Numero 1/2 - 2000

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Obiettivi e finalità del Piano della Mobilità Provinciale


Giovanni Coraggio


La mobilità di persone e merci sul territorio della Provincia di Salerno è studiata mediante la predisposizione di un apposito strumento di pianificazione. Giovanni Coraggio ne descrive gli obiettivi, tesi a porre le basi per stabilizzare forme di coordinamento nella gestione del traffico e dei trasporti da parte dei soggetti competenti operanti sul territorio. Il piano intende perseguire la tendenziale ottimizzazione dell’offerta di trasporto pubblico in prospettiva di un significativo contributo al risanamento ambientale 

 

 

 

 

 

Il Piano della Mobilità Provinciale costituisce lo strumento di pianificazione e programmazione strategica del trasporto nella Provincia di Salerno con un orizzonte sia di breve che di medio-lungo termine.

Obiettivo del Piano dei Trasporti (PT) è quello di individuare lo scenario infrastrutturale e dei servizi che permetta di migliorare l’accessibilità sul territorio e di avere una mobilità rispettosa del territorio-ambiente, nel quadro delle scelte strategiche più generali della Provincia che riguardano assetto territoriale e sviluppo economico.

Gli strumenti specialistici di programmazione ed attuazione di breve termine sono, all’interno dello strumento di pianificazione, il Piano del Traffico per la Viabilità Extraurbana (PTVE) ed il Piano di Trasporto dei Bacini di traffico (PTB), relativo alle concessioni di trasporto pl su gomma.

Il Piano della Mobilità si inserisce, in sostanza, tra i piani di coordinamento territoriale e quelli di valenza comunale: a livello sovracomunale esso sviluppa e raccoglie in modo critico tutti i progetti sulle diverse modalità di trasporto e loro integrazione.

Esso si colloca in una fase immediatamente successiva alla definizione di un disegno strategico per l’area Provinciale, nei termini espressi dal preliminare di PTC e, pertanto, in un momento in cui agli strumenti settoriali è richiesta coerenza con gli obiettivi territoriali esplicitati.

Compito del Piano è quello di intervenire per correggere le inefficienze, razionalizzare l’offerta, integrare i diversi vettori, realizzare i segmenti mancanti della rete e migliorare le condizioni di accessibilità e qualità del trasporto.

Nel quadro delle coerenze, le infrastrutture e i trasporti sono chiamati a perseguire una funzione di supporto nelle politiche di assetto del territorio, pur contribuendo, con il loro apporto, ad allargare le stesse prospettive del disegno urbanistico: sono d’altronde gli obiettivi strategici che possono dare un significato all’assetto delle infrastrutture e dei trasporti che a loro volta possono svolgere un’azione di appoggio-promozione delle scelte generali.

L’unitarietà-contestualità dei vari approcci settoriali e disciplinari è condizione essenziale perché il processo decisionale possa avvenire con coerenza e con il massimo delle conoscenze, specie quando si affrontano i temi della mobilità che costituiscono un fenomeno particolarmente sensibile agli assetti insediativi ed alle caratteristiche socio-economiche dell’area.

Inoltre il Piano della Mobilità provinciale fa riferimento specifico alle componenti del trasporto pubblico, individuale e trasporto delle merci di ambito extraurbano.

L’art. 36 DL 285/1992 (Nuovo Codice della Strada) definisce che la pianificazione del traffico ai livelli urbano ed extraurbano debba essere attuata attraverso:

– i Piani Urbani del Traffico (PUT) estesi a tutte le aree urbanizzate;

– i Piani del Traffico della Viabilità Extraurbani (PTVE), la cui redazione è di competenza delle Province.

Risulta quindi necessario un coordinamento tra i due strumenti di pianificazione con proposizione di direttive di formazione-approvazione dei PUT:

1. i PUT adottati dai Comuni vanno sottoposti alla valutazione dalla Provincia che, per accertarne la conformità con il PTC e con il Piano della Mobilità, esprimerà un parere in merito;

2. le indagini di traffico necessarie alla elaborazione del PUT e la messa a punto dei modelli per la valutazione delle caratteristiche dei flussi (profili tecnico-economico-ambientale) dovranno essere eseguite tenuto conto dei dati di traffico esistenti a livello provinciale nonché dei modelli di simulazione del traffico disponibili;

3. gli studi preliminari-fattibilità dei PUT (propedeutici alle proposte di breve e lungo periodo) dovranno essere confrontati con il Piano dei trasporti Provinciale;

4. norme, interventi ed indirizzi del PUT dovranno essere assunti in conformità con la pianificazione provinciale del trasporto e correlati quindi con gli indirizzi assunti per il territorio extraurbano.

Altro obiettivo di Piano è quello di realizzare un Osservatorio "stabile" della Mobilità che acquisisca sia le basi dati sulla domanda/offerta, sia le procedure informatiche di gestione/pianificazione da utilizzare ai fini dell’ aggiornamento autonomo delle basi dati, (monitoraggio continuo della situazione territoriale e riverifica delle indicazioni progettuali): l’Osservatorio, da porre in rete con le Amministrazioni locali territoriali e con le aziende di tpl, conferirà alla Provincia la capacità operativa di gestire il processo di programmazione-controllo del sistema della mobilità (gestione di viabilità e traffico, del rapporto con le Aziende esercenti il trasporto, del controllo del servizio fornito e stabilito nei contratti concessionali, programmazione coordinata degli interventi sulla rete stradale e dei servizi di trasporto collettivo).

La parte di Piano relativa alla Viabilità Extraurbana è redatta secondo quanto stabilito dall’art. 36, DL 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo Codice della Strada (NCDS) integrato con DL 10 settembre 1993, n. 360, ed, in particolare, dal 3° comma dello stesso art. 36 dove è previsto che "le Province provvedano all’adozione di Piani del Traffico per la viabilità extraurbana, d’intesa con gli altri Enti proprietari delle strade interessate".

All’interno del Piano Territoriale di Coordinamento, di cui alla Legge n. 142/1990, il Piano della Mobilità assume, dunque, il ruolo di piano specialistico di settore: l’ambito è esteso a tutta la viabilità extraurbana e di connessione urbana, realizzata e in corso di realizzazione, all’interno dei confini del territorio provinciale.

Rispetto al Piano dei Trasporti, di più ampio respiro programmatorio, lo studio del PTVE è caratterizzato, dalla previsione di attuazione di interventi sulla viabilità extraurbana, da realizzare secondo le indicazioni e gli standards tecnici, tenuto conto di due fattori fondamentali:

– attuazione entro l’arco temporale di validità del Piano;

– oneri economici contenuti in conformità alla reale disponibilità finanziaria dei tempi brevi di attuazione fissati.

L’art. 36 (4° comma) del NCDS fissa, come finalità generali dei Piani Traffico Urbani (PUT) ed extraurbani (PTVE), il perseguimento dei seguenti obiettivi-chiave:

– miglioramento delle condizioni di circolazione e della sicurezza stradale,

– riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico,

– risparmio energetico,

da realizzare in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti, con i piani generali del trasporto e nel rispetto dei valori ambientali, stabilendo le priorità ed i tempi di attuazione degli interventi.

Il PTVE provinciale, in accordo con gli strumenti legislativi di riferimento, prevede gli interventi che riguardano la razionalizzazione della offerta e la gestione della domanda di trasporto.

In particolare:

– l’offerta di trasporto andrà riorganizzata, sia nell’ambito pubblico che in quello privato, intervenendo:

• sul controllo della viabilità privata attraverso una opportuna gerarchizzazione delle strade (primarie, secondarie e locali), la differenziazione dei flussi afferenti (pedoni, cicli e moto, autoveicoli, ecc.) il riordino di tutti gli elementi puntuali (intersezioni);

• sulla fluidificazione e controllo dei sistemi di trasporto collettivo, in special modo attraverso interventi che tendano ad un riequilibrio della ripartizione modale di priorità rispetto al trasporto privato;

• sulla gestione e controllo degli spazi di sosta siano essi di scambio o di destinazione;

– sulla domanda di trasporto gli interventi riguarderanno:

• una nuova politica di tariffazione nell’ambito stradale, del trasporto collettivo, della sosta;

• l’individuazione di zone specifiche per l’accesso-sosta nel territorio extraurbano;

• una disciplina per la distribuzione degli insediamenti, specialmente produttivi e distributivi di nuovo impianto, che non aumenti ulteriormente la congestione.

Il Piano deve contenere, pertanto, la definizione dei settori d’intervento, la cui applicazione consente il perseguimento delle finalità suesposte, secondo la seguente articolazione:

– classificazione funzionale della viabilità extraurbana;

– sistemi di controllo del trasporto individuale e collettivo;

– sistemi di informazione dell’utenza;

– regolazione delle intersezioni;

– organizzazione, tariffazione, controllo e gestione della sosta veicolare extraurbana;

– monitoraggio del traffico e dell’ambiente.

– il programma di attuazione degli interventi da realizzare nel suo arco temporale di validità definendo altresì priorità e tempi attuativi.

L’obiettivo di miglioramento-qualificazione dell’azione di coordinamento della Provincia nei confronti dei Comuni potrà essere conseguito "normando", ai competenti Uffici Tecnici del Traffico:

– prescrizioni/raccomandazioni circa i gradi di approfondimento cui spingere gli studi sulla sicurezza all’interno dei PUT;

– suggerimenti delle casistiche delle soluzioni più promettenti da prendere a riferimento per rimuovere le criticità nelle specifiche realtà;

– segnalazioni sulle opportunità di raccolta delle informazioni sulla incidentalità in modo organico e coordinato al fine di costruire una banca dati omogenea sempre più significativa.

Il Piano fornisce, inoltre, prescrizioni procedurali alle quali gli enti gestori delle opere per la mobilità veicolare (Comuni, Anas, Soc. Autostrade, ecc.) dovranno ottemperare relativamente:

– alla mitigazione degli impatti ambientali per la viabilità extraurbana e gli spazi di sosta esistenti;

– alla minimizzazione degli impatti ambientali per la viabilità extraurbana e gli spazi di sosta di progetto.

 

Per quant’attiene ai servizi di tpl, l’obiettivo del PTB è quello di ristrutturare il servizio nell’ottica di migliorare l’offerta, a sostanziale parità di costi, agendo verso una maggiore integrazione fra i servizi delle varie aziende (eliminazione ridondanze improduttive e spostamento risorse su aree-direttrici), per raggiungere un servizio equilibrato in termini di domanda/offerta: il risultato del piano sarà il nuovo esercizio dei servizi di trasporto relativi alla provincia (linee, percorsi, corse).

Gli indirizzi strategici di piano contemplano le attività:

a) di calcolo degli standards di servizio per area e direttrice; di analisi di indici e standards per definire aree e relazioni su cui intervenire e modalità di intervento;

b) di verifica con gli organi consultivi della Provincia e di confronto con Enti, Aziende ed Associazioni di Categoria, finalizzati al concordamento degli indirizzi strategici.

L’obiettivo "finale" è quello di definire il nuovo servizio in termini di linee ed orari. attraverso:

a) la definizione della nuova rete: individuazione sovrapposizioni fra linee; eliminazione linee o tratte "ridondanti" nella logica di rete integrata; riorganizzazione linee; definizione sistema tariffario integrato; valutazione dei costi di esercizio della rete di progetto e confronto con la situazione attuale;

b) definizione del nuovo esercizio: sulla base degli standards predisposti vengono definite per ogni linea della rete integrata il numero di corse per fascia oraria;

c) definizione degli orari delle corse: per le corse definite per fascia oraria viene fornito l’orario tenendo presente le esigenze di esercizio aziendale;

d) calcolo degli indici di efficacia/efficienza della rete di progetto.

 

 

 

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