloce localizzazione delle greenways di proprio interesse a scale di visualizzazione superiori all’1:10000. Riguardano tutta l’area del Parco dell’Etna e sono stati digitalizzati ad una scala compresa tra 1:10000 e 1:25.000. Tenuto conto dei dati a disposizione dell’ufficio specificati precedentemente, l’individuazione dei greenways è stata supportata dalla formazione della cartografia ecologica strutturata attraverso i seguenti tematismi:

- vegetazione: posizionamento dei rilievi effettuati e dei punti di monitoraggio, limiti degli habitat, qualità degli ambienti vegetali, sensibilità e vulnerabilità degli habitat;

- fauna: idoneità degli habitat per le specie indicatrici (con la formazione della base di dati relativa), uso del suolo, uso del suolo relazionato alla biodiversità, dati socio-economici, organizzazioni produttive e loro aspetti ambientali, pressioni turistiche.

Inoltre, si prevede di implementare il Sit attraverso l’analisi dei set di indicatori di condizione ambientale, di prestazione ambientale e di pressione ambientale al fine di predisporre lo schema di valutazione per i tematismi specificati e le procedure per il calcolo dei valori di pregio, per gli ambiti di elevato valore naturale e per gli ambiti interessati particolarmente dalle attività antropiche. Le informazioni strettamente legate ai singoli percorsi, sono stati digitalizzati alla scala 1:10.000 (o superiore) e sono limitati alle sole zone circostanti le vie verdi e pubblicate su web. Essi costituiscono la risorsa principale che la banca dati vuole offrire agli utenti e comprendono:

- le greenways, con dati sul tipo di fondo, lo stato di manutenzione, il livello di difficoltà, i punti panoramici, i manufatti (patrimonio tradizionale), le aree di sosta, i punti informativi;

- le connessioni con altri servizi di trasporto: stazioni ferroviarie, parcheggi, linee automobilistiche e di navigazione;

- le risorse naturali: biotopi, alberi monumentali, ecc.;

- le risorse storico-culturali: centri storici, edifici di valore storico (monumenti, ville, chiese), musei, risorse archeologiche, elementi di archeologia industriale. Si tratta degli immobili vincolati ai sensi della legge 1089/1939, o comunque vincolati per il loro interesse storico e/o artistico e/o di emergenza ambientale da strumenti pianificatori comunali o sovra comunali approvati o adottati;

- il patrimonio tradizionale ovvero gli edifici rurali (quali palmenti, cantine, abitazione del conduttore, magazzini, depositi, stalle, ricoveri per i pastori), comprese abbeveratoi, cisterne, muretti in pietrame, stradelle, rasole, terrazzamenti, torrette, manufatti caratterizzanti il paesaggio agricolo tradizionale. Tra queste si indicano anche le aziende che utilizzano il metodo biologico di produzione ai sensi del Regolamento Cee 2092/91 e successive modifiche e integrazioni, aderenti al “Progetto bioregione etnea”;

- i punti di ristoro e di accoglienza, con informazioni sulle strutture ricettive (alberghi, campeggi, ostelli, agriturismi, bed and breakfast, rifugi), le strutture per il ristoro (ristoranti, bar), i punti di assistenza tecnica (noleggio e/o riparazione biciclette, ecc.);

- le strade locali, utilizzabili per raggiungere le greenways;

- i centri abitati attraversati dal percorso o siti nelle immediate vicinanze.

Lo studio si avvale della cartografia di base riguardante:

- conversione e restituzione in formato per ambiente ArcView dei mappali catastali (forniti dall’Agenzia del territorio in formato cxf), conversione delle coordinate di riferimento dei mappali catastali (da Cassini-Soldner a reticolato chilometrico Gauss-Boaga);

- predisposizione delle nuove coperture di base e delle coperture tematiche ottenute per analisi spaziale e geoprocessing, per derivazione dall’analisi di dati telerilevati;

- predisposizione di basi di dati alfanumeriche, vettoriali e raster e compilazione delle procedure che permettono il monitoraggio automatico, previo aggiornamento dei dati, degli indicatori di carattere ambientale forniti dall’ente e realizzazione delle coperture tematiche relative;

- predisposizione delle relazioni tra la base di dati di gestione delle attività del Parco dell’Etna, realizzata dal Centro elaborazione dati con il Dbms Microsoft AccessTM, contenente informazioni sulle ditte identificate in maniera univoca tramite comune, foglio e particella catastale e le basi di dati del sistema informativo territoriale (mappali catastali, coperture tematiche indicate dagli uffici, coperture della cartografia di base, immagini aeree e da satellite);

- predisposizione di modelli di interrogazioni sulle basi di dati per l’accesso alle informazioni del territorio a partire dal comune, dal foglio e dalla particella catastale;

- numero 2 immagini da satellite Landsat tematic mapper e di n. 1 immagine da satellite Spot;

- numero 395 fogli di mappa catastali contenenti le informazioni digitali delle particelle catastali ricadenti all’interno del Parco dell’Etna, in formato cxf, dal Ministero delle finanze – Agenzia del territorio – Ufficio provinciale di Catania;

- numero 36 ortofoto a colori del territorio del Parco dell’Etna del Programma it 2000™ della ditta Compagnia generale ripreseaeree spa di Parma3;

- sei fogli relativi al territorio del Parco dell’Etna dell’Igm, scala 1:25000 comprendente tematismi vettoriali (sistema delle infrastrutture di trasporto tra cui autostrade, strade statali, provinciali, urbane, linee ferrate, greenways; sistema antropico comprendente edifici tradizionali censiti e non, beni culturali immobili tra cui chiese, cisterne, fontane, ecc.; sistema ambientale comprendente bacini lacustri, idrografia completa dei torrenti, fiumi e corsi d’acqua presenti nel territorio; zone umide, boschi e foreste; punti quotati, reticolo Utm, ecc.);

- la carta tecnica regionale in scala 1:10000;

- cartografia convertita in formato vettoriale relativa agli elaborati allegati alla bozza del piano territoriale di coordinamento.

Il sistema si avvale inoltre delle nuove basi cartografiche e orto-fotografiche per la realizzazione di approfondimenti e l’acquisizione di dati più dettagliati in aree campione, nonché con nuovi strati informativi sulla distribuzione delle località abitate (centri e nuclei abitati dell’Istat) e delle aree protette (10 siti di interesse comunitario, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/Cee del 1992 e di 4 zone di protezione speciale, ai sensi della Direttiva Uccelli 79/409/Cee del 1979).

 

Figura 3 - Giarre, località Altarello: dimora rurale in un piccolo agrumeto, ormai abbandonata. Si noti la cisterna e il lavatoio sotto una tettoia ad archi

Fonte: Formica, 1973, p. 172

 

L’architettura del sistema Gis on web

 

Le tecnologie utilizzate per lo sviluppo dell’applicativo Gis on web trovano una perfetta implementazione in una architettura logica strutturata in due focal points:

1. data and application server;

2. web application server.

Il data server è il sotto sistema costituito essenzialmente dal database management system. Gestisce informazioni di identificazione e autenticazione degli utenti e di instradamento verso gli altri sottosistemi e sistemi esterni oltre a gestire ovviamente dati di carattere informativo. Inoltre, conserva tutti i dati alfanumerici necessari per reperire le informazioni a seguito di interrogazione spaziale. L’application server è invece il sottosistema che si occupa di gestire i dati di tipo cartografico e i servizi per l’elaborazione e le pubblicazione in rete delle mappe. Tale sottosistema gestisce inoltre l’insieme di tutti i processi amministrativi (workflow) necessari alle attività di gestione dell’ente Parco dell’Etna. Esso è in grado di trasferire ai client i dati alfanumerici e i dati grafici direttamente in formato vettoriale al fine di consentire ai browser di effettuare in maniera efficiente tutte le operazioni di visualizzazione e interrogazione, in modo dinamico e sulla base delle richieste utente.

Il web application server è il sottosistema attraverso il quale gli utenti accedono ai servizi offerti e che realizza due diverse funzionalità:

1. interfaccia grafica verso l’utente;

2. servizi.

Le due tipologie di funzionalità rimangono distinte sia dal punto di vista logico che da quello dell’implementazione operativa.

Si prevede di implementare il Gis on web prevedendo, nel breve tempo, di pubblicare numerose tipologie di informazioni, e non semplicemente quelle legate alla banca dati Gis e ai circuiti turistici dei greenways. Tra queste tipologie di informazioni si indicano le seguenti:

- dati finanziari: è la banca dati delle somme concesse ed erogate e dei fabbisogni finanziari;

- rilevazione danni: banca dati delle schede di rilevamento del danno (frane, alluvioni, eventi sismici, ecc.);

- richieste: contiene i dati delle richieste dei cittadini per il contributo dalla recupero degli edifici privati appartenenti al patrimonio tradizionale con i livelli di danneggiamento dichiarato dai progettisti, l’importo richiesto e gli atti di concessione del contributo;

- dati tecnici: contiene informazioni tecniche sugli interventi e sui contributi erogati.

Per consentire la consultazione dei dati da ogni postazione delle rete locale e la pubblicazione dei dati geografici di interesse pubblico (enti pubblici, professionisti, privati, ecc.), si è proceduto alla realizzazione di un modulo per la gestione dei dati messi in rete. Le attività principali sono:

- creazione di nuove pagine con link e comandi per la visualizzazione/consultazione dei dati;

- sviluppo di funzioni in html/java per la gestione dei dati in rete locale e internet;

- definizione del numero accessi e loro tipologia;

- configurazione dei client e delle interfacce utenti.

Il sistema ha due componenti: una pubblica e una con accesso autenticato. La componente pubblica comprende le norme della ricostruzione, il workflow dei processi e i dati di sintesi (un’aggregazione di tutti i dati inseriti nel sistema) mentre la componente privata riguarda l’uso amministrativo ed interno. Come un portale verticale la componente privata garantisce riservatezza, per cui utenti appartenenti alla stessa tipologia hanno accesso solo ai dati di propria competenza.

Scopo della componente pubblica è quella di fornire utili informazioni ai fruitori e importanti indicazioni sulle ampie possibilità di visita. A tal scopo è stato pubblicato su web un elenco dettagliato di tutti i greenways del Parco dell’Etna (http: //www.parks.it/parco.etna/Eiti.html).

Figura 4 - Clc 2000: uso del suolo nel Parco dell'Etna

Nota: i poligoni in rosso, relativi ai cambiamenti, sono tutti esterni ai confini del parco

 

II sistema è stato studiato su piattaforma Gis, così da permettere facile editabilità e aggiornabilità del prodotto finale: una tabella di attributi è relazionata agli elementi del Gis on web. La carta riporta tutte le classiche informazioni di carattere geomorfologico, ambientale, paesaggistico relazionati alle strutture ricettive con la differenziazione degli elementi e delle colorazioni anche in funzione della morfogenesi del patrimonio antropico e della zonizzazione del parco: forme e depositi di origine naturale e antropica, vegetativa, ecc.; a questi tematismi sono sovrapposte le informazioni relative alla sentieristica classica (sentieri, rifugi, sorgenti ecc.) integrate con un più completo sistema di classificazione, a nostro giudizio utile all’amante dell’escursionismo in montagna che si cimenta con percorsi mai affrontati: notizie che sono quanto più oggettive possibili, ovvero relative alla reale difficoltà del percorso o alla pendenza puntuale, alla possibilità di fare il punto con maggiore precisione grazie alle indicazioni sulla segnaletica e sul tipo di sentiero affrontato, alla presenza o meno di tratti difficili da seguire anche per portatori di handicap, descritti con un linguaggio accessibile a tutti. Nel Gis sono stati anche riportati i punti di osservazione privilegiati così da permetterne la migliore visione possibile. Da questo nascono le esigenze di implementare le segnalazioni di versanti sottoposti a instabilità, a movimenti di crollo o di scivolamento, alla presenza di fossi di erosione concentrata o di valanghe che possono interrompere il sentiero. Si è tentato in parte di fornire un utile contributo alla cartografia escursionistica, perché essa segnala l’origine e l’evolversi delle forme, stimola la curiosità e la riflessione dell’uomo, segnala ostacoli ed eventuali pericoli lungo le tracce abituali. Inoltre l’analisi delle trasformazioni morfologiche basate sull’esame delle fonti cartacee possono fornire ulteriori stimolo per implementare il Gis on web.

 

Figura 5 - Clc 2000, codici 2.2.1 Vigneti, 2.2.2 Frutteti e frutti minori e 2.2.3 Oliveti

 

Trasformazioni basate sull’esame delle fonti cartacee

 

Come si è visto, una parte del database conoscitivo del Parco dell’Etna, è ricavata dalla digitalizzazione e dalla vettorializzazione di prodotti cartacei; si tratta di una vera e propria serie storica nell’ambito della quale non possono mancare layer ricavati dalla Carta della utilizzazione del suolo d’Italia (foglio 22, 1958)4.

Osservando la legenda della Carta della utilizzazione del suolo d’Italia (Colamonico, 1956-1963), si nota come, dei 21 simboli a colori, 19 siano relativi all’uso agricolo e solo uno riguardi l’uso urbano: Seminativo (asciutto); Seminativo arborato (asciutto); Seminativo irriguo; Seminativo arborato irriguo; Risaia; Orto; Vigneto; Uliveto; Vigneto-Uliveto; Agrumeto; Frutteto (frutta polposa); Frutteto – frutta a guscio duro o baccello – m = mandorleto n = noccioleto c = carrubeto; Bosco ceduo; Bosco d’alto fusto; Bosco promiscuo (ceduo composto); Castagneto (da frutto); Prato e prato arborato (asciutti); Prato e prato arborato (irrigui); Pascolo e incolto produttivo anche se utilizzato parzialmente o temporaneamente a seminativo; Sterile; Insediamenti e altre forme di utilizzazione; la lettera p indica la coltura industriale del pioppo (Colamonico, 1956-1963). Il ventunesimo simbolo (Insediamenti e altre forme di utilizzazione) indica, in realtà, i soli insediamenti urbani; le infrastrutture sono presenti nella Carta, ma non sono richiamate nella legenda5.

Nel ricordare Colamonico (il curatore della Carta) Migliorini sottolinea che: “Carmelo Colamonico era stato tra i primi, fin dal 1925, a occuparsi del sistema più opportuno per rappresentare la distribuzione delle colture agrarie costruendo una carta della terra di Bari, basata essenzialmente sul catasto, nella quale si distinguono colture irrigue, seminativi arborati e non arborati, oliveti, vigneti, mandorleti, pascoli, boschi. Era perciò naturale che una volta decisa, da parte del Consiglio nazionale delle ricerche, la costruzione d’una carta relativa all’utilizzazione del suolo di tutta l’Italia, accompagnata da una serie di volumi regionali di memorie illustrative, Egli dovesse assumere la direzione per l’esecuzione dell’impresa, e in essa ebbe campo di dimostrare le sue doti insuperabili di organizzatore. Si deve infatti a Lui se questo complesso lavoro – prezioso documento della situazione agraria dell’Italia in questo periodo della sua vita economica – è stato iniziato, proseguito e condotto a termine” (Migliorini in Pracchi, 1980). Appare evidente, quindi, come si stia parlando di distribuzione delle colture agrarie, insomma di terra: “I 26 fogli della Carta risultano strumento scientifico prezioso non solo per gli studiosi di discipline geografiche, agrarie, pedologiche, economiche, statistiche, ma anche per chiunque si occupi di questioni di bonifiche, di irrigazioni, di rimboschimento, di edilizia rurale, di trasformazione fondiaria” (idem). Le Memorie illustrative (Colamonico, Corna Pellegrini, Pracchi, Beretta e Migliorini, 1956-1980) sono formate con scansioni che insistono sulla funzione di questa Carta come regesto e descrizione dell’uso agricolo e del relativo paesaggio. La preziosità della Carta si può facilmente dimostrare con alcuni esemplificativi confronti fra alcuni suoi fogli e recenti carte stradali del Tci, affiancandovi la lettura di brani della celebre Guida rossa (Tci, 1989). Infatti, il vero pregio di questa Carta sta nel fatto che la sua base di partenza è una carta stradale del Tci al 200.000. “Fu prescelta la scala 1:200.000 per vari motivi. Una scala corografica siffatta rispondeva bene a diverse esigenze, cioè: il dettaglio sufficientemente articolato, fino ai particolari riconoscibili sul terreno per aree medio-piccole; la buona leggibilità (…); il numero cospicuo ma non eccessivo dei fogli, dunque il contenimento dei costi (…); infine la disponibilità, presso il Tci, delle basi della carta automobilistica d’Italia 1:200.000, la stessa che oggi, aggiornata, viene riproposta sotto forma di Atlante automobilistico 1:200.000. Non si trattava, in quest’ultimo caso, di una mera scelta opportunistica: la carta automobilistica Tci era da anni nota come una delle migliori d’Europa, accurata anche per la resa in scala degli insediamenti, a quel tempo ancora relativamente aggiornati, cioè corrispondenti in scala e in riduzione simbolica al suolo occupato (…). Inoltre, il reticolo stradale, riportato a colore smorzato in sottofondo, forniva un aiuto localizzativo, perché l’orientamento del lettore non sarebbe stato facile con la sola rete idrografica e i non numerosi particolari orografici che, se aggiunti in maggior quantità, avrebbero compromesso la resa dell’oggetto principale della rappresentazione, vale a dire il paesaggio agrario italiano. Negli anni più recenti, il Tci non ha sempre puntualmente aggiornato l’estensione delle sedi umane nella carta automobilistica, anche perché esse, allargatesi talora a dismisura, avrebbero reso difficile evidenziare, nelle grandi aree metropolitane, la fitta rete convergente di strade: si pensi alle conurbazioni di Milano e di Napoli (…)” (Manzi, 1999).

Una funzione interessante della Carta è la possibilità di ricercarvi ulteriori tracce dei percorsi suggeriti sul sito del parco (http://www.parks.it/parco.etna/iti.html), magari trovandovi le variazioni del paesaggio rurale avvenute da quando fu edito il prezioso studio di Formica (1973) sulle case rurali del catanese.

I layer ricavabili dal foglio 22 (1958) della Carta hanno soprattutto valore di documentazione storica ma, poiché essa è al 200.000, è ragionevole un confronto con Clc 2000.

Ad esempio, si può estrarre dal Clc 2000 un layer riferito al livello 2.2. Colture permanenti: 2.2.1. Vigneti, 2.2.2. Frutteti e frutti minori e 2.2.3. Oliveti e compararlo con lo strato della Carta riguardante Vigneto, Uliveto, Vigneto-Uliveto, Agrumeto, Frutteto (frutta polposa) e Frutteto (frutta a guscio duro o baccello); tale confronto ha valore puramente estetico. Infatti, è noto e dimostrato (Candura e Izis, 2004) come, almeno per quanto riguarda l’uso urbano del suolo, il dato relativo all’estensione ricavabile dalla tabella degli attributi Clc non sia attendibile, occorrendo un rilevamento molto più dettagliato6. Ciò ha creato dei problemi di compatibilità dei dati Istat con quelli Clc; per la costruzione di una serie storica, appunto relativa all’uso urbano e infrastrutturale, ci si è, infatti, serviti di un altro database (Candura e Izis, 2004). Ovviamente, per quanto riguarda l’uso agricolo, il problema non si pone poiché le serie storiche di dati si possono costruire elaborando i dati Istat.

 

Figura 6 - Layer relativo a vigneti, uliveti, agrumeti e frutteti tratto dal foglio 22 della Carta della utilizzazione del suolo d'Italia

 

Conclusioni

 

Le esperienze condotte e quelle ancora in fase di implementazione evidenziano la necessità di arricchire il Sit di contenuti; i Sit devono essere concepiti come strumenti di aiuto alle decisioni e basi conoscitive finalizzate a ottenere il consenso degli attori coinvolti e della comunità d’ambito in un bilanciato rapporto tra sviluppo socio-economico del territorio e compatibilità ambientale in funzione di programmi di valorizzazione del patrimonio naturale e antropico del Parco dell’Etna.

Il territorio oggetto di studio, una precisa e dettagliata mappatura delle zone da monitorare ha permesso, in un contesto multidisciplinare, ai tecnici (ingegneri, architetti, geologi, chimici, informatici, geografici ecc.) coinvolti nel progetto di sviluppare nuove conoscenze sulla lettura dei dati cartografici di diversa natura (catasto, carte tecniche regionali, aerofotogrammetria, mappe di reti archeologiche e architettoniche, ecc.) dalla macro alla micro scala. Gli sviluppi di tale progetto dovranno permettere sempre più agli applicativi, ai dati prodotti dal Gis e in particolare al database di implementare l’ambiente web con una semplicità e con una vera disponibilità in tempo reale di tutte le informazioni. Inoltre, il processo di implementazione del Gis on web dovrà tenere conto delle direttive della legge Stanca7 per i portatori di handicap. Gli aggiornamenti e le informazioni di ritorno dovranno sempre più essere gestite in remoto con semplici ed efficaci funzionalità, permettendo al sistema di essere sempre aggiornabile e rispondere a query anche complesse senza la necessità di apprendere il funzionamento di un Gis, ma semplicemente operando come su pagine internet.

 

 

Note

 

1 Si specifica che l’amministrazione ha già registrato il dominio internet www.parcoetna.it, dispone di accesso alla rete internet con una linea Hdsl a 2 Mbit della Telecom ed ha disponibile in comodato d’uso dal provider che fornisce l’accesso a internet il router e un firewall hardware.

2 Il programma applicativo freeware ArcReader per Windows 95, 98, Me, Nt e 2000 consente la consultazione dei dati vettoriali, raster e alfanumerici da ogni postazione della rete locale. Il sistema informativo territoriale del Parco dell’Etna utilizza inoltre i programmi applicativi ArcView e ArcIms della Esri.

3 Secondo quanto previsto dalla convezione stipulata dall’Assessorato regionale al territorio e all’ambiente.

4 D’ora in poi, Carta.

5 Nonostante sia noto come, soprattutto nella fase iniziale dell’espansione urbana, le strade occupino una percentuale di superficie maggiore rispetto alle abitazioni. “Sono sufficientemente d’accordo sul fatto che la dimensione medio-piccola sia più ‘umana’: nell’impianto industriale come nell’impianto urbano. Ma il ‘piccolo è bello’ soprattutto se realizzato come frutto di un progetto. In assenza può far danni. Tanto per fare un esempio, se tutte le grandi industrie si moltiplicassero per dieci più piccole e se tutte le grandi città facessero altrettanto rischieremmo di avere la totale saturazione dello spazio ancora ‘libero’ sul territorio. Infatti la diffusione comporta anche un uso più ‘orizzontale’ dello spazio, mentre la concentrazione comporta una verticalizzazione dell’uso dello spazio e, quindi, un minor consumo di territorio …” (Leone, 1995).

6 Lo studio al quale si fa riferimento (Candura e Izis, 2004) analizza la tabella degli attributi Clc 90, ma il problema del dettaglio rimane, ovviamente, anche in Clc 2000.

7 Legge Stanca 9 gennaio 2004, n. 4 – Web accessibility guidelines for users with disabilities protected by law.

 

 

Il paragrafo “Trasformazioni basate sull’esame delle fonti cartacee” è da attribuirsi ad Anna Rosa Candura.

 

 

Bibliografia

 

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