Numero 6/7 - 2003

 

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Dieci progetti per l'occupazione


Antonio Bassolino

Raimondo Pasquino

Alfonso Andria


 

La sezione recensioni riserva uno spazio alla presentazione dei quaderni di approfondimento che si affiancano alla rivista, trattando temi monografici o riportando atti di convegni o cataloghi di mostre, non esaustivamente riproducibile nel suo corpo. Di seguito, l'introduzione predisposta da Antonio Bassolino, Raimondo Pasquino e Alfonso Andria al secondo numero di Schede di areAVasta, intitolato “Dieci progetti per l’occupazione”, di Giovanni Lambiase, presentato presso la Provincia di Salerno nel novembre 2003

 

 

 

 

C’è un obiettivo verso il quale la Giunta regionale della Campania ha lavorato fin dal primo giorno del suo insediamento: il rilancio e lo sviluppo delle diverse aree provinciali, attraverso la costruzione e la realizzazione di progetti integrati che, con il coinvolgimento di tutte le forze, costituiscano elementi sostanziali per la modernizzazione del Mezzogiorno e l’ottimizzazione delle sue rilevanti risorse.

In Provincia di Salerno abbiamo inteso dare concretezza a questo disegno. L’impegno di oltre 400 milioni di euro, provenienti dai fondi del Programma operativo regionale 2000/2006, rappresenta una risposta significativa da parte della Giunta alle attese di tutta l’area. I progetti integrati territoriali, quelli a gestione regionale, infine i nazionali hanno trovato la nostra disponibilità sulla base del modello che abbiamo inteso privilegiare e che consente, nei fatti, di dichiarare definitivamente superata la stagione dei fondi a pioggia, di una gestione improvvisata e non corrispondente alle esigenze del territorio. Abbiamo, inoltre, con fatica e con impegno di tanti, affermato la cultura della programmazione.

La proposta avanzata dall’Assessorato al territorio ed alla mobilità della provincia, e pubblicata in questo volume, relativa a “Dieci progetti per l’occupazione”, ci appare coma una utilissima base di discussione per muoverci in questa direzione. La riteniamo senza dubbio una elaborazione interessante, sulla quale non mancherà il nostro convinto sostegno, laddove verificheremo l’esistenza delle condizioni necessarie per avviare un percorso che coniughi assieme sviluppo ed occupazione, crescita del territorio ed incremento delle possibilità di lavoro per i tantissimi giovani ancora alla ricerca di uno spazio nel circuito produttivo regionale. Anche perché, in termini di contenuti, è una elaborazione dal basso che si incrocia bene con i programmi e le realizzazioni della Giunta regionale. Ambiente, attrattori culturali, turismo, servizi ed infrastrutture, ricerca ed innovazioni sono le nostre priorità, su cui stiamo investendo ingenti risorse. Anzi già se ne vedono le ricadute positive, penso alle vie del mare, alla metropolitana regionale, alle strutture di ricerca ed innovazione.

Su questa strada bisogna andare avanti insieme e spendere tutte le nostre energie per impegnare bene e presto i fondi europei per agganciare il treno dello sviluppo nella nostra regione.

 

Antonio Bassolino

Presidente della Giunta regionale della Campania

 

Nel corso degli anni ’90, numerose istituzioni pubbliche sono state profondamente riformate, essendo mutati ruoli, missioni, strutture, organizzazioni. Si è così modificato il loro rapporto con il territorio e le relative articolazioni sociali ed economiche.

Giovanni Lambiase, assessore al Territorio e Mobilità della Provincia di Salerno, presenta riflessioni e proposte di sviluppo urbanistico e produttivo del territorio provinciale nella linea tracciata dal Presidente della provincia nelle sue dichiarazioni programmatiche e che attraverso una riorganizzazione formale ha prodotto un’azione di governo di notevole livello.

La riprova si ha sfogliando questo volume, il secondo della collana schede di areAVasta, nel quale i dieci progetti per l’occupazione delineati dimostrano come la Provincia di Salerno sia stata, in questi anni, protagonista nello scenario centro-meridionale, collocandosi fra le amministrazioni più dinamiche del nostro paese.

Le università, dal canto loro, oltre alla dimensione globale, che sono storicamente caratterizzate per un’attività di ricerca integrata a livello internazionale, hanno dovuto interpretare un nuovo e non meno semplice ruolo locale, derivante dal riequilibrio del sistema universitario nazionale, tendente a collocare attività autonome su base provinciale.

Al pari delle province, pur distinguendo le specifiche competenze amministrative, le università sono chiamate a gestire processi culturali di grande respiro e non possono non riconoscere nelle prime un interlocutore privilegiato.

La collaborazione fra la Provincia di Salerno e la nostra Università è stata ed è destinata ad essere ancora più intensa in quanto le due istituzioni sono legate da un comune interesse per una efficientizzazione del territorio da integrare con i tessuti urbani dei centri della Valle dell’Irno e la stessa città capoluogo.

Fra i dieci progetti presentati, trova, ad esempio, posto la realizzazione del collegamento veloce su ferro fra il Centro Storico di Salerno ed il Campus, tendente ad equipotenziare il territorio secondo il paradigma reticolare, tipico dei sistemi a grande efficienza produttiva e limitata diseconomia da congestione.

È una delle numerose iniziative, per citarne fra le più qualificanti, intraprese di comune accordo e con spirito di vera ed intensa collaborazione fra enti pubblici, rispettosi della reciproca autonomia ma ben consapevoli degli irrinunciabili vantaggi del bagaglio di potenzialità che si liberano valorizzando la dimensione interistituzionale.

 

Raimondo Pasquino

Rettore dell’Università di Salerno

 

Dopo la fine dell’intervento straordinario all’interno delle diverse aree del Mezzogiorno si sono materializzate nuove dinamiche di sviluppo. L’esistenza di veri e propri distretti industriali non codificati o, più spesso, di reti aziendali - meglio definite come microsistemi - costituite da piccole o piccolissime entità si è pian piano trasformata in riferimento principale per avviare un monitoraggio dei percorsi di sviluppo locale.

Di fronte a tale scenario gli attori territoriali si sono ritrovati a confrontarsi con due ordini di problemi. Il primo: l’evolversi delle politiche istituzionali in direzione dell’accompagnamento della domanda di sviluppo. Il secondo: la variegata campionatura delle richieste e delle istanze provenienti dalla base produttiva.

Le province si sono rivelate nodo strategico per l’accompagnamento dello sviluppo. In particolare le problematiche connesse con il sistema infrastrutturale, con le reti dei servizi e di distribuzione hanno trovato in esse il naturale referente su scala sovracomunale.

Il cammino fin qui percorso testimonia l’attitudine che le province hanno dimostrato svolgendo questo ruolo forse - e senza forse - proprio perché rivestono una dimensione istituzionale e territoriale adeguata a tali necessità.

Già dalla legge 142/1990 la provincia era uscita rafforzata soprattutto con riferimento alla sua funzione di ente di governo dell’area vasta: la redazione del piano territoriale di coordinamento provinciale che l’articolo 15 le affidava rappresentò un punto di svolta notevole: si tratta della vera apertura alla nuova prospettiva, nella misura in cui a quello strumento si attribuisca non soltanto la sua tipica natura di riordino urbanistico e di riferimento-quadro per le pianificazioni locali, ma anche una forte valenza socio-economica, capace di compiere le grandi opzioni dello sviluppo e, quindi, di rappresentare il grande quadro dentro il quale attivare ogni iniziativa sostenibile.

Tutta la successiva evoluzione normativa confermerà e - per così dire - consacrerà il nuovo volto della provincia quale ente che promuove e coordina lo sviluppo del territorio, soggetto istituzionale capace di interpretarne le istanze, in dialogo continuo e costante con tutti gli altri attori sociali.

 

Alfonso Andria

Presidente della Provincia di Salerno

 

 

 

 

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