Parliamo oggi di tutela del nostro
patrimonio territorialmente diffuso in modo
strettamente correlato alle politiche di
protezione e valorizzazione dell’ambiente.
La conoscenza del territorio, delle sue
valenze storico-culturali, naturalistiche
sociali, morfologiche ed estetiche
percettive, riveste un ruolo estremamente
importante per la programmazione di
interventi in aree protette e soggette a
vincoli. In particolare, il caso dei parchi
naturali, con l’indirizzo legislativo
impartito nel 1981, fonda le sue ragioni
d’essere su uno strumento normativo più
volte rimesso a punto (legge quadro 394/1991
e disponendo l’applicazione agli enti parco
della legge 20 marzo l975, n. 70, cosiddetta
del parastato). L’obiettivo fondamentale
oggi è quello di applicare il sistema
informativo territoriale del Parco dell’Etna
e le sue potenzialità di organizzazione,
analisi e visualizzazione di informazioni
geograficamente referenziate alla lettura
delle permanenze del patrimonio culturale, e
in particolare consentendo l’individuazione
di greenways, la risistemazione di
antiche trazzere e manufatti agricoli
prioritariamente attraverso il recupero di
infrastrutture già esistenti, quali alzaie
dei canali, argini dei fiumi, linee
ferroviarie dismesse, vie storiche,
tratturi, strade campestri, ecc. nel
rispetto dell’architettura tradizionale. In
un’ottica di valorizzazione del patrimonio
tradizionale, le greenways possono
costituire un sistema di percorsi dedicati
ad una circolazione non motorizzata in grado
di connettere le popolazioni con le risorse
del territorio (naturali, agricole,
paesaggistiche, storico-culturali) e con i
centri di vita degli insediamenti
urbanistici, sia nelle città sia nelle aree
rurali. Il movimento delle greenways,
che ha avuto origine negli anni ’80 negli
Stati Uniti d’America, successivamente
diffuso in tutti i paesi europei, attraverso
la nascita di associazioni nazionali (in
Italia, l’Associazione italiana Greenways) e
di associazioni europee, tra cui l’European
Greenways Association, sta trovando sempre
maggior partecipazione tra gli organismi di
governo regionali. In tal senso, la Regione
Sicilia, nell’ambito del programma Por
Sicilia con la Misura 1.11 del Complemento
di programmazione quale opera di prima
infrastrutturazione, ha finanziato il
potenziamento del sistema informativo
territoriale (Sit) del Parco dell’Etna.
L’iter burocratico per l’implementazione
della piattaforma Sit inizia negli anni ’90,
nell’ambito del piano di telematizzazione
Sicilia e trova la sua realizzazione grazie
alla fonte di finanziamento Por Sicilia
2000-2006 ancora in fase di implementazione.
I comuni del Parco dell’Etna che vi hanno
aderito vogliono così completare la rete
greenways già avviata in alcuni comuni
nell’ambito del programma integrato
regionale (Pir) al fine di superare la
frammentazione territoriale, riconducendo le
azioni a cluster territoriali capaci
di mettere a sistema l’intero territorio del
parco. Tra le azioni previste nel quadro del
Por Sicilia 2000-2006, particolare rilevanza
è stata data alla diffusione del concetto di
greenway e dei risultati raggiunti
con il progetto. Ciò si è concretizzato con
la pubblicazione di newsletter informative
periodiche e con la realizzazione di un sito
web1 (www.parcoetna.it), in cui è
stata inserita una mappa delle greenways
esistenti nel territorio dell’ente Parco
dell’Etna. In tale ambito è stata riservata
una azione per il potenziamento del network
riservata a utenti non motorizzati e anche
portatori di handicap, costituito
principalmente da greenways, in parte
già esistenti, integrate da strade a scarso
traffico con funzione di connessione, e
offrirà alle popolazioni locali sia
itinerari continui di valenza internazionale
sia, soprattutto, percorsi locali
utilizzabili per gli spostamenti quotidiani
e per la ricreazione vicino a casa,
completati da una serie di servizi accessori
in grado di renderne più confortevole la
percorrenza. L’implementazione della banca
dati del Sit del Parco dell’Etna (istituito
il 17 marzo 1987 con un decreto del
Presidente della regione) ha richiesto e
continuerà a richiedere indagini preliminari
volte a esaminare studi e ricerche già
realizzate e in corso di realizzazione nella
Regione autonoma della Sicilia: l’analisi
del territorio del Parco dell’Etna e le
trasformazioni morfologiche sincroniche e
diacroniche si basano sull’esame della
cartografia cartacea e di tutte le risorse
informative del parco. In una fase
successiva le esigenze di confronto e la
georeferenziazione del Sit hanno imposto una
selezione dei dati disponibili che tenesse
conto delle necessità di comparazione della
cartografia vettoriale e raster, compatibile
con i dati correnti.
|
Figura 1 - Carta della utilizzazione
del suolo d'Italia. Stralcio del
foglio 22, 1958 |
|
Figura 2 - Legenda della Carta della
utilizzazione del suolo d'Italia |
La banca dati Gis
La banca dati, strutturata mediante
tecnologia Gis (geographical information
system) e con dati georeferenziati, è
stata realizzata utilizzando il software
ArcGis della Esri. Essa contiene
informazioni sulla rete di greenways,
sugli elementi di interesse ad essa
connessi, il patrimonio tradizionale, nonché
sui punti di connessione (stazioni,
parcheggi, ecc.) e i servizi presenti
(strutture ricettive e di ristoro,
assistenza tecnica, ecc.).
I tematismi che compongono la banca dati,
organizzati in ArcGis e in freeware
ArcReader2, si possono
distinguere in strati tematici di base e
strati tematici specifici al fine di creare
una base cartografica di riferimento
sufficientemente chiara e completa per
consentire agli utenti una facile e veloce
localizzazione delle greenways di
proprio interesse a scale di visualizzazione
superiori all’1:10000. Riguardano tutta
l’area del Parco dell’Etna e sono stati
digitalizzati ad una scala compresa tra
1:10000 e 1:25.000. Tenuto conto dei dati a
disposizione dell’ufficio specificati
precedentemente, l’individuazione dei
greenways è stata supportata dalla
formazione della cartografia ecologica
strutturata attraverso i seguenti tematismi:
- vegetazione: posizionamento dei rilievi
effettuati e dei punti di monitoraggio,
limiti degli habitat, qualità degli ambienti
vegetali, sensibilità e vulnerabilità degli
habitat;
- fauna: idoneità degli habitat per le
specie indicatrici (con la formazione della
base di dati relativa), uso del suolo, uso
del suolo relazionato alla biodiversità,
dati socio-economici, organizzazioni
produttive e loro aspetti ambientali,
pressioni turistiche.
Inoltre, si prevede di implementare il Sit
attraverso l’analisi dei set di indicatori
di condizione ambientale, di prestazione
ambientale e di pressione ambientale al fine
di predisporre lo schema di valutazione per
i tematismi specificati e le procedure per
il calcolo dei valori di pregio, per gli
ambiti di elevato valore naturale e per gli
ambiti interessati particolarmente dalle
attività antropiche. Le informazioni
strettamente legate ai singoli percorsi,
sono stati digitalizzati alla scala 1:10.000
(o superiore) e sono limitati alle sole zone
circostanti le vie verdi e pubblicate su
web. Essi costituiscono la risorsa
principale che la banca dati vuole offrire
agli utenti e comprendono:
- le greenways, con dati sul tipo di
fondo, lo stato di manutenzione, il livello
di difficoltà, i punti panoramici, i
manufatti (patrimonio tradizionale), le aree
di sosta, i punti informativi;
- le connessioni con altri servizi di
trasporto: stazioni ferroviarie, parcheggi,
linee automobilistiche e di navigazione;
- le risorse naturali: biotopi,
alberi monumentali, ecc.;
- le risorse storico-culturali:
centri storici, edifici di valore storico
(monumenti, ville, chiese), musei, risorse
archeologiche, elementi di archeologia
industriale. Si tratta degli immobili
vincolati ai sensi della legge 1089/1939, o
comunque vincolati per il loro interesse
storico e/o artistico e/o di emergenza
ambientale da strumenti pianificatori
comunali o sovra comunali approvati o
adottati;
- il patrimonio tradizionale ovvero
gli edifici rurali (quali palmenti, cantine,
abitazione del conduttore, magazzini,
depositi, stalle, ricoveri per i pastori),
comprese abbeveratoi, cisterne, muretti in
pietrame, stradelle, rasole, terrazzamenti,
torrette, manufatti caratterizzanti il
paesaggio agricolo tradizionale. Tra queste
si indicano anche le aziende che utilizzano
il metodo biologico di produzione ai sensi
del Regolamento Cee 2092/91 e successive
modifiche e integrazioni, aderenti al
“Progetto bioregione etnea”;
- i punti di ristoro e di accoglienza,
con informazioni sulle strutture ricettive
(alberghi, campeggi, ostelli, agriturismi,
bed and breakfast, rifugi), le
strutture per il ristoro (ristoranti, bar),
i punti di assistenza tecnica (noleggio e/o
riparazione biciclette, ecc.);
- le strade locali, utilizzabili per
raggiungere le greenways;
- i centri abitati attraversati dal
percorso o siti nelle immediate vicinanze.
Lo studio si avvale della cartografia di
base riguardante:
- conversione e restituzione in formato per
ambiente ArcView dei mappali catastali
(forniti dall’Agenzia del territorio in
formato cxf), conversione delle coordinate
di riferimento dei mappali catastali (da
Cassini-Soldner a reticolato chilometrico
Gauss-Boaga);
- predisposizione delle nuove coperture di
base e delle coperture tematiche ottenute
per analisi spaziale e geoprocessing,
per derivazione dall’analisi di dati
telerilevati;
- predisposizione di basi di dati
alfanumeriche, vettoriali e raster e
compilazione delle procedure che permettono
il monitoraggio automatico, previo
aggiornamento dei dati, degli indicatori di
carattere ambientale forniti dall’ente e
realizzazione delle coperture tematiche
relative;
- predisposizione delle relazioni tra la
base di dati di gestione delle attività del
Parco dell’Etna, realizzata dal Centro
elaborazione dati con il Dbms Microsoft
AccessTM, contenente informazioni sulle
ditte identificate in maniera univoca
tramite comune, foglio e particella
catastale e le basi di dati del sistema
informativo territoriale (mappali catastali,
coperture tematiche indicate dagli uffici,
coperture della cartografia di base,
immagini aeree e da satellite);
- predisposizione di modelli di
interrogazioni sulle basi di dati per
l’accesso alle informazioni del territorio a
partire dal comune, dal foglio e dalla
particella catastale;
- numero 2 immagini da satellite Landsat
tematic mapper e di n. 1 immagine da
satellite Spot;
- numero 395 fogli di mappa catastali
contenenti le informazioni digitali delle
particelle catastali ricadenti all’interno
del Parco dell’Etna, in formato cxf, dal
Ministero delle finanze – Agenzia del
territorio – Ufficio provinciale di Catania;
- numero 36 ortofoto a colori del territorio
del Parco dell’Etna del Programma it 2000™
della ditta Compagnia generale ripreseaeree
spa di Parma3;
- sei fogli relativi al territorio del Parco
dell’Etna dell’Igm, scala 1:25000
comprendente tematismi vettoriali (sistema
delle infrastrutture di trasporto tra cui
autostrade, strade statali, provinciali,
urbane, linee ferrate, greenways;
sistema antropico comprendente edifici
tradizionali censiti e non, beni culturali
immobili tra cui chiese, cisterne, fontane,
ecc.; sistema ambientale comprendente bacini
lacustri, idrografia completa dei torrenti,
fiumi e corsi d’acqua presenti nel
territorio; zone umide, boschi e foreste;
punti quotati, reticolo Utm, ecc.);
- la carta tecnica regionale in scala
1:10000;
- cartografia convertita in formato
vettoriale relativa agli elaborati allegati
alla bozza del piano territoriale di
coordinamento.
Il sistema si avvale inoltre delle nuove
basi cartografiche e orto-fotografiche per
la realizzazione di approfondimenti e
l’acquisizione di dati più dettagliati in
aree campione, nonché con nuovi strati
informativi sulla distribuzione delle
località abitate (centri e nuclei abitati
dell’Istat) e delle aree protette (10 siti
di interesse comunitario, ai sensi della
Direttiva Habitat 92/43/Cee del 1992 e di 4
zone di protezione speciale, ai sensi della
Direttiva Uccelli 79/409/Cee del 1979).
Figura 3 - Giarre, località
Altarello: dimora rurale in un
piccolo agrumeto, ormai abbandonata.
Si noti la cisterna e il lavatoio
sotto una tettoia ad archi |
|
Fonte: Formica, 1973, p. 172 |
L’architettura del sistema Gis on web
Le tecnologie utilizzate per lo sviluppo
dell’applicativo Gis on web trovano
una perfetta implementazione in una
architettura logica strutturata in due
focal points:
1. data and application server;
2. web application server.
Il data server è il sotto sistema
costituito essenzialmente dal database
management system. Gestisce informazioni
di identificazione e autenticazione degli
utenti e di instradamento verso gli altri
sottosistemi e sistemi esterni oltre a
gestire ovviamente dati di carattere
informativo. Inoltre, conserva tutti i dati
alfanumerici necessari per reperire le
informazioni a seguito di interrogazione
spaziale. L’application server è
invece il sottosistema che si occupa di
gestire i dati di tipo cartografico e i
servizi per l’elaborazione e le
pubblicazione in rete delle mappe. Tale
sottosistema gestisce inoltre l’insieme di
tutti i processi amministrativi (workflow)
necessari alle attività di gestione
dell’ente Parco dell’Etna. Esso è in grado
di trasferire ai client i dati
alfanumerici e i dati grafici direttamente
in formato vettoriale al fine di consentire
ai browser di effettuare in maniera
efficiente tutte le operazioni di
visualizzazione e interrogazione, in modo
dinamico e sulla base delle richieste
utente.
Il web application server è il
sottosistema attraverso il quale gli utenti
accedono ai servizi offerti e che realizza
due diverse funzionalità:
1. interfaccia grafica verso l’utente;
2. servizi.
Le due tipologie di funzionalità rimangono
distinte sia dal punto di vista logico che
da quello dell’implementazione operativa.
Si prevede di implementare il Gis on web
prevedendo, nel breve tempo, di pubblicare
numerose tipologie di informazioni, e non
semplicemente quelle legate alla banca dati
Gis e ai circuiti turistici dei greenways.
Tra queste tipologie di informazioni si
indicano le seguenti:
- dati finanziari: è la banca dati
delle somme concesse ed erogate e dei
fabbisogni finanziari;
- rilevazione danni: banca dati delle
schede di rilevamento del danno (frane,
alluvioni, eventi sismici, ecc.);
- richieste: contiene i dati delle
richieste dei cittadini per il contributo
dalla recupero degli edifici privati
appartenenti al patrimonio tradizionale con
i livelli di danneggiamento dichiarato dai
progettisti, l’importo richiesto e gli atti
di concessione del contributo;
- dati tecnici: contiene informazioni
tecniche sugli interventi e sui contributi
erogati.
Per consentire la consultazione dei dati da
ogni postazione delle rete locale e la
pubblicazione dei dati geografici di
interesse pubblico (enti pubblici,
professionisti, privati, ecc.), si è
proceduto alla realizzazione di un modulo
per la gestione dei dati messi in rete. Le
attività principali sono:
- creazione di nuove pagine con link e
comandi per la visualizzazione/consultazione
dei dati;
- sviluppo di funzioni in html/java per la
gestione dei dati in rete locale e internet;
- definizione del numero accessi e loro
tipologia;
- configurazione dei client e delle
interfacce utenti.
Il sistema ha due componenti: una pubblica e
una con accesso autenticato. La componente
pubblica comprende le norme della
ricostruzione, il workflow dei
processi e i dati di sintesi
(un’aggregazione di tutti i dati inseriti
nel sistema) mentre la componente privata
riguarda l’uso amministrativo ed interno.
Come un portale verticale la componente
privata garantisce riservatezza, per cui
utenti appartenenti alla stessa tipologia
hanno accesso solo ai dati di propria
competenza.
Scopo della componente pubblica è quella di
fornire utili informazioni ai fruitori e
importanti indicazioni sulle ampie
possibilità di visita. A tal scopo è stato
pubblicato su web un elenco dettagliato di
tutti i greenways del Parco dell’Etna
(http: //www.parks.it/parco.etna/Eiti.html).
Figura 4 - Clc 2000: uso del suolo
nel Parco dell'Etna |
|
Nota: i poligoni in rosso, relativi
ai cambiamenti, sono tutti esterni
ai confini del parco |
II sistema è stato studiato su piattaforma
Gis, così da permettere facile editabilità e
aggiornabilità del prodotto finale: una
tabella di attributi è relazionata agli
elementi del Gis on web. La carta
riporta tutte le classiche informazioni di
carattere geomorfologico, ambientale,
paesaggistico relazionati alle strutture
ricettive con la differenziazione degli
elementi e delle colorazioni anche in
funzione della morfogenesi del patrimonio
antropico e della zonizzazione del parco:
forme e depositi di origine naturale e
antropica, vegetativa, ecc.; a questi
tematismi sono sovrapposte le informazioni
relative alla sentieristica classica
(sentieri, rifugi, sorgenti ecc.) integrate
con un più completo sistema di
classificazione, a nostro giudizio utile
all’amante dell’escursionismo in montagna
che si cimenta con percorsi mai affrontati:
notizie che sono quanto più oggettive
possibili, ovvero relative alla reale
difficoltà del percorso o alla pendenza
puntuale, alla possibilità di fare il punto
con maggiore precisione grazie alle
indicazioni sulla segnaletica e sul tipo di
sentiero affrontato, alla presenza o meno di
tratti difficili da seguire anche per
portatori di handicap, descritti con un
linguaggio accessibile a tutti. Nel Gis sono
stati anche riportati i punti di
osservazione privilegiati così da
permetterne la migliore visione possibile.
Da questo nascono le esigenze di
implementare le segnalazioni di versanti
sottoposti a instabilità, a movimenti di
crollo o di scivolamento, alla presenza di
fossi di erosione concentrata o di valanghe
che possono interrompere il sentiero. Si è
tentato in parte di fornire un utile
contributo alla cartografia escursionistica,
perché essa segnala l’origine e l’evolversi
delle forme, stimola la curiosità e la
riflessione dell’uomo, segnala ostacoli ed
eventuali pericoli lungo le tracce abituali.
Inoltre l’analisi delle trasformazioni
morfologiche basate sull’esame delle fonti
cartacee possono fornire ulteriori stimolo
per implementare il Gis on web.
|
Figura 5 - Clc 2000, codici 2.2.1
Vigneti, 2.2.2 Frutteti e frutti
minori e 2.2.3 Oliveti |
Trasformazioni basate sull’esame delle fonti
cartacee
Come si è visto, una parte del database
conoscitivo del Parco dell’Etna, è ricavata
dalla digitalizzazione e dalla
vettorializzazione di prodotti cartacei; si
tratta di una vera e propria serie storica
nell’ambito della quale non possono mancare
layer ricavati dalla Carta della
utilizzazione del suolo d’Italia (foglio 22,
1958)4.
Osservando la legenda della Carta della
utilizzazione del suolo d’Italia (Colamonico,
1956-1963), si nota come, dei 21 simboli a
colori, 19 siano relativi all’uso agricolo e
solo uno riguardi l’uso urbano: Seminativo
(asciutto); Seminativo arborato (asciutto);
Seminativo irriguo; Seminativo arborato
irriguo; Risaia; Orto; Vigneto; Uliveto;
Vigneto-Uliveto; Agrumeto; Frutteto (frutta
polposa); Frutteto – frutta a guscio duro o
baccello – m = mandorleto n = noccioleto c =
carrubeto; Bosco ceduo; Bosco d’alto fusto;
Bosco promiscuo (ceduo composto); Castagneto
(da frutto); Prato e prato arborato
(asciutti); Prato e prato arborato
(irrigui); Pascolo e incolto produttivo
anche se utilizzato parzialmente o
temporaneamente a seminativo; Sterile;
Insediamenti e altre forme di utilizzazione;
la lettera p indica la coltura industriale
del pioppo (Colamonico, 1956-1963). Il
ventunesimo simbolo (Insediamenti e altre
forme di utilizzazione) indica, in realtà, i
soli insediamenti urbani; le infrastrutture
sono presenti nella Carta, ma non sono
richiamate nella legenda5.
Nel ricordare Colamonico (il curatore della
Carta) Migliorini sottolinea che: “Carmelo
Colamonico era stato tra i primi, fin dal
1925, a occuparsi del sistema più opportuno
per rappresentare la distribuzione delle
colture agrarie costruendo una carta della
terra di Bari, basata essenzialmente sul
catasto, nella quale si distinguono colture
irrigue, seminativi arborati e non arborati,
oliveti, vigneti, mandorleti, pascoli,
boschi. Era perciò naturale che una volta
decisa, da parte del Consiglio nazionale
delle ricerche, la costruzione d’una carta
relativa all’utilizzazione del suolo di
tutta l’Italia, accompagnata da una serie di
volumi regionali di memorie illustrative,
Egli dovesse assumere la direzione per
l’esecuzione dell’impresa, e in essa ebbe
campo di dimostrare le sue doti insuperabili
di organizzatore. Si deve infatti a Lui se
questo complesso lavoro – prezioso documento
della situazione agraria dell’Italia in
questo periodo della sua vita economica – è
stato iniziato, proseguito e condotto a
termine” (Migliorini in Pracchi, 1980).
Appare evidente, quindi, come si stia
parlando di distribuzione delle colture
agrarie, insomma di terra: “I 26 fogli della
Carta risultano strumento scientifico
prezioso non solo per gli studiosi di
discipline geografiche, agrarie, pedologiche,
economiche, statistiche, ma anche per
chiunque si occupi di questioni di
bonifiche, di irrigazioni, di
rimboschimento, di edilizia rurale, di
trasformazione fondiaria” (idem). Le
Memorie illustrative (Colamonico,
Corna Pellegrini, Pracchi, Beretta e
Migliorini, 1956-1980) sono formate con
scansioni che insistono sulla funzione di
questa Carta come regesto e descrizione
dell’uso agricolo e del relativo paesaggio.
La preziosità della Carta si può facilmente
dimostrare con alcuni esemplificativi
confronti fra alcuni suoi fogli e recenti
carte stradali del Tci, affiancandovi la
lettura di brani della celebre Guida
rossa (Tci, 1989). Infatti, il vero
pregio di questa Carta sta nel fatto che la
sua base di partenza è una carta stradale
del Tci al 200.000. “Fu prescelta la scala
1:200.000 per vari motivi. Una scala
corografica siffatta rispondeva bene a
diverse esigenze, cioè: il dettaglio
sufficientemente articolato, fino ai
particolari riconoscibili sul terreno per
aree medio-piccole; la buona leggibilità
(…); il numero cospicuo ma non eccessivo dei
fogli, dunque il contenimento dei costi (…);
infine la disponibilità, presso il Tci,
delle basi della carta automobilistica
d’Italia 1:200.000, la stessa che oggi,
aggiornata, viene riproposta sotto forma di
Atlante automobilistico 1:200.000. Non si
trattava, in quest’ultimo caso, di una mera
scelta opportunistica: la carta
automobilistica Tci era da anni nota come
una delle migliori d’Europa, accurata anche
per la resa in scala degli insediamenti, a
quel tempo ancora relativamente aggiornati,
cioè corrispondenti in scala e in riduzione
simbolica al suolo occupato (…). Inoltre, il
reticolo stradale, riportato a colore
smorzato in sottofondo, forniva un aiuto
localizzativo, perché l’orientamento del
lettore non sarebbe stato facile con la sola
rete idrografica e i non numerosi
particolari orografici che, se aggiunti in
maggior quantità, avrebbero compromesso la
resa dell’oggetto principale della
rappresentazione, vale a dire il paesaggio
agrario italiano. Negli anni più recenti, il
Tci non ha sempre puntualmente aggiornato
l’estensione delle sedi umane nella carta
automobilistica, anche perché esse,
allargatesi talora a dismisura, avrebbero
reso difficile evidenziare, nelle grandi
aree metropolitane, la fitta rete
convergente di strade: si pensi alle
conurbazioni di Milano e di Napoli (…)”
(Manzi, 1999).
Una funzione interessante della Carta è la
possibilità di ricercarvi ulteriori tracce
dei percorsi suggeriti sul sito del parco
(http://www.parks.it/parco.etna/iti.html),
magari trovandovi le variazioni del
paesaggio rurale avvenute da quando fu edito
il prezioso studio di Formica (1973) sulle
case rurali del catanese.
I layer ricavabili dal foglio 22
(1958) della Carta hanno soprattutto valore
di documentazione storica ma, poiché essa è
al 200.000, è ragionevole un confronto con
Clc 2000.
Ad esempio, si può estrarre dal Clc 2000 un
layer riferito al livello 2.2.
Colture permanenti: 2.2.1. Vigneti,
2.2.2. Frutteti e frutti minori e 2.2.3.
Oliveti e compararlo con lo strato della
Carta riguardante Vigneto, Uliveto,
Vigneto-Uliveto, Agrumeto, Frutteto (frutta
polposa) e Frutteto (frutta a guscio duro o
baccello); tale confronto ha valore
puramente estetico. Infatti, è noto e
dimostrato (Candura e Izis, 2004) come,
almeno per quanto riguarda l’uso urbano del
suolo, il dato relativo all’estensione
ricavabile dalla tabella degli attributi Clc
non sia attendibile, occorrendo un
rilevamento molto più dettagliato6.
Ciò ha creato dei problemi di compatibilità
dei dati Istat con quelli Clc; per la
costruzione di una serie storica, appunto
relativa all’uso urbano e infrastrutturale,
ci si è, infatti, serviti di un altro
database (Candura e Izis, 2004).
Ovviamente, per quanto riguarda l’uso
agricolo, il problema non si pone poiché le
serie storiche di dati si possono costruire
elaborando i dati Istat.
|
Figura 6 - Layer relativo a
vigneti, uliveti, agrumeti e
frutteti tratto dal foglio 22 della
Carta della utilizzazione del suolo
d'Italia |
Conclusioni
Le esperienze condotte e quelle ancora in
fase di implementazione evidenziano la
necessità di arricchire il Sit di contenuti;
i Sit devono essere concepiti come strumenti
di aiuto alle decisioni e basi conoscitive
finalizzate a ottenere il consenso degli
attori coinvolti e della comunità d’ambito
in un bilanciato rapporto tra sviluppo
socio-economico del territorio e
compatibilità ambientale in funzione di
programmi di valorizzazione del patrimonio
naturale e antropico del Parco dell’Etna.
Il territorio oggetto di studio, una precisa
e dettagliata mappatura delle zone da
monitorare ha permesso, in un contesto
multidisciplinare, ai tecnici (ingegneri,
architetti, geologi, chimici, informatici,
geografici ecc.) coinvolti nel progetto di
sviluppare nuove conoscenze sulla lettura
dei dati cartografici di diversa natura
(catasto, carte tecniche regionali,
aerofotogrammetria, mappe di reti
archeologiche e architettoniche, ecc.) dalla
macro alla micro scala. Gli sviluppi di tale
progetto dovranno permettere sempre più agli
applicativi, ai dati prodotti dal Gis e in
particolare al database di
implementare l’ambiente web con una
semplicità e con una vera disponibilità in
tempo reale di tutte le informazioni.
Inoltre, il processo di implementazione del
Gis on web dovrà tenere conto delle
direttive della legge Stanca7 per
i portatori di handicap. Gli aggiornamenti e
le informazioni di ritorno dovranno sempre
più essere gestite in remoto con semplici ed
efficaci funzionalità, permettendo al
sistema di essere sempre aggiornabile e
rispondere a query anche complesse
senza la necessità di apprendere il
funzionamento di un Gis, ma semplicemente
operando come su pagine internet.
Note
1
Si specifica che l’amministrazione ha già
registrato il dominio internet
www.parcoetna.it, dispone di accesso alla
rete internet con una linea Hdsl a 2 Mbit
della Telecom ed ha disponibile in comodato
d’uso dal provider che fornisce
l’accesso a internet il router e un
firewall hardware.
2
Il programma applicativo freeware ArcReader
per Windows 95, 98, Me, Nt e 2000 consente
la consultazione dei dati vettoriali,
raster e alfanumerici da ogni postazione
della rete locale. Il sistema informativo
territoriale del Parco dell’Etna utilizza
inoltre i programmi applicativi ArcView e
ArcIms della Esri.
3
Secondo quanto previsto dalla convezione
stipulata dall’Assessorato regionale al
territorio e all’ambiente.
4
D’ora in poi, Carta.
5
Nonostante sia noto come, soprattutto nella
fase iniziale dell’espansione urbana, le
strade occupino una percentuale di
superficie maggiore rispetto alle
abitazioni. “Sono sufficientemente d’accordo
sul fatto che la dimensione medio-piccola
sia più ‘umana’: nell’impianto industriale
come nell’impianto urbano. Ma il ‘piccolo è
bello’ soprattutto se realizzato come frutto
di un progetto. In assenza può far danni.
Tanto per fare un esempio, se tutte le
grandi industrie si moltiplicassero per
dieci più piccole e se tutte le grandi città
facessero altrettanto rischieremmo di avere
la totale saturazione dello spazio ancora
‘libero’ sul territorio. Infatti la
diffusione comporta anche un uso più
‘orizzontale’ dello spazio, mentre la
concentrazione comporta una
verticalizzazione dell’uso dello spazio e,
quindi, un minor consumo di territorio …”
(Leone, 1995).
6
Lo studio al quale si fa riferimento (Candura
e Izis, 2004) analizza la tabella degli
attributi Clc 90, ma il problema del
dettaglio rimane, ovviamente, anche in Clc
2000.
7
Legge Stanca 9 gennaio 2004, n. 4 – Web
accessibility guidelines for users with
disabilities protected by law.
Il paragrafo “Trasformazioni basate
sull’esame delle fonti cartacee” è da
attribuirsi ad Anna Rosa Candura.
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