Numero 6/7 - 2003

 

la pianificazione comunale  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il piano regolatore generale di Baronissi


Fiorenzo Manzo

Isidoro Fasolino


 

Nel giugno 2002 il consiglio comunale ha adottato il Prg del Comune di Baronissi, concludendo il suo iter con la pubblicazione sul Burc dei decreti di conformita' emanati dalla Regione Campania il 19 maggio 2003. Fiorenzo Manzo e Isidoro Fasolino sintetizzano le finalita' principali e gli aspetti innovativi dell'apparato normativo del piano

 

 

 

 

Aspetti innovativi nell’apparato normativo del piano

 

Baronissi ha finalmente il suo primo piano regolatore generale (Prg).

Adottato nel giugno 2002, il piano ha concluso il suo iter con la pubblicazione dei decreti di conformità emessi dal Presidente della Giunta e dall’assessore all’urbanistica della Regione Campania sul bollettino ufficiale della regione n. 24 del 3.6.2003.

La formazione del nuovo Prg è stata per il Comune di Baronissi l’occasione per dar vita all’ufficio di piano, allineandosi ai comuni che hanno maturato le più convincenti esperienze nella gestione del territorio.

Le finalità principali del piano, in linea con le ipotesi-obiettivo del documento di indirizzi, approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 19.1.2001, possono essere schematizzate nei seguenti punti:

- arrestare il consumo del suolo. Il piano ha trovato tutto lo spazio di cui ha bisogno Baronissi per i servizi, le residenze, le attività produttive, ecc., operando quasi esclusivamente dentro le aree già urbanizzate o nell’ambito delle aree già destinate a trasformazione dal Programma di fabbricazione del 1972;

- prevedere un radicale miglioramento della mobilità grazie soprattutto a due interventi: il potenziamento della rete infrastrutturale dei trasporti su ferro con la realizzazione di una bretella tra l’attuale linea ferrata Salerno-Baronissi-Mercato San Severino e la sede universitaria di Fisciano (intervento previsto nel Ptc e nel piano dei trasporti predisposti dalla Provincia di Salerno); interventi di riassetto della viabilità principale, stradale ed autostradale, ed in particolare la ridefinizione dell’accessibilità all’area di Salerno;

- il rapporto dell’ambito territoriale con l’Università degli studi, presente sul territorio comunale, fino ad oggi sottovalutato per i riflessi che esso può avere nella vita economica e sul territorio di Baronissi, viene affrontato nel Prg in modo complessivo cercando di mettere in campo nuove politiche di accoglienza degli studenti che vengono combinate alla previsione di aree da destinare ad attività di ricerca e spin-off con l’università (area città dei giovani);

- il centro storico, o per meglio dire i centri storici, che coincidono con i nuclei originari di Baronissi capoluogo e dei vari nuclei frazionari, sono stati oggetto di accurate indagini; tutti gli spazi ricadenti in tali ambiti, quelli coperti e quelli scoperti, sono stati classificati per tipologia di appartenenza e, per ciascuna tipologia, si sono conseguentemente stabilite le trasformazioni ammissibili;

- infine, l’Irno, elemento generatore della valle, protagonista della storia e della geografia di questi territori, finora poco visibile e difficilmente accessibile, recupera una funzione fondamentale nelle prospettive di sviluppo delle attività culturali e della ricreazione, senza cedere ad ipotesi di trasformazione, né di alterazione dei luoghi.

Pochi altri elementi completano il disegno di piano, disegno comandato dall’obiettivo di rigenerare ciò che è deteriorato, riqualificare ciò che è saturo, trasformare ciò che è incompleto, connotare ciò che è indefinito.

Il Prg raggiunge le finalità sopra esposte con l’adozione di soluzioni innovative che garantiscono grande efficacia e flessibilità progettuale.

 

Figura 1 - Suddivisione in zone omogenee del territorio comunale secondo il nuovo piano regolatore generale

 

 

Il Prg di Baronissi. La città dell’Irnum: il sistema delle incentivazioni per la sostenibilità

 

 

 

Gli standard urbanistici

I metodi perequativi

 

La politica di programmazione e produzione di servizi, perseguita dal Prg di Baronissi nell’ambito della più generale strategia di riqualificazione e trasformazione, pone come obiettivo principale il superamento del concetto di standard finalizzato ad una mera quantificazione e distribuzione localizzativa di aree per servizi pubblici a favore di una loro effettiva acquisizione e realizzazione.

Pur nel rispetto dell’attuale ordinamento (Dm 1444/1968 e Lr 14/1982), il piano ha adottato un modello che consente l’adozione di soluzioni innovative, che garantisce grande efficacia e flessibilità progettuale.

La gestione e la scelta delle attrezzature da realizzare è rimandata alla redazione di piani particolareggiati, nella consapevolezza che variano nel tempo le esigenze sociali ed economiche ma anche le amministrazioni che dovranno gestire il piano per la sua durata.

Sono introdotte modalità di acquisizione delle aree destinate a servizi ed attrezzature pubbliche che riducono al minimo la necessità di esproprio, impraticabile se confrontato con i valori delle indennità espropriative e la scarsa capacità finanziaria dell’ente, la decadenza quinquennale dei vincoli e l’obbligo di indennizzo nel caso di reiterazione.

La soluzione adottata dal Prg di Baronissi è quella della cessione compensativa con cui si ottengono circa 128.000 mq. di aree pubbliche pari a più del 90% dei nuovi standard.

Essa prescrive cessioni gratuite superiori a quelle necessarie per il soddisfacimento degli standard minimi, percentuali comprese tra il 30% ed il 50% delle superfici degli ambiti di trasformazione urbanistica (TdU/n.), tale da consentire un recupero del fabbisogno pregresso.

Le aree soggette a cessione sviluppano comunque il proprio indice territoriale (pari allo 0,8 mc/mq) alla pari delle altre aree costituenti il comparto, l’area destinata all’edificato sarà decisa anch’essa in sede di redazione del particolareggiato; viene in tal modo attuato il principio della perequazione urbanistica intesa nel senso di giustizia distributiva rispetto al sistema classico dello zoning.

Infatti, con la mera individuazione del comparto, ovvero delle zone TdU, si è evitata la discriminazione tra proprietari per la natura vincolistica delle previsioni di spazi da riservare alle opere collettive, attuando di fatto il passaggio da un’urbanistica per provvedimenti ad un’urbanistica per accordi.

Tale tecnica di pianificazione, tuttavia, non ha solo il fine di superare la discriminatorietà degli effetti della zonizzazione e di disporre gratuitamente di aree pubbliche per servizi, ma anche quella della cosiddetta integrazione di funzioni edificatorie, ovvero le possibilità che coesistono nei medesimi spazi diverse forme di utilizzazione del territorio.

In tale ottica, il piano prevede possibilità edificatorie anche per aree esterne al comparto (TdU-i/As n.) che però concorrono alla trasformazione. Si tratta di aree di cui si richiede la conservazione (e, quindi, l’inedificabilità ai fini privati) la cui edificabilità convenzionale attribuita viene spostata all’interno del comparto, determinando una capacità edificatoria aggiuntiva.

Per ogni comparto, individuato nel Prg come aree di trasformazione, sono state stilate tre tabelle: la prima contiene le aree di trasformazione ricadenti nel comparto con la relativa estensione, l’indice territoriale, il volume realizzabile, l’aliquota residenziale, il numero delle stanze ed il numero degli abitanti insediabili; la seconda contiene, oltre alle quantità di estensione, al volume realizzabile e alle aree di sedime proprio delle aree di classe TdU -I/n, anche il sedime accolto delle aree di classe TdU - I/AS, le aree accessorie per interventi privati ed infine le aree di cessione che verranno sfruttate per la realizzazione degli standard; la terza, infine, contiene oltre alla superficie di cessione di ciascuna area anche la destinazione del tipo di standard con la relativa superficie.

 

 

Il Laboratorio con gli abitanti

I metodi partecipativi

 

In linea con i più importanti documenti europei e con gli espliciti contenuti delle linee d’azione dell’agenda 21 locale, all’art. 12 delle Nta, il Prg suggerisce la formazione di un osservatorio sulle problematiche, le necessità e le potenzialità proprie di ogni frazione componente il territorio comunale denominato laboratorio frazione. Tali laboratori dovranno essere il luogo in cui la pianificazione della città e del territorio, la progettazione dei luoghi di vita e degli spazi aperti devono assumere non solo e non esclusivamente una funzione tecnica e politica, ma tornare ad essere un processo culturale e ricucire il rapporto sociale ed affettivo tra gli abitanti ed i loro ambienti di vita.

Attraverso l’istituzione di tali laboratori, gli abitanti saranno chiamati ad interagire con i tecnici e con gli stessi amministratori al fine di trovare le soluzioni più congrue per la risoluzione di problematiche riguardanti il territorio, le trasformazioni urbane ed in particolare gli interventi di riqualificazione (ambientale, delle periferie, delle aree dimesse e dei vuoti urbani).

Il Prg offre gli strumenti per uno sviluppo economico di Baronissi e per fortificare il ruolo che il suo territorio ha assunto, insieme agli altri comuni della valle dopo la localizzazione dell’università, di funzioni di livello superiore, ma anche il modo di governare tale sviluppo con grandi benefici collettivi, salvaguardando al tempo stesso la storia e l’indennità territoriale.

L’approvazione del Prg apre, dunque, una nuova fase di lavoro culturale ed operativo.

 

Fiorenzo Manzo

 

 

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