La costiera amalfitana rappresenta un
patrimonio naturalistico, culturale ed
economico di immenso valore che va al di là
dei semplici confini provinciali o regionali
e che da sempre vede confrontarsi residenti,
politici e ricercatori alla ricerca di
strategie di crescita condivise e alla
stesso tempo sostenibili. In tale contesto,
una delle emergenze principali è
rappresentata dai fenomeni di congestione
che sistematicamente coinvolgono la
viabilità ordinaria e che conducono, lungo
l’arco dell’intera giornata, a prolungati
blocchi della circolazione con danni per la
qualità della vita dei residenti, dei
turisti e impatti economici non trascurabili
per tutti gli operatori economici.
Benché negli ultimi anni molti studi siano
stati condotti, diverse ipotesi siano state
vagliate e alcuni interventi siano stati
realizzati, emerge chiaramente che le azioni
per rendere sostenibili i quotidiani
fenomeni di congestione devono essere
individuati all’interno di strategie che
combinino politiche di gestione dei flussi
veicolari e della domanda di mobilità con
interventi sulle caratteristiche
infrastrutturali della Ss 163 e sulle
caratteristiche dei veicoli che vi
transitano.
Tra le citate strategie l’applicazione di
mirate politiche di gestione della domanda
di mobilità può rappresentare una soluzione
efficace e allo stesso tempo economica. Come
già evidenziato in recenti lavori (de Luca,
2002) le politiche di gestione della domanda
possono articolarsi in politiche di
incentivazione all’utilizzo di modi di
trasporto alternativi all’auto e di
disincentivazione all’uso di modi di
trasporto individuali. Evidenze sperimentali
e simulazioni modellistiche (de Luca e
Papola, 2001) hanno evidenziato che solo
mediante l’uso combinato di suddette
politiche è possibile ottenere risultati
socialmente accettabili e
trasportisticamente efficaci. Penalizzare
alcune modalità di trasporto, senza dare
adeguate alternative, può essere una
strategia dalle conseguenze socialmente
ingiuste (segmenti di utenti cui si nega la
possibilità di accedere al territorio), non
necessariamente efficaci (gli utenti
continuano a spostarsi nello stesso modo),
poco condivise (l’utenza non comprende
appieno politiche e non si adegua) e
politicamente non convenienti.
Simulare politiche di intervento sulla
domanda di mobilità richiede la simulazione
del funzionamento del sistema di trasporto
e, in particolare, dei comportamenti di
viaggio degli utenti del sistema stesso. Un
tale approccio, ormai consolidato nelle
pratiche applicazioni in contesti urbani ed
extra-urbani, si fonda sull’interpretazione
dei comportamenti di mobilità come
comportamenti di scelta e sull’applicazione
di soluzioni modellistiche capaci di
simulare le suddette scelte. Il presente
contributo analizza i comportamenti di
scelta degli utenti del sistema di trasporto
della costiera amalfitana e propone due
modelli di scelta del modo di trasporto per
le due tipologie di utenti/turisti che si
spostano all’interno della costiera: i
turisti giornalieri e i turisti non
giornalieri.
Attualmente le frontiere della ricerca nel
campo della simulazione della domanda di
mobilità si dividono in un filone
prettamente teorico ed uno più applicativo.
Il primo, è finalizzato all’approfondimento
della teoria dell’utilità aleatoria e alla
ricerca di paradigmi teorici alternativi, il
secondo ha come obiettivo l’estensione di
soluzioni modellistiche consolidate (modelli
di utilità aleatoria) a campi applicativi
non ancora investigati. In questo ultimo
filone il presente lavoro propone soluzioni
modellistiche a problematiche poco studiate
dalla comunità scientifica, quali la
simulazione di comportamenti di utenti non
residenti all’interno dell’area di studio,
la simulazione di comportamenti di categorie
di utenti non usuale (turisti giornalieri e
non giornalieri) e che si spostano per
motivi molto diversi da quelli che si è
soliti simulare in contesti normali. Il
contributo, dopo una preliminare
introduzione al paradigma interpretativo e
teorico al problema della simulazione dei
comportanti di scelta di viaggio, si
articola nell’analisi dei modelli
specificati per i turisti giornalieri e per
i turisti non giornalieri.
Il presente lavoro si inserisce nell’ambito
di uno studio che la Camera di commercio
industria artigianato e agricoltura di
Salerno (Cciaa) ha affidato al Dipartimento
di Ingegneria civile dell’Università di
Salerno, con l’obiettivo di individuare
delle opzioni di riassetto a breve termine
del sistema di trasporto collettivo su gomma
a servizio della costiera amalfitana,
verificando la eventualità di coinvolgimento
del capitale di rischio.
Inquadramento teorico
Nella metà degli anni ’70, lo sviluppo delle
città, l’introduzione di modi di trasporto
innovativi e la necessità di regolamentare
la crescita dei fenomeni di congestione,
favorirono lo sviluppo di un approccio che
tenesse esplicitamente conto del
comportamento degli utenti di un sistema di
trasporto. In questo contesto si inserisce
il contributo determinante di Domencich e
McFadden, i quali nel 1975, svilupparono un
quadro di riferimento teorico del problema
della simulazione delle scelte di viaggio,
introducendo la teoria dell’utilità
aleatoria.
La teoria dell’utilità aleatoria si fonda
sull’estensione del paradigma interpretativo
e teorico della teoria microeconomica del
consumatore, ossia sull’analogia tra il
comportamento di scelta di un consumatore
chiamato a scegliere quale bene/i e quali
quantità del bene/i acquistare, e il
comportamento di scelta di un utente del
sistema di trasporto chiamato a scegliere
quale destinazione raggiungere e/o quale
modo di trasporto utilizzare.
Se i è il generico consumatore
(classe di consumatori omogenei), B
il budget che ha a disposizione, {A, B,
…, N} è l’insieme delle tipologie di
beni tra cui può scegliere, {qA,
qB, …, qN} è
l’insieme delle rispettive quantità che può
acquistare, sia Qj=Qj{qAj,
qBj, … qNj} la
generica alternativa di scelta, ossia la
combinazione di quantità di ciascun bene che
l’utente può decidere di acquistare
compatibilmente con il budget disponibile e
sia Q l’insieme di tutte le possibili
alternative. In questo contesto si ipotizza
che il consumatore: (a) è in grado di
individuare tutte le alternative
disponibili, (b) associa a ciascun
alternativa una utilità Uj,
(c) adotta un meccanismo di scelta basato
sul concetto di massimizzazione della
utilità associata a ciascuna alternativa,
(d) effettua scelte sempre consistenti e
transitive tra loro (sempre la stessa
scelta), infine, (e) poiché l’utilità
associata a ciascuna alternativa non è nota
all’analista, si ipotizza che essa possa
essere stimata in funzione di variabili
misurabili (attributi, pjk)
opportunamente omogeneizzate tra loro: Uj=Uj
(pj1, ... pjk,
... pjm). Una
volta definite le variabili e i relativi
coefficienti di omogeneizzazione (attività
nota come calibrazione dei parametri del
modello) è possibile associare alle singole
alternative un valore di utilità e il
problema può essere formulato come un
problema di massimizzazione di una funzione
obiettivo e risolto con metodi di
programmazione matematica: ovvero Q*=argmax
f(U(q1j, q2j, … qNj)).
Tutte le suddette ipotesi e considerazioni
possono essere facilmente estese ad un
contesto trasportistico assumendo che: (I)
i è il generico utente (classe di
utenti) del sistema di trasporto; (II) B
il budget che la classe i ha a
disposizione (concetto spesso non
utilizzato, si può interpretare in termini
di massimo tempo di viaggio accettabile,
massima distanza ovvero massimo costo
monetario sopportabile); (III) le tipologie
di beni tra cui scegliere sono le
caratteristiche dello spostamento (e.g. {A,
B, …, N} = {auto, bus, treno}); (IV)
l’utente può acquistare una sola tipologia
di bene (può scegliere una sola alternativa)
e non è prevista la possibilità di
acquistare diverse quantità di beni diversi,
in quanto sono alternative auto-escludentesi;
(V) la generica alternativa è il generico
bene Qj = j (e.g.
auto) e l’insieme delle alternative (Q)
coincide con il numero dei beni disponibili
{auto, bus, treno}. A differenza di quanto
visto per la più generale teoria del
consumatore l’insieme delle alternative è
finito, è facilmente identificabile (e.g. il
numero dei modi di trasporto disponibili),
non ha significato definire una funzione
obiettivo e se l’analista fosse in grado di
associare a ciascuna alternativa la vera
utilità percepita da ogni utente j,
la simulazione del comportamento di scelta
si potrebbe ricondurre alla individuazione
dell’alternativa di massima utilità
(comportamento di scelta deterministico).
Benché quanto detto possa apparire un
vantaggio, in realtà, rappresenta il
maggiore limite all’applicabilità del
modello a causa di numerose fonti di
incertezza presenti nelle stesse ipotesi
della teoria. Infatti:
a) l’analista non studia il comportamento di
ogni singolo utente ma, per esigenze di
praticità e applicabilità del modello,
analizza i comportamenti di una classe di
utenti che ipotizza omogenei e per quanto si
possa individuare una classe di utenti
omogenei ben difficilmente i comportamenti,
a parità di condizioni, lo sono;
b) l’analista definisce a priori le
alternative di scelta dell’utente e non è
detto che coincidano con quelle realmente
percepite come disponibili;
c) l’analista ipotizza quali attributi
influenzano i comportamenti di scelta e non
è detto che tutti gli utenti della classe in
esame ne siano influenzati;
d) l’analista deve utilizzare attributi che
siano facilmente ottenibili in fase di
applicazione del modello ed è naturale che
trascuri attributi significativi nel
processo di scelta dell’utente;
e) l’analista deve utilizzare attributi che
siano misurabili e/o riconducibili a valori
numerici e, pertanto, commette errori di
misura che possono condurre a valori degli
attributi ben diversi da quelli percepiti
dagli utenti;
f) l’analista non può tenere in conto nessun
fenomeno di tipo emotivo e/o psicologico ed
è noto che questi aspetti hanno un ruolo
fondamentale nelle scelte di viaggio.
Alla luce delle suddette fonti di incertezza
appare chiaro che se anche il generico
utente si comportasse secondo le ipotesi
alla base della teoria dell’utilità (associa
l’utilità a ciascuna alternativa e sceglie
secondo il principio di massimizzazione
dell’utilità percepita), l’utilità che
l’analista gli associa è ben lontana da
quella l’utente realmente percepita. In un
approccio prettamente deterministico la
conseguenza immediata sarebbe
l’impossibilità di interpretare e simulare i
comportamenti di scelta osservati in virtù
di possibili inconsistenze quali:
a) alternative con eguale utilità rendono
indefinito il problema;
b) scelte non coerenti con i valori delle
utilità associate;
c) scelte non coerenti tra utenti che si
trovano in contesti trasportistici,
socio-economici e territoriali simili, ossia
a parità di utilità sistematica le scelte
sono differenti.
Una soluzione al problema è rappresentata da
un approccio probabilistico, ipotizzando che
tutto ciò che non è osservabile/misurabile
dall’analista è una caratteristica aleatoria
del fenomeno, o meglio, sono le ipotesi di
chi lo studia (legate alle ipotesi e
approssimazioni della teoria) a indurre
un’interpretazione del fenomeno come
aleatorio. L’approccio probabilistico
ipotizza l’utilità di ogni alternativa j
relativa ad una classe di utenti i
come una variabile aleatoria Uj,
di media Vj, e per la
quale sia nota la funzione di densità di
probabilità congiunta
f5f(U1,...Uj,...,Um).
A questo punto il problema della scelta di
una generica alternativa j può essere
posto come la stima della probabilità che,
assegnato l’insieme di scelta I,
l’utilità Uj sia maggiore
delle utilità di tutte le restanti
alternative:
p[j/
I]=Pr[Uj>Uk]
"
k¹j;
e con j, kÎI
Lo stesso problema può essere riformulato
esprimendo l’utilità Uj
come somma del suo valore medio Vj
ed un’aliquota
ej
nota come residuo aleatorio. Il
valore medio, anche noto come utilità
sistematica, è l’aliquota che l’analista
è in grado di misurare e, solitamente, è
espressa come combinazione lineare di
attributi, Xjk,
omogeneizzati da coefficienti,
bjk.
I residui aleatori rappresentano, invece, lo
scostamento tra l’utilità associata
dall’analista alla singola alternativa e
l’utilità realmente percepita dall’utente;
si tratta di variabili aleatorie a media
nulla e con funzione di densità di
probabilità congiunta nota. In particolare:
Uj
=Vj +
ej
=
Sk
bjk
×
Xjk +
ej
"
j
Î
I
Da cui le probabilità di scelta possono
essere riformulate nella seguente maniera:
p [j/
I]
= Pr[Uj>Uk]
= Pr[Vj - Vk
>
ek
-
ej]
"
k
¹
j; e con j, k
Î I
e al variare delle ipotesi sulla
f(e1,
...
em)
è possibile stimare le probabilità di scelta
e ottenere una vasta gamma di modelli di
utilità aleatoria.
Come già detto in precedenza, la
sistematizzazione e formalizzazione del
paradigma teorico dell’utilità aleatoria
applicato alla simulazione delle scelte di
viaggio è introdotto da Domencich e McFadden
nel 1975. Il lavoro unisce in un quadro
teorico coerente la teoria microeconomica
del consumatore, i modelli di utilità
aleatoria utilizzati in psicologia (Thurnstone,
1927) e la teoria sui comportamenti di
scelta (Luce, 1959). Alla stregua di
Domencich e McFadden, Ben-Akiva e Lerman
(1985) ripropongono un’ulteriore
sistematizzazione alla luce di 10 anni di
applicazioni e ricerca nel campo dei modelli
di domanda. Interessanti evoluzioni sono
rappresentate dai contributi di Ortuzar e
Willumsen (1995) e Cascetta (2001). Il primo
persegue un approccio più operativo,
affrontando i modelli di domanda tanto da
un’ottica non comportamentale, quanto
dall’ottica comportamentale. Cascetta
rivisita l’approccio comportamentale basato
sulla teoria dell’utilità aleatoria e
propone gli avanzamenti modellistici più
recenti: il modello C-Logit per la scelta
del percorso, il modello Cross-Nested Logit,
L’Hybrid logit.
I modelli di scelta del modo di trasporto
Le finalità principali del presente studio
sono tre:
1. identificare le variabili che influenzano
i comportamenti di scelta del modo di
trasporto dei turisti della costiera
amalfitana;
2. implementare dei modelli di simulazione
dei suddetti comportamenti;
3. effettuare delle analisi di elasticità al
variare degli attributi di livello di
servizio.
I citati obiettivi sono stati perseguiti
specificando, calibrando e validando modelli
di scelta del modo di trasporto per due
tipologie di utenti: i turisti
giornalieri e i turisti non
giornalieri.
Al fine di modellizzare i comportamenti di
scelta è stata condotta un’indagine
motivazionale funzionale a conoscere le
caratteristiche socio-economiche
dell’utente-turista della costiera
amalfitana e le caratteristiche dello
spostamento. L’indagine, svolta nell’ambito
dello studio finanziato dalla Cciaa di
Salerno e finalizzato alla definizione e
valutazione di scenari di intervento per un
sistema integrato di trasporto collettivo a
servizio della costiera amalfitana, è
consistita in 2.500 interviste effettuate
nelle possibili destinazioni dello
spostamento (principali centri abitati e
località balneari) in un giorno festivo di
luglio (12 luglio 2003) e un giorno feriale
di agosto (5 agosto 2003).
La specificazione dei modelli si è
articolata nei seguenti quattro passaggi
fondamentali:
1. definizione delle alternative di
scelta – Solitamente si prendono in
considerazione tutti i modi di trasporto
disponibili e rilevanti ai fini
dell’analisi. Tuttavia, benché i modi di
trasporto disponibili siano 4 – auto, moto,
vie del mare, autobus – (si trascurano
alternative derivate come auto da passeggero
e car-pool), nel caso in oggetto si è deciso
di studiare la scelta tra il modo auto e il
modo autobus. La scelta è stata indotta
dalla impossibilità di simulare la
disponibilità dell’alternativa moto e perché
l’interesse è di studiare la disponibilità
degli utenti auto a scegliere il modo
autobus;
2. definizione dell’insieme di scelta
– La definizione delle alternative è un
problema particolarmente rilevante perché
non tutti i modi di trasporto sono
disponibili per tutti gli utenti e per ogni
tipo di spostamento. Ciò può essere dovuto
ad una oggettiva non disponibilità ovvero ad
una soggettiva non percezione di
un’alternativa. Per quanto ha riguardato la
disponibilità oggettiva dell’auto, questa è
nota per i turisti giornalieri una volta
noti il possesso di patente e il numero di
veicoli per famiglia. Per i turisti non
giornalieri le due informazioni non
implicano la disponibilità dell’autoveicolo
e, pertanto, si è ipotizzato che l’utente ha
disponibile l’auto se in possesso della
patente e se entrato in costiera con
l’automobile. Per la disponibilità del modo
autobus (ovviamente per gli utenti che hanno
dichiarato di non essersi spostati in
autobus) è stata verificata l’esistenza di
un servizio di trasporto collettivo tra
l’origine e la destinazione dello
spostamento e nell’orario dello spostamento;
3. definizione delle variabili – Sono
state prese in considerazione le seguenti
variabili:
a) variabili legate al sistema
dell’offerta di trasporto, anche note
come di livello di servizio, sono tutte
quelle variabili che misurano la disutilità
associata ad uno spostamento;
b) variabili caratteristiche del decisore,
anche note come variabili socio-economiche,
consentono di segmentare il campione di
popolazione intervistato;
c) variabili caratteristiche
dell’alternativa, anche note come
costanti modali;
d) variabili caratteristiche dell’assetto
territoriale che interpretano le
caratteristiche dell’origine e/o della
destinazione dello spostamento che possono
influenzare la scelta dell’utente;
4. definizione della formulazione
matematica del modello – Solitamente si
intende la definizione della forma
funzionale dell’utilità sistematica e la
definizione della funzione di densità di
probabilità dei residui aleatori (ej).
Per quanto ha riguardato la forma funzionale
dell’utilità sistematica, sono state
sperimentate tanto la combinazione lineare
di variabili (Xjk)
mediante coefficienti di omogeneizzazione (bjk),
quanto la combinazione lineare con
trasformazione non lineare di tipo Box-Cox
degli attributi di livello di servizio. Per
quanto ha riguardato la funzione di densità
di probabilità dei residui aleatori, non
ponendosi problemi di correlazione tra due
sole alternative, è possibile ipotizzare
residui identicamente distribuiti o non
identicamente distribuiti. Nel primo caso la
scelta conduce ad una formulazione
modellistica omoschedastica e al modello
Logit binomiale, nel secondo caso ad una
formulazione eteroschedastica e a due
possibili modelli: Probit binomiale o
Mixed-Logit. Tralasciando l’analisi di
soluzioni eteroschedastiche a sviluppi
futuri, in questo contributo sono stati
specificati modelli di tipo Logit binomiale.
Il suddetto modello ipotizza che i residui
aleatori associati (ossia le utilità
percepite) alle singole alternative sono
identicamente e indipendentemente
distribuiti secondo una variabile aleatoria
di Gumbel, di media nulla e varianza (pq)2/6.
Ne deriva che le utilità percepite delle
alternative non sono correlate tra loro (nel
caso di due alternative ciò non è un
limite), hanno tutte la stessa varianza
(modello omoschedastico) e la funzione di
scelta si presenta nella seguente forma:
Pauto
= 1 / [1 + exp(Vbus - Vauto)]
con Vbus e Vauto
le utilità sistematiche delle singole
alternative.
Il modello di scelta del modo di trasporto
per i turisti giornalieri
Il turismo giornaliero è un turismo
prettamente campano che si origina
all’interno di quattro bacini principali: i
comuni della costiera sorrentina, i comuni
dell’agro nocerino sarnese, il Comune di
Napoli e di Salerno. L’entrata in costiera
avviene con quattro modi di trasporto
prevalenti: l’auto, l’autobus, la moto e le
vie del mare. I risultati delle indagini
evidenziano che i modi di trasporto più
utilizzati sono quelli individuali che
attraggono circa l’80% dell’utenza, con
l’auto che assorbe circa il 50% e la moto
che si attesta sul 30%. I servizi di
trasporto collettivi si dividono la restante
aliquota di domanda pressoché equamente: 11%
autobus e 9% le vie del mare. Dalle suddette
percentuali emerge una chiara preferenza
verso soluzioni individuali che consentono
una maggiore flessibilità di destinazione e
di orario. Molto rilevante è il ruolo della
moto che rappresenta la soluzione migliore
per affrontare l’assenza di aree di sosta,
per limitare i costi della sosta e per
evitare i fenomeni di congestione. Benché
minoritari, i turisti che ricorrono a
servizi di tipo collettivo non possono
essere trascurati e, comunque, rappresentano
percentuali simili o superiori a quelle che
solitamente è possibile osservare in
spostamenti di tipo extra-urbano per motivi
dello spostamento non sistematici.
Sicuramente degna di nota è la percentuale
d’uso delle vie del mare che, ancorché di
recente introduzione, si affiancano al
trasporto collettivo su gomma come
un’alternativa di trasporto dal futuro molto
promettente. È bene chiarire che in questo
lavoro non sono stati considerati i turisti
che entrano giornalmente con gli autobus
turistici perché rappresentano un’aliquota
di domanda che non sceglie un’alternativa
modale ma un pacchetto turistico che prevede
l’entrata in costiera con mezzi privati.
In un tale scenario si è deciso di
privilegiare lo studio e la simulazione di
un contesto di scelta a due modi di
trasporto, auto e bus, trascurando il modo
moto e le vie de mare (sono già allo studio
modelli finalizzati a simulare anche le vie
del mare e saranno oggetto di un prossimo
lavoro).
Come già anticipato nell’introduzione è
stato sviluppato un modello di scelta di
tipo Logit binomiale, calibrato su 1.129
interviste e con funzioni di utilità
specificate come combinazione lineare degli
attributi riportati di seguito (Tabella 1).
Vauto =
b1×(Cm)0.73
+
b2×T
+
b3×catena
Vbus =
b1×(Cm)0.73
+
b2×T
+
b4×Gen
+
b5×Età
+
b6×ASA
Il modello ottenuto presenta coefficienti
tutti statisticamente significativi e una
capacità riproduttiva (pseudo-r2)
pari a 0,43, in linea con quanto si è soliti
riscontrare in applicazioni più consolidate.
Tre sono state le categorie di attributi
significativi: attributi di livello di
servizio (tempo e costo monetario di
viaggio), attributi socio-economici (età e
genere) e caratteristici dello spostamento
(catena). Trasformazioni non lineari di tipo
potenza e/o Box-Cox sono state sperimentate
per gli attributi di livello di servizio, e
solo per il costo monetario è risultata
significativa la trasformazione potenza con
esponente minore di 1 (0,73). Ne deriva che
la disutilità associata ad uno specifico
modo di trasporto cresce meno che
linearmente al crescere del costo monetario
(si veda in Figura 1 anche il
confronto con costi lineari), a significare
una percezione ridotta del costo monetario.
Un tale fenomeno è facilmente comprensibile
perché: il turista ha una maggiore
propensione a spendere per motivi dello
spostamento legati allo svago; la maggiore
voce di spesa non è rappresentata dal costo
di viaggio e, infine, la particolarità della
destinazione può indurre a mettere in conto
maggiori spese. Al di là di quelle che
possono essere le motivazioni specifiche, un
tale risultato sottolinea che politiche di
disincentivazione dell’uso dell’auto basate
unicamente sul costo monetario non possono
che avere un impatto decrescente con
l’entità della tariffa indotta.
|
Figura 1 - Contributo all'utilità
sistematica del tempo e del costo
monetario di viaggio |
Analizzando il valore del coefficiente del
tempo di viaggio (-0,36) emerge che un’ora
di viaggio equivale a circa 50 centesimi di
euro (0,36 = 0,54 × (0,5)0,73),
ciò evidenzia che il tempo di spostamento
assume un ruolo secondario rispetto a quelli
che sono i costi monetari e, pertanto, non è
una variabile discriminante nella scelta di
uno dei due modi di trasporto disponibili.
Il risultato, benché possa sembrare anomalo,
è interpretabile alla luce dei ricorrenti e
sistematici fenomeni di congestione che
caratterizzano tanto le arterie di accesso
alla costiera (statale sorrentina,
valico di Chiunzi, valico di Agerola) quanto
la stessa Ss 163 amalfitana. In un
tale contesto, i tempi di viaggio sui due
modi di trasporto si appiattiscono su valori
molto simili, inoltre, il leggero vantaggio
su cui l’auto può contare è nullo nel
momento in cui si tengono in conto i tempi
di ricerca della sosta.
Dalla significatività dei valori dei
coefficienti (Tabella 1) degli
attributi socio-economici emerge la
necessità di segmentare l’utenza in funzione
dell’età e del genere. L’età incide
negativamente sull’utilità (-0,39) di
scegliere l’autobus ed evidenzia il disagio
degli utenti più anziani a usare un servizio
di trasporto collettivo a basso comfort,
irregolare per l’intenso traffico e con
fermate posizionate su strada, spesso, senza
pensiline. Il valore assunto dal
coefficiente, comparato con i rispettivi
coefficienti del tempo e costo di viaggio (Figura
1), consente di affermare che la
disutilità di avere più di 65 anni (età = 6)
equivale alla disutilità derivabile da circa
7 euro/6,5 ore di viaggio, ovvero, è come se
il costo dell’autobus per un utente
sessantenne fosse di 7 euro/6,5 ore
superiore rispetto ad un utente di 20 anni
(età = 0).
Fenomeno di segno opposto accade per la
variabile genere, che evidenzia una maggiore
propensione a scegliere l’autobus (-1,34) da
parte di un utente donna. Ciò è
rappresentativo di un disagio, spesso
riscontrabile nella letteratura scientifica,
verso i modi di trasporto individuali da
parte dell’utenza femminile. Anche in questo
caso si può monetizzare il fenomeno
verificando dalla Figura 1 che la
disutilità associata all’auto da una donna
(-1,34) equivale ad una disutilità
ottenibile solo con circa 3 euro/4 ore di
viaggio.
Non si può trascurare, infine, il valore
assunto dal coefficiente della variabile
specifica dell’alternativa. Solitamente
introdotta per simulare l’utilità/disutilità
che l’utente associa ad un’alternativa e che
l’analista non è in grado di misurare, il
valore e il segno che essa assume
evidenziano l’esistenza di fattori che non è
possibile misurare e/o conoscere ma che
influenzano i comportamenti di scelta degli
utenti. Il valore del coefficiente,
soprattutto se confrontato con i valori dei
coefficienti del costo monetario e del tempo
di viaggio, evidenzia che la disutilità non
misurabile associata al modo autobus
equivale alla disutilità ottenibile
penalizzando lo stesso modo con circa 7
euro/7 ore di viaggio. Ciò consente di
misurare l’inerzia degli utenti verso il
modo autobus e fa comprendere l’attuale
ripartizione modale: 80% auto, 20% autobus.
A valle delle precedenti considerazioni è
stata condotta un’analisi di sensitività
rispetto al tempo auto. Benché fosse già
chiaro dal valore assunto dal coefficiente
dell’attributo tempo di viaggio, i risultati
proposti (Figura 2) evidenziano una
bassa elasticità dei comportamenti di scelta
verso variazioni del tempo di viaggio.
Ipotizzando una diminuzione percentuale del
tempo di viaggio fino al 50% in meno, emerge
chiaramente che la percentuale d’uso del
modo autobus aumenta del 2,4%. Tali
risultati non devono sorprendere, in quanto
il tipo di spostamento (extra-urbano), il
motivo dello spostamento (svago/tempo
libero), l’attuale organizzazione del
servizio di trasporto collettivo e la
consuetudine di spostarsi in auto dividendo
le spese non consentono al modo autobus di
essere competitivo con il modo auto.
|
Figura 2 - Analisi di elasticità al
variare del tempo di viaggio in
autobus |
Il modello di scelta del modo di trasporto
per i turisti non giornalieri
Il turista non-giornaliero si muove
all’interno della costiera amalfitana
utilizzando 4 modi di trasporto: l’auto
(58%), l’autobus (24%), moto (9%) e vie del
mare (4%). A differenza dei turisti
giornalieri il modo autobus è più utilizzato
e più competitivo rispetto all’auto. Un tal
fenomeno è comprensibile alla luce del buon
servizio offerto dalla Sita e dalla Flavio
Gioia (tra Amalfi e Positano) e alla luce
delle tariffe orarie della sosta dell’auto
adottate all’interno dei comuni della
costiera, alla durata dei tempi di sosta e
alle indubbie difficoltà di parcheggio che i
turisti devono affrontare quale che sia la
destinazione prescelta. Appare altresì
chiaro che benché molti turisti
non-giornalieri entrino in costiera con
l’automobile, c’è una maggiore propensione
nel non utilizzarla in spostamenti di tipo
sistematico del tipo casa-mare,
casa-acquisti.
Al fine di interpretare il fenomeno della
scelta del modo di trasporto, come già
proposto per i turisti giornalieri, è stata
analizzata la scelta tra due soli modi di
trasporto: auto e autobus. Anche in questo
la decisione è stata dettata dalla esigenza
di simulare le aliquote di utenti
acquisibili dal mercato auto e dalla
impossibilità di conoscere la disponibilità
del modo di trasporto moto per tutti gli
utenti che non hanno utilizzato la moto
nello spostamento dichiarato
nell’intervista.
In uno scenario di due soli modi di
trasporto sono stati presi in considerazione
solamente i turisti con la disponibilità di
entrambe le alternative. L’automobile è
stata ipotizzata disponibile per tutti gli
utenti entrati in costiera con l’automobile
e in possesso di patente. Per l’autobus è
stata verificata la disponibilità del
servizio per la destinazione (destinazioni
se più di una) dello spostamento e
nell’orario dello spostamento. Dalle 840
interviste disponibili si è, pertanto,
giunti a 314 interviste le cui ripartizioni
modali evidenziano un 71% di utenti che
dichiarano di utilizzare il modo di
trasporto auto, mentre un 29% il modo
autobus. Le suddette percentuali
evidenziano, ancora una volta, che con
entrambi i modi disponibili l’aliquota di
mercato del modo autobus è rilevante se
comparata con le ripartizioni modali che si
è soliti osservare in contesti urbani.
Come già proposto per i turisti giornalieri
la formulazione matematica del modello di
scelta è stata un Logit binomiale, l’utilità
sistematica è stata esplicitata come
combinazione lineare degli attributi
schematizzati nella Tabella 2. Il
modello ottenuto presenta coefficienti tutti
statisticamente significativi e una capacità
riproduttiva (pseudo-r2)
pari a 0,22; i valori dei coefficienti sono
riportati sempre nella stessa tabella.
Vauto
=
b1×Cm
+
b2×T
+
b3×Redd
+
b4×Gen
+
b5×Età
+
b6×AM_dest
+
b7×Pos_dest
+
b8×Pos_or
+
b9×N_spost
+
b10×catena
+
b11×Asa
Vbus
=
b1×Cm
+
b2×T
Un primo risultato rilevante è rappresentato
dai coefficienti degli attributi di livello
di servizio (tempi e costi di viaggio) che
assumono valori di un altro ordine di
grandezza. Solitamente, al variare del
motivo dello spostamento i rapporti tra il
coefficiente del tempo di viaggio (espresso
in ore) e del costo monetario (espresso in
euro) sono compresi tra 1 e 10, nel caso in
esame il rapporto è circa 84. Un tale
risultato può essere interpretato alla luce
delle tipologie di spostamento che sono
oggetto di questo studio. I turisti non
giornalieri, benché utilizzino mezzi
motorizzati, non si allontanano
significativamente dal comune in cui
risiedono ma si spostano tra i comuni
limitrofi, ciò comporta che la lunghezza
spazio-temporale media degli spostamenti è
piccola, quasi sempre inferiore ai 20
minuti. In questa ottica il tempo di viaggio
nella percezione dell’utente non è misurato
in ore ma in minuti, e il peso reciproco tra
tempi e costi monetari dovrebbe essere
condotto tra minuti di viaggio ed euro di
costo. Non è un caso che trasformando
l’attributo tempo di viaggio in minuti (Figura
3), il valore del coefficiente diventa
0,168, dello stesso ordine di grandezza del
coefficiente del costo monetario. Riportando
l’utilità del solo costo monetario in euro e
dei tempi di viaggio in minuti, si può
osservare entro intervalli realistici (1
minuto/euro e 20 minuti/euro) come si
ottenga una più realistica rappresentazione
della incidenza reciproca degli attributi di
livello di servizio.
Un ruolo rilevante è rappresentato anche
dagli attributi di natura socio-economica e
territoriale. Tra gli attributi
socio-economici emerge il ruolo del genere,
dell’età, della classe di reddito.
Analizzando i valori dei singoli
coefficienti
b,
emerge che l’utilità percepita del modo auto
è influenzata positivamente dal reddito, dal
genere maschile e dall’avere un’età
inferiore ai 30 anni. I risultati sono
coerenti con le aspettative ed evidenziano
la necessità di segmentare l’utenza per
ottenere una soddisfacente simulazione del
fenomeno. Alla stregua di quanto fatto per i
turisti giornalieri e in base alla Figura
3 si può osservare quali valori di tempo
di viaggio e costo monetario inducono la
utilità (disutilità) derivante dalle
variabili socio-economiche. La variabile
genere induce un’utilità per il modo auto
corrispondente ad un risparmio di 2,5
minuti o 3,5 euro, la variabile reddito
un’utilità corrispondente a 2 minuti o 2
euro, la variabile età un’utilità
corrispondente a 6 minuti o 8 euro.
|
Figura 3 - Contributo all'utilità
sistematica del tempo e del costo
monetario di viaggio |
Tra gli attributi di natura
geografico-territoriale è interessante
notare come il comune di origine e/o
destinazione dello spostamento hanno
un’incidenza non trascurabile. Avere come
destinazione il Comune di Amalfi incrementa
l’utilità del modo di trasporto auto (»
5 minuti e 6,5 euro), ciò è compatibile con
la maggiore disponibilità di posti di sosta;
lo stesso fenomeno può riscontrarsi se il
Comune di Positano è la destinazione dello
spostamento, in questo caso l’incidenza
della destinazione è minore (0,12 vs 0,72).
Se, invece, Positano è l’origine dello
spostamento l’utilità del modo auto (0,92
»
6 minuti e 7 euro) aumenta, ciò può essere
interpretato alla luce della particolare
morfologia del Comune di Positano e alla
luce dei servizi di trasporto collettivo
esistenti che consentono unicamente il
collegamento con Praiano e Conca dei Marini
(centri minori) e con il Comune di Amalfi.
Accanto ai suddetti attributi è importante
notare l’influenza della tipologia dello
spostamento e, in particolare, se lo
spostamento prevede più destinazioni in
sequenza (catena). Il risultato, benché in
prima analisi può sembrare controintuitivo,
è coerente con la difficoltà di ricerca del
parcheggio e con il pagamento della sosta
(il biglietto dell’autobus permette un uso
di più autobus all’interno di una fascia
oraria oppure si pensi agli abbonamenti
giornalieri), eventi ancor più penalizzanti
del prendere più autobus in sequenza. Allo
stesso modo è interessante evidenziare che
al crescere del numero totale di spostamenti
effettuati in un giorno da ciascun utente
(attributo N_spost) l’utilità del modo auto
aumenta. Il risultato è coerente con le
attese e, oltre a sottolineare che i servizi
di trasporto collettivo non garantiscono la
stessa flessibilità dell’auto, rappresenta
una chiara indicazione circa la necessità di
garantire un servizio di tipo urbano, ossia,
frequente ed equi-distribuito lungo l’arco
della giornata.
Un’analisi a parte deve essere condotta per
la costante modale (Asa). Il valore e il
segno che assume (2,14
»
12 minuti e 17 euro) evidenziano che il modo
di trasporto auto è caratterizzato da una
rilevante disutilità non misurabile. In
effetti il modo auto è fortemente
influenzato da fenomeni difficili da
misurare e che non coinvolgono il modo
autobus, si pensi al tempo necessario a
ricercare il parcheggio, alla necessità di
parcheggiare spesso in aree ben lontane
dalla destinazione desiderata e alla
possibilità di non trovare proprio il
parcheggio. Tutto ciò, se inserito in un
contesto in cui gli utenti si spostano per
rilassarsi o per svolgere attività connesse
al buon andamento della vacanza, non può che
penalizzare il modo auto rispetto
all’alternativa autobus.
In conclusione, dall’analisi del modello
specificato emerge (a) la necessità di
segmentare l’utenza in funzione delle
caratteristiche socio-economiche del
turista, (b) la necessità di segmentare
l’utenza in funzione dell’origine e la
destinazione dello spostamento, (c) il ruolo
marginale del costo monetario nei
comportamenti di scelta e il peso che assume
la variabile tempo di viaggio. Tutte le
suddette considerazioni evidenziano che i
comportamenti di scelta del modo di
trasporto sono fortemente influenzati da
attributi indipendenti dai servizi di
trasporto offerti e dal tempo di viaggio.
Possibili politiche di intervento a favore
del trasporto collettivo devono orientarsi
sulla riduzione dei tempi di spostamento più
che su un incremento dei costi monetari
dello spostamento in auto. Una riduzione dei
tempi di spostamento può condurre a
incrementi degli utenti autobus molto
interessanti. A tal fine è stata condotta
un’analisi di elasticità applicando il
modello specificato agli utenti intervistati
e riducendo il tempo di viaggio in autobus
fino al 50% del tempo attuale. Dalla
Figura 4 si può notare che le
percentuali d’uso del modo di trasporto
autobus aumentano mediamente del 3% per ogni
(l’utilità sistematica è lineare) decremento
del 10% dell’attuale tempo autobus.
|
Figura 4 - Analisi di elasticità al
variare del tempo di viaggio in
autobus |
Con una riduzione del 50% si potrebbe
ottenere un incremento dell’uso del modo
auto di circa il 15%. Emerge chiaramente che
il fenomeno è caratterizzato da un’inusuale
(rispetto ad altri contesti trasportistici
di tipo urbano e/o extra-urbano) elasticità
verso il tempo di viaggio. A tal fine non si
può trascurare che l’aliquota di
utenti/turisti non giornalieri cui applicare
le suddette elasticità è circa il 40% del
totale dei turisti non giornalieri della
costiera, la restante parte non ha
disponibile entrambe i modi di trasporto e,
pertanto, non sceglie perché non ha
alternative di scelta. Un’analisi simile è
proposta per singolo comune di origine (Figura
5) e ipotizzando un decremento del tempo
di viaggio in autobus di circa il 20%. A
fronte di un generalizzato aumento
(potenziale) del numero di utenti autobus,
si passa a incrementi di circa il 4% per i
Comuni di Atrani, Minori, Ravello, Scala,
Tramonti, e a più interessanti incrementi
del 7-8% per Furore, Cetara, Conca dei
Marini, Positano, Praiano, fino a giungere a
variazioni del 10% per i Comuni di Amalfi e
Vietri sul Mare. I suddetti risultati sono
molto significativi perché consentono di
identificare quali origini dello spostamento
sono più sensibili ad una velocizzazione
dei servizi di trasporto collettivo.
Figura 5 - Incremento dei flussi di
domanda bus in seguito ad una
diminuzione del tempo di viaggio
pari al 20% |
|
|
Conclusioni e prospettive di ricerca
In questo lavoro è stato affrontato il
problema della simulazione dei comportamenti
di spostamento dei turisti della costiera
amalfitana. La problematica ha una rilevanza
tanto scientifica quanto applicativa. Da un
punto di vista scientifico i modelli
specificati, benché basati su consolidati
approcci modellistici, affrontano
problematiche spesso poco studiate in
letteratura quali la simulazione di
comportamenti di utenti non residenti
all’interno dell’area di studio e la
simulazione di comportamenti di categorie di
utenti non usuale (turisti giornalieri e non
giornalieri). Da un punto di vista
applicativo i modelli implementati
rappresentano un valido strumento per la
simulazione di scenari di intervento sul
sistema dell’offerta di trasporto della
costiera amalfitana.
Perseguendo un approccio basato sulla teoria
dell’utilità aleatoria, sono stati
specificati, calibrati e validati due
modelli di scelta del modo di trasporto per
le due principali tipologie di
utenti-turisti dell’area di studio: turisti
giornalieri e turisti non giornalieri. I
risultati ottenuti sono tutti
statisticamente significativi e hanno
consentito un’interpretazione del fenomeno
mediante l’analisi dei valori dei
coefficienti degli attributi del modello e
mediante delle analisi di elasticità. Tre
sono le principali conclusioni che possono
essere dedotte:
1. la teoria dell’utilità aleatoria consente
un’efficace simulazione dei comportamenti di
scelta in contesti così specifici e diversi
da quelli in cui è solitamente utilizzata.
Ancora una volta emerge, nonostante i
numerosi limiti delle ipotesi alla base
della teoria, la grande flessibilità di
questo approccio nell’interpretare e
simulare i comportamenti di scelta degli
utenti di un sistema di trasporto;
2. i risultati ottenuti per i turisti
giornalieri evidenziano la importanza di
segmentare l’utenza mediante l’introduzione
di variabili socioeconomiche, la non
linearità del costo monetario e, infine, la
trascurabile incidenza dell’attributo tempo
di viaggio che si traduce in una bassa
elasticità a variazioni dello stesso;
3. i risultati ottenuti per i turisti non
giornalieri, oltre alla rilevanza delle
variabili socio-economiche, mettono in luce
l’importanza delle origini e delle
destinazioni dello spostamento, della
tipologia degli spostamenti e la bassa
incidenza del costo monetario. A differenza
dei turisti giornalieri il tempo di viaggio
è l’attributo che incide maggiormente sui
comportamenti di scelta e su cui è utile
intervenire per ottenere un incremento di
utenza sul trasporto collettivo.
Alla luce di quanto proposto le prospettive
di ricerca possono prevedere
l’implementazione di modelli di scelta
eteroschedastici, la calibrazione di modelli
di scelta a tre alternative introducendo le
vie del mare, delle analisi di elasticità su
scenari con politiche di intervento
realistiche.
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