Numero 6/7 - 2003

 

l'impatto ambientale 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Valutazioni ambientali ex ante nell'esperienza della Regione Piemonte


Mario Elia


 

L'autorità ambientale della Regione Piemonte ha realizzato, in seguito all'approvazione del Regolamento Ce 1260/1999, una Valutazione ex ante ambientale del Docup Piemonte. Mario Elia presenta il metodo di lavoro e gli obiettivi raggiunti, nonchè le difficoltà riscontrate, relativamente alle numerose tematiche ambientali prese in considerazione, definendo, per ognuna di esse, criticità ambientali e linee di azione

 

 

 

In seguito all’approvazione del regolamento Ce 1260/1999 recante Disposizioni generali sui fondi strutturali2 si è sottolineata l’importanza di affiancare ai programmi comunitari finanziati dall’Unione europea (Figura 1) una valutazione ambientale; è stata istituita, quindi, in ogni regione italiana, l’Autorità ambientale che ha il compito di richiamare i principi dello sviluppo sostenibile in ogni fase della messa in atto degli stessi programmi.

Nel piano di cooperazione sistematica tra Autorità ambientale e Autorità di gestione della Regione Piemonte, in cui si definiscono le collaborazioni da mettere in atto tra questi due soggetti istituzionali, l’Autorità ambientale ha indicato, tra le attività da svolgere, la valutazione ex ante ambientale (Vea) del complemento di programmazione (CdiP) del Docup Piemonte.

Il Docup Piemonte è il documento unico di programmazione attraverso il quale la Regione Piemonte utilizza i fondi europei per lo sviluppo del tessuto economico e produttivo. Con il piano 2000-2006 l’Unione europea ha assegnato al Piemonte più di un miliardo di euro per la realizzazione di progetti destinati al rilancio e allo sviluppo delle aree obiettivo due e phasing out del territorio regionale, vale a dire: zone industriali in fase di riconversione, zone rurali in declino e aree urbane in difficoltà (Figura 2).

La Vea del CdiP del Docup Piemonte, realizzata dall’Autorità ambientale della regione, è stata eseguita tenendo in considerazione principalmente la Vea del Docup Piemonte, elaborata nel 2000, ma anche le linee guida predisposte dal Ministero dell’ambiente per la valutazione ambientale strategica ed alcuni tra i più recenti strumenti metodologici di valutazione di sostenibilità messi a punto in Italia e in Europa (in particolare The european environmental pressure indices project di Jesingaus e il metodo Valsat della Provincia di Bologna).

Partendo da una partizione territoriale del territorio piemontese in aree omogenee dal punto di vista socio-economico, geomorfologico e dell’uso del suolo3, si è realizzata una valutazione delle criticità ambientali caratterizzanti ogni area individuata. Contemporaneamente, si è proceduto a valutare la sostenibilità ambientale del CdiP.

Il passo finale è stato quello di confrontare le due valutazioni per ipotizzare scenari di miglioramento o peggioramento dovuti agli effetti del programma sui livelli di criticità valutati (Figura 3).

La partizione territoriale ha individuato trenta aree omogenee per ognuna delle quali è stata effettuata un’analisi ambientale, mirata all’individuazione del livello di criticità di ognuna delle nove tematiche selezionate nella valutazione ambientale del Docup.

Le tematiche ambientali considerate sono: aria,  acqua, suolo, rifiuti, rischio tecnologico, energia, ambiente urbano, ecosistemi e spazi naturali, patrimonio storico culturale.

Per ognuna di queste tematiche, nella precedente valutazione del Docup, erano stati scelti degli indicatori specifici e dei criteri di sostenibilità rispettivamente da analizzare e perseguire per un miglioramento continuo della situazione ambientale.

Figura 1 - Principali programmi comunitari finanziati dai fondi strutturali

 

 

I criteri di sostenibilità4 scelti sono:

- proteggere l’atmosfera e migliorare la qualità dell’aria;

- tutelare e migliorare la qualità dei suoli e la qualità e quantità delle risorse idriche;

- proteggere, migliorare e valorizzare il patrimonio naturale (fauna-flora-habitat-paesaggio);

- contenere le pressioni, controllare il rischio tecnologico, prevenire e ridurre in modo integrato gli inquinamenti;

- favorire il corretto impiego delle risorse energetiche;

- migliorare la sicurezza e la qualità complessiva dell’ambiente locale, con particolare riferimento a quello urbano;

- conservare, migliorare e valorizzare il patrimonio storico-culturale.

La definizione di criticità utilizzata si basa sul seguente concetto: per criticità si intende il complesso delle caratteristiche di fragilità, vulnerabilità, sensibilità di un sistema che ne rendano lo stato precario, cioè lontano dall’equilibrio.

Gli indicatori relativi ad ognuna delle tematiche, sono stati suddivisi in cinque classi di criticità ordinate secondo una scala qualitativa ascendente, definita in base alla normativa vigente in campo ambientale.

Per ognuno degli otto criteri di sostenibilità, invece, è stata costruita una check list specifica, costituita da domande mirate attraverso le quali, si è cercato, di misurare quanto le linee di azione del CdiP potessero contribuire all’applicazione di ciascun criterio di sostenibilità ed al raggiungimento dei relativi obiettivi.

L’elenco degli indicatori utilizzati e la check list realizzata sono consultabili sul sito della Regione Piemonte (www.regione.piemonte.it/industria/Docup/compleme.htm).

 

Figura 2 - Partizione territoriale delle aree obiettivo due e phasing out

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

 

Valutazione delle criticità ambientali

 

Il concetto di criticità precedentemente definito, è stato caratterizzato in maniera specifica per ognuna delle nove tematiche, ridefinendo anche il concetto di equilibrio e, quindi, il termine di paragone che permette di stabilire i livelli (definiti in termini di classi) di criticità (Figura 4).

Figura 3 - Sintesi della metodologia

 

Figura 4 - Rappresentazione delle classi di criticità

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

Le difficoltà maggiori si sono riscontrate per la tematica patrimonio storico-culturale per la quale la questione è ancora aperta.

Definire critica un’area relativamente a questa tematica è veramente complesso.

È più critica un’area dove, ad esempio, sono poche le chiese barocche, i castelli medioevali, piuttosto che le fiere dei prodotti tipici, o una in cui questi elementi sono presenti ma sono mal gestiti e/o difficilmente accessibili?

E ancora, come si fa a confrontare un problema come questo con la criticità, scientificamente provabile, delle tematiche aria, acqua, suolo, ecc. dovuta, ad esempio, alla concentrazione più o meno forte di sostanze inquinanti?

Per questa tematica, quindi, ci si è limitati a riportare un’analisi descrittiva della localizzazione dei beni emergenti sul territorio (Figura 5).

Figura 5 - Emergenze ambientali e architettoniche urbanistiche e archeologiche

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

Per le altre tematiche la caratterizzazione delle aree, si basa sulla realizzazione di un indice di criticità aggregato (Ica) che è stato calcolato in due modi diversi a seconda dell’organizzazione del dato disponibile. Nel caso di dati, aventi scala territoriale comunale, si è utilizzato il metodo del confronto a coppie, mentre nel caso di informazioni riferite a zone più ampie (come ad esempio nel caso della tematica ecosistemi e spazi naturali) si è proceduto con il metodo della sovrapposizione spaziale utilizzando Esri Arcview Gis 3.3.

L’esempio seguente, ripreso integralmente dall’allegato metodologico della Vea del CdiP della Regione Piemonte, serve per chiarire come è stata effettuata l’aggregazione spaziale delle criticità.

 

Esempio 1

Rappresentando un’ipotetica partizione che si compone di quattro aree colorate a seconda della classe di criticità di appartenenza (Figura 6), si considera come valore medio dell’intera partizione il valore risultante dalla media pesata delle singole porzioni di territorio che la compongono, secondo la relazione:

Ica = Sn(An*Cn)/Ap

dove An è l’area del singolo elemento territoriale (di solito il comune), Cn è la classe di criticità corrispondente per l’elemento An, Ap è l’area dell’intera partizione ovvero la somma delle singole porzioni A1+A2+…+An.

Figura 6 - Aggregazione spaziale delle criticità

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

Il valore risultante viene, infine, approssimato per eccesso per ottenere un valore intero positivo da associare alla scala ordinale precedentemente scelta; si è usata l’approssimazione per eccesso al fine di conservare, nel valore finale, gli aspetti di criticità contenuti nei singoli indicatori. Anche per l’indice globale Ica, si è ritenuto opportuno rappresentare in maniera semplice ed intuitiva le classi di criticità, attraverso una scala cromatica semaforica con cinque livelli di criticità, che variano dal verde più scuro al rosso scuro passando per un valore intermedio giallo.

Tutti i risultati così ottenuti per le singole partizioni sono stati poi rappresentati nella matrice delle criticità (Figura 7).

Figura 7 - Matrice delle criticità

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

La matrice rappresenta sinteticamente le criticità di ciascuna tematica ambientale per le trenta aree precedentemente individuate e può essere letta sia per colonna, evidenziando la criticità di ciascuna tematica, sia per righe, rappresentando invece la criticità di ogni singola area.

Effettuando, infine, una media sia per colonna che per riga si ottiene rispettivamente l’Ica per singola tematica e per singola partizione territoriale che consente di avere un’immediata rappresentazione delle criticità per tutto il Piemonte.

Viene rappresentata, a titolo di esempio, una matrice dalla quale si evincono le due diverse chiavi di lettura (Figura 7).

La matrice permette di effettuare confronti tra tematiche e tra partizioni territoriali; è possibile, inoltre, mediante un’aggregazione dei risultati finali, definire un valore di criticità per tutto il Piemonte utile per documenti di taglio più divulgativo.

Il risultato della valutazione ambientale effettuata viene rappresentato attraverso la realizzazione di cartografie specifiche per ogni tematica, in cui l’Ica calcolato viene riportato con una scala semaforica sulle aree obiettivo due e phasing out della Regione Piemonte. Si riporta come esempio il risultato ottenuto per la tematica aria (Figura 8).

Figura 8 - Carta della criticità dell’aria

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

 

 

Valutazione della sostenibilità ambientale delle linee d’azione del CdiP

 

Parallelamente alla valutazione ambientale si è proceduto a mettere a punto un metodo di valutazione finalizzato a stimare la sostenibilità ambientale delle linee d’azione del Docup Piemonte (Figura 9).

Figura 9 - Metodologia di valutazione del CdiP del Docup Piemonte

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

La metodologia si incentra sulla valutazione della coerenza delle linee d’azione programmate con i criteri di sostenibilità precedentemente elencati, quelli cioè che erano stati indicati nella valutazione ex ante del Docup.

La valutazione di coerenza è una valutazione esplicitamente soggettiva e va, quindi, effettuata con la massima chiarezza e ripercorribilità; sono stati, pertanto, definiti in maniera quanto più possibile univoca e trasparente i processi logici da seguire, prevedendo l’interazione di diversi soggetti con differenti competenze, in maniera tale da garantire un approccio multidisciplinare significativo.

Per rispondere alle domande si è cercato di costruire uno schema logico che prevedesse degli step precostituiti (Figura 10).

Figura 10 - Processo logico di risposta alle domande delle check list tematiche

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

Le interazioni delle linee d’azione analizzate con i criteri/obiettivi di sostenibilità vengono definite dalle risposte alle domande della check list e classificate nel modo di seguito esplicitato:

2 = Si (azione concordante con l'obiettivo);

1 = Presumibilmente Si  (Azione  con effetti incerti presumibilmente concordanti con l'obiettivo);

0 = Ni (nessuna interazione con l'obiettivo);

-1 = Presumibilmente No (azione con effetti incerti presumibilmente discordanti con l'obiettivo);

-2 = No (azione discordante con l'obiettivo).

Terminata la fase di risposta alle domande, si è proceduto ad una aggregazione delle risposte in un unico valore relativo al criterio di riferimento, ottenuto mediando i valori corrispondenti alle risposte date (ad esempio per l’elenco di domande relative al primo criterio considerato si veda la Figura 11).

Figura 11 - Esempio per il criterio n. 1

 

Lo stesso procedimento è stato seguito per ognuno degli otto criteri, in modo da ottenere una valutazione complessiva relativa a ciascuna linea o azione analizzata.

In definitiva, la valutazione effettuata mira a verificare le potenzialità ambientali delle linee d’azione considerate e a stimare i prevedibili effetti sul territorio. Si è ipotizzato che una forte coerenza con un criterio di sostenibilità possa produrre effetti presumibilmente positivi sulla componente ambientale collegata a tale criterio, con conseguente miglioramento o comunque non peggioramento dello stato in cui la componente si trova prima della realizzazione dell'intervento. Al contrario in caso di forte incoerenza con un criterio di sostenibilità, si suppongono peggioramenti o non miglioramenti della componente a cui il criterio è correlato (Figura 12).

Figura 12 - Collegamento tra coerenza con i criteri e presunti effetti sul territorio

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

Il passaggio successivo alla valutazione della coerenza della linea d’azione con ogni criterio di sostenibilità e dei presunti effetti di questa sulle componenti ambientali, è quello di aggregare questi risultati in un unico valore globale, che permetta di ottenere un confronto numerico diretto tra tutte le linee di azione, con conseguente possibilità di classificazione e selezione di queste.

Questo può essere ottenuto pesando la valutazione di coerenza non solo con la criticità territoriali individuate, ma anche con gli aspetti economici collegati, cioè con l’entità del finanziamento previsto per la linea d’azione in esame (Figura 13).

Figura 13 – Confronto tra valutazione della coerenza e valutazione delle criticità

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

L’algoritmo di associazione si fonda sulla conservazione del giudizio attribuito alla coerenza con i criteri di sostenibilità in caso di alta (Ica=V) o bassa criticità (Ica=I); sul dimezzamento del giudizio attribuito alla coerenza in caso di criticità medio alta (Ica=IV) e medio bassa (Ica=II); sulla divisione per quattro del giudizio attribuito alla coerenza in caso di criticità media (Ica=III).

Come si evince, il recupero e la conservazione ottengono la stessa valutazione. Infatti, la possibilità che una linea di azione altamente coerente con i criteri di sostenibilità agisca su un’area altamente critica (rossa) o con un basso livello di criticità (verde scuro) ottiene nella valutazione lo stesso punteggio, cioè il massimo valore positivo compreso tra 1,5 e 2. Lo stesso accade per una linea di azione altamente incoerente che, invece, agendo su un’area altamente critica o con un basso livello di criticità, ottiene lo stesso punteggio minimo, di valore negativo compreso tra -1,5 e -2.

Per le linee di azione ritenute non interagenti con i criteri di sostenibilità, perché l’azione o la linea d’azione non ha nessuna possibilità di essere messa in relazione con il criterio, il punteggio attribuito è 0.

La Figura 13 può essere sintetizzata con l’attribuzione, ai vari livelli di criticità, di un coefficiente da moltiplicare per la valutazione di coerenza (Figura 14).

Figura 14 – Coefficienti di criticità (a)

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

La valutazione finale aggrega, in un unico valore, sia la valutazione di coerenza con i criteri e gli obiettivi di sostenibilità, sia le criticità ambientali individuate sul territorio, sia l’entità del finanziamento previsto per la linea d’azione considerata. Tale aggregazione di valori deriva dalla moltiplicazione del valore sintetico, che indica la coerenza al criterio di sostenibilità in esame, per due coefficienti diversi, uno relativo alla criticità ambientale riscontrata (a5) ed uno relativo alla percentuale del finanziamento erogabile per la linea d’azione in esame, sul totale delle misure valutate (b).

In definitiva, il punteggio totale attribuito alla linea d’azione, scaturisce dalla seguente formula, in cui tutto il processo valutativo può essere sintetizzato:

Valj = Si aibjMij

Val = valutazione finale

a = coefficiente di criticità

b = percentuale del finanziamento

M = valutazione della coerenza rispetto ai criteri di sostenibilità ambientale

dove i varia da 1 a 9 (numero dei criteri e delle componenti ambientali) e j varia tra 1 e 25 (numero delle linee di azione valutate).

 

Esempio 2

Si riporta un esempio (Figura 15, 16 e 17) relativo alla linea 2.1a Sostegno agli investimenti delle imprese - Finanziamento legge 488/1992 - applicato in un’area ipotetica in cui si suppone di aver individuato i livelli di criticità relativi ad ognuna delle nove tematiche ambientali.

Questa linea persegue, tra le altre, la seguente finalità:

- modificazione dei cicli produttivi al fine di aumentarne la sostenibilità ambientale e conseguente riduzione della quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti;

- le spese ammissibili per questa linea sono quelle definite dalla legge 488/1992, che prevede per l’assegnazione dei finanziamenti l’uso di un indicatore ambientale.

Analizzando il testo di legge, che non si riporta per brevità, per rispondere alle domande delle chek-list tematiche, ed aggregando le risposte per ciascun criterio, si arriva ad una valutazione finale dove il coefficiente di coerenza massimo si ha per il criterio 2a e minimo per il criterio 3 (Figura 15).

Figura 15 - Valutazione finale

 

Si confronta, quindi, questa valutazione con l’analisi ambientale e per la linea 2.1a, applicata su un’area ipotetica in cui si suppone di aver individuato dei livelli di criticità ipotetici che vanno dal basso per la tematica aria al medio per la tematica rifiuti; si ottiene un leggero peggioramento solo sulla tematica ecosistemi e spazi naturali (Figura 16).

Figura 16 - Esempio applicativo

Fonte: Vea CdiP Piemonte (2003)

I colori relativi all’area rappresentano i livelli di criticità rilevati; le sfumature, rappresentano, invece, i presunti effetti di sostenibilità che l’azione 2.1a avrà sulle componenti ambientali analizzate.

L’algoritmo precedentemente descritto permette di trasformare numericamente questi risultati (Figura 17).

Figura 17 - Presunti effetti sulle tematiche ambientali

 

Per ottenere la valutazione finale della linea 2.1a si moltiplica il risultato della valutazione precedente per la percentuale del finanziamento stanziato per la linea in esame sul totale dei finanziamenti Docup, che in questo caso è pari a: 0,0998 (Figura 18).

Figura 18 - Valutazione finale

 

In definitiva il punteggio totale attribuito all’azione in esame è pari a 0,356, ottenuto sommando tutti i valori della precedente riga.

Lo stesso processo è stato applicato a tutte le linee d’azione ottenendo la loro classificazione.

Il lavoro di valutazione effettuato ha lo scopo di trasformarsi in un utile strumento operativo finalizzato ad un’integrazione continua del concetto di sostenibilità nelle fasi di attuazione del Docup Piemonte.

Grazie ai risultati ottenuti, infatti, si potranno selezionare le azioni e monitorare nel tempo i progetti che esigono una maggiore attenzione dal punto di vista dell’ambiente (Figura 19).

Figura 19 - Finalità della metodologia realizzata

Con l’analisi effettuata possono essere individuati degli spunti tematici per il miglioramento dei bandi che la regione predispone nell’ambito dei finanziamenti del Docup.

I risultati della valutazione possono essere utilizzati, inoltre, per strutturare le successive fasi di monitoraggio e controllo, oltre che per definire spunti e strumenti operativi per un’efficace attuazione degli interventi che il Docup andrà a finanziare.

 

 

1 Il seguente articolo è stato scritto da Mario Elia rielaborando e sintetizzando la valutazione ex-ante ambientale del complemento di programmazione del Docup Piemonte, realizzata dall’Autorità ambientale della Regione Piemonte, coordinata dalla Dott.ssa Sespito con l’ausilio di una task force costituita da: Maria Pia Antonucci, Cristian Ballarò, Fiamma Bernardi, Giulia Campi, Mario Elia ed Elena Pedon, con il supporto tecnico-scientifico del Corep del Politecnico di Torino.

2 Sono i fondi stanziati dall’Unione europea per ridurre il divario del livello di sviluppo e promuovere la coesione economica e sociale all’interno dell’Unione.

3 Riduttiva traduzione in italiano del termine inglese land use, la parola land in realtà tiene conto non solo del suolo ma anche della morfologia, del clima e delle componenti biotiche animali e vegetali; inoltre l’Unione europea, Direzione generale ambiente e Protezione del consumatore suggerisce di utilizzare l’espressione uso delle terre, ed è proprio in questa accezione che il termine uso del suolo è stato utilizzato.

4 Ognuno dei criteri di sostenibilità elencati viene scomposto in obiettivi specifici che sono alla base della check list realizzata.

5 Il coefficiente del livello di criticità della tematica Patrimonio storico-culturale non è stato ancora definito, pertanto la valutazione non ne tiene conto. Tale coefficiente viene considerato zero in modo da annullare la valutazione di coerenza rispetto al criterio 4.

 

 

Bibliografia

 

Commissione europea Dg XI “Ambiente sicurezza nucleare e protezione civile” (1998), Manuale per la valutazione ambientale dei piani di sviluppo regionale e dei programmi dei fondi strutturali dell’Unione europea, Londra.

Jesingaus (1998), The european environmental pressure indices project: the theory.

Advanced Study Course 1998 of the EC Environment and Climate programme on environmental change: valutation methods and sustainability indicators.

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio - Anpa (1999), Fondi strutturali 2000-2006, Linee guida per la valutazione ambientale strategica (Vas), Roma.

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio - Ministero dell’economia e delle finanze - Rete delle autorità ambientali e della programmazione dei fondi strutturali comunitari 2000-2006 - Formez (2002), Indirizzi tecnici e metodologici per la valutazione ambientale dei programmi operativi, Roma.

Provincia di Bologna (2001), Piano territoriale di coordinamento, Valsat - Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale, Bologna.

Regione Lombardia, Valutazione ambientale strategica, Autorità ambientale regionale, Valutazione ambientale strategica dei fondi strutturali 2000-2006.

Regione Piemonte Docup Piemonte 2000-2006 (2001), Complemento di programmazione, Torino.

Regione Piemonte Docup Piemonte (2001), Valutazione ambientale ex ante - Allegato II, Torino.

Regione Piemonte CdiP Docup Piemonte (2003), Valutazione ambientale ex ante, Torino.

Unità di valutazione degli investimenti pubblici (2001), Linee guida per la valutazione intermedia dei programmi operativi; Orientamenti per l’organizzazione della valutazione intermedia dei programmi operativi, Roma.

 

 

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