Numero 8/9 - 2004

 

le politiche per il turismo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il volano agrituristico


Michelangelo De Dominicis


 

Al settembre 2004 si è registrato un incremento delle imprese agrituristiche autorizzate di poco meno del 150% rispetto al dato del 1998. Michelangelo De Dominicis descrive la situazione attuale e le potenzialità agrituristiche degli ambiti territoriali presi in esame, oltre a presentare le misure di incentivazione e finanziamento offerte agli operatori turistici dalla Regione Campania e dalla Provincia di Salerno

 

 

In una situazione di sostanziale ritardo della Regione Campania rispetto alle tendenze nazionali di sviluppo delle attività legate all’agriturismo, la Provincia di Salerno si colloca in una posizione di preminenza in ambito regionale con 212 imprese agrituristiche autorizzate a tutto settembre 2004 rispetto alle 85 attive censite nel 1998 dalla Camera di commercio, industria, agricoltura e artigianato di Salerno. L’incremento rispetto al dato del 1998 è stato di poco meno del 150%.

Le associazioni di categoria di maggior rilevanza, operanti sul territorio provinciale, sono tre: Agriturist (Confagricoltura), Terranostra (Coldiretti) e Turismo Verde (Confederazione italiana agricoltori).

Durante il 2003 la Regione Campania (Servizio statistica) ha effettuato un censimento delle aziende agrituristiche campane, prendendo come base di riferimento l’elenco regionale degli operatori agrituristici; tale rilevazione aveva lo scopo di distinguere in tale elenco quanti e quali operatori avessero effettivamente realizzato un’attività di agriturismo, con quali caratteristiche e con quale tipologia di offerta (alloggio, ristorazione, vendita, agricampeggio, numero posti letto, numero di posti tenda, ecc.); i risultati, le analisi tecniche e socio-economiche della rilevazione statistica saranno in seguito divulgati, in dettaglio e in maniera esaustiva, tramite la pubblicazione di una vera e propria Guida ufficiale delle aziende agrituristiche della Regione Campania.

In attesa di tale pubblicazione è stata fatta una prima disaggregazione partendo da dati di partenza desunti dall’elenco degli operatori agrituristici della Provincia di Salerno, dai dati forniti dalla Regione Campania, da pubblicazioni in materia, nonché da notizie esperite da indagini di zona. Per tale motivo nella seguente analisi si farà riferimento semplicemente ad aziende agrituristiche autorizzate.

La distribuzione e l’evoluzione del fenomeno sul territorio provinciale non sono omogenei, pertanto risulta opportuna una articolazione per zone omogenee dei dati, che tenga conto della situazione attuale e delle potenzialità agrituristiche degli ambiti territoriali presi in considerazione.

A tale scopo la Provincia di Salerno è stata suddivisa in 11 aree omogenee per quel che riguarda le caratteristiche e la consistenza del patrimonio paesaggistico, storico-culturale, nonché delle produzioni agro-pastorali e artigianali tipiche e della situazione socio-economica nel suo complesso.

 

Area urbana di Salerno

 

Data la forte connotazione urbana di tale area, non si prevede un futuro sviluppo delle attività agrituristiche in senso stretto; tuttavia il capoluogo di provincia sarà senz’altro chiamato in futuro a svolgere un importante ruolo amministrativo di coordinamento, di informazione, promozione e formazione per gli operatori del settore della provincia.

 

Agro nocerino sarnese e Cava de’ Tirreni

 

L’area in questione risulta caratterizzata da una serie di fattori che ostacolano in parte o rallentano lo sviluppo delle attività agrituristiche: un forte degrado ambientale e urbano, una grave perdita di identità del patrimonio rurale, una estrema frammentazione e polverizzazione delle maglie aziendali, e infine un’elevata e disordinata crescita demografica dei centri abitati della zona.

Pur tuttavia sono presenti anche elementi che potrebbero dare un impulso, seppur limitato, alla nascita di aziende agrituristiche: la collocazione strategica ottimale dell’area, una discreta rete di collegamenti stradali e ferroviari, la presenza di un patrimonio rurale (ad esempio, le aziende agrumicole e frutticole storiche dell’area nocerino-paganese), storico-culturale e archeologico che, nonostante il forte degrado subito nel corso degli ultimi decenni, rimane di estremo interesse.

In dettaglio, solo l’area compresa e limitrofa al territorio comunale di Cava de’ Tirreni risulta possedere le maggiori potenzialità per lo sviluppo dell’agriturismo; non è un caso, infatti, che la maggioranza delle aziende agrituristiche autorizzate (9) della zona risulti ubicata nell’area collinare e pedemontana (Monti Lattari) del Comune di Cava de’ Tirreni (4) e nell’area collinare di Nocera Inferiore (2) e a Corsara (2).

 

Costiera amalfitana

 

Tale ambito risulta contraddistinto dalla presenza di un patrimonio paesaggistico e storico-culturale di eccezionale valore e interesse, tale da caratterizzare l’intera zona con una forte vocazionalità turistica nazionale e internazionale e come uno dei pochi luoghi al mondo dove paesaggio, natura, tradizioni, storia e cultura riescono a fondersi in maniera completa ed equilibrata, tanto da essere stata eletta dall’Unesco a patrimonio dell’umanità.

Accanto a queste condizioni favorevoli per l’ulteriore sviluppo dell’agriturismo sono presenti fattori sfavorevoli quali le difficili condizioni di accesso e percorribilità del territorio, di natura piuttosto acclive e accidentata, la carenza di alcuni servizi collettivi primari (ospedali, ferrovie).

Le attività agrituristiche sono concentrate per lo più nelle zone interne della costiera, dove l’attività agricola, con le sue produzioni tipiche (agrumi, olivo, vite e prodotti caseari), risulta predominante rispetto a quelle turistiche vere e proprie. Anche le famose produzioni artigianali della zona (ceramiche, carta) concorrono a diversificare in maniera qualificante l’offerta turistica e agrituristica.

1

 

Le aziende agrituristiche autorizzate all’esercizio presenti nell’area, al 2004, sono 8, con una prevalenza dei comuni collinari e pedemontani della costiera quali Tramonti (1), Ravello (1), Vietri sul Mare (3), Furore (2) e Scala (1); altre aziende agrituristiche sono in corso di realizzazione nei Comuni di Positano, Furore, Minori e Amalfi. Malgrado le considerevoli potenzialità evidenziate risulta sorprendente il dato che gli agriturismi autorizzati a tutt’oggi siano solo circa una decina.

 

Valle dell’Irno

 

Si presenta come una zona di collegamento e cerniera tra i centri abitati dell’avellinese, quelli dell’agro nocerino sarnese e Salerno; per tale motivo essa è caratterizzata da una buona rete viaria e ferroviaria recentemente ammodernata e potenziata anche per permettere un più agevole raggiungimento delle varie sedi universitarie presenti in zona.

La facilità di accesso e percorribilità dell’area rappresenta pertanto un importante fattore di sviluppo delle imprese agrituristiche.

Tuttavia il forte e, per certi versi, disordinato processo di urbanizzazione in corso lungo le direttrici stradali e autostradali, l’assenza di armoniche politiche di sviluppo delle attività turistiche e l’abbandono progressivo delle attività agricole a favore di attività economiche legate alla presenza del polo universitario, rappresentano vincoli piuttosto rigidi allo sviluppo delle attività del turismo rurale e agrituristico.

Tutto ciò fa sì che l’agriturismo sia scarsamente presente nell’area e concentrato in massima parte nelle zone dei comuni distanti dalle direttrici di sviluppo menzionate (Pellezzano, Calvanico, Fisciano); le aziende agrituristiche autorizzate sono pertanto in numero ridotto (5) e ubicate nei comuni in cui la vocazione agricola risulta ancora importante (Calvanico e Pellezzano), con la presenza di coltivazioni arboree tipiche della zona quali ciliegio, vite, pero, nocciolo e noce.

 

Monti Picentini

 

La zona dei Monti Picentini è caratterizzata da struttura insediativa debole con pochi centri abitati sparsi sul territorio e una rete viaria tortuosa e insufficientemente strutturata nel garantire un efficace collegamento tra i centri abitati della zona e la rete viaria e ferroviaria principale.

Più in generale è possibile evidenziare un’insufficiente dotazione di strutture e servizi pubblici di base; nello specifico la ricettività alberghiera ed extralberghiera (campeggi e agriturismi) risulta piuttosto scarsa e concentrata per lo più nell’area dei Comuni di Acerno, Giffoni Sei Casali (Loc. Sieti) e Giffoni Vallepiana; le aziende agrituristiche autorizzate presenti in zona sono 17 (in fase di completamento e non) risultando ben distribuite nell’intero comprensorio e legate alle produzioni tipiche della zona (olio di oliva, castagne e soprattutto nocciola di Giffoni con il marchio Dop). Accanto ai citati fattori negativi esistono delle condizioni oggettive del territorio che possono risultare determinanti per lo sviluppo delle attività agrituristiche e del turismo rurale in genere; esse sono rappresentate dalla presenza di paesaggi montani e collinari, caratterizzati dall’assenza o scarsità di tracce di attività antropiche e di rara bellezza. In tal senso il Parco regionale dei Monti Picentini, ricadente nell’area in oggetto, con il suo notevole interesse naturalistico e faunistico (si ricorda la presenza del lupo appenninico), lo svolgimento di manifestazioni e sagre legate alla rassegna internazionale del cinema per i ragazzi di Giffoni Valle Piana rappresentano senza dubbio attrattori di prima forza, con un richiamo di consistenti flussi turistici cui le attività agrituristiche potrebbero trarre un indubbio beneficio.

 

Piana del Sele

 

L’intera area della Piana del Sele risulta caratterizzata da una ricca economia agricola e zootecnica, da un’articolata trama di insediamenti urbani addensati lungo la direttrice stradale e ferroviaria Salerno-Eboli e da una buona struttura di servizi e infrastrutture di pubblica utilità.

Queste caratteristiche strutturali del territorio, unite alla presenza delle rovine e dell’area archeologica di Paestum nonché alla limitrofa presenza di località balneari, forniscono un impulso notevole al fenomeno del turismo rurale e dell’agriturismo che si sta sviluppando sia lungo le pendici collinari che presso la fascia costiera.

Risultano, all’attualità, autorizzate 19 aziende agrituristiche concentrate nella zone di Capaccio, Eboli e Pontecagnano Faiano; decine di attività agrituristiche ubicate nelle aree di Capaccio e Pontecagnano Faiano sono in fase di realizzazione.

Queste aziende risultano avvantaggiate rispetto ad altre dalla possibilità di offrire una ampia serie di attività collegate a quelle agrituristiche quali escursioni a cavallo, itinerari storico-archeologici, pesca sportiva e la scoperta gastronomica di produzioni tipiche esclusive della zona quali la mozzarella di bufala campana Dop.

2

 

Malgrado i notevoli miglioramenti operati, nell’ultimo decennio, dalle amministrazioni locali (comuni e provincia) verso un deciso recupero ambientale della zona ed una adeguata dotazione di infrastrutture a servizio del turismo, permangono aspetti di degrado ambientale e sociale nella fascia litoranea e di alcune aree dell’entroterra, fattori che rappresentano tuttora un serio ostacolo all’ulteriore sviluppo delle attività turistiche e agrituristiche.

 

Zona del cratere e Zona Sele-Tanagro

 

L’area presenta un ricco patrimonio naturalistico contraddistinto da una varietà di habitat ecologici, vegetazionali e faunistici, che la rendono suscettibile di sviluppo turistico, rurale e agrituristico.

Altri fattori di potenziale sviluppo sono rappresentati dalle produzioni tipiche della zona (olio, vino, castagne, tartufi e prodotti del sottobosco), dalla presenza di un patrimonio storico, culturale e archeologico di estremo interesse e dalla presenza, nella zona di Contursi Terme, di un discreto turismo termale a domanda prevalentemente provinciale.

Le condizioni di accesso e di collegamento dell’area risultano sufficienti anche grazie alle infrastrutture viarie realizzate nel post terremoto; tali opere rendono l’area facilmente collegabile a quelle limitrofe (Piana del Sele, Calore salernitano e Vallo di Diano), rendendo così più agevoli i flussi turistici.

Esiste tuttavia un grave ritardo nella realizzazione (o una totale assenza) di infrastrutture di servizi di utilità pubblica (alberghi, centri sportivi e ricreazionali), necessari per lo sviluppo delle attività agrituristiche.

Le aziende agrituristiche autorizzate presenti nell’area erano, alla data del 1998, tre, mentre attualmente il loro numero è cresciuto a 11 e concentrate maggiormente nei comuni di Sicignano degli Alburni (4), S. Gregorio Magno (4), Colliano e Buccino (3). Altre attività agrituristiche, circa una decina, sono in fase di apertura o di ultimazione lavori nelle aree comunali di Oliveto Citra, Ricigliano, Palomonte e Colliano.

 

Valle del Sele e Calore salernitano

 

Tutta l’area presenza un’elevata potenzialità agrituristica determinata da una serie di fattori favorevoli: un’alta vocazionalità agro-pastorale dell’intera zona con produzioni tipiche pregiate (olio d’oliva, vino Doc, marroni, prodotti caseari e del sottobosco) e con manifestazioni tradizionali legate al mondo rurale, la presenza di un patrimonio ambientale di eccezionale valore, in quanto buona parte dell’area ricade entro i confini del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e la vicinanza con luoghi di alto richiamo turistico (Costiera cilentana e Paestum).

Malgrado l’assenza di politiche di valorizzazione delle risorse ambientali e culturali del territorio e la scarsa presenza di strutture di servizi di interesse turistico, la zona sta attraversando una fase di attiva crescita per quanto riguarda le attività agrituristiche autorizzate che sono salite in pochi anni a 25, concentrate per la maggior parte nelle aree di Roccadaspide (9), Altavilla Silentina (3), Auletta (1), Caggiano (2), Campagna (2), Contursi Terme (2), Castel S. Lorenzo (2), Bellosguardo (1), Castelcivita (1), Corleto Monforte (1) e Postiglione (1); altre aziende agricole stanno intraprendendo o hanno intrapreso da poco l’attività agrituristica nei comprensori dei Comuni di Castelcivita, Castel S. Lorenzo, Felitto, Pertosa, Petina e Polla.

 

Vallo di Diano

 

In questa area un fattore di sicuro richiamo turistico e di conseguente sviluppo delle attività del turismo rurale e dell’agriturismo è rappresentato dalla presenza imponente della Certosa di Padula. Il territorio del Vallo di Diano risulta comunque nel suo complesso caratterizzato da un patrimonio storico e culturale di eccezionale interesse e valore, con importanti testimonianze storiche dei periodi paleocristiano, medievale e barocco.

L’ambito risulta attraversato da importanti direttrici stradali e autostradali e presenta un patrimonio naturalistico-ambientale di elevato valore, facendo parte del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano; le produzioni agricole e casearie sono inoltre contraddistinte da una ricca varietà e da elevata qualità.

Questi fattori giocano un ruolo decisivo per lo sviluppo di attività di turismo rurale e dell’agriturismo, che da qualche anno si stanno espandendo in maniera abbastanza sostenuta malgrado l’area sia piuttosto carente di ricettività alberghiera e di servizi collegati con il turismo.

Le aziende agrituristiche autorizzate presenti sono 21 e concentrate nella zona di Padula (7), ma in breve il loro numero è destinato a crescere con l’avvio di nuove attività agrituristiche, in corso di realizzazione o da poco tempo realizzate e ubicate anche in altri comuni dell’area quali Montesano sulla Marcellana (4), Sala Consilina (4) e Sanza (3), Sant’Arsenio (1), S. Rufo (1), Auletta (1).

Risulta comunque quanto mai necessaria una concreta valorizzazione delle risorse ambientali e culturali dell’area, per poter avviare lo sviluppo di attività di ricezione dei flussi turistici; nella zona del Vallo di Diano questa attività risulta essere quasi obbligatoriamente orientata verso attività di turismo rurale e di tipo agrituristico.

 

Cilento interno

 

La vasta area del Cilento interno si trova quasi per la maggior parte collocata all’interno dei confini del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano e risulta caratterizzata da un paesaggio naturale di elevatissimo valore e interesse scientifico eletto dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

A ciò si aggiunge un vasto e ricchissimo patrimonio storico-culturale fatto di antichissime tradizioni contadine e di complessi monumentali e archeologici di elevato interesse storico.

Tuttavia l’intera area risulta caratterizzata da un’estrema arretratezza economica e sociale con gravi fenomeni di abbandono delle campagne e di calo demografico; la zona si presenta inoltre carente di infrastrutture e servizi sociali (scuole, ospedali, strade, alberghi); tale contesto l’ha relegata ad un ruolo di marginalità rispetto alle aree limitrofe come ad esempio il Cilento costiero.

Questi pesanti vincoli hanno finora limitato la crescita economica dell’intera area e di conseguenza lo sviluppo di attività agrituristiche, che pure presentano un’enorme potenzialità di espansione.

Le aziende agrituristiche attive in zona sono, a tutto il 2004, 36 a cui si affiancheranno in breve tempo circa altre 20 aziende, a testimonianza del tentativo di emancipazione economica e sociale intrapresa dagli imprenditori agricoli e dagli amministratori dell’area.

La maggior parte di tali aziende autorizzate è ubicata nei territori comunali di Lustra (9), Salento (6), Rutino (5), Ceraso (3), Stella Cilento (3), Caselle in Pittari (3), Cicerale (2), Gioi (2), Laurito (1), Sessa Cilento (1) e Torre Orsaia (1).

Un’importante funzione che tali attività potranno svolgere sarà quella di decongestionare l’area del Cilento costiero dal turismo di massa, offrendo occasioni di soggiorno turistico alternativo a quelle consuete di turismo balneare.

Risulta importante pertanto da parte delle amministrazioni pubbliche (comunità montane, provincia e regione) realizzare una concreta opera di valorizzazione e promozione delle ingenti risorse ambientali e culturali dell’area.

 

Cilento costiero

 

Anche l’area del Cilento costiero risulta per larga parte inserita nel contesto del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano con la presenza di eccezionali emergenze storico-culturali e paesaggistiche.

Il territorio si presenta articolato in piccoli nuclei abitati collinari dell’entroterra e da centri urbani costieri (Ascea, Pisciotta, Marina di Camerota, Sapri), sviluppatisi, non di rado, in maniera disordinata a seguito dell’arrivo di cospicui flussi turistici legati ai soggiorni estivi balneari.

Malgrado l’imponente sviluppo del turismo, l’area si presenta anche essa carente sotto il profilo della viabilità, delle attrezzature di servizio turistico e per il tempo libero.

Lo sviluppo ulteriore delle attività del turismo rurale e dell’agriturismo può rappresentare pertanto un modello vincente di diversificazione dell’offerta turistica dell’area, con la creazione di aziende agrituristiche nell’immediato entroterra dell’area, permettendo nel contempo un efficace contenimento del depauperamento delle risorse naturali e monumentali della fascia costiera.

In tal senso si sta assistendo nel Cilento costiero ad una forte fase di espansione turistica con la segmentazione dell’offerta turistica verso i settori ambientali e storico-culturali.

Non a caso in questa area si sta realizzando un rilevante sviluppo delle attività agrituristiche, con aziende agricole che offrono produzioni agricole di pregio (olio, vino, fichi e prodotti caseari tipici), escursioni naturalistiche a piedi o a cavallo, tempo libero e itinerari storico-artistici di estremo interesse.

Le aziende agrituristiche attive censite per il 1998 (fonte: Camera di commercio di Salerno) erano 31. Ad oggi le imprese agrituristiche autorizzate, in fase di realizzazione o appena avviate, presenti anche verso l’entroterra, sono in totale 61, a testimonianza dell’importanza del fenomeno di espansione agrituristica, unico come dimensione e del trend di crescita nella Provincia di Salerno e in Campania. Tali aziende sono localizzate per lo più nei territori comunali di Casal Velino (8), Ascea (6), Pisciotta (6), Perdifumo (5), Ogliastro Cilento (4), Castelnuovo Cilento (3), Pollica (3), Torchiara (3), Camerota (3), Castellabate (3), S. Giovanni a Piro (3), S. Mauro Cilento (2), S. Mauro La Bruca (2), Centola (2) Morigerati (1) e Agropoli (1).

 

 

Misure di incentivazione e finanziamento

 

Diverse sono le opportunità offerte agli operatori agrituristici della Regione Campania e della Provincia di Salerno in sede comunitaria, regionale e statale per incentivare e finanziare l’attività di agriturismo.

 

Incentivi comunitari

 

Nell’ambito del programma operativo regionale (Por) della Regione Campania 2000-2006, approvato con Decisione della Commissione europea (2000) dell’8.8.2000, n. 2347, pubblicato sul Burc speciale del 7.9.2000 nonché del seguente complemento di programmazione del Por, di cui alle deliberazioni Giunta regionale 647/2001 e 1151/2001 approvato dal Comitato di sorveglianza del Por Campania, sono state assegnate risorse finanziarie per “Interventi per favorire la diversificazione delle attività agricole e lo sviluppo di quelle affini allo scopo di implementare fonti alternative di reddito” attraverso la Misura 4.13, cofinanziata dalla Unione europea attraverso il fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (Feaog).

In particolare tale misura è articolata nelle seguenti tipologie d’intervento:

a) investimenti materiali per la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione di volumetrie aziendali esistenti da destinare:

1. all’agriturismo;

2. ad attività artigianali e commerciali che non interessano i prodotti agricoli individuati nell’allegato 1 del Trattato;

b) investimenti materiali per la sistemazione e l’attrezzatura di superfici aziendali da destinare ad attività ricreative.

La misura trova applicazione nelle aree individuate nei piani integrati per le aree rurali (Lr 6/1998) e in quelle classificate svantaggiate ai sensi della direttiva 268/75/Ce.

Per l’intero periodo di programmazione del Por Campania (2000-2006), la spesa totale prevista per gli interventi collegati alla Misura 4.13, assomma a 36,501 Meuro, di cui quella disponibile con il bando di attuazione è pari a 31.790 Meuro, con la seguente ripartizione:

- il 35% a carico del Feoag;

- i Il 10,50% a carico del bilancio statale;

- il 4,50% a carico del bilancio regionale;

- il 50% a carico dei privati.

La spesa massima ammissibile complessiva per ogni singola azienda è di 196.253,62 euro. L’entità del contributo può arrivare fino al 50% della spesa massima ammissibile, fermo restando che l’importo massimo totale dell’aiuto non deve eccedere i 100.000 euro per azienda e per un periodo di tre anni a decorrere dal momento della concessione del primo aiuto (regola del de minimis), mentre le caratteristiche dei soggetti beneficiari (imprenditori agricoli iscritti nell’elenco regionale degli operatori agrituristici) sono stabiliti dalla Lr 730/1985 (art. 5).

Anche la Misura 4.14 del Por Campania 2000-2006 prevede la possibilità di accedere a finanziamenti allo sviluppo:

- del turismo rurale (ad esempio, bed and breakfast), con una quota massima del 50% di contributo nelle aree svantaggiate, per operatori alberghieri o extralberghieri;

- e realizzazione di iniziative di animazione culturale volte al recupero delle tradizioni e del folklore locale, con una quota massima del 70% di contributo nelle aree svantaggiate, per associazioni agrituristiche regionali, emanazione di corrispondenti associazioni operanti a livello nazionale.

Altre fonti di finanziamento per lo sviluppo delle attività di agriturismo o comunque del turismo rurale sono rappresentate, sempre in ambito delle misure Feoga, dai piani integrati rurali, attraverso la prossima attuazione della misura 4.24 del Por Campania 2000-2006 – “Gestione di strategie integrate di sviluppo rurale da parte dei Partenariati locali”, laddove, tra i temi strategici previsti attraverso la concertazione con il Partenariato locale, è presente la “Valorizzazione turistica delle aree rurali ” in cui, attraverso l’articolazione di sistemi integrati tra gli operatori delle filiere agricole e agroalimentari di qualità e gli operatori del sistema turistico, ci si propone di ampliare l’offerta territoriale di beni e servizi e di valorizzare le risorse produttive, ambientali e storico-culturali delle zone rurali; tra le Misure Por portanti sono presenti, tra le altre, la 4.13 e la 4.14, specifiche per lo sviluppo e incentivazione delle attività agrituristiche e del turismo rurale.

 

Incentivi derivanti da leggi nazionali e regionali

 

Un’importante opportunità di finanziamento delle attività del turismo rurale e dell’agriturismo è rappresentata dalla legge nazionale sull’imprenditorialità giovanile del 19 luglio 1993, n. 236 e s.m.i., che riguarda tra l’altro: il turismo, l’agricoltura, la tutela dell’ambiente e la commercializzazione dei prodotti agricoli.

La legge prevede finanziamenti, per progetti presentati da giovani fra i 18 e i 35 anni, fino ad un tetto massimo di spesa di 516.000 euro, incentivi a mutuo agevolato e contributi a fondo perduto; i soggetti beneficiari devono risiedere nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno; per le spese di gestione documentabili sono concessi contributi decrescenti per un periodo di quattro anni.

I progetti di agriturismo o di turismo rurale si prestano in maniera appropriata all’applicazione della legge 236/1996 in quanto innovativi e determinanti per lo sviluppo, la diversificazione e il potenziamento dell’attività turistica nella Provincia di Salerno.

Con l’estensione alle imprese turistiche delle agevolazioni previste alla norma, anche la legge nazionale del 19 dicembre 1992, n. 488, con i periodici aggiornamenti dei regolamenti di attuazione, può rappresentare un’importante fonte di finanziamento per le imprese del turismo rurale e agrituristiche.

Risulta possibile infatti richiedere finanziamenti per la creazione di nuovi impianti oppure per lavori di riconversione e ristrutturazione di strutture e impianti di aziende già esistenti; le caratteristiche dei soggetti beneficiari alle agevolazioni ricalcano quasi integralmente quelle necessarie per accedere ai finanziamenti per i Por Campania 2000-2006 per la diversificazione delle attività agricole e le attività integrative del reddito agricolo; tra le spese ammissibili figurano anche quelle per la realizzazione di servizi (campi sportivi, piscine, strutture ricreative) annessi alle strutture principali esistenti, per il miglioramento della qualità di ricezione offerta. La quota massima di finanziamento a fondo perduto (formula del 35+15) risulta, per la Regione Campania, di poco inferiore al 50%.

Non ultima va segnalata la possibilità offerta dalla Lr Campania 41/1984 (artt. 3, 4, 10, 13 e 14) di ottenere finanziamenti in conto capitale per la realizzazione o lo sviluppo di attività agrituristiche. Come già precisato, a beneficiare dei finanziamenti sono gli operatori agrituristici iscritti nell’elenco regionale che conferisce obblighi e diritti agi iscritti (artt. 4, 5, 6 e 7), nonché le associazioni agrituristiche regionali, emanazione di corrispondenti associazioni operanti a livello nazionale. La legge prevede, per gli operatori agrituristici, contributi in conto capitale sulle spese riconosciute ammissibili fino al 50%, elevabile al 60% nelle zone montane; la Giunta regionale delibera altresì la concessione di contributi in conto capitale, nella misura del 30% della spesa ritenuta ammissibile, per le attività di divulgazione e sviluppo operate dalle associazioni agrituristiche regionali.

 

 

Fotografie 1 e 2: esempi di impianti agrituristici nella Provincia di Salerno

 

 

Presentazione | Referenze Autori | Scrivi alla redazione | AV News | HOME

 

 Il sito web di Area Vasta è curato da Michele Sol